giovedì 21 dicembre 2017
Lo yoga per una completa salute
Swami Satyananda Saraswati
Conferenza inaugurale del Festival Internazionale di Yoga e Salute, Bogotá,
Conferenza inaugurale del Festival Internazionale di Yoga e Salute, Bogotá,
Ottobre 1980
La scienza dello yoga si è sempre
interessata della salute fisica, mentale e spirituale dell’umanità. Sin
dall’inizio dell’attuale era tecnologica molti e grandi pensatori hanno
iniziato a sospettare che l’umanità stesse entrando in un’altra dimensione di
malattia e sofferenza, che non appartiene tanto al corpo fisico quanto al corpo
mentale e a quello psichico. Lo stress in relazione agli aspetti esterni della
vita è diventato acuto negli ultimi duecento anni. Come risultato di ciò, la maggior
parte delle persone ha perso la capacità di comprendere, analizzare o
semplicemente pensare a sé stessa, alla propria mente e ai problemi interiori.
Il punto di focalizzazione della loro attenzione è diventato totalmente
materialistico. La struttura della società e la quotidianità dell’uomo lo hanno
costretto a pensare di più a ciò che accade fuori piuttosto che a ciò che
accade interiormente. Quindi, nel corso del tempo, è arrivato a trascurare le
regole e i segni fondamentali della salute fisica e mentale.
Negli ultimi centocinquanta anni l’uomo è diventato così malato, infermo e malandato che è dovuto tornare in sé prima che fosse troppo tardi. Alla fine, negli ultimi cinquant’anni è diventato più consapevole di ciò che accade in lui e del perché ciò accade; e ora sta iniziando a cercare una scienza che possa dargli salute, tranquillità e armonia interiore in tutti gli aspetti della sua esistenza.
Lo yoga non è nuovo per l’umanità; è stato sempre al nostro fianco durante
le ere ma c’è stato un tempo in cui questa scienza è stata completamente
dimenticata. Le persone non l’hanno più integrato nel contesto delle loro vite;
hanno frainteso lo yoga pensando che non
fosse applicabile all’esistenza quotidiana. Come risultato la grande scienza
dello yoga ha subito un periodo di declino. Durante questo periodo buio l’uomo
ha sofferto moltissimo senza nemmeno saperlo. In questo secolo lo yoga sta
riemergendo dall’India per alleviare questa sofferenza.
Una scienza universale
Tutto questo non significa che lo yoga sia essenzialmente una scienza
indiana. Lo yoga è, secondo tutti gli standard e le definizioni, una scienza
universale. Certo, durante il periodo buio di disastri e di crisi della storia
mondiale, la conoscenza dello yoga è stata salvaguardata solo in India. Questo
perché in India è da sempre esistita una tradizione di swami e sannyasin che si
dedicano completamente, totalmente ed esclusivamente alle scienze spirituali
che apportano salute, tranquillità e pace. Grazie a questa grande tradizione
l’India è stata in grado di salvaguardare la conoscenza che è andata perduta
nel resto del mondo a causa del suo atteggiamento negligente.
Questa tradizione è stata mantenuta inalterata da devoti e da persone
coscienziose dell’India. Nonostante l’ipnosi tecnologica che sta guidando il mondo
intero di oggi, l’India sta producendo ancora immensi e grandi esempi nel mondo
dello yoga. Tramite i loro insegnamenti la scienza dello yoga sta iniziando a
diffondersi nuovamente in tutto il mondo, interessandosi della salute di tutti
gli uomini, non solo di coloro che appartengono a una particolare religione o
nazionalità.
Dobbiamo comprendere lo yoga nel più ampio contesto possibile
dell’esistenza umana. Le varie branche dello yoga, come hatha yoga, raja yoga, bhakti yoga, karma yoga, laya yoga e kriya yoga hanno un profondo significato
e una profonda influenza sul corpo umano, sulla mente e sullo spirito.
Hatha yoga: armonizzare il sistema nervoso
Consideriamo ad esempio l’hatha yoga, una delle scienze più stupefacenti
riportata in luce dal genere umano negli ultimi anni. La parola ‘yoga’
significa lo stato di armonia e la parola ‘hatha’ l’energia solare e lunare, le
due forze che risiedono nel corpo umano. Una di esse è la forza bioenergetica,
o prana, grazie alla quale viviamo e
l’altra è la forza della consapevolezza, o chitta,
grazie alla quale pensiamo e sentiamo. Queste due forme di energia controllano
ogni funzione del corpo umano. Esse sono responsabili del nostro grado di
mobilità, dei nostri pensieri e di tutta la nostra esistenza fisica e mentale.
Quando c’è disarmonia tra le due si ha malattia, irrequietezza e disturbo;
mentre quando c’è armonia si ha pace e buona salute. Con le pratiche di hatha
yoga queste energie sono equilibrate e regolate, i chakra e tutto il corpo sono purificati e si raggiunge uno stato di
unione, armonia e pace.
All’interno della struttura della colonna spinale ci sono due canali che
fluiscono, dalla base alla sommità, incrociandosi in quattro punti di
giunzione. Nei testi di hatha yoga questi due canali, o nadi, sono noti come ida
e pingala. Ida conduce la forza
mentale e pingala la forza pranica. Queste due nadi originano alla base della
colonna vertebrale in un particolare centro psichico noto come muladhara chakra, il plesso sacro-coccigeo.
S’incrociano poi nel plesso pelvico, in swadhisthana
chakra; nel plesso solare, manipura
chakra; nel plesso cardiaco, anahata
chakra e nel plesso cervicale, vishuddhi
chakra. Alla fine si uniscono nel midollo allungato, in ajna chakra.
Malattie psichiche e somatiche
L’energia in ida e in pingala nadi è di natura sia fisica che psichica ed è
distribuita dai punti di giunzione dei chakra a tutte le cellule, i tessuti e
gli organi del corpo. Quando si hanno delle debolezze o ristagni di energia in
ida nadi, gli organi associati ad ida soffrono. Allo stesso modo, quando ci
sono dei blocchi in pingala nadi, o nell’energia da essa condotta, gli organi
in relazione con pingala saranno influenzati. Tutte le malattie psichiche e
somatiche originano, precisamente, in questo modo.
Solitamente le malattie sono considerate o psichiche o somatiche. Le
malattie somatiche sono in relazione all’energia pranica e le malattie
psichiche all’energia mentale. Quindi, ida nadi è responsabile delle malattie e
della salute della psiche e pingala nadi è responsabile delle malattie e della
salute del corpo fisico. Ma noi non soffriamo solo di malattie psicosomatiche,
ma anche di malattie somatopsichiche. Alle volte una malattia origina nel corpo
fisico e si trasferisce al corpo mentale e altre volte una malattia che ha
avuto origine nel corpo mentale, si trasferisce a quello fisico. Perciò è molto
difficile determinare se una malattia è principalmente psichica, somatica o
entrambe.
Lo scopo delle asana e del pranayama
In hatha yoga consideriamo ogni malattia psichica e somatica allo stesso
tempo. Per questo le asana dell’hatha yoga non dovrebbero essere considerate
degli esercizi fisici. Sono posture o posizioni del corpo che, grazie alla loro
reale natura, qualità, procedimenti e influenze, apportano un certo cambiamento
nei circuiti elettrici delle nadi. Al fine di praticare le asana senza
difficoltà dovreste praticare prima gli shatkarma,
i sei metodi di purificazione fisica.
Poi segue il pranayama, la
scienza del processo respiratorio. Pranayama è un altro termine fortemente
frainteso. L’hanno tradotto come “esercizio respiratorio” ma, in realtà, è un
processo tramite cui si risveglia il prana dormiente, l’energia vitale
addormentata nel corpo fisico, al fine di riparare le varie cellule fisiche.
Quando il corpo fisico è purificato tramite le pratiche degli shatkarma e avete
perfezionato le asana, potete
iniziare il pranayama. Tramite le pratiche di pranayama l’energia del corpo
fisico si ricarica ed è condotta da ida e pingala nadi, sottoforma d’impulsi
elettrici, a tutte le parti del corpo, compreso il cervello.
Mantra, yantra e mandala: alleggerire la mente
La scienza che riguarda mantra, yantra e mandala è anch’essa molto importante per avere una completa salute.
La scienza del mantra è la scienza del suono. Le onde sonore influenzano sia il
corpo fisico che quello mentale. Il suono è una forma di energia molto potente
che la scienza moderna ha usato per costruire il forno a microonde con cui
potete cucinarvi il cibo in pochi secondi.
Sembra che le persone pensino che solo le medicine, le iniezioni, le
compresse o le erbe possano curare le malattie. Queste sono cose buone ma, in
realtà, l’uomo ha a disposizione una formula molto più potente ed efficace che
è il principio del suono nella forma di mantra. Nel mantra yoga ripetete un
suono o una parola particolare, adatta alla vostra personalità e alle vostre
qualità. Il mantra è, poi, trasformato in suono, una forma schematizzata di
energia pura, responsabile della rigenerazione delle cellule morte nel corpo.
Il cervello umano è composto da miliardi di archetipi, che sono i simboli
delle esperienze dell’uomo di questa incarnazione e delle precedenti, dei suoi
genitori e degli antenati. Ogni esperienza che percepiamo attraverso i sensi è
registrata all’interno della coscienza non nella sua forma originaria ma nella
forma simbolica di un archetipo. Nessuna esperienza è persa o non registrata
dalla coscienza umana. C’è un processo costante di registrazione,
trasformazione e conservazione; dal momento della nascita a quello della morte.
Niente di cui facciamo esperienza tramite i sensi viene distrutto. Anche le
esperienze durante il sonno, il sogno, l’ipnosi profonda e l’inconsapevolezza
totale prendono una forma simbolica da qualche parte nel corpo fisico, mentale
o causale. Essi sono conosciuti come samskara,
i vari schemi del karma dell’uomo. E
questi miliardi di samskara trovano la loro espressione in questa vita di
dolore e piacere, soddisfazione e fallimento, malattia e salute.
Yantra è la scienza dei simboli geometrici. Essi possono liberare gli
archetipi e i samskara nascosti profondamente nella coscienza, in forma di
visioni, esperienze psichiche, sensazioni psichiche, esperienze divine,
dissipazione o turbolenza della mente. Alleggerendo la mente e l’anima, le
pratiche di mantra e yantra liberano l’energia potenziale dell’uomo.
Yoga nidra: liberare le tensioni
Durante l’arco della nostra vita accumuliamo tensioni mentali, muscolari ed
emozionali che influenzano il nostro stato di salute. Nello yoga il modo per
liberare queste tensioni è la pratica del rilassamento o yoga nidra. Questa pratica induce pratyahara, uno stato in cui la mente è isolata e i sensi non
alimentano il cervello con nuove informazioni. Quando si ha completo isolamento
dagl’influssi dei sensi la consapevolezza, la mente ed il cervello subiscono
una metamorfosi, una completa trasformazione. È come se si creassero un
cervello, una mente ed una consapevolezza completamente nuovi a partire dal
cervello, dalla mente e dalla consapevolezza vecchi. Tutte le tensioni,
mentali, muscolari ed emozionali sono immediatamente rilassate.
Kriya yoga: far evolvere la mente superiore
Vi sono delle persone sattwiche
che sono in completa armonia interiore, ma la maggior parte delle persone ha
una mente rajasica e molti conflitti
interiori. Altre sono tamasiche:
nemmeno lo sanno di avere dei conflitti. Per questo motivo le pratiche di yoga
sono divise secondo il grado e la qualità dell’individuo. Per coloro che hanno
uno stato mentale armonioso, con pochi conflitti, c’è dhyana yoga, la pratica della meditazione. Essi possono
concentrarsi su un punto e quando la mente vaga, possono riportarla indietro e
rifocalizzarla di nuovo.
Ma per coloro che hanno molti conflitti acuti è impossibile concentrarsi su
un punto. Se costretti o forzati a concentrarsi svilupperanno difficoltà
psichiche e problemi mentali. Per queste persone il risveglio dell’energia, del
prana o della kundalini, il
potenziale dormiente nell’uomo, può essere realizzato nella maniera migliore
con le semplici pratiche di kriya yoga. Questo è uno dei metodi più importanti
per persone di ogni età, in quanto per la maggior parte degli individui non è
possibile mantenere la mente fissa su un punto per tutto il tempo. La loro mente
è così fortemente influenzata dalle forze rajasiche e la dissipazione è così
potente, che anche se volessero concentrarsi per un particolare periodo di
tempo, scoprirebbero di non essere in grado di farlo.
A causa dell’ignoranza l’uomo è sceso in questo stato dissipato
dell’essere. Tuttavia, questo stato non è il prodotto finale della natura.
L’uomo ha molta strada da fare prima di poter saltare dal suo attuale stato
mentale e sviluppare una mente superiore. Quello è il suo destino; quello è ciò
che deve fare, se non ora nel corso dei prossimi diecimila, ventimila o un
milione di anni. La natura si sta evolvendo attraverso la consapevolezza
dell’uomo. Lo scopo del kriya yoga è di accelerare questo processo di evoluzione
naturale, in modo che l’uomo possa essere in grado di fare esperienza della
mente suprema, dello stato più elevato dell’essere qui ed ora.
Felicità e salute
Anche se una persona non ha nessuna malattia fisica, nessun problema di
pressione arteriosa, reumatismi, emicrania o sinusite non può dirsi in salute.
Potrebbe non essere in grado di dormire, potrebbe soffrire di ansia nervosa o
combattere costantemente con la propria famiglia. La salute fisica non è la
definizione ultima di salute: questo è un principio importante dello yoga.
Si potrebbe raggiungere una buona salute tramite le pratiche di hatha yoga,
le asana, il pranayama, uno stile di vita corretto e una dieta sana ma essere
ancora una persona molto infelice. Si può definire in salute un uomo molto
infelice? L’infelicità non è una malattia? E che dire della mente? Cosa fate
per ristabilire la salute nella mente? E per riportare felicità dentro il
cuore? La mente deve essere in pace, tranquilla e colma di ananda. Questo è un altro principio centrale dello yoga.
Potreste anche avere da mangiare, una bella casa e una gran quantità di
denaro da spendere ma allo stesso tempo potreste brancolare nell’ignoranza e
nell’oscurità, nell’eterna insensatezza, in quella grande avidya. Non è avidya la fonte di tutte le malattie dell’umanità? Lo
yoga si rivolge anche a questo. Riconosce che l’uomo esiste simultaneamente in
cinque corpi, che comprendono quello fisico, pranico, mentale, psichico e causale
(o spirituale). Con le pratiche di hatha yoga, raja yoga, kriya yoga e yoga
nidra possiamo trasformarci su tutti questi differenti livelli allo stesso
tempo.
Cosa ha dato lo yoga al genere umano e cosa può ancora dare? Ci sono
centinaia di migliaia di persone al mondo che praticano yoga, guarendo così da
malattie tremende e incurabili. Essi stanno sviluppando una mente
qualitativamente nuova per poter vivere in questa società. Lo yoga sta dando
loro speranza, ottimismo e sta permettendo l’espansione degli orizzonti delle
loro vite.
Chi aveva perso completamente la felicità a causa della malattia fisica ora
sta godendo di una salute migliore. Come risultato di ciò migliaia di centri di
yoga, insegnanti e studenti stanno creando una rete in tutto il mondo. Cosa ha
dato lo yoga al genere umano? Una religione? Una setta occulta? No. Una scienza
e un’esperienza di trasformazione della qualità della mente? Si. Questo è il
contributo pratico che lo yoga ha dato al genere umano in passato e che darà in
futuro.
Equilibrio degli opposti
Swami Satyananda Saraswati
Tratto da “Rikhiapeeth Satsangs 1”
Mentre si cerca il piacere nella vita si fa esperienza di squilibrio. La
ricerca degli oggetti dei sensi è la ricerca del piacere (bhoga). Questo è ciò che vi capita ogni giorno, 365 giorni all’anno,
per tutta la vita. L’associazione dei sensi con gli oggetti dei sensi si radica
su ogni cosa. Quando quest’associazione persiste, dei fattori negativi
influenzano il corpo psicologico e si è soggetti a malattie.
La vita è piena di felicità e infelicità e nel corpo umano si verificano
dei cambiamenti in base a questi stati: l’elettrocardiogramma, le onde
cerebrali e la pressione del sangue mostrano i cambiamenti dipendenti dal
vostro stato di gioia o di dolore. Ma se praticate yoga raggiungerete equilibrio.
Non è possibile ritirarsi dal mondo dei sensi. Dovete sottostare alla loro
influenza, sono la vostra costrizione; siete impotenti verso di essi. Ognuno di
noi deve sottostare a questo mondo di felicità, infelicità, passione, rabbia,
invidia e delusione. Questa è la natura di prakriti.
La morte è una realtà e anche la vita è una realtà. È impossibile fare
esperienza dell’appagamento totale in questa vita. Questa non è la natura di
prakriti. Se sperimentate nient’altro che felicità dalla nascita alla morte
diverrete pazzi. L’infelicità arriva per equilibrare la felicità e la felicità
arriva per equilibrare l’infelicità. Così come il giorno sorge per equilibrare
la notte e la notte arriva per equilibrare il giorno. Per questo avete bisogno
dello yoga: per livellare gli squilibri che si creano nel corpo a causa della
ricerca del piacere.
Nello stato in cui questa società esiste oggi ci lamentiamo continuamente
di tutto; sui giornali, alla televisione o nelle nostre conversazioni. Nessuno
è felice di nulla. Questo è il modo in cui è percepita la vita. Tuttavia, la
vostra percezione della vita dovrebbe essere tale da sviluppare uno stato
mentale sattvico.
Questo è necessario non solo per l’individuo ma per la società, la famiglia
e la nazione. Se con la pratica dello yoga sarete in grado di cambiare la
direzione della vostra mente, è possibile che un modello di pensiero positivo
emerga dalla vostra interiorità.
- 2005
Karate
Swani Niranjanananda Saraswati
C’è una regola al BYMM, il Bal Yoga Mitra Mandal. La regola è che le ragazze praticano karate e
i ragazzi i mantra. Il karate dona sicurezza, resistenza e forza alle ragazze e
il mantra rende i ragazzi un po’ più calmi, armoniosi e pacifici.
Un giorno i ragazzi vennero da me e mi
dissero: “Swamiji, tu sai che i ragazzi di Munger sono famosi nel Bihar per la
forza del loro carattere ma ora le nostre sorelle sono più forti di noi.
Questo, effettivamente, non è un bene per la nostra reputazione. Ci puoi
inserire nelle lezioni di karate?” Io risposi: “Va bene, ma ad una condizione:
non considerate il karate come un’arte marziale ma come un arte per ottenere sanyam, controllo, sul corpo, la mente e
il prana. Consideratela un’arte di meditazione.”
Meditazione dinamica
Questa particolare tecnica di karate
fu sviluppata da Buddha e dai suoi seguaci per difendersi e proteggersi. È
un’antica tradizione indiana: ‘kara’ significa mano, ancora oggi ‘kar’
significa mano, e ‘hata’ ferire. Kar e hata insieme diventano la parola karate,
‘ferire qualcuno senza armamenti, senza armi.” A quel tempo, quando vi erano
molte lotte nella società, guerre e conflitti, questa fu la tecnica usata dal
Buddha per difendersi. Può essere usata come una vidya, conoscenza, e non è né buona né cattiva in sé; l’applicazione
di quella conoscenza la rende buona o cattiva.
Il nostro scopo non è insegnare ai
bambini un’arte marziale. L’intento è di dar loro moderazione, controllo,
sanyam - sul corpo, i sensi, la mente, le percezioni, sulle loro risposte e
reazioni. Aiutarli a essere pronti, precisi, arguti e vigili. Per questo il
karate è una pratica di meditazione dinamica, praticata dai bambini del Bal
Yoga Mitra Mandal.
9 settembre 2014, Paduka Darshan, Munger
Satsang e Psicoterapia
Da “Teachings of Swami Satyananda Saraswati” Volume II
Swami Satyananda discute del significato psicologico e spirituale del
rapporto guru-discepolo, della pratica del satsang e dello stile di vita
yogico. Registrato in un satsang al Satyanandashram Barcellona, Spagna, nel
settembre del 1980.
Psicoterapeuta e guru hanno entrambi ruoli
importanti da interpretare. Dove il lavoro dello psicoterapeuta finisce, inizia
quello del guru. Quindi, invece di confrontarli, colleghiamoli.
Il guru non è uno psicoterapeuta, non è questa
la sua principale motivazione. Uno psicoterapeuta è una persona che vi aiuta ad
attraversare crisi particolari nella vita, mentre nella relazione con il guru
la psicoterapia è spontanea e continua. La relazione del guru con il discepolo,
la sua personale esperienza di vita e la sua conoscenza della natura della
mente sono tali che egli è, quindi, in grado di dare al discepolo una direzione
spirituale nella vita.
Questo è il motivo per cui, sin dall’inizio, sono
fissate certe regole e regolamenti. Non tutti possono diventare guru. Per
diventare guru dovrai essere, per prima cosa, un discepolo perfetto. Puoi
diventare docente o professore universitario senza essere stato prima uno
studente? Solamente leggendo qualche sutra, alcuni libri sullo yoga o
partecipando a qualche seminario qua e là, non dovresti pensare di essere un
guru qualificato.
Se uno psicoterapeuta cura la mente di qualcuno
e poi lo lascia lì, costui continuerà ad avere problemi. Certo, ad un certo
livello le malattie della mente devono essere curate, ma non c’è una fine ad
esse. Secondo la mia opinione, devono essere trascese più che curate. La mente
è una composizione di tre guna che la assalgono continuamente. Perciò,
un discepolo dovrebbe sviluppare nuovi strumenti di conoscenza ed esperienza
con i quali affrontare i problemi della mente.
In compagnia della verità
Allo stesso modo, non possiamo, in realtà,
equiparare il satsang con la terapia di gruppo, anche se spesso cerchiamo di
spiegare ‘satsang’ in questi termini. La radice sanscrita sat significa “realtà”,
“divinità” e “purezza”; rappresenta il Sé o Dio. Satsang non significa essere
in compagnia con molte persone, questo è sangha, che significa compagnia
o associazione. Satsang è essere in compagnia della verità.
Ci sono molti tipi di satsang. Potete chiudere
gli occhi e praticare satsang completamente da soli. Leggere un libro
spirituale che tratta il tema della realtà anche questo è satsang. Satsang
avviene quando siete con un gruppo e ascoltate la gloria dell’essere divino o
le vie di purezza e di auto-evoluzione. Ascoltare racconti delle vite di coloro
che hanno sofferto o che vivono per l’esperienza divina, anche questo è
satsang.
Nel satsang potreste praticare kirtan o
meditazione, ma questo non è satsang, sono solo modi di condurre satsang. Nel
satsang la cosa più importante è il movimento costante delle idee in relazione
con la realtà ultima, con la divinità o l’essere supremo.
Ci sono gruppi, con cui mi sono imbattuto in
questi ultimi anni, nei quali le persone si riuniscono per fare alcune pratiche
e per aiutare gli altri. C’è una spiegazione molto semplice e scientifica per
questo. Se mettete un orologio a pendolo insieme ad altri orologi più piccoli
noterete che, inizialmente, i movimenti dei vari pendoli non coincideranno ma,
dopo un po’ di tempo, tutti gli orologi seguiranno l’orologio a pendolo. Questo
esperimento è stato ripetuto molte volte. Allo stesso modo, quando suonate il
violino, tutti gli altri violini nella stanza inizieranno ad essere in
risonanza. Se ascoltate attentamente scoprirete che le vibrazioni del primo violino
iniziano a trasmettersi tramite i violini inattivi. La stessa cosa avviene
anche in un gruppo, quando le persone si riuniscono per aiutare gli altri.
Oltre la terapia
In India non c’è molto bisogno di queste
sessioni di gruppo perché la situazione sociale è ancora molto ben organizzata.
Se un gruppo di persone vive insieme in una famiglia unita o in un ambiente ashramico,
inizia a comprendere la natura della psicologia umana. Si ha l’opportunità di
vedere come si sta l’uno con l’altro. Si è in grado di valutare le varie menti,
le limitazioni e i difetti e questo è di grande importanza nella cultura
moderna.
In Occidente, in particolare nel ventesimo
secolo, la terapia di gruppo è diventata un fenomeno importante. Nell’ottocento
e nel novecento la situazione era differente; c’era più compattezza e stabilità
nella vita familiare e comunitaria. Ma negli ultimi centocinquanta anni la
struttura sociale si è pian piano deteriorata e, da allora in poi, è sorta la
necessità della terapia di gruppo.
Tuttavia, dobbiamo ricordare che la mente non è
la realtà ultima; c’è qualcos’altro oltre la mente. Parliamo solo in termini di
mente perché la mente sembra essere una barriera per molte persone. In realtà,
qualunque cosa facciamo nella vita spirituale non la facciamo per il benessere
della mente ma per scoprire lo spirito universale. Tuttavia, il sentiero della
psicoterapia può essere seguito solo fino ad un certo livello, si arriverà ad
un punto dove si dovrà andare oltre. La psicanalisi può, senza dubbio, essere
di grande aiuto fin ad un certo stadio di sviluppo ma poi, in realtà, diventa
una barriera che si deve trascendere.
Il risveglio del Prana
Conferenza di Swami Satyananda Saraswati
Danimarca, Settembre 1979
Danimarca, Settembre 1979
La pratica del pranayama rappresenta il nucleo del risveglio spirituale.
Per la maggior parte delle persone pranayama significa controllo del respiro
per la salute fisica; tuttavia è stato male interpretato e spiegato in maniera
sbagliata. Il prana è di natura universale. Il prana individuale è una
rappresentazione microcosmica del sistema universale e non dovrebbe essere
confuso con l’aria che respiriamo.
In ogni corpo umano esiste una certa quantità di prana. Ampliando la portata
del prana si risvegliano le zone interiori del cervello. Il prana fluisce nel
corpo a livello superficiale per mantenere il corpo e i suoi organi. È una
forza, o energia, che è in risonanza in tutto il sistema fisico dell’uomo.
Secondo la scienza dell’hatha yoga, pingala nadi, che fluisce sul lato destro
all’interno della struttura della colonna spinale, è il canale del prana da
muladhara ad ajna chakra. La distribuzione del prana avviene attraverso la
struttura fisica tramite un determinato sistema costituito da migliaia e
migliaia di canali che trasportano la forza del prana in ogni atomo del corpo
per la sua crescita e per il suo mantenimento. Il pranayama cerca di estendere
la portata del prana oltre le frontiere del corpo fisico. La forza ha molte
manifestazioni. L’energia può assumere qualsiasi dimensione. Può essere di
misura minima, così come cosmica.
Prana e cervello
Il cervello è diviso in dieci comparti dei quali nove sono silenti. Gli
scienziati hanno diviso il cervello in tre sezioni: il cervello nuovo, quello
di mezzo e quello primitivo. Quello primitivo costituisce le nove parti del
cervello, che esistono ma non partecipano allo schema della vita dell’uomo.
Queste aree del cervello sono chiamate ‘le aree silenti’ e le loro qualità sono
sconosciute. Se queste nove porzioni silenti del cervello fossero operative, le
facoltà umane sarebbero grandemente espanse e non andrebbero incontro a
degenerazione.
Nel corso dell’evoluzione dell’uomo le aree silenti, lentamente, si sono
sviluppate ed hanno iniziato ad avere un ruolo attivo. Immaginate una grande
città con delle bellissime case, strade e palazzi ma senza energia elettrica.
Allo stesso modo, queste aree del cervello sono non funzionanti a causa
dell’assenza di forza o energia. La quantità attuale di energia pranica è
insufficiente per attivare queste aree silenti. Il primo obiettivo del
pranayama è generare una gran quantità di prana, cambiare la natura delle forze
elettriche all’interno di questo corpo pranico e trasmetterlo alle aree silenti
del cervello. I vari tipi di pranayama preparano i canali o le condutture
attraverso cui l’energia deve fluire.
Prima che questa forma elevata di energia sia condotta al cervello, i
canali devono essere purificati. Pingala nadi è il veicolo che trasporta la
forza pranica da muladhara chakra ai centri più elevati del cervello. Ajna
chakra, noto come midollo allungato, situato all’apice della colonna
vertebrale, è il centro di monitoraggio di tutta l’area silente. Quando questa
incredibile quantità di energia è generata nel sistema, viene condotta tramite pingala
nadi verso ajna chakra, e da ajna chakra, questa energia fluisce verso le aree
silenti del cervello.
La sede di pranashakti
I prana che sono di natura universale esistono come energia potenziale
dormiente in muladhara chakra. Questa grande pranashakti è anche nota con il nome di kundalini; risvegliare
kundalini significa risvegliare questa grande forza pranica universale nel
sistema umano individuale. Questo piccolo centro o ghiandola in muladhara
chakra non è un mito, una storiella o una fiaba. È un’entità scientifica della
massima importanza nell’evoluzione dell’uomo.
Muladhara è il centro della creazione. Non è un centro impuro perché
situato nell’area sessuale. Molte persone sono esitanti e scettiche nel credere
che kundalini sia in muladhara e affermano che si trovi in manipura, perché non
vogliono associare questa sacra kundalini shakti con il non sacro sistema
sessuale. Tuttavia è stato dimostrato scientificamente che questa piccola
ghiandola in muladhara chakra contiene energia infinita. Molte esperienze
psichiche e spirituali originano da muladhara chakra.
Gli induisti credono che in muladhara chakra ci sia uno shivalingam di forma ovale che
assomiglia a un uovo. Grazie alla fisica moderna sappiamo che l’uovo è composto
di protomateria. Al centro di ogni materia c’è un nucleo e nel tantra e nello
yoga questo nucleo è conosciuto come bindu,
il centro della materia, dell’oggetto e della creazione. In bindu è compresso
il cosmo intero, esattamente allo stesso modo di un grande albero contenuto
all’interno di un singolo seme. Intorno a questo nucleo vi è una protomateria
infinita nella forma di un uovo con due poli di energia, positiva e negativa,
conosciuti come tempo e spazio. Così è come è stato compreso tutto il concetto
scientifico di kundalini. È il punto in cui il tempo infinito e lo spazio
infinito sono uniti. Quando le due energie, positiva e negativa, si uniscono
l’una con l’altra si ha un’esplosione sia nel nucleo che nella materia.
Sebbene muladhara chakra sia situato in una ghiandola fisica, l’energia è
inerente all’interno di tutta la materia. La materia non è altro che una
differente forma di energia e l’energia non è nient’altro che una differente
forma di materia. A ogni stadio della creazione, materia ed energia sono interconvertibili.
Pertanto, non dovremmo chiederci come quest’organo fisico possa essere la fonte
dell’energia infinita.
Prana e pranayama
Attraverso le pratiche di pranayama viene generata una certa quantità di
calore, o forza creativa, all’interno del corpo che influenza il quantum
esistente di prana. Ad esempio: se si produce calore in questa stanza, si
riscalda la quantità d’aria esistente. C’è una certa quantità di prana
all’interno di noi che ci dà vita e il pranayama riscalda quel quantitativo di
prana che, poi, si farà strada attraverso pingala nadi verso ajna chakra.
Quando si sarà generato sufficiente calore all’interno del sistema, ajna chakra
monitorerà il ritorno del messaggio alla base della kundalini e il vero
risveglio del grande prana avrà luogo. Questo è, in breve, lo scopo del
pranayama.
Il pranayama non è inteso in maniera specifica per il risveglio di kundalini.
Certi pranayama vengono praticati per purificare i canali di trasporto; alcuni
per creare calore nel sistema, mentre altri stimolano ajna chakra nella sua
funzione di monitoraggio. Ad esempio: vi è un pranayama molto importante,
conosciuto come ujjayi, che pulisce
pingala per l’ascesa del prana.
Tutta la scienza del pranayama è basata sulla ritenzione del prana, una
tecnica nota come kumbhaka.
Inspirazione ed espirazione sono fasi accessorie. Kumbhaka significa pranayama
e pranayama significa kumbhaka. Gli aspiranti che sono forti e che lavorano su
questo nuovo progetto del risveglio delle aree silenti del cervello, dovrebbero
prepararsi lentamente, perfezionando kumbhaka. Dai risultati degli studi
scientifici sul pranayama abbiamo scoperto che durante kumbhaka arriva al
cervello un surplus di apporto sanguigno e, al tempo stesso, si genera del
calore extra all’interno del sistema.
Il pranayama influenza anche il fluido cerebrale nel cervello. Quando si
genera energia cambia la struttura chimica del fluido cerebrale che circonda il
cervello all’interno del cranio. Quando questo fluido è influenzato
chimicamente agisce sul comportamento del cervello. Ad esempio, se assumete uno
stupefacente, esso produce un’immediata reazione chimica all’interno di questo fluido.
Come risultato di tale fenomeno farete esperienza di alcuni fenomeni psichici.
Durante lo stato di kumbhaka si genera un’energia extra sottoforma elettrica e,
nel corso del tempo, essa andrà a modificare la struttura del fluido nel
cervello. Questo è il motivo per cui si fa esperienza di una sensazione di
vertigine.
Questa vertigine si verifica nel cervello e voi dovrete sovrapporre questo
stato alla mente. Tutte le più grandi esplosioni di esperienze avvengono
durante questi stati di vertigini e veramente poche persone sono in grado di
gestirli. Quando si ha il risveglio e arriva il capogiro, è necessario un aiuto
visivo. Per questo motivo la pratica del pranayama dovrebbe essere combinata
con la pratica di dharana, o concentrazione.
Ci sono migliaia di simboli per la concentrazione – un piccolo punto, la fiamma
di una candela, una stella o il simbolo di Om. Avendo visualizzato il simbolo
potrete immediatamente sovrapporlo allo stato di vertigine. Quando questa
consapevolezza interiore diventa vivida, si avrà il simultaneo risveglio di
kundalini. Quindi, la pratica del pranayama deve essere fatta in modo veramente
intelligente e paziente. Il pranayama deve essere considerato insieme al
risveglio dello yoga.
La pratica
Come prima cosa perfezionate siddhasana,
la migliore di tutte le posizioni. Poi iniziate la pratica di nadi shodhana pranayama. Inspirazione,
ritenzione interna, espirazione e ritenzione esterna nel rapporto 1:2:2:1.
Quando praticate la ritenzione interna combinatela con jalandhara bandha e mula
bandha. Con la ritenzione esterna praticate jalandara, mula e aggiungete uddiyana bandha. Gradualmente cercate di
migliorare la qualità della vostra respirazione, controllando l’inspirazione e
l’espirazione.
Il respiro è sia grossolano sia sottile. Il respiro grossolano è
percepibile, quello sottile è impercettibile. Inspirazioni ed espirazioni
pesanti e grossolane non sono pranayama. Quando il respiro diventa sottile,
migliora la qualità della consapevolezza. Il respiro in entrata e in uscita
dovrebbe essere uniforme. Non dovrebbe essere pesante o debole, interrotto o ad
onde.
Dopo aver praticato un ciclo di nadi shodhana rimanete seduti
tranquillamente e fissate la consapevolezza nel centro tra le due sopracciglia.
Quando tutto si sarà calmato, iniziate di nuovo un secondo ciclo.
Il pranayama ha un ruolo molto importante nello yoga. Dovete avere un
insegnante ben allenato e con esperienza. Non potete apprenderlo solo da un
libro. Con l’aiuto del pranayama potrete risvegliare kundalini e accelerare la
velocità dell’evoluzione individuale.
Amore e Rinuncia
Swami Atmananda Saraswati
Molti matrimoni sono fondati, sostanzialmente, su nient’altro che un sogno.
Molte persone cercano affetto o passione, ma l’amore è qualcosa che cresce nei
cuori che sono profondi e nelle menti che sono forti. Dimentichiamo l’idea
moderna di amore, l’idea da salotto, e ritorniamo all’amore epico, all’antico,
alle nozioni dimenticate di devozione, rispetto e lealtà. Tutto il resto è un
gioco. L’amore non si basa solo sulle emozioni; coinvolge l’integrazione di
tutta la psiche – emozionale, intellettuale e spirituale. È una forza dinamica
che può muovere gli eserciti e mettere in azione i poteri. Se Antonio non
avesse amato Cleopatra l’intero corso della storia sarebbe stato differente.
Non sottovalutiamo, com’è la moda del giorno d’oggi, l’amore tra marito e
moglie. Nell’India epica il matrimonio era per tutta la vita, derivante dalle
vite passate e perpetuante in quelle future. Paramahamsa Ramakrishna adorava
sua moglie Sarada Devi come la Madre Santa e lei lo riveriva come incarnazione
di Dio. Alle volte, comunque, le mogli dei grandi santi non realizzavano la
grandezza dei propri mariti, come la moglie di Lahiri Mahasaya che pensava
d’aver sposato un uomo normale e si dispiaceva quando lui trascurava lei ed i
figli; ma un giorno lui si materializzò di fronte a lei. Allora lei lo pregò di
perdonarla e in un secondo egli innalzò la consapevolezza di lei al suo
livello. L’amore comporta accettazione della natura dell’altra persona e
sacrificio di sé stessi. Ciò significa che ci si deve dimenticare di ciò che
divide e concentrarsi su ciò che unisce. Qualunque siano le differenze tra i
due vanno dimenticate, come i fratelli Pandava e la loro moglie Draupadi, in
esilio, si unirono contro il mondo intero. Dimenticarono tutti gli altri e
scoprirono la gioia dello stare tra loro.
Amore significa comprensione dell’altra persona, considerazione della sua
struttura mentale, accettazione della sua interezza. Non è necessario stare
insieme per ore durante la giornata. Potrebbe esserci mezzo mondo tra i due, ma
la distanza non può cambiare la consapevolezza a livello subconscio che è
costante. Quando le mogli sono separate dai mariti in tempo di guerra, la loro
devozione aumenta, se sono sincere. Ciò che può essere, in un certo senso, il
dolore della separazione, porta ad uno strano tipo di soddisfazione a livello
spirituale. La principessa Mira amava Krishna e lo sposò quando era una
ragazzina. Cosa sposo? La sua statua. Con i suoi occhi terreni tutto ciò che
poteva vedere era una statua colorata, ma con la vista divina lei giocava,
parlava e danzava con lui. Ella rinunciò al suo marito terreno, scappò da lui.
La presenza fisica è insignificante paragonata alla realtà spirituale.
Amore significa approfondimento della consapevolezza, espansione della
consapevolezza attraverso un’altra persona. L’amore non esiste solo tra un uomo
e una donna ma anche tra guru e
discepolo, madre e figlio, tra un amico e un altro. L’amore dell’insegnante per
il pupillo è un’antica tradizione in India. Impartire la conoscenza non è
semplicemente il passaggio di formule da un testo, è la trasmissione di
un’esperienza di vita. Quella saggezza è un dono puro, per il quale l’allievo
rimane indebitato verso il maestro per tutta la vita. Questo è il motivo per
cui non si permette di ferire l’insegnante e non può sopportare di ascoltare
abusi da parte di altri su di lui. Questi grandi maestri non impartiscono la
loro saggezza in modo disinvolto, ma solo alla persona giusta al momento
giusto, quando c’è amore e rispetto reciproco. Il pupillo riceve la conoscenza
del maestro direttamente, non tramite il suo intelletto, ma il cuore e l’anima.
Krishna e Arjuna erano grandi amici. Krishna nascose il suo essere divino
ad Arjuna e questi pensava a lui come il suo compagno, suo pari. Tuttavia,
prima della battaglia di Kurukshetra, quando Arjuna si rivolse a lui nella sua
depressione, Krishna gli mostrò la sua forma cosmica. Arjuna fu disorientato
nel vedere nel corpo di Krishna molti universi, il gioco del tempo e della
distruzione e non riuscì a sopportarlo. Pianse:
“Qualunque cosa abbia sconsideratamente detto per incuria o amore
guardandoti solo come mio amico, ignorante della tua grandezza, t’imploro,
essere incommensurabile, perdonami! Mi rallegro di aver visto ciò che non avevo
visto prima, ma la mia mente è confusa dalla paura. Desidero vederti come ti
vedevo prima, incoronato, con una mazza e un disco in mano, soltanto nella tua
forma precedente...” (Bhagavad Gita 11: 41-46).
La cosa sorprendente dell’amore è che più sacrifichi più ottieni.
Immaginate che venga servito il vostro cibo preferito: lo vedete, ne sentite il
profumo e proprio in quel momento un bambino con occhi grandi rotondi e una
fame molto più grande della vostra vi siede accanto e voi mettete la vostra porzione
nel suo piatto. Il vostro desiderio non è soddisfatto, ma avete una
soddisfazione interiore che nessuna quantità di cibo potrebbe riempire.
Quando le brame, le ambizioni e i desideri mondani sono forti, quando si
ama la vita, quando si gode di tutti i piaceri che il mondo può offrire, dopo
tutto ciò arriva il momento di trasferire tutto quell’amore ed energia a Dio.
Solo allora vi riuscirete, quando la guida in voi sarà forte. Che valore ha
rinunciare al cibo quando non avete appetito? A cosa serve dare la vita a Dio
quando siete vecchi e tutte le energie sono state esaurite? La prova è
abbandonare il mondo quando l’appetito è in piena fioritura. Rinunciando a
tutte quelle cose che amate otterrete di più, molto di più di ciò che potreste
concedervi. Uno stomaco gonfio è una sensazione molto spiacevole. Quando
diventate magri mangiando poco e soffrendo di più, la mente diventa acuta. Un
nuovo tipo di comprensione sorge. Giunge una saggezza che trascende la
comprensione quotidiana. Comprenderete problemi di cui non avevate nessuna
esperienza. Un saggio occhio interiore che vede tutto lentamente, si apre. Può
esserci tristezza dentro, una tristezza che spezza il cuore e che fa apparire
leggeri e banali i fardelli delle altre persone; ma se volete fare qualcosa per
la vostra vita dovete esserne degni, allora le ricompense di Dio supereranno di
gran lunga i piccoli sacrifici.
Ora, tutto il mondo occidentale si sta ribellando. Perché, dicono, dovrei
essere leale verso ogni uomo o donna? Perché dovrei rimanere con mia moglie?
Perché dovrei rispettare i miei genitori? Io sono libero; io sono il mio
maestro. Ma non è che siamo moralmente obbligati ad essere fedeli. Se vogliamo
essere costanti nella meditazione, dobbiamo essere costanti nella vita
quotidiana. Se vogliamo essere unidirezionali nel sentiero spirituale, dobbiamo
essere incrollabili nelle emozioni. La mente è incostante. È come una moglie
infedele. Ci supporterà un giorno e tradirà il giorno dopo. Deve essere
allenata, come il guru allena il discepolo. Voi siete il marito e la mente è la
moglie. Savitri scelse Satyavan come suo marito anche sapendo che lui aveva
solo un anno di vita. Nel momento prestabilito, quando arrivò Yama e si portò
via la sua anima, ella lo seguì in mezzo alle giungle e ai deserti del Regno
della Morte. Non volle tornare indietro, andò avanti fino a che Yama,
intenerito, le restituì l’anima del marito. Allo stesso modo, per avere
successo nella vita spirituale dobbiamo essere impavidi e costanti. Se vogliamo
tornare alla sorgente e riavere la nostra anima perduta, dobbiamo essere pronti
a morire per questo.
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