martedì 21 dicembre 2021

Le Varie Età dello Yoga

 

Swami Niranjanananda Saraswati

Dal "Progressive Yoga Vidya Training", Satsang 2016

Tutti passano attraverso quattro fasi di sviluppo nella vita. La prima è l'infanzia: non si è maturi, bisogna imparare come usare i sensi e le facoltà; i pensieri e le decisoni sono irregolari, non vi è controllo in questi anni formativi della vita. Poi, quando si acquisisce esperienza e istruzione, i pensieri e le idee cambiano. Quello in cui si credeva all'età di sedici anni non vale più a quaranta. L'intera mentalità subisce un cambiamento; la libertà dell'infanzia è sostituita dalle responsbilità dell'età adulta. Insieme alle responsabilità, il comportamento, il modo di pensare, l'espressione, tutto cambia. Questa è la seconda fase della vita: l'età adulta.

La terza fase è la vecchiaia. Dopo il pensionamento, quando non c'è più il coinvolgimento con la società o la famiglia, la personalità cambia nuovamente. Fino alla pensione si è dinamici e attivi; dopo il pensionamento improvvisamente non si ha più nulla da fare. Le persone che prima ti riverivano non ti offrono più nemmeno una sedia dove sederti. La mentalità deve cambiare e avere una nuova direzione. Alla fine, le facoltà che sono state di aiuto per la crescita nella vita iniziano a spegnersi.

La formazione è la prima fase e lo spegnimento l'ultima; nel mezzo ci sono le responsabilità professionali e il ritiro della mente: la mente attiva e la mente ritirata. Questi sono i quattro yuga della vita. Allo stesso modo, i quattro yuga della terra, Satya, Treta, Dwapara e Kali, rappresentano l'infanzia, l'età adulta, la vecchiaia e la condizione finale del decadimento del corpo. Questi sono i quattro grandi cambiamenti. Il modo di vivere, pensare, interagire, mangiare, giocare, divertirsi, tutto cambia in ogni fase.

Lo Yoga del Satya Yuga

Nel Satya Yuga era prevalente il Pashupata Yoga. A quel tempo, era praticato dai saggi, i ricercatori, persone che praticavano austerità, vivevano in isolamento e perfezionavano i loro sadhana spirituali. Esponenti come Dattatreya, Agastya, Bhrigu, che sono considerati semidei nella mitologia indiana. Costoro avevano un tale livello di perfezionamento e padronanza del loro corpo, della mente e degli elementi che gli è stata data una posizione elevata. Tutta la loro focalizzazione nella vita era l'esperienza della natura di Shiva trascendendo le catene e i legami della mente.

Lo Yoga nel Treta Yuga

Nel secondo periodo, il Treta Yuga, il periodo di Rama, i rishi portarono il concetto di meditazione nella società umana. Le persone nella società non praticavano lo yoga completo, che era lasciato solo al gruppo di quelli in isolamento. Praticavano meditazione, mantra e altre cose che potevano essere fatte in ambiente domestico per migliorare la qualità della vita. Quindi a quel tempo, il Pashupata Yoga uscì dagli ashram dei rishi verso determinate case della società. Quello fu la prima introduzione. Successivamente, il movimento sociale prese slancio e le persone iniziarono a praticare mantra, meditazioni, alcune asana e altre tecniche contenute nel Pashupata Yoga. A quel tempo, lo yoga era visto in cinque parti.

La prima parte era il mantra yoga, che è stato il primo yoga ad essere introdotto nella società durante il tempo di Rama, insieme alla meditazione. Furono create le prime regole e discipline delle pratiche. Vennero introdotti i primi yama e niyama. Il primo yama è stato un'idea messa nelle menti delle persone che stavano soffrendo: non pensare alla sofferenza ma sii felice. Come accennato, quando una persona malata veniva in ashram, Sri Swamiji era solito dire che la prima cosa che doveva fare era di dimenticare di essere ammalato e sentirsi in salute. Per tutto questo tempo ha pensato: "Sono malato, sono malato, sono malato". Ha detto ai dottori: "Ho questo problema, ho quel problema". Ha vissuto nello stato di malattia per tutto il tempo. Quando vieni in ashram, gli diceva, dimentica di essere malato, visualizza te stesso come una persona sana, cammina come una persona sana, corri come una persona sana, non come un invalido o una persona malata. Contrasta l'effetto della malattia e del disturbo coltivando la consapevolezza della salute. In maniera simile, quando una persona soffre mentalmente, dovete dirgli di cercare di essere felice. Per uscire da questo stato mentale nero, occorre cercare di dimenticare il dolore e la sofferenza ed essere felici. Pertanto, la felicità divenne il primo yama e japa il primo niyama.

Per gli yogi, japa era una pratica continua. Nel samadhi o nella meditazione continuavano il loro japa, la ripetizione mentale del mantra. In società, lo scopo dell'introduzione di mantra e japa era quello di dare un'opportunità per disconnettersi dal mondo per dieci minuti. Siete sempre connessi con il mondo esterno, le vostre antenne puntano, captano tutte le trasmissioni del mondo. Tutte e cinque le vostre antenne sono sempre attive, anche di notte mentre dormite. Japa è l'unico momento in cui coscientemente dite: "Mi disconnetto e faccio questa pratica. Mi disconnetto dalla mia condizione, dai miei sentimenti, dai miei pensieri, dalle mie emozioni, dai miei pratyaya, dai condizionamenti e mi focalizzo su mantra, japa e meditazione." Japa dà la capacità di disconnettersi dal mondo esterno, quindi divenne il primo niyama.

Lo Yoga in Dwapara Yuga

Poi venne il tempo di Krishna. A quel tempo erano avvenuti anche molti altri cambiamenti generazionali. Il mantra yoga era stato introdotto durante il tempo di Rama, e in quello di Krishna nacquero quattro yoga: sparsha yoga, bhava yoga, abhava yoga e maha yoga. La mentalità ai tempi di Krishna era differente da quella ai tempi di Rama. Al tempo di Krishna, nel Dwapara Yuga, l'età adulta, furono introdotti sparsha yoga, bhava yoga, abhava yoga e maha yoga. Tutti questi yoga erano pratiche integrate. Avevano asana, pranayama, mudra, bandha, pratyahara, dharana, tutto su un grande piatto. Non erano classificate o separate.

Lo Yoga all'inizio del Kali Yuga

Dopo Krishna venne un periodo di crisi: la guerra civile e tutti gli yoga passarono in secondo piano. Tuttavia, alcuni rishi rimasero ancora attivi nelle loro pratiche ed esperienze di yoga in zone isolate. Queste persone classificarono lo yoga in quel periodo, all'inizio del Kali Yuga. Erano saggi come Patanjali, Narada, Shandilya e molti altri. Dal mantra yoga è stata sviluppata l'intera scienza del mantra. Dallo sparsha yoga emerse l'hatha yoga e le sue teorie e pratiche. Dal bhava yoga venne il bhakti yoga. Dall'abhava yoga il laya yoga. Dal maha yoga vennero lo stile di vita e il jnana yoga. Altri yoga furono sviluppati dal gruppo principale di pratiche, come il kriya e il kundalini. I testi classici che seguiamo al giorno d'oggi appartengono a questo periodo.

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/2020s/2020/ajan20/manage.html