martedì 21 dicembre 2021

Yoga Panorama n.4, anno 2021

 


Indice:
- Lo Scopo di Nadi Shodhana
- Le Varie Età dello Yoga
- Yoga e Salute: efficacia di una pratica antica tra Tradizione e Scienza
- Guidaci alla Luce
- Dalle Parole di un Paramahamsa
- Preparare la Mente

Lo Scopo di Nadi Shodhana

 

Nadi shodhana pranayama è un termine coniato da Sri Swamiji (Swami Satyananda). In Kriya Yoga, l'inspirazione e l'espirazione sono conosciute come arohan e awarohan, respiro ascendente e discendente. Nel linguaggio classico del pranayama, nadi shodhana è noto come anuloma viloma, inspirazione ed espirazione, o anuloma e viloma rispettivamente. Questi sono i termini che incontrate nella letteratura yogica: anuloma viloma e arohan awarohan. Non trovate il termine nadi shodhana. Sri Swamiji chiamò nadi shodhana il pranayama di arohan awarohan o anuloma viloma, ad indicare lo scopo dei pranayama equilibranti.

Le nadi sono i conduttori di prana shakti; shodhana significa pulire, purificare. Ciò che qui vengono purificati e puliti sono i passaggi che conducono prana shakti in tutto il corpo. Nella maggior parte delle altre tradizioni, la pratica della respirazione a narici alternate è chiamata solo anuloma-viloma, che significa inspirazione-espirazione. Tuttavia, Sri Swamiji usò il termine nadi shodhana, poichè questo è il termine usato nei testi classici che indica lo scopo e la profondità della pratica. Non si tratta solo di inspirare da una narice ed espirare dall'altra.

Avrete sicuramente studiato che ci sono 72.000 nadi nel corpo. Molti pensano alle 72.000 nadi come a nervi del corpo, o come canali tipo arterie e vene, ma le nadi sono molto più sottili; sono i percorsi del prana. Originariamente, le nadi erano spiegate nel marma vijnana, la conoscenza dei marma, che è stato il precursore della digitopressione e dell'agopuntura. Il marma vijnana è la pratica originaria, che in seguito è stata sviluppata dai cinesi con il nome di agopuntura e digitopressione. I cinesi hanno lavorato molto sul sistema della nadi dopo aver scoperto i percorsi dei meridiani. Hanno delineato i percorsi dei meridiani e hanno scoperto che se si fa pressione in un punto si avrà un effetto; se in un punto si mette un ago si avrà un determinato effetto. Usando la pressione e gli aghi si altera il flusso di prana shakti. Di conseguenza, l'agopuntura, la digitopressione e lo studio dei percorsi dei meridiani sono diventati la principale fonte di informazione sulle nadi. Tuttavia, originariamente l'argomento delle nadi era trattato nel marma vijnana, che parla di 72.000 canali che conducono il flusso del prana ad ogni organo, sistema, articolazione e muscolo.

Questi flussi di prana sono controllati e guidati da due nadi principali: pingala e ida, l'energia solare e lunare, prana shakti e chitta shakti. Prana shakti gestisce il comportamento fisico del corpo e chitta shakti gestiste il comportamento sottile della mente. Non sono due cose differenti: sone le due parti di un'unica cosa. Voi avete i muscoli e avete la forza. Un muscolo è fisiologico, fatto di fibre; la forza non è fisiologica, è la forza di quelle fibre fisiologiche. Se guardate un muscolo, ci sarà sicuramente la forza lì; sono due parti della stessa struttura, sebbene il muscolo e la forza possono essere sperimentate anche separatamente. Prana è come un muscolo e chitta è come la forza di quel muscolo: funzionano insieme. Prana è ciò che gestisce il corpo: il movimento, il nutrimento e il sostentamento di annamaya kosha, e chitta è ciò che gestisce in maniera sottile le funzioni interne, mentali, e il comportamento psicologico e psichico. Ida e pingala sono i due percorsi principali per il flusso del prana, una per quello grossolano, l'altra per quello sottile; esse controllano tutte le nadi del corpo. Ogni altra nadi fluisce da esse e la purificazione di queste due nadi è lo scopo principale di nadi shodhana pranayama.

Pubblicato in "Progressive Yoga Vidya Training, Serie 4" Swami Niranjanananda Saraswati


Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/2020s/2020/dapr20/ns.html?fbclid=IwAR2tiu4QEzzCQEKMIjbXhBWXrVNILqQghUvR6QFYW9p7YGoe6wVblT3W_lY

Le Varie Età dello Yoga

 

Swami Niranjanananda Saraswati

Dal "Progressive Yoga Vidya Training", Satsang 2016

Tutti passano attraverso quattro fasi di sviluppo nella vita. La prima è l'infanzia: non si è maturi, bisogna imparare come usare i sensi e le facoltà; i pensieri e le decisoni sono irregolari, non vi è controllo in questi anni formativi della vita. Poi, quando si acquisisce esperienza e istruzione, i pensieri e le idee cambiano. Quello in cui si credeva all'età di sedici anni non vale più a quaranta. L'intera mentalità subisce un cambiamento; la libertà dell'infanzia è sostituita dalle responsbilità dell'età adulta. Insieme alle responsabilità, il comportamento, il modo di pensare, l'espressione, tutto cambia. Questa è la seconda fase della vita: l'età adulta.

La terza fase è la vecchiaia. Dopo il pensionamento, quando non c'è più il coinvolgimento con la società o la famiglia, la personalità cambia nuovamente. Fino alla pensione si è dinamici e attivi; dopo il pensionamento improvvisamente non si ha più nulla da fare. Le persone che prima ti riverivano non ti offrono più nemmeno una sedia dove sederti. La mentalità deve cambiare e avere una nuova direzione. Alla fine, le facoltà che sono state di aiuto per la crescita nella vita iniziano a spegnersi.

La formazione è la prima fase e lo spegnimento l'ultima; nel mezzo ci sono le responsabilità professionali e il ritiro della mente: la mente attiva e la mente ritirata. Questi sono i quattro yuga della vita. Allo stesso modo, i quattro yuga della terra, Satya, Treta, Dwapara e Kali, rappresentano l'infanzia, l'età adulta, la vecchiaia e la condizione finale del decadimento del corpo. Questi sono i quattro grandi cambiamenti. Il modo di vivere, pensare, interagire, mangiare, giocare, divertirsi, tutto cambia in ogni fase.

Lo Yoga del Satya Yuga

Nel Satya Yuga era prevalente il Pashupata Yoga. A quel tempo, era praticato dai saggi, i ricercatori, persone che praticavano austerità, vivevano in isolamento e perfezionavano i loro sadhana spirituali. Esponenti come Dattatreya, Agastya, Bhrigu, che sono considerati semidei nella mitologia indiana. Costoro avevano un tale livello di perfezionamento e padronanza del loro corpo, della mente e degli elementi che gli è stata data una posizione elevata. Tutta la loro focalizzazione nella vita era l'esperienza della natura di Shiva trascendendo le catene e i legami della mente.

Lo Yoga nel Treta Yuga

Nel secondo periodo, il Treta Yuga, il periodo di Rama, i rishi portarono il concetto di meditazione nella società umana. Le persone nella società non praticavano lo yoga completo, che era lasciato solo al gruppo di quelli in isolamento. Praticavano meditazione, mantra e altre cose che potevano essere fatte in ambiente domestico per migliorare la qualità della vita. Quindi a quel tempo, il Pashupata Yoga uscì dagli ashram dei rishi verso determinate case della società. Quello fu la prima introduzione. Successivamente, il movimento sociale prese slancio e le persone iniziarono a praticare mantra, meditazioni, alcune asana e altre tecniche contenute nel Pashupata Yoga. A quel tempo, lo yoga era visto in cinque parti.

La prima parte era il mantra yoga, che è stato il primo yoga ad essere introdotto nella società durante il tempo di Rama, insieme alla meditazione. Furono create le prime regole e discipline delle pratiche. Vennero introdotti i primi yama e niyama. Il primo yama è stato un'idea messa nelle menti delle persone che stavano soffrendo: non pensare alla sofferenza ma sii felice. Come accennato, quando una persona malata veniva in ashram, Sri Swamiji era solito dire che la prima cosa che doveva fare era di dimenticare di essere ammalato e sentirsi in salute. Per tutto questo tempo ha pensato: "Sono malato, sono malato, sono malato". Ha detto ai dottori: "Ho questo problema, ho quel problema". Ha vissuto nello stato di malattia per tutto il tempo. Quando vieni in ashram, gli diceva, dimentica di essere malato, visualizza te stesso come una persona sana, cammina come una persona sana, corri come una persona sana, non come un invalido o una persona malata. Contrasta l'effetto della malattia e del disturbo coltivando la consapevolezza della salute. In maniera simile, quando una persona soffre mentalmente, dovete dirgli di cercare di essere felice. Per uscire da questo stato mentale nero, occorre cercare di dimenticare il dolore e la sofferenza ed essere felici. Pertanto, la felicità divenne il primo yama e japa il primo niyama.

Per gli yogi, japa era una pratica continua. Nel samadhi o nella meditazione continuavano il loro japa, la ripetizione mentale del mantra. In società, lo scopo dell'introduzione di mantra e japa era quello di dare un'opportunità per disconnettersi dal mondo per dieci minuti. Siete sempre connessi con il mondo esterno, le vostre antenne puntano, captano tutte le trasmissioni del mondo. Tutte e cinque le vostre antenne sono sempre attive, anche di notte mentre dormite. Japa è l'unico momento in cui coscientemente dite: "Mi disconnetto e faccio questa pratica. Mi disconnetto dalla mia condizione, dai miei sentimenti, dai miei pensieri, dalle mie emozioni, dai miei pratyaya, dai condizionamenti e mi focalizzo su mantra, japa e meditazione." Japa dà la capacità di disconnettersi dal mondo esterno, quindi divenne il primo niyama.

Lo Yoga in Dwapara Yuga

Poi venne il tempo di Krishna. A quel tempo erano avvenuti anche molti altri cambiamenti generazionali. Il mantra yoga era stato introdotto durante il tempo di Rama, e in quello di Krishna nacquero quattro yoga: sparsha yoga, bhava yoga, abhava yoga e maha yoga. La mentalità ai tempi di Krishna era differente da quella ai tempi di Rama. Al tempo di Krishna, nel Dwapara Yuga, l'età adulta, furono introdotti sparsha yoga, bhava yoga, abhava yoga e maha yoga. Tutti questi yoga erano pratiche integrate. Avevano asana, pranayama, mudra, bandha, pratyahara, dharana, tutto su un grande piatto. Non erano classificate o separate.

Lo Yoga all'inizio del Kali Yuga

Dopo Krishna venne un periodo di crisi: la guerra civile e tutti gli yoga passarono in secondo piano. Tuttavia, alcuni rishi rimasero ancora attivi nelle loro pratiche ed esperienze di yoga in zone isolate. Queste persone classificarono lo yoga in quel periodo, all'inizio del Kali Yuga. Erano saggi come Patanjali, Narada, Shandilya e molti altri. Dal mantra yoga è stata sviluppata l'intera scienza del mantra. Dallo sparsha yoga emerse l'hatha yoga e le sue teorie e pratiche. Dal bhava yoga venne il bhakti yoga. Dall'abhava yoga il laya yoga. Dal maha yoga vennero lo stile di vita e il jnana yoga. Altri yoga furono sviluppati dal gruppo principale di pratiche, come il kriya e il kundalini. I testi classici che seguiamo al giorno d'oggi appartengono a questo periodo.

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/2020s/2020/ajan20/manage.html

Yoga e Salute: Efficacia di una pratica antica tra Tradizione e Scienza

 Swami Ishananda Saraswati, Italia

Riassunto

Sempre più persone si rivolgono allo yoga per far fronte ai problemi legati allo stress – tensioni e dolori muscoloscheletrici, insonnia, ansia, lievi disturbi dell'umore, ecc. - ottenendo notevoli benefici. Lo yoga è una pratica complessa e articolata che agisce sulla dimensione fisica, energetica, psichica e spirituale della persona. Nonostante la sua tradizione millenaria, solo negli ultimi anni sono stati condotti studi scientifici con l'obiettivo di comprendere e spiegare quali pratiche yoga funzionano e come. Lo scopo di questo articolo è illustrare quali sono le differenti componenti dello yoga, su cosa agiscono e – supportato da recenti ricerche sulle neuroscienze e sulla psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) – spiegare quali sono i suoi meccanismi di azione.

Yoga, unione e salute al giorno d'oggi

Lo yoga nacque in India circa 5.000 anni fa. Possiamo tradurre il termine yoga con "unione" e l'unione o la connessione è in realtà lo scopo di questa disciplina. Unirea corpo, mente, cuore, comportamento, cioè unire la dimensione fisica con la dimensione mentale, psichica ed emotiva. Unire il sè più intimo e profondo con il sè esteriore, quello mostrato nelle relazioni, fortemente condizionato da fattori contestuali. E infine unire il sè individuale con il Sè universale, poichè ognuno di noi è un pezzo della realtà cosmica.

Quando l'unione tra queste dimensioni non c'è, o è scarso, le persone possono manifestare disagio, fatica e disturbi fino a sviluppare condizioni di malattia del corpo, della mente, della psiche o di corpo, mente e psiche insieme, come evidenziato da recenti studi PNEI. La moderna cultura occidentale stimola la produttività e il consumo, l'efficienza e il successo. Con i suoi ritmi frenetici e i nuovi mezzi di comunicazione riempie la vita di esperienze, informazioni e contatti con moltitudini di persone. Ma soffoca spazi di profonda connessione con se stessi, con le altre persone e con l'ambiente, fondamentali per un autentico benessere.

Inizialmente la fatica, il disagio, il malessere – derivanti dalle richieste esterne che superano le risorse energetiche individuali e dalla mancanza di connessione con se stessi – si manifestano sotto forma di stress, che possono evolvere in vere e proprie patologie.

Lo stress e i correlati neurofisiologici

Lo stress è un sistema fisiologico attivato da una pressione esterna. In una certa misura è un meccanismo fondamentale per lo sviluppo ontogenetico e filogenetico, ma quando le pressioni esterne sono eccessive e superano le capacità e le risorse personali con cui si ha a che fare, l'attivazione fisiologica anzichè funzionale diventa patologica (per la precisione è un disagio). Infatti, il nostro sistema fisiologico di risposta allo stress si è evoluto molto più lentamente rispetto alla velocità di cambiamento nel mondo ed è più adatto agli stimoli e alle pressioni ambientali del mondo primitivo che a quello dell'era moderna. Un'attivazione sproporzionata dello stress per lunghi periodi di tempo provoca effetti negativi sulla salute generale dell'organismo (come sottolineato durante il Convegno Sipnei "Conoscere l'essere umano nella sua totalità" – Torino, Italia, 30-31 ottobre 2015). Le manifestazioni di disagio più evidenti riguardano sia il livello organico (tensione muscolare, mal di schiena, cervicalgia, gastrite, colite, cefalee, dermatiti, intolleranze alimentari, ecc.) sia il livello psichico (difficoltà di concentrazione, insonnia, difficoltà di memorizzazione, ansia, attacchi di panico, umore depresso, ecc.).

Per il fatto che per scelta o circostanze le persone persistono ad avere stili di vita poco salutari (ritmi frenetici di lavoro e di vita o inattività per disoccupazione, poche ore di sonno notturno, alimentazione malsana, eccessiva esposizione al rumore, isolamento sociale, ecc.) ignorando i segnali inviati dall'organismo, può succedere che il corpo e le emozioni facciano aggirare la mente comunicando direttamente il disagio attraverso malattie psicosomatiche, disturbi d'ansia e dell'umore.

Quali sono i meccanismi che, da stimoli esterni eccessivi prolungati nel tempo, portano ad uno stato di insalubrità?

Le neuroscienze, soprattutto nell'ultimo decennio, hanno svelato che nell'organismo umano la risposta allo stress è modulata a livello cerebrale dall'asse HPA (assi ipotalamo-ipofisi-surrene). Di fronte a uno stress continuo, l'HPA risponde con un meccanismo che porta ad un aumento dei livelli di cortisolo (l'ormone dello stress e dell'ansia) e con la produzione di citochine (molecole proteiche che sono la causa principale dell'infiammazione del sistema immunitario). Il cortisolo e le citochine causano uno stato infiammatorio del sistema immunitario nell'organismo, che dà origine a una serie di disturbi come mal di testa, intolleranze alimentari, obesità, depressione e così via, come dimostrato da recenti studi su: stress e cervello (McEwen, 2012; Sapolsky, 2012; McEven & Morrison, 2013); stress e sistema immunitario (Kiecolt-Glaser, 2010); stress, ormoni e metabolismo (Chorousos, 2012).

Inoltre, se lo stress è cronico, i cambiamenti si verificano anche a livello della struttura cerebrale: in breve, aumenta l'attività e le dimensioni dell'amigdala ("l'accendino" che scatena lo stress) mentre l'ippocampo e la corteccia frontale sono ridotti (i "pompieri" che disinnescano le risposte allo stress) attivando così un effetto circolare. Per rompere questo circolo vizioso è necessario agire in modo olistico e non solo sul sintomo finale o su uno degli aspetti del problema.

Come lo yoga promuove le dimensioni fisiche e psicologiche del benessere

Molti secoli fa il dualismo cartesiano affermava che la res extensa e la res cogitans sono due sostanze ontologicamente separate tra le quali non può esserci alcuna influenza causale. Solo nel 1948 la cultura occidentale ha riacquistato un concetto di salute globale, grazie alla Carta Costituzionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Da allora il concetto di salute globale riconosce le dimensioni biologica, psicologica, sociale e recentemente anche quella spirituale. Tuttavia, questa concezione olistica fatica ancora a entrare nella pratica clinica.

Al contrario, la tradizione yogica ha sempre considerato l'essere umano come una creatura multidimensionale formata da cinque dimensioni di esistenza: dimensione fisica, dimensione energetica, dimensione mentale, dimensione psichica e dimensione spirituale. Secondo lo yoga, la buona salute è il risultato di funzionalità equilibrate, connessione e interazione tra queste cinque differenti dimensioni.

Per promuovere l'equilibrio tra le vari dimensioni, lo yoga (se si fa riferimento a un metodo di trasmissione rimasto fedele alla tradizione e che adotta un approccio integrale, come il Satyananda Yoga) utilizza delle serie integrate di pratiche che appartengono alle branche della tradizione yogica indiana: hatha yoga, raja yoga, kundalini yoga e così via. Ogni branca tradizionale enfatizza un aspetto particolare (prospettiva corporea, meditativa, energetica) e utilizza differenti pratiche: posizioni fisiche o asana; pratiche per il controllo/espansione del respiro (pranayama); pratiche per disconnettersi dai sensi o pratyahara; pratiche per sviluppare la consapevolezza e la concentrazione o dharana; pratiche di profondo rilassamento o yoga nidra e pratiche di meditazione o dhyana. L'integrazione equilibrata tra così diverse pratiche produce un effetto sinergico che sviluppa, rafforza e integra tra loro le cinque dimensioni dell'esistenza.

Dimensione fisica. È l'aspetto più materiale e tangibile dell'essere umano; è costituito dalla pelle, dalle ossa, dai muscoli, dagli organi, ecc. La salute di questa dimensione è rafforzata grazie alla pratica di posizioni fisiche (le asana) che tonificano i muscoli, migliorano l'elasticità delle articolazioni e promuovono la funzionalità degli organi e delle ghiandole principali. Anche uno stile di vita sano (auto-controllato, auto-regolato) contribuisce alla salute di questa dimensione.

La dimensione energetica. È l'energia vitale che governa i processi biologici della respirazione, della digestione, della circolazione sanguigna, e via di seguito. Questa energia (prana) è indispensabile per svolgere qualsiasi attività psico-fisica. Se manca questa energia, il corpo fisico cessa di funzionare. La salute della dimensione energetica è rafforzata grazie alla pratica del controllo/espansione della respirazione o pranayama e anche dalle pratiche del punto precedente. Sia il corpo che la mente dipendono dal prana e un eccesso o una carenza possono causare malattie fisiche o psichiche. Agendo sul prana con il pranayama è possibile ripristinare un equilibrio e di conseguenza ottenere una buona salute.

La dimensione mentale. È responsabile dell'attività sensoriale e controlla l'attività motoria. Riceve input dai cinque sensi. È una dimensione molto istintiva che regola il comportamento umano impiegando un meccanismo di azione-reazione guidato dai sensi. La dimensione mentale si nutre di "stimoli/impressioni/immagini" che provengono (o che selezioniamo e scegliamo) dall'ambiente esterno o dalla nostra psiche. Ad esempio, guardare film sanguinosi e videogiochi violenti aumenta la rabbia, l'aggressività, l'irritazione e l'irritabilità. La salute della dimensione mentale è rafforzata grazie alla pratica del controllo dei sensi o pratyahara e del rilassamento profondo, oltre alle pratiche dei punti precedenti.

La dimensione psichica. È costituita da tutte le funzioni superiori della mente, compresa la consapevolezza, il giudizio e il discernimento. È la dimensione che permette di creare una connessione tra gli stimoli/richieste dell'ambiente e le richieste interiori che aiutano a reagire non a livello istintivo ma a discernere e fare delle scelte etiche. È la dimensione che distingue gli esseri umani dagli animali. La salute della dimensione psichica è rafforzata grazie alla pratica della meditazione e dalle pratiche dei punti precedenti.

La dimensione spirituale. È la dimensione trascendentale che permette di dare un senso più elevato all'esistenza umana. Nella maggior parte dei casi questa dimensione viene ignorata o poco considerata e curata.

Correlazioni neurofisiologiche dello yoga

Attraverso quali meccanismi neurofisiologici lo yoga promuove la dimensione fisica e quella psicologica del benessere? Le neuroscienze e le tecniche di neuroimmagini (EEG, PET, MRI, ecc), sviluppate negli ultimi decenni, iniziano a dare alcune risposte a questa domanda. Vi sono diverse ricerche scientifiche internazionali che hanno dimostrato gli effetti clinici, fisiologici, emozionali e psicologici dello yoga tramite la misurazione di indicatori biologici e immagini della funzionalità e delle strutture cerebrali.

In questo articolo non ci occupiamo degli aspetti e degli effetti delle pratiche relativi alle posizioni fisiche o asana, in quanto sono noti e hanno effetti più evidenti. Prendiamo invece in considerazione le tre pratiche su cui si sono concentrati gli studi scientifici più recenti: il rilassamento profondo, il controllo/espansione della respirazione e la meditazione.

Il rilassamento profondo con consapevolezza interiore (chiamato Yoga Nidra nel metodo Satyananda Yoga) è una pratica che rilassa la mente tramite il rilassamento del corpo. La consapevolezza è diretta alle diverse parti del corpo (la rotazione della consapevolezza) ottenendo così non solo il rilassamento fisico ma anche la pulizia della rete nervosa periferica e centrale, inducendo il cervello a produrre onde alfa, delta e theta (Swami Satyananda, 2001). Tali onde cerebrali corrispondono rispettivamente allo stato che precede il sonno, al sonno profondo e al sonno REM. Diversi studi riportano che i test biochimici durante la pratica del rilassamento profondo mostrano un aumento del livello di BDNF (fattore neurotrofico derivato dal cervello), del tono vagale, di GABA (acido gamma-aminobutirrico, neurotrasmettitore inibitorio), mentre l'asse HPA è disattivato e il cortisolo diminuisce (Janakiramaiah e altri, 2000; Kamei e altri, 2000; Streeter e altri, 2007).

L'espansione/controllo della respirazione o pranayama comprende tecniche di equilibrio che, attraverso il respiro, consentono di portare equilibrio nell'attività dell'emisfero destro e sinistro del cervello. Consente inoltre di ripristinare la corretta alternanza di attivazione tra il sistema nervoso simpatico (eccitante-attivante) che genera tensione muscolare, nervosa e psicologica e il sistema nervoso parasimpatico (rilassante-calmante) che riduce la frequenza respiratoria, l'ipertensione arteriosa e il battito cardiaco. L'equilibrio prodotto da questa tecnica di respirazione favorisce la produzione dei neurotrasmettitori del benessere: l'endorfina, la serotonina, la dopamina e l'ossitocina.

Ultimo ma non meno importante, la meditazione è una tecnica che aumenta la sincronizzazione tra le aree del cervello, che porta a un migliore stato di auto-consapevolezza, alla capacità di focalizzare l'attenzione, alla concentrazione e alla chiarezza di pensiero. In generale, migliora le attività cognitive dell'apprendimento, della creatività e dell'intuizione. La meditazione aiuta a ristrutturare la percezione di un evento o di una situazione traumatica e, soprattutto, la percezione di sè stessi in relazione a tale evento o situazione per il suo effetto neurofisiologico, generando la riduzione delle citochine che sono la causa principale dell'infiammazione del sistema immunitario. Inoltre, prendendo in considerazione il sistema nervoso centrale, la meditazione influenza la regolazione della pressione arteriosa, dell'equilibrio idrico e agisce anche aumentando i neurotrasmettitori come l'endorfina, la serotonina, la dopamina e l'ossitocina (Jacobs T. e altri, 2011).

Conclusione

Lo yoga è quindi un sistema olistico che sviluppa e integra ogni dimensione dell'essere umano. Oltre ai ben noti effetti di miglioramento della funzione muscolo-scheletrica e di potenziamento del sistema cardiovascolare e del sistema respiratorio, lo yoga è anche in grado di modulare l'attività del sistema nervoso centrale e del sistema immunitario, di favorire l'equilibrio psicologico, di aumentare la resistenza allo stress e, non da ultimo, di permettere lo sviluppo di una maggiore resistenza e resilienza alle malattie fisiche e psichiche.

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/2020s/2020/ajan20/yogahel.html

Guidaci alla Luce

 

Dagli insegnamenti di Swami Sivananda Saraswati
Il percorso dell'insegnamento può essere a volte precipitoso, a volte piacevole. Allo stesso modo, il percorso di apprendimento a volte può essere noioso, a volte piacevole. E seguenti parole di Swami Sivananda, si spera, ci ispireranno a guidare ed essere guidati.

Lo yoga è la vostra eredità. Procedete su questo sentiero gradualmente e costantemente. Nulla si può ottenere dall'oggi al domani. Lo yoga non vuole che vi allontaniate dalla vita, esige la spiritualizzazione della vita.

Siate regolari nella vostra pratica. Questo è di fondamentale importanza. È inutile parlare di cessazione della guerra mentre si è ancora immersi nell'odio e nella gelosia. Quindi per prima cosa occorre rimuovere le vibrazioni disarmoniche. Allora non ci saranno più guerre tra le Nazioni. Sono gli individui che costituiscono una Nazione.

Quando vi mischiate sempre più con le persone, fissate la mente sul vostro punto di concentrazione. Riposate il retropensiero sulla forma scelta o sull'immagine astratta. Questo agisce come una forte fortezza per proteggervi dall'assalto dei pensieri negativi.

Le difficoltà esistono solo affinchè si possa diventare più forti, superandole. Quindi, superate tutte le difficoltà, una alla volta, con pazienza. Se fallite dieci volte, non disperate. Se fallite cento volte, non scoraggiatevi. Se fallite mille volte, alzatevi e proseguite diritti con coraggio. I fallimenti sono davvero trampolini di lancio verso il successo.

Più date, più otterrete. Sarete in sintonia con l'energia cosmica. Questa è la legge divina.

Quando avrete deciso una linea d'azione definita, eseguitela con destrezza, con calma deliberatazione e considerazione. La procrastinazione è la ladra del tempo. Chi procrastina non può mai riuscire nella vita, nè in nessuna impresa.

Mantenete la mente in uno stato di moderazione. La mente ama correre sempre agli estremi. Funziona sia verso la gioia estrema che verso la depressione estrema. Gli estremi si incontrano e provocano una reazione. Nella gioia eccessiva la mente non può essere calmata. Quindi, lasciate che la mente sia sempre calma e allegra.

Le parole esistono per la trasmissione delle idee. Le parole e le idee sono inseparabili; sono come il fuoco e il suo calore. Fate attenzione nella selezione delle vostre parole. Possono produrre un violento disturbo nei sentimenti degli altri. Pronunciate solo quelle parole che danno felicità e conforto agli altri.

Non rimuginate sui fallimenti, sui difetti e gli errori. Questo indebolisce la vostra forza di volontà. Lasciate da parte i difetti. Saranno rimossi rapidamente quando la volontà cresce e diventa più pura e più forte.

Non deve esserci il minimo attaccamento a nessun tipo di lavoro. Dovete essere pronti a lasciare qualsiasi tipo di lavoro in qualsiasi momento. Potrebbe esserci una chiamata divina per voi per un determinato lavoro. Dovrete farlo subito senza brontolare, qualunque sia la natura del lavoro, che lo vogliate oppure no. Dovrete anche cessarlo, se le condizioni e le circostanze lo richiedono. Questo è yoga.

Non c'è niente di caotico o di capriccioso in questo mondo. Le cose non accadono nell'universo per caso o per sbaglio, in modo disordinato. Avvengono in successione regolare e gli eventi si susseguono secondo un ordine preciso. Vi è una sorta di connessione definita tra ciò che viene fatto ora da voi e ciò che accadrà in futuro. Seminate sempre i semi che porteranno frutti piacevoli e che vi renderanno felici.

Non siate schiavi di un'idea. Ogni volta che vi vengono in mente idee nuove e sane, quelle vecchie devono essere abbandonate. Nella mente è in corso una lotta interna tra natura e volontà, tra le vecchie abitudini mondane e le nuove abitudini spirituali. Nel caso degli aspiranti, la lotta è tra i vecchi samskara del mondo sensuale e i nuovi samskara spirituali. È una lotta tra viveka, saggezza, e indriya, i sensi.

La mente è strutturata in modo tale da non poter funzionare senza l'aspettativa di frutti o l'anticipazione di ricompense dalle azioni. Allenate la mente a lavorare disinteressatamente. Disciplinate la mente con pazienza e perseveranza. Inizialmente tutte le vostre azioni possono essere egoistiche. Ma se lavorerete duramente per un po' di tempo nell'ambito del karma yoga, cinque azioni su cento potrebbero diventare altruistiche. Dopo alcuni anni di lotta incessante, cinquanta azioni su cento saranno altruistiche. Verrà il momento in cui tutte le vostre azioni saranno altruistiche e pure. Coltivate solo pensieri utili e necessari. Questo è il trampolino di lancio per il progresso spirituale. Ogni pensiero deve essere di natura costruttiva; deve essere positivo e chiaro. Le immagini mentali devono essere ben definite. Ogni pensiero deve essere piacevole e in pace con gli altri e non deve mai arrecare dolore o infelicità. Allora sarete un'anima benedetta sulla Terra.

Siate equilibrati in ogni condizione, consapevoli che non sono altro che i frutti delle vostre azioni passate. Siate indifferenti alle coppie degli opposti. Siate sempre radicati, interiormente, nel Sè. Siate sempre felici. Irradiate felicità e gioia. Nessuno è nemico, nessuno è straniero. Sentite e vedete il Sè in tutti gli esseri. Siate devoti al benessere di tutta l'umanità. Amare per amore dell'amore. Lavorare per il lavoro.

Alcuni aspiranti sono umili all'inizio della loro carriera. Ma quando ottengono il nome, la fama, qualche seguace, qualche discepolo, diventano vittime dell'orgoglio. Così non potranno svolgere nessun servizio, non potranno portare avanti nulla, nè nelle loro teste nè nelle loro mani. Il vostro ideale dovrebbe essere diventare più umile di un filo d'erba. Allora svilupperai pazienza e comprensione, e avrai benevolenza da ogni dove e da chiunque.

Mai lamentarsi degli ambienti cattivi. Createvi un vostro mondo mentale, ovunque vi trovate, ovunque andate. La mente vi inganna, in ogni momento, a ogni passo. Cercate di superare gli ostacoli e le difficoltà con mezzi adeguati. Non cercate di scappare da ambienti sfavorevoli. La provvidenza vi ha messo lì per farvi progredire velocemente.

Conducete una vita semplice. Praticate giornamente meditazione e stabilizzate la pace nei vostri cuori. Allora la irradierete a tutti quelli che verranno in contatto con voi.

Non pensate troppo al nishkamya yoga (lo yoga del servizio disinteressato). Basta iniziare a farlo da qualche parte. Lavorate con la giusta intenzione, lo spirito giusto. La strada vi si aprirà davanti.

Il vero maestro è lo Spirito. Egli vive nel vostro cuore. Cercatelo. Trovatelo. Entrate in Esso. E riposate in pace, per sempre.

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/2000s/2008/haug08/light.html