giovedì 21 marzo 2019
Giochi di yoga per bambini
Swami
Yogabhakti Saraswati, Parigi
Nel corso del mio
viaggio attraverso la Colombia (America del Sud), mi è capitato di passare un
po’ di tempo al Satyananda Ashram di Medellin. Là, le lezioni di yoga erano tenute da uno swami che aveva un ragazzino di otto
anni e una ragazzina di dieci anni che stavano lì per tutto il tempo. Questi
due ragazzini vivevano la vita di ashram
in tutto e per tutto. Si svegliavano all’alba, pulivano la cucina e aiutavano a
preparare dei semplici pasti. Cantavano dei bellissimi kirtan e si adoperavano in così tanti lavori e in vari modi che li
possiamo definire ‘ragazzi del karma yoga’.
Nel pieno della vita, mostravano una collaborazione tale che non smorzava in
alcun modo il loro buon umore.
Quando gli studenti
arrivavano per la lezione della sera, i ragazzi si prostravano ai piedi dello swami e praticavano yoga nidra, da cui si ridestavano solo il mattino dopo alle
quattro! Di sicuro praticavano ‘yoga
per bambini’ per tutto il giorno; non era assolutamente necessario per loro
fare ulteriori esercizi. Erano immersi nell’atmosfera dell’ashram, che era ben strutturato per sviluppare la loro personalità.
Poiché generalmente non
tutti i bambini possono condurre questo tipo ideale di vita, seguendo le linee
guida dell’ashram, è necessario che
genitori ed educatori introducano lo yoga
nello stile di vita dei loro bambini, per aiutarli a trovare rilassamento e per
stimolare la loro energia. Uno dei modi migliori per introdurre lo yoga ai bambini è di presentarlo come un
gioco che troveranno facile da fare.
Lo
spirito degli animali
Gli antichi rishi dell’India idearono un certo
numero di asana attraverso la loro
paziente osservazione della natura.
La terra, il mare e il
cielo, il sole e lo spazio, e tutto ciò che può essere visto o udito tramite
l’esperienza comune fu preso in considerazione dai saggi che avevano una vasta
conoscenza della vita umana. Non è un caso che nella terminologia dell’hatha yoga vi sia tutta la giungla delle posizioni degli animali. Ogni
postura o posizione, come il leone, il cammello, il gatto o il pavone, ha un
proprio significato.
Alla base di tutto
questo vi è un avvertimento di Madre Natura, da cui noi tutti siamo nati:
nessuna padronanza è possibile finché l’animale che è in noi non è riconosciuto
ed accettato. E ciò può essere conquistato non con la forza, ma attraverso un
processo di maturazione. Noi la chiamiamo ‘crescita’, e questo è ciò che ci è
stato mostrato nel corso della vita umana. È naturale per un bambino vivere il
primo stadio della sua evoluzione con gioia e gusto. Lasciate che ami i
movimenti degli animali, i suoni delle belve e degli uccelli e il fruscio del
vento tra gli alberi.
Essere
degli alberi
È difficile per un
bambino piccolo stare su un piede, poiché il meccanismo dell’equilibrio è lento
a svilupparsi. Perché non allenarlo nel miglior modo possibile? Una delle asana che può aiutare a sviluppare
l’equilibrio è ‘la posizione dell’albero’. I bambini dai sei agli undici anni
si divertiranno a farla nel modo seguente.
Dovrebbero mettersi in
cerchio o in linea con abbastanza spazio tra l’uno e l’altro in modo da non
toccarsi quando alzano le braccia lateralmente con i gomiti piegati. Quindi
dovrebbero alzare un piede, nel modo che meglio riescono. Non insistete nel
correggere la posizione delle gambe e dei piedi come insegnato nei manuali di yoga. Quando sarà il momento,
impareranno. Per prima cosa fate in modo
che imparino come gestire in qualche modo il loro equilibrio, mentre muovono il
tronco e le braccia. Una volta che hanno capito e provato il procedimento,
potete dire loro: ‘Ora sollevate la gamba destra e mettete il piede destro
sopra il piede sinistro, o appena sopra il pavimento, come preferite. Poi
lentamente sollevate le braccia lateralmente, come se fossero dei grandi rami
che si espandono sotto il cielo. Le vostre dita sono i rametti più piccoli e i
vostri capelli sono le foglie. Ascoltate le foglie che frusciano alla brezza
leggera mentre il vento le attraversa… Ora soffiate rumorosamente, imitando il
vento. Come il vento vi attraversa, oscillate avanti e indietro. Provate a
chiudere gli occhi. (La maggior parte perderanno l’equilibrio nel fare questo;
dovranno imparare anche questo!) Siete dei piccoli alberi in crescita nella
foresta. Quando vi sentite stanchi, potete cambiare gamba. Ora, il vento ha
smesso di tirare, voi siete immobili, calmi e felici. Gentilmente riportate il
piede a terra e abbassate le braccia’.
Benefici
I bambini assorbiranno
molto da questo gioco, in primo luogo sentiranno quanto sono strettamente
legati al mondo delle piante. La parentela degli uomini con gli alberi è stata
spesso sottolineata in varie scritture, e il piacere che i bambini provano giocando
‘a fare gli alberi’, dimostra che questo è un istinto profondo della razza
umana. Li renderà anche consapevoli di essere in posizione eretta nello spazio
e svilupperà in loro l’equilibrio sul piano sia fisico sia emozionale.
Osservando il cambiamento delle sensazioni quando chiudono gli occhi, i bambini
più grandi capiranno l’importanza di concentrare lo sguardo su un singolo punto
mentre fanno questa posizione.
Guarda
il gatto!
I bambini dovrebbero
sedersi sulle ginocchia e piegarsi in avanti in marjariasana, ‘la posizione del gatto’, allungando bene le braccia
e miagolando in qualche modo. Poi dovrebbero rilassarsi silenziosamente di
lato, come fanno spesso i gatti quando si crogiolano al sole, sdraiati
completamente inerti come fossero sacchi vuoti di pelo, ma che anche in quel
momento restano pienamente consapevoli di ciò che accade intorno a loro.
Supponete che un gatto senta un rumore insignificante, immediatamente salterà
in piedi. Quindi, mentre il bambino è totalmente rilassato sul pavimento, iniziate
a dirgli: “Ora tu sei disteso come se dormissi, ma così non è. Sei un gatto
vigile, anche se sembri un gatto addormentato, mi stai ascoltando attentamente.
Appena dirò la parola ‘topo’ (o un'altra parola, un suono, come preferite),
salterai su nella posizione del gatto che si stira in un battibaleno. Per ora
non stai facendo nulla; senti il tuo corpo sul pavimento e il respiro che va e
viene dal tuo naso…’
Continua a dare loro le
istruzioni su come rilassarsi nel modo giusto finché nel corso del tuo
discorso, senza alcun preavviso, menzioni la parola ‘topo’ (o qualsiasi altra).
Questo metterà immediatamente i bambini di nuovo sulle ginocchia. Questo gioco
è il preferito dai bambini dai cinque ai dodici anni. Da questi giochi i
bambini impareranno il significato della consapevolezza. Sentiranno che il
rilassamento può essere accompagnato dalla vigilanza. I giochi dello yoga possono essere seguiti da storie
adattate per i bambini che spiegano le pratiche apprese. Questo è un modo
eccellente per inculcare le verità spirituali senza che sorga noia o
disinteresse. Prendete, ad esempio, la storia del gatto saggio.
Il
gatto saggio e il leone fiero
Il gatto è davvero un
grande guru, come dimostrerà la
storia seguente. Molto tempo fa, quando gli animali parlavano, il gatto era
visto come la creatura più saggia di tutte. Alcuni gatti mostravano così tanta
intelligenza e capacità che i loro compagni animali percorrevano lunghe
distanze per andare ad ascoltarli. C’era una volta un gatto considerato un grande maestro a tal
punto che addirittura i pesci percorrevano oceani e fiumi per essere al suo
cospetto; le mucche e le scimmie viaggiavano per mesi per andare ad apprendere
da lui e perfino le aquile reali lasciavano le loro cime innevate per avere un
suo consiglio. Questo gatto saggio viveva una semplice vita nella foresta, e
gli animali che erano diventati suoi allievi lo servivano con amore e riverenza.
Una volta un leone bussò alla porta di casa del gatto e disse: ‘Vengo dalla mia
giungla nativa per imparare da te. Per favore, insegnami, affinché possa
migliorare. Ti ascolterò in ogni modo’. Il gatto accettò e gli insegnò a
saltare, a cacciare e a ruggire rumorosamente. Mostrò al leone come combattere
con coraggio, annusare la sua preda da lontano, correre rapidamente sulle
colline e attraverso le valli e vedere al buio nelle notti senza luna. Il leone
visse pacificamente all’interno della comunità e imparò a nutrirsi con
parsimonia quando non c’era abbastanza da mangiare e da condividere con tutti
in tempi di abbondanza.
Quindi pensò di essere
diventato saggio a sua volta, ma aveva anche sviluppato un grande orgoglio
perché era il più forte e il più impavido degli animali. Disse a sé stesso: ‘Il
gatto mi ha trasmesso tutta la sua conoscenza e ora io so quello che sa lui. Io
sono anche molto più grande e forte di lui. Sono stanco di ascoltarlo; prenderò
il suo posto.’ Un giorno, mentre il gatto giaceva addormentato tutto solo sotto
una grande quercia, il leone si avventò su di lui per mangiarselo. Ma il gatto
aveva sentito la sua presenza, in quanto non era completamente addormentato, e
riuscì a saltare sul ramo più alto dell’albero. Sebbene il leone abbia cercato
in tutti i modi di catturarlo, non riuscì a salire sull’albero! Ruggì e saltò
dalla rabbia, ma non servì a niente. Il gatto gli parlò dalla cima dell’albero:
‘Non pensare di aver imparato tutto da me. Io so ancora molte cose. Ora vai via
da qua e sii contento di rimanere quello che sei.’ E da quel momento il leone
ed il gatto si sono separati, e l’uomo ammira ancora la prodezza del leone e la
saggezza del gatto.
I molti benefici della meditazione
Dr Rishi Vivekananda Saraswati
Cos’è la meditazione?
Il dizionario Webster definisce la meditazione come: 1. Focalizzare il pensiero
su: riflettere o ponderare. 2. Pianificare o proiettare nella mente: intenti,
scopi. Questo è esattamente ciò che la meditazione non è. Infatti, è solo
quando portiamo la consapevolezza lontano da tutti quei quotidiani processi di
pensiero che siamo in grado di muoverci verso la vera meditazione.
Negli Yoga Sutra, Patanjali ci dice che dopo un’appropriata preparazione (yama, niyama, asana e pranayama), il primo stadio è pratyahara. Questo è lo stadio iniziale
della meditazione. È la fondamentale esperienza centrale per tutti i praticanti
di meditazione, e forma il substrato per tutti. In poche parole, pratyahara è la nostra chiusura alle
percezioni esterne, ignorandole ed aprendoci alle esperienze interiori
lasciandole affiorare alla consapevolezza. Pratyahara
da solo dà molti dei benefici della meditazione, perché ci porta ad uno stato
pacifico e rilassato, libero dalle attività del mondo.
Ci sono due direzioni
che possiamo prendere da qui:
1. La meditazione
concentrativa
2. La meditazione di
apertura
Le pratiche della
meditazione concentrativa cercano di focalizzare la consapevolezza su un punto
ed esclude tutti gli stimoli. Questo è il metodo delineato da Patanjali, e nel Satyananda Yoga include
mantra yoga, ajapa japa, visualizzazioni interiori e trataka.
Nella meditazione di
apertura, invece di focalizzare la consapevolezza, consente di rimanere aperti
a qualsiasi stimolo, come ad esempio i pensieri, i suoni, le emozioni, ecc. ma
cercando di osservarli come un testimone o osservatore imparziale, e consente a
questi di fluire senza esserne coinvolti. Il risultato sarà lo ‘svuotamento’
della mente inconscia inferiore. Esempi sono la consapevolezza dei pensieri
spontanei in antar mouna e le variazioni di visualizzazione
spontanee in chidakash dharana. La
meditazione buddista vipassana e la meditazione mindfulness sono altri esempi
di pratiche simili di apertura. Tuttavia, questi metodi non si escludono l’un
l’altro; entrambi potrebbero essere utili da fare. Infatti, non possiamo
mantenere degli elevati livelli di meditazione concentrativa (dhyana e samadhi) fino a quando non abbiamo svuotato in modo predominante la
mente inferiore, perché la sua forza disturbante si impone alla nostra
consapevolezza quando cerchiamo di concentrarci.
I
benefici della meditazione
Dei benefici della
meditazione se ne può fare esperienza in ogni dimensione. Gli yogi descrivono cinque guaine o kosha, che racchiudono il sé
individuale: annamaya kosha (il corpo
fisico), pranamaya kosha (energia,
vitalità), manomaya kosha (mente ed
emozioni) vijnanamaya kosha (corpo
psichico) e anandamaya kosha
(beatitudine, dimensione dell’illuminazione).
- Annamaya kosha – il corpo
I
muscoli e le articolazioni si rilassano. Sebbene spesso si pensi che le
pratiche fisiche di yoga siano quelle
che aiutano a rilassare i muscoli e le articolazioni del corpo, in realtà anche
le pratiche meditative aiutano a fare questo. Molte persone arrivano alla
lezione del Satyananda yoga nidra
tesi e agitati fisicamente, e scoprono che dopo solo mezz’ora le tensioni
fisiche sono scomparse. Questo, anche se (e forse perché) alla persona non è
stato detto di rilassarsi fisicamente durante la pratica.
Sollievo
dallo stress: l’asse autonomo-endocrino. Le pratiche di meditazione alleviano
lo stress. È stato scientificamente provato che il funzionamento del corpo si
muove dalla risposta allo stress del sistema nervoso simpatico e delle
ghiandole endocrine – meccanismo di ‘attacco-fuga’; al rilassato sistema
nervoso parasimpatico – meccanismo di ‘riposo-digestione’. In questo modo
diveniamo molto più rilassati fisicamente e mentalmente, aprendo così gli
orizzonti della nostra vita e prevenendo così tante delle malattie causate
dallo stress.
Armatura
del corpo.
I conflitti della mente inconscia possono causare l’irrigidimento di alcuni
gruppi muscolari correlati nel corpo, influenzando la postura e l’espressione
del viso. È quasi come se il corpo proteggesse simbolicamente sé stesso dalle
possibili minacce, dalla causa del conflitto mentale. Le persone percettive possono veramente
‘leggere’ il dolore mentale di una persona dalla postura o dall’espressione del
viso. Wilhelm Reich chiamava queste aree ristrette ‘armatura del corpo’ e
notava che quando la causa nella mente inconscia è portata in superficie e
risolta, le rigidità se ne vanno. Le pratiche meditative possono fare proprio
questo, come vedremo.
La
malattia fisica.
Molte ricerche scientifiche nel corso degli anni hanno dimostrato i benefici
della meditazione nell’aiutare ad alleviare la malattia fisica e nel riportare
la persona in buona salute. Questo include il cancro, le malattie
cardiovascolari e quelle respiratorie. Certamente, la meditazione è progettata
per aiutarci ad evolvere verso il nostro potenziale più elevato, ed è davvero
centrata più sul benessere che sulla malattia. Tuttavia, gli stessi fattori che
ci impediscono di realizzare le nostre piene potenzialità causano anche stress
e squilibrio nella vita e, di conseguenza, causano la maggior parte delle
malattie e disabilità. Perciò la meditazione può aiutare nella terapia e queste
malattie spesso sono le più difficili da curare da un punto di vista medico.
- Pranamaya kosha – la vitalità
L’energia
liberata dalle tensioni fisiche – la vitalità. I muscoli e le
articolazioni in tensione accumulano molta energia dell’individuo, e le persone
si stupiscono di quanto si sentano maggiormente piene di energia dopo solo una
lezione di semplice stretching come nelle lezioni introduttive del Satyananda
Yoga o in una lezione di meditazione.
L’energia
liberata dalle repressioni mentali – la vitalità. Gli yogi hanno reclamato per migliaia di
anni, e molti psichiatri e psicologi hanno concordato durante l’ultimo secolo,
che gran parte della nostra naturale vitalità può essere ‘imbrigliata’ nel
mantenere la materia mentale repressa nella mente inconscia. Mantenerla ‘giù’
richiede energia. Hanno notato anche una maggiore esperienza generale di
vitalità quando si porta a livello cosciente il materiale inconscio caricato
emotivamente e poi scaricato, come avviene in psicoterapia e meditazione.
-
Manomaya kosha – la mente e le
emozioni
La
memoria
Eliminazione
dei ricordi repressi. Qui è dove le pratiche di meditazione iniziano (vedete il
mio articolo ‘Superare la tirannia della memoria’ in Yoga, Novembre 2003). È
stato chiaramente dimostrato nel corso degli anni che la meditazione elimina i
conflitti mentali repressi e neutralizza le emozioni legate ad essi. Gli
antichi ricordi perdono il loro potere di ‘trattenerci’, rendendoci così liberi
dal loro peso per sempre.
Dà una
visione maggiormente positiva dei ricordi. Di solito le persone non se ne rendono
conto, ma il modo in cui ricordano il loro passato dipende dal loro stato
emotivo quando cercano di ricordarlo. Se l’individuo è in uno stato d’animo
positivo, i ricordi saranno positivi; se è in uno stato d’animo negativo,
saranno negativi. La meditazione, promuovendo uno stato d’animo positivo, ci dà
accesso continuo agli aspetti positivi del nostro passato.
La
percezione
Pratyahara.
Le varie discipline meditative hanno i loro modi per raggiungere questo stadio
di meditazione, alcuni facili, altri più difficili. Satyananda yoga nidra è un modo facile per indurre questo stato
perché comprende una tecnica formalizzata, passo dopo passo, per dissociare la
consapevolezza dai diversi stimoli esterni. Al tempo stesso interrompe il
monologo dei pensieri che spesso entra nella mente tutto il giorno (vedi
sotto). Quando si saranno raggiunti questi due stadi, la meditazione può andare
avanti; altrimenti è impossibile.
Consapevolezza
e decondizionamento dai modi abituali che percepiamo nel nostro mondo.
La percezione è il processo secondo cui il cervello interpreta gli input
provenienti dagli organi di senso in esperienze interiori, che per ognuno di
noi hanno un significato diverso. Due
persone camminano insieme lungo un sentiero e hanno le stesse visioni, sentono
gli stessi suoni, ecc. ma ognuno percepisce aspetti diversi della scena. Una
persona, ad esempio, potrebbe “assorbire” la bellezza dello scenario, mentre
l’altra potrebbe “prendere in considerazione” tutti i possibili pericoli che si
nascondono. Ognuno di noi vive essenzialmente in un ‘mondo differente’ rispetto
agli altri, perché ciò che percepiamo nelle varie situazioni dipende dalla
nostra programmazione mentale. La meditazione ci permette di divenire
consapevoli del processo della percezione, in modo che possa divenire
automatico e che possiamo decidere cosa percepire, sia ad occhi chiusi che
aperti.
Essere testimoni. Come estensione dell’essere consapevoli del nostro percepire, iniziamo
ad andare verso lo stadio successivo, che è essere testimoni – osservatori –
della situazione, e questo sviluppa l’essere testimoni del processo dei nostri
pensieri, delle nostre emozioni e delle nostre tendenze di comportarci in un
determinato modo.
La mente
L’attenzione: domare la
scimmia. Il pensiero della maggior parte delle persone
‘vaga’, salta da un idea all’altra. Per questa ragione gli yogi si
riferiscono alla mente comune come a una ‘scimmia’. Il processo della
meditazione, soprattutto la forma ‘concentrativa’, rende capaci di mantenere
l’attenzione focalizzata su una cosa; che sia un mantra, un’immagine, la
fiamma della candela, o altro.
La concentrazione. Considerando l’idea di ‘concentrazione’ nel significato ordinario,
pensiamo al processo di pensare intensamente ad un oggetto o ad una situazione:
un processo in cui la mente lavora intensamente. Questo stato non è la
concentrazione che cerchiamo di raggiungere nello stadio di dharana
della meditazione. Qui la percezione interiore è sull’oggetto di dharana,
ma il processo del pensiero è ampiamente ignorato e gli altri pensieri che
arrivano vengono semplicemente lasciati fluire. Abbiamo realizzato questo nel
modo seguente.
Fermare il chiacchierio
della mente. Il chiacchierio della mente è un ‘monologo
interiore’, un flusso continuo di pensieri, presente nella mente della persona
comune per tutto il giorno. Non si ferma, dal momento in cui si sveglia al
mattino a quando va a dormire alla sera. Cambia di volta in volta in base alle
sensazioni che giungono, ma fluisce sempre, dominando la mente, le emozioni,
gli atteggiamenti e i comportamenti per tutta la vita cosciente. Le persone
sono così identificate con questo flusso di pensieri da credere che questo è
ciò che realmente sono. A volte si sorprendono di come sia facile fermarne il
flusso, e di come la mente si calmi immediatamente quando ciò avviene. Allora
realizzano che gli schemi di pensiero con cui sono identificati sono solo dei
processi, non l’individuo stesso. Le pratiche meditative contengono tecniche
che per prima cosa rompono il monologo interiore circa gli eventi esterni, e
poi tagliano la parte di esso che continua sulla base della memoria quando si è
interiorizzati.
Consapevolezza delle
abitudini di pensiero. Abbiamo sviluppato abitudini
di pensiero circa la nostra vita e il nostro mondo. Spesso crediamo che le
altre persone abbiano i nostri stessi schemi di pensiero e ci stupiamo quando
altre persone arrivino a delle conclusioni completamente differenti circa la
stessa situazione. Questi schemi di pensiero sono diventati delle abitudini,
basate sulle nostre esperienze di vita; possono essere razionali, sensibili e
utili, o possono essere irrazionali, ridicoli e anche distruttivi, ma li
ripetiamo più e più volte a causa dell’abitudine. Siccome questi schemi sono
molto importanti nella formazione delle emozioni di cui facciamo esperienza e
delle decisioni che prendiamo rispetto a come comportarci, è importante
sviluppare la capacità di ‘staccare’ e osservarli. La meditazione ci dà proprio
questa capacità: diventiamo gli spettatori dei nostri schemi di pensiero e
quindi avremo la possibilità di decidere se li vogliamo oppure no.
Consapevolezza del
ruolo del nostro ego, degli atteggiamenti e delle motivazioni. La maggior parte delle persone sono così fortemente identificate con
il proprio ruolo nella vita, ‘Io sono un direttore organizzativo’ o ‘Io sono
una madre’, che quando il ruolo finisce, come quando il direttore
amministrativo va in pensione o quando i figli lasciano la casa della propria
madre, si sentono distrutte. La stessa cosa si ha per le abitudini circa noi
stessi, le altre persone, il mondo intorno a noi, le ragioni della vita, ecc.
Questi atteggiamenti fanno così parte di noi che li diamo per scontati e
crediamo siano veri, completamente ignari del fatto che le altre persone
mantengono i loro diversi atteggiamenti e identificazioni con i ruoli con la
stessa reverenza incrollabile. Siccome essi sono molto potenti nel motivare il
nostro comportamento nella vita, è essenziale sviluppare la capacità di
osservarli. La meditazione ci dà l’abilità di fare questo e ci consente di
metterci in quella prospettiva.
Le emozioni
La calma. I processi che portano a pratyahara calmano le emozioni
negative. Fanno questo in vari modi. In primo luogo ci consentono di dissociare
la consapevolezza dagli stimoli esterni che sono la causa delle emozioni. Poi
rompono il dialogo interiore che fa andare avanti le emozioni. Portano anche al
rilassamento fisico, uno stato incompatibile con le emozioni negative. Molte
persone trovano che, anche dopo la prima esperienza di una pratica di pratyahara
come Satyananda yoga nidra, le emozioni spiacevoli semplicemente
svaniscono.
Affrontare le emozioni
inconsce. Liberarsi dei ricordi repressi è un aspetto
importante del potere purificante della meditazione. I ricordi vengono repressi
perché le emozioni che coprono sono dolorose; ma se le vogliamo eliminare,
dobbiamo fare esperienza anche delle emozioni dolorose. La meditazione rende
facile tutto questo permettendoci di essere in uno stato emotivo naturale (la
posizione del testimone) di fronte all’inconscio. Allora, quando i ricordi
emotivamente carichi sorgeranno e incontreranno questo stato emotivo neutro, le
emozioni negative saranno neutralizzate e i ricordi perderanno il loro potere.
Ricordatevi anche che il Satyananda yoga insegna delle pratiche fisiche
come asana e pranayama che vanno fatte prima della meditazione,
di cui uno dei benefici è che ci mettono in uno stato emotivamente neutro ed
equilibrato prima che la meditazione inizi.
Decondizionamento dagli
schemi abitudinari automatici delle emozioni. Allo stesso modo in cui abbiamo abituali schemi di pensiero, di
atteggiamento ecc., tendiamo a rispondere agli stimoli della vita con lo stesso
tipo di emozioni, ancora e ancora. Alcune persone rispondono con rabbia, altre
ferendo i sentimenti, alcune con senso di colpa, altre con umorismo… tutte alla
stessa situazione! La meditazione sviluppa all’interno di noi la capacità di
essere testimoni della situazione e di scegliere la risposta ad essa. Espande
anche la consapevolezza, in modo da renderci in grado di vedere il ‘grande
disegno’ della nostra vita e comportarci di conseguenza.
Consapevolezza
oggettiva dei desideri e delle repulsioni. Raga, l’attrazione verso il desiderio degli oggetti o delle
situazioni, e dwesha, la repulsione verso gli oggetti o le situazioni
indesiderate, sono parti del processo di conservazione del nostro corpo.
Tuttavia, nella vita quotidiana, il loro condizionamento non è appropriato: ci
portano a comportamenti compulsivi e di dipendenza che rendono la vita misera.
Un principio fondamentale dello yoga è che se vogliamo evolvere,
dobbiamo attenuare questi desideri e queste repulsioni. Le pratiche meditative
ci consentono di avere una visione più obiettiva dei desideri e delle
repulsioni e, man mano che cesseranno di essere automatici, potremmo scegliere
come rispondere.
Il comportamento
La consapevolezza e il
decondizionamento delle abitudini di comportamento. Così come abbiamo degli schemi di pensiero individuali e delle
risposte emozionali, abbiamo anche degli schemi di comportamento abituali.
Questi sono diventati così radicati attraverso l’abitudine che li diamo per scontati.
Alcuni possono essere benefici e altri piuttosto distruttivi. La meditazione ci
dà l’obiettività di vederli e valutarli. Vogliamo continuare con loro? O
vogliamo sostituirli? La scelta è nostra.
Miglioramento
automatico del comportamento e delle relazioni. Via via che le pratiche di meditazione e di yoga ci aiuteranno
ad evolvere attraverso tutti questi aspetti, il nostro comportamento migliorerà
sempre più; miglioreranno le relazioni con le altre persone e con il mondo che
ci circonda, e ci evolveremo verso le qualità sattviche del livello di vijnanamaya.
Vijnanamaya kosha – il corpo psichico-saggio
Liberazione del corpo
energetico e del corpo mentale. Più il corpo
energetico e quello mentale si liberano, più si fa esperienza delle qualità di vijnanamaya
kosha. Questo, via via, diventa la base della nostra esperienza di vita con
gli occhi aperti o chiusi. Tutta la nostra vita diventa meditazione. Diventiamo
fisicamente rilassati, equilibrati, grati e ‘fluenti’, e anche la nostra
vitalità diventa equilibrata e libera.
Percezione. 1) Percepiamo le persone, gli oggetti e le situazioni come sono
veramente, non corrotte dai blocchi o dai desideri inconsci di come vorremmo
che fossero. 2) Diventiamo sempre più testimoni e sempre meno invischiati nelle
situazioni della vita. In questo modo saremo maggiormente capaci di affrontare
in maniera equilibrata e saggia le situazioni. 3) Mentre ci sintonizziamo con
le fonti di informazioni più elevate, sviluppiamo una maggiore capacità di
arrivare alle conclusioni e a prendere decisioni basate sulla verità.
Ragionamento e processo
decisionale. I nostri ragionamenti e processi decisionali
diventano molto logici, non corrotti dal materiale mentale represso e
facilitati dall’intuizione e dalla precognizione. Ciò porta saggezza,
incorporando discriminazione e discernimento (viveka).
Amore incondizionato. Invece di cercare di amare, diventiamo noi l’amore che è già dentro
di noi. L’amore si riverserà fuori di noi incondizionatamente, proprio come il
profumo si diffonde da un fiore.
Compassione. Grazie alla liberazione dell’amore, ci relazioneremo con gli altri e
con il Pianeta Terra in un modo non dannoso. Diventiamo più etici verso il
nostro mondo.
Comunicazione. Ci relazioneremo con le altre persone con libera comunicazione,
competenza sociale e armonia.
Sicurezza interiore. Poiché avremo sostanzialmente eliminato le fonti delle nostre vecchie
insicurezze irrazionali, diverremo interiormente più sicuri. Questo ci
permetterà di apprezzare la bellezza della vita. Diverremo anche meno avidi e
meno possessivi nei confronti delle cose materiali (asteya e aparigraha),
e sempre meno attaccati e coinvolti nelle cose e dalle persone intorno a noi (vairagya).
Allo stesso modo, grazie all’acquisita sicurezza, avremmo il coraggio di essere
sinceri (satya), e questo diverrà un atteggiamento naturale.
Gioia spontanea. Sperimenteremo la gioia nella vita e ci relazioneremo con le altre
persone e con le situazioni con umorismo, ottimismo e un atteggiamento
positivo.
Abilità di portare a
termine un buon lavoro. La nostra vita diventerà un
flusso di azioni e avremo la capacità di portare a compimento un buon lavoro in
modo disinteressato, senza essere
ostacolati dai blocchi della mente inferiore: tutto questo si traduce in
buona autostima e motivazione. Ad un livello superiore percepiremo la mano
della grazia divina nei nostri sforzi e ci sentiremo strumento di quella
grazia.
Anandamaya kosha – la dimensione della beatitudine
e dell’illuminazione
La stragrande maggioranza della razza umana sta ancora progredendo
lentamente a livello dei kosha inferiori e non ha la minima idea del
destino esaltato in serbo nel livello di anandamaya kosha. In realtà,
comunque, secondo lo yoga, questo è il destino di tutti noi.
Per citare Swami Satyananda in ‘Meditations from the Tantras’: “Il
culmine della meditazione è la realizzazione del Sé. Ciò avviene quando si
trascende la mente più elevata. La consapevolezza lascia l’esplorazione della
mente e si identifica con il nucleo centrale della propria esistenza, il Sé. A
questo punto diventa consapevolezza pura. Quando un individuo raggiunge la
realizzazione del Sé, significa che ha contattato il proprio essere centrale e
ora identifica la propria esistenza, la propria vita, dal punto di vista del
Sé, non dal punto di vista dell’ego. Quando egli agisce dal centro del suo
essere, il corpo e la mente operano quasi come entità separate. Sono
semplicemente manifestazioni del Sé, la sua vera identità. Si può vedere quindi
che lo scopo della meditazione è esplorare le diverse regioni della mente e,
alla fine, trascenderla.”
Satsang sulla salute
Può l’uomo al
giorno d’oggi trarre un vero beneficio praticando le tecniche yogiche che sono
state sviluppate secoli fa?
Nell’attuale società
civilizzata i complessi e le nevrosi dell’uomo sono notevolmente aumentati.
Secoli fa, i nostri antenati avevano un ambiente più favorevole per la pratica
dello yoga, ma il loro bisogno di
scienza non era così grande come nel mondo confuso e nevrotico di oggi.
A livello fisico, siamo
esposti ad un ambiente inquinato e disarmonico dove le leggi della natura non
sono rispettate. Il nostro corpo prende molte tossine dall’atmosfera e dal cibo
che ingeriamo, e dobbiamo avvalerci di un sistema per purgare queste impurità
accumulate. Lo yoga è l’unica scienza
che ha fornito i mezzi per farlo. In hatha
yoga ci sono delle pratiche per purificare lo stomaco e tutto il canale
alimentare. Il pranayama purifica ed
equilibra il sistema respiratorio e nervoso e le asana, i mudra e i bandha liberano i blocchi energetici e
aiutano a costruire la vitalità e la resistenza del corpo.
Sul piano mentale, le
preoccupazioni, le paure, le ansie e le tensioni che l’uomo sperimenta nella
sua vita quotidiana, creano tutte un accumulo di impurità nella mente
subconscia. Per espellere queste tossine e per liberarsi dalla tensione, l’uomo
deve praticare la meditazione ed il rilassamento yogico.
Quindi, sebbene le
pratiche yogiche siano state sviluppate secoli fa, non significa che non siano
adatte per l’uomo moderno. Infatti, chi di noi vive una vita di grande stress e
tensione realizzerà i benefici dello yoga
in un tempo più breve rispetto ai nostri predecessori.
Cos’è
la malattia?
La malattia è una
condizione sperimentata nel corpo ma esistente nella mente. Secondo il concetto
yogico, la malattia è inerente al sé più profondo, ma noi non siamo sensibili a
questo, quindi è sperimentata tramite la mente e i sensi del corpo. Tutte le
malattie, che si riferiscono al sistema digerente, respiratorio o circolatorio,
sono dovute alla trascuratezza delle regole della salute.
Qual
è il miglior trattamento per le gravi malattie del corpo?
Le malattie croniche e
costituzionali possono essere efficacemente gestite con le pratiche di hatha yoga. Le malattie che in natura
sono puramente fisiche possono essere affrontate direttamente con asana, pranayama e i sei kriya
di pulizia del corpo dell’hatha yoga.
Ma, se la causa non è nel corpo ma nelle profondità della mente, deve essere
affrontata con le pratiche di raja yoga
insieme a quelle di hatha yoga.
Malattie come il cancro sono nate nella mente ma si manifestano nel corpo, dopo
un certo periodo di tempo.
Vi farò un esempio. Se
un uomo sulla sessantina perde improvvisamente il figlio di diciannove anni,
avrà sicuramente un grande shock. Gli effetti di questo shock si trasferiranno
all’inconscio e lì giaceranno, lavorando come un seme sottoterra. In tutti i
casi questa è la normale reazione allo shock. Ogni esperienza nella vita
diventa integrata nella personalità e diventa attiva come un seme piantato nel
terreno. Non si vede ma continua a crescere fino a quando si manifesterà a
livello del corpo. Tutto ciò che avviene nel corpo influenza la mente e ogni
cosa che influenza la mente influenza il corpo, e questo include anche malattie
gravi come l’asma, il cancro e il diabete.
Anche una persona che
ha sofferto per venticinque anni di malattie come l’asma o i disturbi mentali
può avere un grande miglioramento dopo quindici o venti giorni di trattamento
yogico. Probabilmente potrebbe pensare che sia un miracolo, ma la ragione per
cui le pratiche yogiche sono così potenti è perché lavorano sulla mente
inconscia e sradicano la vera causa della malattia.
Siccome la malattia può
manifestarsi per cause mentali o fisiche, è consigliabile praticare le tecniche
di hatha yoga e di raja yoga insieme. Un individuo potrebbe
soffrire di asma perché il clima dove vive non è adatto alla sua persona, così
sviluppa un’allergia che provoca l’asma. Oppure potrebbe avere alcune cose
soppresse nella mente che si porta dietro sin dall’infanzia e che sono la causa
della sua sofferenza.
Il
digiuno è un processo purificatore, quindi appartiene all’hatha yoga?
Le tecniche di hatha yoga purificano il corpo così a
fondo che se praticate regolarmente non è necessario sottoporsi a digiuni.
Tuttavia, ho accertato che un piccolo digiuno ogni tanto è molto benefico per
chi vuole praticare yoga
tradizionale. Ho anche scoperto che il digiuno è di grande aiuto nel
trattamento di psicosi, nevrosi e schizofrenia.
Nella vita spirituale
ci sono momenti in cui si dovrebbe digiunare. Ad esempio, quando si sta
verificando il risveglio della kundalini
il corpo e la mente vanno incontro a molte esperienze. In quel momento
probabilmente non sarà possibile praticare hatha
yoga, quindi sarà necessario purificare il corpo attraverso il digiuno.
Anche se non mangiate per sette giorni non è un problema, perché in un corpo
spiritualizzato la nutrizione viene creata internamente. Non è il cibo che
nutre il corpo ma il prana. Se il prana è carente, non importa quanto cibo
possiate assumere, è probabile che vi ammalerete. Quando c’è prana sufficiente tutte le vitamine e i
nutrienti possono essere creati all’interno del corpo fisico.
Qual
è la dieta ideale per chi pratica hatha yoga?
La dieta ideale per un hatha yogi consiste in cibo che può
essere digerito correttamente. Anche se la vostra dieta è basata su roti, riso, dhal e verdure, potreste doverla cambiare leggermente in base al sadhana e alla condizione della vostra
salute. Ad esempio, la dieta migliore dopo shankhaprakshalana
è khichari. Dopo aver praticato vyaghra kriya si dovrebbe assumere del kheer. Se praticate pranayama
per lunghi periodi di tempo è meglio mangiare cibo più oleoso, burro, ghee e latte. Per alcune ore dopo aver
praticato dhyana, il cibo ideale è il
khichari.
Ora, considerando lo
stato di salute, se si soffre di ulcera peptica a causa di iperacidità, la cosa
migliore da fare è assumere del satu,
biscotti o miele ogni due o tre ore. Pertanto non ci può essere una risposta
diretta a questa domanda perché nella maggior parte dei casi la dieta deve
variare a seconda dell’individuo.
Se
si vuole praticare hatha yoga si
dovrebbe smettere di bere alcolici, di fumare e di assumere droghe? Queste cose
rallentano l’evoluzione dell’anima individuale?
In tutta franchezza,
niente può influenzare il passaggio evolutivo della consapevolezza. Se si
seguono le tecniche meditative e la mente raggiunge il rilassamento, non si ha
bisogno di queste cose. Quando un individuo è in uno stato di tensione ha
bisogno di sigarette, alcool e altre cose, ma se non ha tensione non ne ha
bisogno. Personalmente io non sono contrario a queste cose; sono solo cose
esterne. Anche se una persona medita, può continuare ad assumerle se lo vuole
veramente.
Se una persona fuma o
beve non serve a nulla combattere le sue abitudini perché potrebbero essere
causate da altre circostanze, molto probabilmente da squilibri endocrini.
Praticando hatha yoga può purificare
il corpo e rettificare tutti gli squilibri. Poi nel corso del tempo, alcool,
droghe e sigarette non saranno più necessari.
Se
una persona sta assumendo medicine e vuole iniziare un corso terapeutico di hatha yoga, dovrebbe sospendere tutti i
farmaci?
Quando s’inizia una
terapia yogica si dovrebbe gradualmente ridurre l’assunzione di medicinali e
simili. Poi, se si praticano i kriya
di purificazione, si potrebbero eliminare tutti i farmaci, se si è sotto la
guida di un terapista yogico esperto.
Le
tecniche di hatha yoga possono giovare agli eroinomani?
Gli shatkarma dell’hatha yoga sono la parte più importante del trattamento per gli
eroinomani. Tutto il corpo fisico deve essere via via purificato internamente
ed esternamente. Le tossine devono essere rimosse dagli intestini, dal fegato,
dai reni, dalla milza, ecc. e deve essere regolata la produzione di acidi, bile
e flemma. Tramite l’hatha yoga questo
può essere fatto. Praticando determinate asana
e pranayama le secrezioni ormonali
possono essere regolate e i blocchi endocrini rimossi. I difetti posturali
possono essere rettificati e la vitalità del corpo può essere notevolmente
stimolata. Il trattamento sarà più veloce e con maggior successo se la pratica
è regolare e se si mantiene una speciale dieta. È anche raccomandato che questo
trattamento sia intrapreso in ambiente ashramico.
Quali
tecniche di hatha yoga raccomanda per
migliorare la vista nei bambini?
Per prima cosa devono
praticare gli esercizi per gli occhi. Poi dovrebbero iniziare le tecniche
yogiche di trataka e neti. Queste dovrebbero essere praticate
giornalmente, insieme a surya namaskara.
Una leggera variazione nella dieta e delle piccole passeggiate sull’erba umida
in inverno aiuteranno anch’esse a migliorare la vista.
Una
mia allieva ha il cancro alla pelle e io le ho consigliato di praticare gli shatkarma yogici e di diventare
vegetariana. Ha qualche altra raccomandazione?
Sempre più persone
prendono il sole in eccesso e questo è quello che succede. Ci dovrebbero essere
dei limiti. Dopo tutto le persone di pelle bianca sono bellissime così come le
persone di pelle scura. La bellezza non è una questione di colore della pelle.
Insieme ad altri
suggerimenti, la tua studentessa non dovrebbe esporre il corpo al sole caldo
fino a quando non starà completamente bene e dovrebbe iniziare la pratica di amaroli. Ciò comporta l’uso interno e
l’applicazione della propria urina. Molte ricerche scientifiche sono state
fatte sulla composizione chimica dell’urina e le informazioni ricavate sono
state inserite in una nostra pubblicazione chiamata ‘Amaroli’. Gli studi rivelano che ci sono molti e differenti
elementi chimici, ormoni ed enzimi nella nostra urina e che hanno degli effetti
benefici in termini di aiuto per superare le malattie.
Amaroli può essere fatto in
sicurezza nelle forme lievi di cancro. Non sono giunto a nessuna conclusione
circa il suo uso nelle forme di cancro più fatali, ma l’ho visto funzionare.
Nel cancro della pelle, questa pratica può essere molto utile.
Qual
è la pratica yogica migliore per l’ipertensione?
C’è una semplice
pratica. Distendetevi semplicemente a terra oppure sedete su una sedia comoda,
chiudete gli occhi e concentratevi sul vostro respiro. Seguite il respiro
naturale nel suo fluire dentro e fuori, questo è tutto. Dovrebbe esserci un
collegamento tra la mente e il corpo. Questo è il principio della riduzione
dell’ipertensione. Tutti noi sappiamo che inspiriamo ed espiriamo ma non ne
siamo mai pienamente consapevoli. Quando diventate consapevoli di questo,
iniziate a creare questo collegamento tra la mente ed il cuore, e le tensioni
si riducono. Questa riduzione è reale e può essere vista misurando la pressione
del sangue prima e dopo la pratica. Ci sarà sempre una marcata differenza.
Quali
asana dovrei praticate per aumentare
la pressione del sangue?
Che tu abbia la
pressione alta o bassa se pratichi siddhasana
o siddha yoni asana, potrai regolarla
con successo. Dovresti praticare anche shashankasana
e sirshasana così come bhastrika e kapalbhati pranayama seguiti da un lungo rilassamento.
Quanto
tempo si dovrebbe aspettare dopo un’operazione chirurgica ad un organo
addominale prima d’iniziare la pratica delle asana?
Nel caso di una
qualsiasi operazione è sempre più sicuro aspettare dai tre ai sei mesi prima
d’iniziare le yogasana o qualsiasi
altro esercizio. Ma ci sono certe
operazioni minori che consentono di ricominciare a fare le yogasana dopo due o tre mesi. Questo per quanto riguarda la pratica
delle asana principali come bhujangasana, shalabhasana, sirshasana,
sarvangasana o surya namaskara. Leggeri movimenti come i pawanmuktasana possono sempre essere fatti, dietro una guida
appropriata.
Quali
pratiche yogiche suggerisce nel caso di battito cardiaco irregolare?
Ci sono state molte
ricerche scientifiche sullo yoga,
soprattutto nel campo delle malattie coronariche. I pawanmuktasana possono sempre essere fatti, ma è meglio che chi
soffre di una qualsiasi forma di malattia cardiaca faccia riferimento ad un
esperto in yoga terapia che conosce
quali esercizi e trattamenti dovrebbero essere fatti. Ad esempio, in molti casi
yoga nidra va molto bene, ma in altri
casi si ottengono risultati migliori facendo ajapa japa.
Il
mio unico figlio è schizofrenico. Perché non è possibile curarlo?
La schizofrenia è uno
stato della mente e può essere curato. Infatti, la maggior parte delle persone
sono schizofreniche, ma siccome riescono a mantenere un certo grado di
controllo, non raggiungono quel punto in cui la loro condizione mentale possa
essere definita malattia. La definizione di malattia è: “quando una persona
perde il controllo e non è in grado di avere il comando sulle proprie
situazioni e manifestazioni mentali.”
Al fine di riportare
uno schizofrenico alla normalità, occorre esporlo alle pratiche di yoga. Per prima cosa deve praticare le
tecniche di hatha yoga per purificare
le ghiandole e il sistema nervoso, poi raja
e gyana yoga. Dopo potrebbe essere
interessato al karma yoga e
progredire rapidamente, perché il karma
yoga è il metodo più potente.
Nel nostro ashram di Munger abbiamo trattato con
successo diversi schizofrenici, ma spesso ci sono stati dei problemi. Sebbene
la terapia yogica sia molto potente ed efficace, non sempre rappresenta la cura
completa perché le persone poi tornano alla stessa situazione che li ha portati
a diventare schizofrenici. Tornano nella stessa famiglia, allo stesso lavoro,
alle stesse abitudini, cibo ed ambiente e il nostro lavoro viene vanificato.
Questa è la ragione per cui non siamo in grado di dare una cura definitiva
tramite le pratiche yogiche.
Nei nostri ashram scandinavi gli swami vanno spesso negli ospedali
psichiatrici in Danimarca e in Svezia ad insegnare ai malati le pratiche di hatha yoga ed altre tecniche. Diversi
malati venivano curati e dimessi dagli ospedali, ma noi eravamo preoccupati
della loro riabilitazione perché sapevamo che il loro ambiente sociale li
avrebbe fatti impazzire di nuovo. Così abbiamo creato un luogo dove possono
vivere e lavorare con l’ashram,
insegnando yoga e scrivendo e
pubblicando libri. Se un malato viene seguito attentamente, se la dieta e le
attività quotidiane sono regolate, allora lo yoga può sicuramente aiutarlo.
Mestruazioni dolorose
Swami
Muktananda Saraswati
Nascere donna sembra
significhi nascere sotto una maledizione, o almeno così sembra a tutte quelle
donne che soffrono la miseria mensile del ciclo doloroso. Questo problema è
diventato così diffuso nelle ultime generazioni che ora è considerato “normale”
che le mestruazioni siano accompagnate da una varietà di malesseri fisici e di
sofferenza emotiva. Sentiamo storie di rare donne le cui mestruazioni non sono
un fardello; potremmo persino conoscere una donna simile, ma queste poche sono
considerate fortunate, per essere in qualche modo risparmiate dalle solite
agonie della femminilità. Eppure ciò che è normale
non significa ideale: è solo un
indice di ciò che accade alla maggior parte delle persone e, accettandolo come
la norma, abbiamo dimenticato che le cose potrebbero essere in un altro modo.
Il ciclo doloroso, come ogni altro tipo di dolore, è il segnale che nel corpo
c’è qualcosa che non va e non si dovrebbe accettare questo tormento ricorrente
come un muto bestiame. Attraverso lo yoga
possiamo attuare delle azioni positive per alleviare il ciclo doloroso e
riscoprire la nostra eredità femminile di salute.
La difficoltà mestruale
(dismenorrea) genera la stessa condizione del comune raffreddore in quanto la
visione medica di questi problemi è ugualmente limitata. Comunque, uno dei
pochi ricercatori in questo campo, la Dr.ssa Katherina Dalton (USA), ha dimostrato
che il ‘dolore femminile’ non è solo di un tipo, ma di due. La dismenorrea
spasmodica è caratterizzata da crampi e dolore acuto nel basso addome, con
probabile nausea e tremori all’inizio del ciclo. Generalmente questo si ha in
donne sotto i venticinque anni e spesso scompare dopo la nascita del primo
figlio. La dismenorrea congestiva è associata ad una grande tensione che i
dottori chiamano ‘sindrome premestruale’. Un dolore forte e pesante nell’addome
e nella parte inferiore della schiena può iniziare tre o quattro giorni prima
delle mestruazioni stesse. Alcune donne riscontrano gonfiore e indolenzimento
ai seni, addome gonfio e una sensazione generale di gonfiore. Una maggiore
ritenzione di fluidi potrebbe riflettersi in un temporaneo aumento di peso di
anche tre chili, e potrebbe esserci anche nausea. Mal di testa, rigidità
generale e costipazione sono manifestazioni comuni. Gli aspetti peggiori sono
l’irritabilità, la depressione e la letargia che rendono questo periodo del
mese molto debilitante emotivamente. La congestione fisica e psichica
diminuisce di intensità quando inizia il flusso e termina quando il flusso
diventa più abbondante. Questi tipi di problemi mestruali sono comuni nelle
donne di tutte le età, dalla pubertà alla menopausa, e sembra peggiorare dopo
ogni gravidanza.
Sebbene la scienza
medica non sia capace di scoprire la vera causa di questo dolore, le ricerche
della Dr.ssa Dalton, e quelle delle Dott.sse Carey e Pinkerton in Australia,
indicano che sia la dismenorrea spasmodica che quella congestiva siano dovute
ad uno squilibrio ormonale. Nel dolore spasmodico vi è troppo progesterone nel
corpo, mentre i problemi di congestione sono dovuti ad un eccesso di estrogeni.
In un’altra ricerca, la Dott.ssa Elizabeth Connei, suggerisce che i crampi
uterini potrebbero essere causati da elevati livelli di prostaglandine. Si
tratta di sostanze simili ad ormoni prodotte dalle pareti dell’utero in grandi
quantità appena prima della sua eliminazione. La mancanza di progesterone (che
è quindi un eccesso di estrogeni) causa nelle cellule del corpo la ritenzione
di sodio e una perdita di potassio. Questo ha delle severe conseguenze, perché
la trasmissione gli impulsi attraverso il sistema nervoso e nel cervello
dipende dalla corretta proporzione sodio/potassio. Sembra anche che lo
squilibrio ormonale sia la radice fisiologica della vulnerabilità emozionale
durante le mestruazioni.
Gli specialisti
trattano solitamente le difficoltà mestruali con antidolorifici e supplementi
di ormoni (pillole per il controllo delle nascite) e una certa percentuale di
donne che assumono contraccettivi orali trovano sollievo con mestruazioni più
semplici e un flusso più leggero. Comunque, la pillola è, nel migliore dei
casi, rischiosa e sempre più donne preferiscono non usarla. Lo yoga, invece, offre metodi naturali ed
efficaci senza effetti collaterali tossici e con molti benefici che si
estendono molto al di là del fisico. Molte donne chiedono se sia sicuro
praticare le asana durante questo
periodo. È essenziale non sforzarsi in nessun caso, ma a parte questa generica
precauzione non c’è assolutamente nessuna ragione per abbandonare la propria
pratica. Un giornalista commenta: “Una larga maggioranza di dottori ora crede
che non solo le donne possono partecipare a pesanti attività in ogni momento,
ma ne hanno anche un gran beneficio. Nel 1965 in uno studio comparativo tra 65
nuotatrici e 138 studenti non atleti rivelò che le nuotatrici avevano molte
meno difficoltà mestruali.”
Sirshasana (la posizione sulla
testa) e sarvangasana (la posizione
sulle spalle) non sono consigliate durante le mestruazioni, mentre vajrasana, shashankasana, marjariasana e
la respirazione addominale in shavasana
aiutano ad alleviare i crampi. Il dolore del ciclo congestivo termina quando il
flusso mestruale è al suo picco ed è stimolato dalle contrazioni dell’utero,
come quelle dell’orgasmo. Ciò suggerisce che mula bandha potrebbe essere particolarmente benefico, sebbene
dovrete sospendere questa pratica alla prima avvisaglia di fatica o di effetti spiacevoli.
Durante il resto del
ciclo un programma equilibrato di asana
armonizzerà la produzione di ormoni tramite la sottile manipolazione delle
ghiandole. Le asana massaggiano e
comprimono le ghiandole e gli organi interni, spingendo fuori i ristagni di
sangue e stimolando la circolazione di sangue fresco. Le ghiandole e tutto il
sistema riproduttivo sono tonificati e rafforzati. Un buon programma include surya namaskara, sarvangasana, halasana,
kandharasana, matsyasana, bhujangasana, shalabhasana, dhanurasana,
paschimottanasana, mula bandha e vajroli
mudra. Anche le pratiche di meditazione, soprattutto yoga nidra e antar mouna,
sono l’ideale per portare sollievo alla tensione che disturba la nostra armonia
fisica ed emozionale.
Una dieta di cereali e verdure
fa miracoli per molti mali, tra cui le mestruazioni dolorose. Le diete con
molte proteine, soprattutto quelle basate sulla carne, aggravano ulteriormente
il problema, ed è interessante notare che l’incidenza della dismenorrea sale
parallelamente con l’aumento di consumo di carne nei Paesi ricchi. Con il
ritorno al semplice cibo vegetariano, molte donne hanno riscontrato un notevole
miglioramento delle difficoltà mestruali, un flusso più leggero e meno
fastidioso. Anche chi continua a
mangiare carne ha notato notevoli benefici riducendo il consumo di caffè e di
cibi elaborati, soprattutto zucchero, riso bianco e prodotti con farina bianca.
Dovremmo mangiare anche banane molto mature e bere spremute di arancia o di
limone in questo periodo, per compensare il temporaneo abbassamento di potassio
che disturba il sistema nervoso.
Il dolore durante il
ciclo non è immaginario, è reale e spesso ha delle vere ragioni fisiche. Eppure
in molti casi è esagerato da atteggiamenti emotivi negativi o poco chiari sulle
sensazioni a livello sessuale e le attività sessuali in generale. Troppo spesso
c’è un senso di colpa nascosto, così sentiamo (anche inconsciamente) che il
dolore sia la punizione per i nostri peccati, reali o immaginari, della nostra
vita sessuale. Questo equivoco sorge facilmente durante la pubertà, quando
l’inizio delle mestruazioni coincide con l’impennata del desiderio sessuale.
Nella maggior parte
delle culture, le mestruazioni sono circondate da miti e mistificazioni che
generano insicurezza e vergogna. Le donne sono ancora oggi considerate impure e
questo pensiero è implicito per le donne musulmane, indù ed ebree che devono
essere ritualmente purificate al termine del ciclo mestruale.
In India era abitudine,
e nelle famiglie ortodosse di bramini ancora lo è, per le donne della famiglia
isolarsi durante le mestruazioni. Non vanno in cucina e nella stanza della puja e non possono nemmeno toccare
nessun membro della famiglia. Tradizionalmente, c’è una stanza nella casa dove
si ritirano per almeno tre giorni. Durante questo isolamento si lavano e si
puliscono da sole e dormono su una coperta di lana messa sul pavimento. Mettono
da parte il proprio sari e si coprono con un unico panno, e se i bambini devono
andare da lei, lo fanno nudi. Nel quarto giorno la casa è purificata da
un’aspersione rituale di sacra acqua del Gange o di qualche altro fiume sacro,
la donna fa il bagno, si lava i capelli ed esce dal ritiro. Il giorno seguente
fa adorazione in un tempio e dopo questo ritorna in cucina e da suo marito.
Sfortunatamente, le
origini di questa usanza si sono perse ed è stata equivocata come
un’indicazione che la donna è contaminata, impura ed inquinata durante le
mestruazioni. Questo atteggiamento si basa sull’ignoranza biologica e la
superstizione, e rende molto difficoltoso per le donne, soprattutto per le
giovani ragazze, accettare il naturale funzionamento del proprio corpo. Il tabù
comune su questo argomento approfondisce il mistero, e tutta questa atmosfera
intensifica la sensazione di dolore. In realtà, questi provvedimenti non erano
stati adottati per proteggere la famiglia dalle donne mestruate, ma per
proteggere la donna dalla propria famiglia. Questo periodo di isolamento dava
alle donne l’opportunità di prendersi una pausa dai lavori domestici che, in
una famiglia tradizionale composta da una cinquantina di membri, erano spesso
piuttosto gravosi. (Molte madri moderne vorrebbero avere del tempo per sé,
lontane dalle faccende domestiche e dai bambini per alcuni giorni al mese!)
Questo ritiro era una protezione psicologica in un momento di maggiore
sensibilità emotiva. Invece di aggravare qualsiasi irritabilità o depressione,
che facilmente si trasformavano in scene rabbiose o in parole dure, la donna si
ritirava nella calma rasserenante della sua stanza, preservando la pace della
sua mente e l’armonia famigliare.
In questi giorni, le
donne non prendono più precauzioni così elaborate e le vecchie usanze vengono
abbandonate perché non sono più pratiche. Nonostante l’handicap del disagio e
della tensione, le donne si sono dimostrate abbastanza capaci di perseguire i
loro interessi e le carriere. Molti trovano che questo dà loro una
soddisfazione tale da cancellare del tutto il dolore. I ricercatori stanno
dimostrando che le donne in questo momento non sono più handicappate degli
uomini, che oggi stanno attraversando un periodo doloroso a causa
dell’ipertensione o delle ulcere peptiche.
Allo stesso modo, la
comprensione della logica dietro le antiche usanze frantuma il mito misogino
dell’impurità femminile, e questo di per sé ci libera dalla vergogna e da molte
angosce emotive. Anche se un periodo di ritiro è un lusso che pochi possono
permettersi ora, possiamo riorganizzare i nostri programmi per consentire più
riposo e privacy, se lo desideriamo. Anche solo un’ora in più per praticare antar mouna, può dare l’opportunità di
rilassare e avere una nuova prospettiva delle cose.
Dobbiamo ricordare che
i problemi che ci buttano giù in quel periodo sono gli stessi che ci
accompagnano per tutto il resto del mese, solo che di solito li mettiamo da
parte per superare la giornata. La maggiore sensibilità durante le mestruazioni
ci rende più consapevoli di essi, e se ci prendiamo del tempo per esaminarli a
fondo, forse possiamo trovare una soluzione reale. In antar mouna siamo semplicemente seduti e osserviamo i pensieri e le
sensazioni che attraversano lo schermo psichico dietro gli occhi chiusi.
Assicurandosi di mantenere l’atteggiamento oggettivo del testimone, senza
giudicare, questa pratica è enormemente rinfrescante. Nello schermo di chidakasha non c’è nulla di buono e
nulla di cattivo. Ciò che vediamo è l’espressione della nostra mente inconscia,
che si manifesta in colori brillanti e immagini che sono divertenti come
qualsiasi film surrealista, ma molto più rivelatori del vero significato della
vita.
Antar
mouna
ci fornisce uno spazio psicologico chiaro e ci permette di entrare in contatto
con noi stessi, riconoscendo le parti del nostro essere che spesso ignoriamo.
Come il nostro corpo elimina le sostanze che non gli servono più, allo stesso
modo possiamo buttare via le idee e le immagini logore e sfruttare al massimo
questa opportunità di auto-rinnovamento. La Terra ha le sue stagioni e quando
le foglie rosse e marroni cadono, la linfa vitale viene ritirata fino alla
vigorosa rinascita in primavera.
Adottando un
atteggiamento positivo verso questo naturale processo femminile, possiamo usare
la piena consapevolezza delle mestruazioni e le sue implicazioni per fare
esperienza del nostro legame con la Madre Terra e unirci con i ritmi del cosmo.
Le donne che praticano regolarmente yoga
trovano che il dolore mestruale è alleviato quasi immediatamente ed eliminato
completamente in pochi mesi. Sono generalmente più rilassate e la salute e la
vitalità generale sono molto più elevate. I problemi mestruali fanno sì che
molte donne vogliano rinnegare il loro corpo, ma il rifiuto del corpo è il
rifiuto dell’aspetto tangibile dell’anima. Lo yoga sviluppa una consapevolezza positiva e un’accettazione del
proprio livello fisico che ci dà l’opportunità di rimpiazzare l’avversione nei
confronti di sé stesse con l’amore, e di sperimentare noi stesse come donne
complete e sacre.
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