Da “Teachings of Swami Satyananda Saraswati” Volume II
Swami Satyananda discute del significato psicologico e spirituale del
rapporto guru-discepolo, della pratica del satsang e dello stile di vita
yogico. Registrato in un satsang al Satyanandashram Barcellona, Spagna, nel
settembre del 1980.
Psicoterapeuta e guru hanno entrambi ruoli
importanti da interpretare. Dove il lavoro dello psicoterapeuta finisce, inizia
quello del guru. Quindi, invece di confrontarli, colleghiamoli.
Il guru non è uno psicoterapeuta, non è questa
la sua principale motivazione. Uno psicoterapeuta è una persona che vi aiuta ad
attraversare crisi particolari nella vita, mentre nella relazione con il guru
la psicoterapia è spontanea e continua. La relazione del guru con il discepolo,
la sua personale esperienza di vita e la sua conoscenza della natura della
mente sono tali che egli è, quindi, in grado di dare al discepolo una direzione
spirituale nella vita.
Questo è il motivo per cui, sin dall’inizio, sono
fissate certe regole e regolamenti. Non tutti possono diventare guru. Per
diventare guru dovrai essere, per prima cosa, un discepolo perfetto. Puoi
diventare docente o professore universitario senza essere stato prima uno
studente? Solamente leggendo qualche sutra, alcuni libri sullo yoga o
partecipando a qualche seminario qua e là, non dovresti pensare di essere un
guru qualificato.
Se uno psicoterapeuta cura la mente di qualcuno
e poi lo lascia lì, costui continuerà ad avere problemi. Certo, ad un certo
livello le malattie della mente devono essere curate, ma non c’è una fine ad
esse. Secondo la mia opinione, devono essere trascese più che curate. La mente
è una composizione di tre guna che la assalgono continuamente. Perciò,
un discepolo dovrebbe sviluppare nuovi strumenti di conoscenza ed esperienza
con i quali affrontare i problemi della mente.
In compagnia della verità
Allo stesso modo, non possiamo, in realtà,
equiparare il satsang con la terapia di gruppo, anche se spesso cerchiamo di
spiegare ‘satsang’ in questi termini. La radice sanscrita sat significa “realtà”,
“divinità” e “purezza”; rappresenta il Sé o Dio. Satsang non significa essere
in compagnia con molte persone, questo è sangha, che significa compagnia
o associazione. Satsang è essere in compagnia della verità.
Ci sono molti tipi di satsang. Potete chiudere
gli occhi e praticare satsang completamente da soli. Leggere un libro
spirituale che tratta il tema della realtà anche questo è satsang. Satsang
avviene quando siete con un gruppo e ascoltate la gloria dell’essere divino o
le vie di purezza e di auto-evoluzione. Ascoltare racconti delle vite di coloro
che hanno sofferto o che vivono per l’esperienza divina, anche questo è
satsang.
Nel satsang potreste praticare kirtan o
meditazione, ma questo non è satsang, sono solo modi di condurre satsang. Nel
satsang la cosa più importante è il movimento costante delle idee in relazione
con la realtà ultima, con la divinità o l’essere supremo.
Ci sono gruppi, con cui mi sono imbattuto in
questi ultimi anni, nei quali le persone si riuniscono per fare alcune pratiche
e per aiutare gli altri. C’è una spiegazione molto semplice e scientifica per
questo. Se mettete un orologio a pendolo insieme ad altri orologi più piccoli
noterete che, inizialmente, i movimenti dei vari pendoli non coincideranno ma,
dopo un po’ di tempo, tutti gli orologi seguiranno l’orologio a pendolo. Questo
esperimento è stato ripetuto molte volte. Allo stesso modo, quando suonate il
violino, tutti gli altri violini nella stanza inizieranno ad essere in
risonanza. Se ascoltate attentamente scoprirete che le vibrazioni del primo violino
iniziano a trasmettersi tramite i violini inattivi. La stessa cosa avviene
anche in un gruppo, quando le persone si riuniscono per aiutare gli altri.
Oltre la terapia
In India non c’è molto bisogno di queste
sessioni di gruppo perché la situazione sociale è ancora molto ben organizzata.
Se un gruppo di persone vive insieme in una famiglia unita o in un ambiente ashramico,
inizia a comprendere la natura della psicologia umana. Si ha l’opportunità di
vedere come si sta l’uno con l’altro. Si è in grado di valutare le varie menti,
le limitazioni e i difetti e questo è di grande importanza nella cultura
moderna.
In Occidente, in particolare nel ventesimo
secolo, la terapia di gruppo è diventata un fenomeno importante. Nell’ottocento
e nel novecento la situazione era differente; c’era più compattezza e stabilità
nella vita familiare e comunitaria. Ma negli ultimi centocinquanta anni la
struttura sociale si è pian piano deteriorata e, da allora in poi, è sorta la
necessità della terapia di gruppo.
Tuttavia, dobbiamo ricordare che la mente non è
la realtà ultima; c’è qualcos’altro oltre la mente. Parliamo solo in termini di
mente perché la mente sembra essere una barriera per molte persone. In realtà,
qualunque cosa facciamo nella vita spirituale non la facciamo per il benessere
della mente ma per scoprire lo spirito universale. Tuttavia, il sentiero della
psicoterapia può essere seguito solo fino ad un certo livello, si arriverà ad
un punto dove si dovrà andare oltre. La psicanalisi può, senza dubbio, essere
di grande aiuto fin ad un certo stadio di sviluppo ma poi, in realtà, diventa
una barriera che si deve trascendere.