lunedì 21 dicembre 2015
Il prana si può mangiare
Dr.
Swami Satyamurti Saraswati
Una mela sul ramo:
rosea e compatta, con una vivacità croccante che ha un alone quasi palpabile di
freschezza. Una mela al mercato: lucidata ma non luminosa, un po’ sfocata ai
bordi; senza nessun difetto, ma leggermente velata, come se il pulviscolo di
decomposizione fosse stato tolto. Qual è la differenza? Il prana, la vitalità, la forza vitale.
Il prana è l’energia che crea e costituisce l’intero universo. È
presente in tutto ciò che si muove e in tutto ciò che non si muove, ma è
potente soprattutto nelle cose vive, dal pesce al pollame, dalle piante
all’uomo. I veggenti videro il prana come
un gioco dinamico di colori che si aggirava intorno ad ogni essere senziente,
come un fulmine in una nube di tempesta, e lo chiamarono aura. Gli scienziati
lo chiamano bioplasma e misurano la sua sfera d’influenza proprio come
farebbero con un campo di forza.
Negli USA, i dottori
Burr e Northrop di Yale, hanno mappato e misurato le emanazioni di questo corpo
di energia, utilizzando dei sensibili voltometri. Uno dei loro classici
esperimenti è stato quello di connettere i voltometri su due alberi e
registrare le fluttuazioni nel loro campo L (n.d.t. ‘L’ come ‘life’, vita in
inglese) per alcuni anni. I ricercatori lavorarono con la fotografia ad alto
voltaggio di Kirlian, che aveva mostrato un largo interesse per le “aure” degli
alberi e delle piante e aveva raccolto un insieme d’informazioni sull’energia
biologica delle piante.
La dr.ssa Thelma Moss
riportò che le fotografie Kirlian di foglie fresche e vitali mostravano uno
schema di bolle e vene al loro interno e un bagliore radioso intorno alla
foglia stessa. Ogni specie ha un proprio schema, e la salute e la vitalità
della pianta si riflettono nella luminosità, nel colore e nel movimento dei
riflessi della luce.
Un famoso esperimento
stabilisce il collegamento tra l’emanazione catturata dalla fotografia Kirlian,
i campi-L e il prana. I ricercatori
tagliarono un terzo di una foglia, ma la foto mostrava la foglia intatta. Lo
schema energetico della foglia intera persisteva, come l’esperienza dell’arto
fantasma nel caso di un’amputazione, anche se più di due terzi della foglia
erano stati tolti. Dopodichè lo schema si sbiadì e la foglia morì. D’altra
parte, questo schema fantasma era impegnato nella “guarigione” della foglia
danneggiata: durante questo processo aree scure della foglia erano avvolte da
una nube rosea di fresca energia. Così il corpo bioplasmatico della pianta,
come nel campo-L di Burr, si propone come una matrice organizzata che determina
la natura e la salute dell’organismo, esattamente la stessa funzione che per
gli yogi è la principale
caratteristica del prana.
Non ci sono dubbi,
quindi, che le piante sono molto vibranti di prana, e ne “La vita segreta delle piante” gli autori, Bird e
Tomkins, hanno raccolto un’enorme mole di dati scientifici che, non solo
supportano quest’asserzione, ma dimostrano anche che le piante interagiscono
con gli altri organismi viventi, inclusi gli umani, a livello pranico.
È la dimensione pranica
dell’uomo, chiamata dagli yogi pranamaya kosha, che vitalizza il corpo
fisico. L’energia generata all’interno del corpo pranico, o bioplasmatico,
motiva la mente e mobilita la carne ed i veicoli del sangue. Attraverso questo
corpo sottile, siamo sensibili al gioco dell’energia nel cosmo, agendo e
reagendo ai campi pranici degli oggetti animati nel nostro ambiente.
Il fatto che le
radiazioni delle piante possano influenzare anche gli esseri umani, di solito,
è trascurato: nonostante che la tradizione della guarigione con le erbe ed i
fiori sia antica quanto l’uomo stesso, la maggior parte delle persone sono
totalmente cieche al potenziale pranico delle piante che usiamo come cibo. È in
questa connessione particolare che Tomkins e Bird forniscono dettagli sugli
sforzi pioneristici del biochimico Dott. Ehrenfried Pfeiffer. Pfeiffer fece un
test con le sottili forze dinamiche delle piante, degli animali e degli uomini
mediante dissoluzione di un estratto di materia vivente in una soluzione di
nitrato d’argento. Questa soluzione produsse degli schemi concentrici di colori
vivaci (come dei mandala) su della
carta da filtro, e un riflesso del flusso e dell’intensità della bioenergia
delle piante sotto osservazione.
Pfeiffer dimostrò come
la forza vitale pulsa dai cibi naturali, ma non dai minerali inorganici e dalle
vitamine sintetiche, che risultano essere praticamente morte. Ad esempio,
testando la vitamina C presente in alcune fonti naturali, come nella rosa
canina, stabilì che lo schema di vitalità era molto più forte di quello della vitamina
C artificiale (acido ascorbico). Il lavoro di Pfeiffer sostiene i cosiddetti
“avviatori della salute” impegnati affinché le necessità del corpo siano
soddisfatte con le vitamine e i minerali organici, che si trovano in modo
proporzionato negli alimenti naturali. Pfeiffer stabilì che i prodotti
sintetici hanno davvero un valore biologico inferiore. È citato da Tompkins e
Bird quando affermano: “Un organismo o un’entità naturale contiene elementi che
non possono essere riscontrati o dimostrati se si prende una parte
dell’organismo originale e si cerca di determinare i suoi componenti mediante
un’analisi. Si può, ad esempio, prendere un seme, analizzarne le proteine, i
carboidrati, i grassi, i minerali, l’idratazione e le vitamine, ma tutto questo
non dirà qual è il suo background genetico o il suo valore biologico”.
Quindi, come Tomkins e
Bird puntualizzano, sono stati sviluppati dei metodi per stabilire il valore
biologico o pranico del cibo. André Simenoton, un ingegnere francese, ha reso
ciò possibile, con l’uso di un semplice pendolo appeso ad una cordicella,
simile a quello usato dai rabdomanti per la rabdomanzia.
La rabdomanzia con un
bastone a forcella o un pendolo è stata praticata per migliaia di anni in tutte
le grandi civiltà, dalla Cina all’India antica, dall’Egitto alla Grecia fino a
Roma. In quest’era tecnologica ha ottenuto il consenso delle compagnie
minerarie internazionali che assumono rabdomanti per localizzare i siti per la
perforazione petrolifera e i depositi minerali. Scienziati dalla testa dura, russi
e americani, stanno impiegando il loro tempo e i loro talenti per delle serie
ricerche sulla rabdomanzia e sul come funzioni. Dopo che è stato ignorato per
anni, sembra che ora il lavoro di Simoneton stia riscuotendo un’attenzione di
tutto rispetto.
Le radiazioni sottili
emesse dalla materia organica influenzano il movimento del pendolo, causandone
il ritmo e la rotazione. Misurando la distanza dell’arco del pendolo, la
velocità e la rotazione, Simoneton fu in grado di misurare specifiche lunghezze
d’onda che indicavano la vitalità intrinseca e la relativa freschezza dei vari
cibi.
Sulla base delle sue
scoperte, Simoneton divise il cibo in quattro categorie generali. In una scala
da zero a 10.000 angstrom, scoprì che la lunghezza d’onda di base dell’uomo è
di circa 6.500 angstrom. I cibi che hanno delle lunghezze d’onda comprese tra
questo livello e i 10.000 angstrom, li definì di elevata qualità. In questa
prima categoria ci sono la frutta, le verdure fresche, i cereali integrali,
l’olio d’oliva, il pesce oceanico, i crostacei e i molluschi. Nella categoria
successiva, con radiazioni comprese tra 6.500 e i 3.000 angstrom, ci sono le
uova, l’olio d’arachidi, il vino, le verdure bollite, lo zucchero di canna e il
pesce cotto. Nella terza categoria, che è molto povera di radiazioni, sotto i
3.000 angstrom, ci sono la carne cotta, gl’insaccati, il caffe, il tè, il
cioccolato, le marmellate, il formaggio stagionato e il pane bianco. La quarta
categoria, praticamente, non presenta nessuna forza vitale e comprende la
margarina, le conserve, i superalcolici, lo zucchero raffinato e la farina
bianca.
Simoneton scoprì anche
che il cibo con una radiazione vitale dagli 8.000 ai 10.000 angstrom genera nel
pendolo una rotazione alla stupefacente velocità di 4/500 rivoluzioni al minuto
con un raggio di 80 millimetri. Quelli compresi tra i 6.000 e gli 8.000 lo
fanno ruotare a 3/400 rivoluzioni al minuto con un raggio di 60 millimetri. Mentre,
la carne, il latte pastorizzato e le verdure troppo cotte, che hanno un valore
inferiore ai 2.000, hanno troppa poca energia per far girare il pendolo.
Le ricerche di
Simoneton diedero un grande supporto a coloro che promuovevano una dieta
vegetariana basata su cereali integrali e verdure fresche, che sono i cibi che
contengono maggior forza vitale. Il grano, ad esempio, ha un valore di 8.500
angstrom che raggiunge i 9.000 se è cotto. Le verdure sono molto più radianti
quando sono fresche nell’orto, perdono circa un terzo della loro potenza quando
raggiungono il mercato e un altro terzo quando vengono cucinate. I tuberi fanno
eccezione, in quanto, spesso, vengono fortificati dalla cottura. Le patate, per
esempio, sono misurate a soli 2.000 se sono crude, ma quando sono bollite
raggiungono i 7.000 e i 9.000 se cucinate al forno. Le emanazioni dei legumi (dhal), dei piselli, dei fagioli, delle
lenticchie ecc., diminuiscono con l’essiccazione, ma registrano un sostanzioso
valore compreso tra i 7.000 e gli 8.000 quando sono freschi. La frutta è meglio
consumarla matura, perché il valore aumenta man mano che si avvicina alla
decomposizione.
Per quanto riguarda i
cibi carnei, Simoneton scoprì che sono praticamente privi di valore. La carne
ha vibrazioni solo di seconda classe e scende alla terza quando è cucinata.
L’eccezione riguarda solo il prosciutto crudo che è esaltato dal processo di
salatura e affumicatura. I prodotti del mare dovrebbero essere consumati crudi
per mantenere il loro pieno valore, altrimenti scendono alla seconda categoria.
Secondo i dati di
Simoneton, gli effetti della lavorazione del cibo sono disastrosi. Il latte ha
un valore di 6.500 angstrom quando è fresco, ma perde il novanta per cento in
ventiquattr’ore. Dopo la pastorizzazione non c’è praticamente più nessuna
radiazione bioenergetica. La stessa cosa si ha per i succhi di frutta e di
verdura pastorizzati, e per la frutta sciroppata. Il succo fresco della canna
da zucchero ha un dato di 8.500, mentre lo zucchero bianco raffinato scende a
1.000 o meno, e lo zucchero bianco granulare raggiunge lo zero. Altri cibi
lavorati come la margarina, l’alcool e la farina bianca hanno valori simili
alla materia morta.
La reidratazione,
d’altro canto, causa una piccola perdita di vigore. La frutta essiccata al sole
conserva la sua vitalità e, se messa in ammollo in acqua per ventiquattr’ore,
il valore radiante è maggiore di quando è appena raccolta. L’acqua normalmente
non è radiante, ma rispetto ad altri liquidi è capace di essere vitalizzata
dall’associazione con minerali, esseri umani e piante. Alcune acque, come ad
esempio la famosa acqua guaritrice di Lourdes, Simoneton le misurò ad un valore
superiore ai 14.000 angstrom.
Le ricerche di
Simoneton suggeriscono che per avere una salute ottimale occorre mangiare
verdure, cereali, frutta, frutta a guscio e altri cibi che emettono una
radiazione maggiore del valore dell’uomo. Ciò si accorda perfettamente con le
raccomandazioni degli antichi testi yogici e delle scritture delle maggiori
religioni. Le diete tradizionali che hanno nutrito l’umanità per secoli,
sebbene integrate molto occasionalmente da carne e pesce, si basano su cereali
e verdure. Accompagnati, ad esempio, dal pane integrale e dal formaggio per i
contadini europei; dalle olive, il pane e l’uva per i mediterranei; dalle
patate per gl’irlandesi; dal miglio e le arachidi per gli africani; dal riso e
le verdure per i cinesi; dalla soia per i giapponesi; da dhal e chapati per
gl’indiani.
Questa è l’era dei
superiori combustibili spaziali e dell’energia atomica, ma le persone soffrono
di crisi energetica: sono costantemente affaticate, in preda a tensione ed
ansia, malattie e depressione. Nonostante il fascino verso le diete e i “cibi
energetici”, l’uomo moderno ha perso la formula della vitalità fisica di base.
Le persone sembrano oscillare tra il completo disinteressamento per ciò che
mangiano e l’ossessione fanatica per le proteine, le vitamine, i minerali e le
calorie. Abbiamo dimenticato l’antica saggezza che riconosce che l’energia
proveniente dal metabolismo fisico deve essere completata della più sottile e
dinamica energia del corpo pranico.
Nello yoga il corpo fisico è noto come
l’aspetto più grossolano dell’esistenza umana ed è sostenuto dalla forma più
grossolana di energia: l’energia chimica contenuta nei cibi. Per questa ragione
è noto come annamaya kosha, “il corpo
cibo”. Quindi, a meno che non venga vivificato dal corpo pranico, è un semplice
involucro. Ciò che consideriamo essere i nutrienti del cibo non sono il nostro
vero nutrimento. Il nostro reale sostentamento è la forza vitale del cibo
stesso, ed i cibi con maggiore ed intensa energia vitale sono quelli che
provengono dalle piante e dagli alberi. La vera alchimia della digestione non è
la combustione delle sostanze chimiche, ma l’assorbimento da parte del corpo
pranico della scintilla vitale che è la vita stessa. Certamente, otteniamo prana ad ogni respiro di aria fresca, ma
quando ci sediamo per mangiare dovremmo pensare che abbiamo l’opportunità di
nutrire non solo il corpo fisico ma anche il corpo pranico. Questo è ciò che
Cristo sottolineò quando disse: “L’uomo non vive di solo pane”.
Guru Tattwa
Swami
Satyasangananda Saraswati
Io amo il mio guru
ma sono un cristiano e amo anche Gesù Cristo, per cui mi chiedo: chi è il mio guru? Sembra esserci una contraddizione.
C’è una contraddizione perché tu vivi sempre nel regno
della dualità. Guardi sempre alla dimensione fisica. Nell’essenza il guru non è un essere fisico, guru è un tattwa, un elemento, chiamato guru
tattwa. Così come hai i pancha tattwa,
i cinque elementi, hai anche un guru
tattwa. Hai dei tattwa elevati
che vivono in te, tattwa elevati e
molto più sottili di ciò che conosci, perché non hai la sensibilità. Il guru esiste già dentro di te, ognuno di
noi ha questo guru tattwa.
Conoscenza
Ajna chakra è dove il guru
tattwa si manifesta e rappresenta il libero fluire della conoscenza. La
conoscenza fluisce attraverso di te. Non devi leggere i libri, andare in
libreria o a scuola, la conoscenza è libera, perché fluisce tutt’intorno a te.
Ora non puoi afferrarla perchè non hai il ricettore, ma se in te si risvegliasse
il guru tattwa, allora la conoscenza
sarebbe raggiungibile. Potresti conoscere il passato, il presente e il futuro.
Potresti conoscere la storia, la geografia, la scienza, la matematica, che sono
delle conoscenze molto elementari.
Swami Shivananda insegnò kriya yoga a Swami Satyananda in cinque minuti. Swami
Niranjanananda non è mai andato a scuola, ma se parlassi con lui non ti
accorgeresti che non è mai andato a scuola. Quello è il guru tattwa. Non è un’entità fisica e non basta averlo svegliato
per essere un guru. Guru non è un certificato o un diploma,
non potete diventare guru
semplicemente perché lo volete. Se siete destinati a questo, accadrà nella vostra
vita. La conoscenza inizierà a fluire attraverso di voi quando sarete diventati
vuoti e, quindi, un canale utile per la conoscenza.
Quando Swami Satyananda era a Rishikesh, non sedeva a
studiare i Veda o le Upanishad o la Bhagavad Gita. Era solito lavorare come
facciamo noi in ashram, pulendo,
trasportando l’acqua, raccogliendo le foglie e assistendo i visitatori. Oggi,
però, egli è talmente pieno della conoscenza dei Veda e delle Upanishad che può
recitarli verbalmente. L’elemento guru
si è risvegliato in lui grazie alla sua dedizione, sincerità, al suo impegno,
alla fede e alla fiducia incrollabili e al servizio spirituale al suo guru. Egli è stato destinato a questo e
la conoscenza era ed è a sua disposizione.
Il guru fisico
Può accadere anche a voi, perché il guru tattwa è in ognuno. Pertanto,
quando domandate: “E’ Cristo il mio guru
o è Swami Niranjan?” Io potrei rispondervi che lo sono entrambi. Potete pensare
che Gesù Cristo sia il puro atma
dentro di voi e Swami Niranjan la persona con la quale potete comunicare,
parlare; perché è essenziale avere un guru
fisico a cui poter fare delle domande. Non avete raggiunto il livello in cui
potete semplicemente sedervi e sapere ciò che è giusto e quello che il guru vi sta dicendo. Non abbiamo
raggiunto quella frequenza mentale. Avete bisogno di sentirlo dalle labbra del guru. Ci sono molte domande che sorgono
nelle nostre menti e abbiamo bisogno di chiedere.
Certamente, se non avessimo bisogno di chiedere,
sarebbe molto meglio. È meglio raggiungere quella frequenza, ma molte volte
c’immaginiamo le cose. Pensiamo che il guru
ci abbia detto questo e facciamo dei viaggi mentali. È sempre meglio avere una
persona che possa chiarire questi problemi.
Tutti i guru sono connessi
Molte volte le persone dicono: “È Swami Shivananda il
mio guru ora, o è Swami Satyananda o
Swami Niranjan? Io ho preso l’iniziazione da lui ma ora non posso vederlo e non
posso chiedergli nulla!” C’è molta confusione. I guru sono tutti connessi e non vi è alcuna differenza tra loro.
Potrebbero essere in due corpi, ma hanno un’unica anima. Quando accade questo
si ha una trasmissione che è difficile da comprendere perché non ne abbiamo
fatto mai esperienza. Noi comprendiamo solo attraverso l’intelletto: se qualcuno
parla, allora comprendiamo. Nella trasmissione non c’è nulla di parlato:
qualcosa passa e voi lo ricevete. Il guru
diventa il medium della trasmissione. Ogni conoscenza può essere disponibile
per mezzo di lui, che sia nella forma di Cristo, Krishna, Rama o Swami
Satyananda. Dovete avere questa fede se avete accettato una persona come vostro
guru.
Non c’è posto per i dubbi
È meglio non avere un guru, se avete intenzione di dubitare. Una volta che scegliete
qualcuno come vostro guru, non c’è
posto per i dubbi. Il termine guru è
sacro in sé stesso. Il guru non è un
insegnante ma una persona che ha ottenuto un livello di consapevolezza e può
sapere molte cose di voi. È per una vostra necessità che il guru arriva a voi e vostro è il bisogno
di chiedergli qualcosa. Al guru non
serve sapere ciò che state pensando: può saperlo, se lo vuole. Egli non sta
seduto tutto il giorno cercando di sapere quello che state pensando, perché non
ne è interessato. Supponiamo che voi abbiate un problema e vi trovate a Londra,
in Italia o in Francia. Vi ricordate del vostro guru e lo pregate con sincerità e con tutto il cuore. Sicuramente
lui lo sentirà. Ma voi dubitate sempre e questo è il vostro problema. Di certo
se questa persona non riesce a sentirvi, non è un guru. Nel momento in cui dite ‘guru’,
accettate la realtà che egli può sapere tutto, perché non è la mente conscia
che conosce, ma un differente livello di consapevolezza.
Swami Satyananda, dice spesso: “Non mandatemi i vostri
problemi se volete le mie benedizioni.” La mente conscia non dà benedizioni: è
la consapevolezza più elevata che benedice e che può sapere ogni cosa.
Consciamente può non sapere ciò che state pensando ma la sua consapevolezza più
elevata registra tutto e ogni cosa da lì passa a voi. È un processo automatico.
Qual è il significato e l’importanza della diksha?
Il termine sanskrito diksha deriva dalla radice dik,
che significa direzione. Quando decidete d’iniziare il cammino spirituale,
dovete decidere che direzione volete prendere. L’iniziazione è intesa a questo
scopo: per dare una direzione da seguire alla consapevolezza. Quando decidete
di fare delle pratiche spirituali e vi sedete per la meditazione, cosa vedete
dentro di voi? Nulla, vuoto, oscurità e, poi alle volte, improvvisamente,
potete avere delle visioni e pensieri. In quale direzione state muovendo la
consapevolezza? Diksha è intesa per
darvi una direzione e un impulso.
È una cerimonia formale, è come quando decidete di
sposarvi e fate una cerimonia formale. Si passa attraverso quella cerimonia
formale, anche se si potrebbe semplicemente vivere con qualcuno, perché il
matrimonio dà una dedizione, un impegno, un senso e un significato. Ci sono
tantissimi mantra ma se ne scegliete
uno e non vi preoccupate dell’iniziazione, non avrete lo stesso risultato,
perché l’iniziazione vi dà una direzione, un impulso e formalizzandolo diventa
la vostra iniziazione personale.
Inoltre nella diksha
c’è un trasferimento d’energia dalla persona che dà la diksha a chi la riceve. C’è un trasferimento d’energia che vi aiuta
quando fate sadhana. È come un
impulso che va verso di voi e lo dovete afferrare, non dovete perderlo.
Quell’impulso cresce in voi mentre proseguite con la vostra pratica. Se siete
incurante di questo, lo perdete. Ci sono molte persone che prendono un’iniziazione,
ma non seguono la pratica, il sadhana,
perdendo così quell’impulso.
Il mantra
La diksha
più importante per la vita spirituale è l’iniziazione al mantra. Se avete questo, avete tutto; non avete bisogno di
nient’altro. Non avete bisogno di nulla dopo che avete avuto il mantra. Per la vita spirituale il mantra è essenziale ed è l’unica diksha. Se l’avete, potete considerare
d’avere tutto per l’evoluzione della consapevolezza o della coscienza.
Naturalmente, se volete condurre un tipo particolare di vita e desiderate
sviluppare determinati ideali, ci sono molte altre diksha disponibili.
Il mantra dà
movimento ed evoluzione alla consapevolezza. La consapevolezza è stagnante ed è
bloccata con le questioni della famiglia, del lavoro e con il godimento dei
sensi. È bloccata lì e non è in grado di uscirne fuori. Se volete muoverla da
lì, vi viene dato il mantra allo
scopo di spostare la consapevolezza e dargli una spinta, in modo d’avere un
diverso tipo d’esperienza rispetto a quelle che avete avuto fino ad allora.
Questo è quello per cui la diksha è
destinata.
-
Harrogate, Inghilterra, 16-19 Luglio 2009
La salute: l’elisir della vita
Dagl’insegnamenti di Swami
Shivananda Saraswati
L’intero
universo, dal sole più grande all’atomo più piccolo, è controllato da leggi.
Solamente l’uomo rompe e viola tutte le regole e le leggi. Egli trascura
volontariamente e ignora deliberatamente le leggi della salute e dell’igiene,
conducendo una vita di dissipazione e poi si chiede il perché soffre di
malattie e disarmonia. Ogni essere umano è l’autore della propria salute o
malattia. Le leggi della salute sono le leggi della natura e queste non possono
essere violate a piacimento.
La
salute: il primo requisito
Una
vita senza una buona salute è una condizione miserabile, anche se una persona è
il signore di tutta la terra. A cosa servono la ricchezza e i possedimenti se
non si gode di una buona salute? Senza la salute la vita non è vita. Se si ha
buona salute si ha speranza. Se si ha speranza si ha tutto. La buona salute è
un bene prezioso per il singolo individuo e per tutti. Si dovrebbe avere una
buona salute fisica e mentale.
Anche
per gli scopi spirituali una buona salute è il prerequisito. Senza una buona
salute non potete penetrare nelle profondità nascoste del vasto oceano della
vita interiore e raggiungere la più elevata beatitudine della vita. Senza una
buona salute non potete dichiarare guerra ai sensi turbolenti e alla mente
rumorosa. Nelle scritture si afferma che questo corpo è una barca con cui
attraversare l’oceano del samsara,
uno strumento per fare azioni virtuose e raggiungere moksha. Esso deve essere mantenuto pulito, forte ed in salute.
Questo corpo è un veicolo per portarvi alla meta. Se si guasta, non potete
raggiungere la destinazione.
La
salute è uno stato positivo
La
salute è uno stato in cui si dorme bene, si digerisce bene il cibo, ci si sente
bene e si è liberi da ogni tipo di disturbo e malessere. Quando siete in uno
stato di perfetta salute, tutti gli organi – il cuore, i polmoni, il cervello,
i reni, il fegato, gl’intestini – lavorano in perfetta armonia e adempiono alle
loro funzioni in modo soddisfacente. Una persona sana sorride, ride ed è
allegro e felice. Adempie i suoi compiti quotidiani con facilità e comodità.
Una persona sana è in grado di lavorare per molto tempo senza affaticarsi.
Possiede il più alto tipo di efficienza fisica e mentale. La salute è uno stato
positivo. Non è semplicemente l’assenza di malattia. Una persona sana può fare
maggiore lavoro fisico e mentale. Può praticare una buona meditazione per un
lungo periodo di tempo. La salute è un vostro diritto di nascita, non la
malattia. È naturale, così come lo è l’essere nati.
Come
poter essere sani
Siate
sobri e moderati. Il sole e l’aria aperta sono i vostri migliori dottori.
Mangiate cibo semplice. Non mangiate mai troppo. Fate una sufficiente attività
fisica. Se non vi sentite bene, digiunate finchè non starete di nuovo bene.
Divenite il vostro medico. Aiutate la natura, non forzatela. Permettete alla
natura di curarvi. La natura è il miglior agente guaritore. Le medicine e i
dottori aiutano solo la natura nel suo lavoro di recupero. Bevendo acqua pura,
mangiando cibo puro e sano, osservando le leggi della salute e dell’igiene,
praticando una regolare attività fisica e facendo dei bagni caldi al mattino,
praticando japa e meditazione,
vivendo rettamente, pensando rettamente, agendo rettamente, mantenendo una
retta condotta, vivendo all’aria aperta e al sole per un po’ di tempo ogni
giorno, potrete avere una salute meravigliosa, vigore e vitalità.
La
salute e la dieta
Il
segreto per essere sempre sani e felici è l’essere sempre un po’ affamati. Non
sovraccaricate lo stomaco. Il mangiare troppo è la causa principale delle
maggiori malattie. La stragrande maggioranza delle persone si scava la tomba
con i denti. Non viene dato nessun riposo allo stomaco. Anche se ci vantiamo di
essere civilizzati, quando arriva lo stimolo della fame, facciamo molti e
impercettibili errori. Generalmente, le persone mangiano il doppio di quello
che è l’esigenza del sistema e ciò ostacola l’eliminazione, l’assimilazione e
la crescita. Tutti gli organi sono sovraccaricati e si ammalano velocemente.
Per questo, evitate di eccedere nel cibo e osservate una perfetta moderazione
nella dieta.
Il
giusto tipo di cibo è la cosa più importante. Abbiate una buona conoscenza
della dieta e della nutrizione. È possibile creare una costituzione sana. La
metà delle malattie di tutto il mondo sono causate dallo squilibrio della
dieta. Non ci sono misteri riguardanti la dieta. Si può apprendere molto
facilmente. Una dieta corretta è il fattore fondamentale nel mantenimento di
una perfetta salute e del più elevato livello di vitalità. Il buon cibo non è
costoso. Una dieta ben bilanciata non è costosa. È la conoscenza dei dietologi
che ci manca. Mangiate moderatamente ciò che sapete, per esperienza, essere
buono per voi e digeribile. Una dieta semplice è la migliore.
La
necessità dell’attività fisica
L’attività
fisica è necessaria in ogni momento della vita, in particolare durante la
fanciullezza e nella prima età adulta. È essenziale per mantenere una buona
salute, forza, vigore e vitalità. L’attività fisica conserva il giusto tono nel
corpo. Dà efficienza generale al corpo ed alla mente, insieme ad un migliore
spirito sociale e di collaborazione con gli altri. Imparate a controllare il
lato debole della vostra natura e date piena libertà allo spirito migliore
presente in voi. L’attività fisica controlla la crescita eccessiva e favorisce
lo sviluppo delle persone deboli. Ripristina rapidamente la salute nei convalescenti.
Durante la crescita corregge le deformità. Rimuove la debolezza e l’obesità.
L’attività
fisica è essenziale per i vari organi del corpo per funzionare semplicemente ed
efficacemente. È necessaria per promuovere la formazione o la riparazione dei
tessuti e per stimolare la domanda d’ossigeno, necessaria per l’utilizzazione
del cibo. Senza l’esercizio fisico non c’è salute. L’intero sistema si
rifiuterà di funzionare. Lo stomaco non digerirà il cibo nel modo appropriato e
gl’intestini si rifiuteranno di funzionare efficacemente. Il sangue sarà pieno
di sostanze tossiche.
Il
cuore non può lavorare in modo efficiente senza un preciso esercio fisico.
L’esercizio fisico regolare spingerà il sangue più vigorosamente. I polmoni
prenderanno più aria con dei respiri profondi. Il torace si espanderà. Maggiore
aria sporca e utilizzata sarà espulsa. Quando l’azione del cuore è migliorata
dall’esercizio fisico, la congestione locale svanisce. Il sangue è distribuito
equamente e la circolazione del sangue nei polmoni è migliorata. La quantità di
ossigeno inspirata e di anidride carbonica espirata è notevolmente aumentata. È
meglio fare esercizio fisico all’aria aperta perché si prende maggiore ossigeno
per purificare il sangue. L’attività fisica dà un colorito sano a tutto il
corpo. Creando un maggiore e rapido aumento della circolazione del sangue, i reni,
i polmoni e la pelle, che espellono i materiali di scarto, sono stimolati.
Assolvono alla loro funzione di pulizia in modo più energico ed efficiente.
L’esercizio muscolare ha un effetto benefico sul corpo nel suo complesso.
Rimuove la costipazione e stimola la regolare peristalsi intestinale. Conduce
ad una migliore efficienza mentale e di prestazione. Riduce e regola la
temperatura.
Si
dovrebbe avere un corpo ben sviluppato senza grasso. Il grasso ostacola il
lavoro a causa del peso eccessivo, dando luogo ad ulteriore produzione di
calore durante le azioni e affaticando maggiormente a causa dell’accumulo di
materiale di scarto. Riducete la massa grassa con esercizi regolari e
sistematici.
L’esercizio
fisico dovrebbe essere regolato ed adattato alle necessità e alle capacità del
corpo. Un’attività fisica violenta dovrebbe essere evitata. È meglio fare degli
esercizi fisici graduali. Ogni muscolo del corpo dovrebbe essere coinvolto. Non
andate oltre le vostre capacità. Se sentite fatica, riducete il numero degli
esercizi e il tempo di esercitazione. Dovrebbe esserci un’ideale euforia di
spirito dopo l’esercizio. Un esercizio poco frequente e pesante può fare più
male che bene. La quantità di esercizio deve essere regolata in base all’età,
allo sviluppo fisico ed alle capacità dell’individuo.
Asana
di yoga ed esercizio fisico
I
comuni esercizi fisici sviluppano solo i muscoli superficiali del corpo. Le asana dello yoga sono destinate all’esercizio profondo degli organi interni.
L’esercizio fisico richiama fuori il prana.
Le asana indirizzano e distribuiscono
il prana in tutto il corpo. Le asana sono molto più di semplici esercizi
fisici. Conferiscono equilibrio mentale, aiutano a controllare le emozioni e
danno benefici spirituali. Non praticate asana
e pranayama per aumentare i muscoli.
I muscoli non danno salute mentale. Un lavoro armonioso delle ghiandole
endocrine e degli organi interni e, maggiormente, del sistema nervoso e della
mente è ciò di cui avete bisogno, ed è ciò che una regolare pratica di asana e pranayama vi daranno.
Una
buona salute è la base del successo nello yoga
e nelle attività spirituali. Le Nazioni fioriscono solo se sono sane. La
ricchezza è inutile senza la salute. La natura cerca di mantenerci in salute,
ma noi violiamo le sue leggi. Se volete una salute radiosa, ritornate alla
natura. Avvaletevi delle proprietà curative della natura. La natura è il
miglior agente curativo.
La terapia dello yoga
Swami
Satyananda Saraswati
Discorso
tenuto al Primo Convegno Internazionale sullo Yoga alla Bihar School of Yoga il
4 novembre 1964. Pubblicato originariamente in “Yoga”, volume 3, n.2 del 1965.
Per la maggior parte
delle persone lo yoga è sinonimo di
miracolo, di imprese soprannaturali di resistenza, ecc. Se lo yoga fosse questo, non sarebbe di alcuna
utilità per l’umanità. Lo yoga è una
scienza e, come tutte le altre scienze, ha un ruolo benefico ben preciso da
giocare per il benessere del genere umano. Questo ruolo benefico è la terapia
dello yoga. L’uomo medio è tutt’altro
che perfetto e, a causa dei suoi difetti, si crea una vita miserabile, per sé
stesso e per le persone a lui vicine e care. I moralisti e gl’insegnanti di
religione hanno cercato di migliorare gli esseri umani senza ottenere successo.
I precetti morali arrivano all’intelletto, ma non possono penetrare il
subconscio e le regioni in cui i samskara
del passato e del presente giacciono sepolti. Pertanto, lasciate da parte i
libri sulla morale e provate un metodo diverso, il metodo dell’auto-guarigione
attraverso lo yoga. Lo yoga è un strumento che porta allo
sviluppo fisico, mentale, emozionale e spirituale, in quanto migliora, rafforza
e sviluppa sia la personalità fisica sia quella mentale. Tutti vogliono un
corpo ed una mente in forma ed efficienti. Ricordate che la mente ed il corpo interagiscono
l’una sull’altro. I disturbi mentali causano disturbi fisici, e viceversa.
Consentiamo ai nostri sensi di correre qua e là, verso il raggiungimento della
soddisfazione fisica. C’identifichiamo troppo con il corpo e ciò porta a
nevrosi e frustrazioni.
Lo yoga offre un rimedio per la ricostruzione della nostra
personalità. Ritirando i sensi dagli oggetti e andando all’interno, verso la
camera di mezzo, al subconscio della psicologia. Quando entrate in contatto con
il subconscio tramite una regolare meditazione, i samskara che lavorano in profondità vengono in superficie uno dopo
l’altro, e lentamente se ne vanno.
Questo processo è
totalmente in accordo con la psichiatria moderna, con un’importante differenza:
qui siete voi il vostro psichiatra. Potete solo immaginare i benefici di questa
terapia sugli studenti con, di tanto in tanto, i loro scatti d’indisciplina e le
intemperanze! Non si può incolpare l’atmosfera o la società per il loro
comportamento. Gli date degli insegnamenti fisici ed intellettuali ma
trascurate le loro menti. La religione non può occuparsi dell’educazione
mentale. Non sono contrario all’educazione religiosa ma, come tutti sapete,
nonostante i precetti morali, i bambini continuano a rubare, a dire bugie, ecc.
e, nel tempo, la loro personalità stenta a svilupparsi.
Lo yoga, perciò, è la via giusta per coloro che vivono nel mondo e che
hanno necessità di migliorare la personalità, che devono affrontare i
cambiamenti della vita ed hanno tensioni da superare. Lo yoga prevede un trattamento psicosomatico per le moderne malattie.
La meditazione profonda, la psicologia profonda, vanno in profondità, all’interno
ed in contatto con il subconscio. Ricordate la preghiera: “Guidaci verso la
luce, in mezzo al buio che ci circonda.” È la luce interiore che, quando
contattata, rimuove le pene esterne.
Dovrebbero essere fatti
degli esperimenti scientifici sui diversi kriya
dello yoga, in modo da adattarli alle
attuali necessità. Yoga nidra è
benefico per vari tipi di nevrosi. Trataka
è ottimo per l’insonnia. Ajapa japa
riduce l’ipertensione. In ujjayi la
pressione sanguigna, gradualmente, si abbassa. Kapalbhati rimuove le impurità dal sistema; jalandhara bandha migliora i disturbi cardiaci; shankhaprakshalana stimola le funzioni
del pancreas e tonifica l’intero sistema. Io sono un visionario e penso che
questi kriya dell’hatha yoga che ora sono praticati dai sadhu, dovrebbero avere un posto d’onore
in ogni casa.
La scienza della
psicoterapia era nota agli yogi in
India secoli fa, molto prima che in Occidente diventasse un culto. I nostri yogi hanno prestato molta attenzione
alla mente. Sapevano che la lussuria, la rabbia, l’avarizia, ecc. non sono
nient’altro che chitta vritti, modificazioni mentali. Questo è
il mio concetto di yoga
psicosomatico. Io sono un sadhu e voi
siete persone di mondo. Se io ho bisogno dello yoga, voi ne avete più bisogno di me con tutte le tensioni mondane
che vivete. Insegnate ai vostri figli queste pratiche di yoga e i loro squilibri spariranno. Lo yoga è un patrimonio inestimabile. Se non si fanno degli sforzi per
mantenere questo patrimonio, sarà perso per sempre. L’attuale civiltà ha reso
l’uomo anormale. Malato mentalmente e fisicamente. Si stringe nel dolore e cova
pensieri malinconici. Se ora è così, cosa accadrà alla futura generazione? La
medicina non offre nessuna cura. Solo attraverso lo yoga e la meditazione possiamo eliminare le tensioni mentali,
fisiche ed emozionali e liberare il mondo dalle sue malattie.
Lo yoga e l’ecologia
Swami
Niranjanananda Saraswati
Il tema dell’ecologia
non esiste in modo isolato. È collegato all’economia e all’industria e, per
questa ragione, è molto difficile per le persone del mondo d’oggi divenire
consapevoli dell’ambiente. A livello sociale, l’ambiente è connesso
all’industria e al commercio. A livello individuale, è connesso al modo in cui
l’individuo percepisce l’ambiente in cui lui, o lei, vive. Ogni individuo
collega o isola sé stesso/sé stessa dalla natura in base alle proprie
costrizioni e necessità.
Lo stile di
vita è la chiave
Il rapporto che abbiamo
con la natura è collegato al nostro atteggiamento verso la vita in generale, se
siamo felici e contenti o insoddisfatti ed infelici, con il nostro stile di
vita. Ciò riflette il modo in cui vediamo il mondo intorno a noi e se lo
rispettiamo o lo maltrattiamo.
Yama e niyama dello yoga sono
indicativi di quest’interazione tra l’interiorità dell’individuo, le leggi
della natura e il Divino. Shaucha, ad
esempio, che è definita pulizia, non è solo personale, ma anche ambientale. Non
è solo igiene, ma è responsabile dell’espressione e dell’esperienza della
bellezza nella propria vita ed anche nell’ambiente. La bellezza fa nascere la
gioia e la felicità, che sono il risultato della bellezza stessa.
Se un giardino è bello,
crea anche un cambiamento nell’atmosfera e nell’ambiente. Quando passeggiate
nel giardino, il vostro spirito si eleva. La bellezza del giardino è fisica ma,
allo stesso tempo, ha anche un impatto sull’ambiente e sullo stato mentale. Se
sorgesse la consapevolezza di essere responsabili del fare della propria casa,
dell’ambiente e del mondo dei luoghi bellissimi, si sarebbe fatto il primo
passo verso una corretta integrazione con la natura. È la comprensione della
relazione dell’individuo con la natura, da un lato, e con il Divino,
dall’altro, che può rendere il tutto ecologico.
Ci sono varie
dimensioni nell’ecologia, materiali e spirituali. Nessun individuo può fare la
differenza nella dimensione materiale dell’ecologia, specialmente quando ci
sono interessi industriali e commerciali. Per fare qualcosa si dovrebbe
cambiare l’intera struttura legale e politica della società. Quindi, ci sarà
sempre sfruttamento. Il cambiamento può avvenire solo nel nostro personale
stile di vita. Un cambiamento nell’atteggiamento e nell’interazione
dell’individuo con la vita è l’unico approccio per cambiare il modo di
comprendere il mondo e il suo ecosistema.
La scienza dell’ecologia
è strettamente collegata alla società umana, alle sue esigenze e alle necessità
dell’industria e del commercio. La componente umana, la comprensione della
partecipazione e del coinvolgimento dell’uomo nella natura, è relativamente
molto scarsa. Ci vediamo ancora al di fuori dall’ecologia e dall’ecosistema da
cui dipendiamo. Ci sono centinaia di raduni ambientalisti ogni giorno che
coinvolgono migliaia di persone che, però, non intaccano le politiche
perseguite dalle industrie, dal commercio e dai governi. Questo può essere
visto a livello globale.
L’interdipendenza
di tutte le specie
L’ecologia è lo studio
di come le differenti specie ed aspetti della natura possono lavorare insieme e
supportarsi a vicenda. Secondo delle stime antiche, ci sono 8.400.000 specie in
natura. Sin da quando gli scienziati hanno iniziato a registrare le varie
specie, si è scoperto che approssimativamente 1.500 specie si estinguono ogni
anno, specie nel mondo delle piante, degli animali, degl’insetti e dei batteri.
A tutt’oggi sono state registrate dagli scienziati solo 200.000 varietà di
specie.
Nella tradizione vedica
si afferma chiaramente che la vita di ogni specie serve per il benessere di
tutte le altre. Tutte le 8.400.000 specie del pianeta vivono le une per le
altre, tranne una. Una specie vive per sé stessa e questa è la specie umana. Se
la specie umana vivesse anche in sintonia con le leggi della natura e in
armonia con le altre specie, il pianeta diverrebbe un posto molto diverso nel
quale vivere. Qui è dove il punto di vista yogico sull’ecologia lentamente
inizia a svilupparsi.
C’era un tempo in cui
anche gli esseri umani difendevano la natura ed il pianeta. Secondo la
tradizione vedica i cadaveri dovevano essere bruciati, non sepolti. Questa non
è una credenza religiosa o culturale. La tradizione vedica è contraria alla
sepoltura perché i corpi sono soggetti a differenti tipi di malattie. Quando si
muore per una malattia, i virus e i batteri rimangono vivi nel corpo. Se il
corpo viene bruciato, si distruggono anche le malattie, ma se il corpo viene
sepolto, questi virus e batteri si diffondono nel terreno e inquinano l’acqua,
gli alberi e le piante, rendendo l’ambiente inquinato e malato, contaminando,
infine, anche il cibo che mangiamo.
In base alla tradizione
vedica solo gli yogi ed i bambini
piccoli possono essere sepolti. Il corpo dei bambini piccoli è puro. Gli yogi lo hanno reso puro attraverso il
sadhana. Quindi, non c’è nessun male in loro che debba essere bruciato, mentre
tutti gli altri devono essere bruciati. Si tratta di una pratica e di una
credenza ecologicamente consapevole.
Nel cristianesimo e
nell’islam questa credenza non esiste per differenti ragioni. Queste due
religioni si sono sviluppate in luoghi aridi e nei deserti desolati del Medio
Oriente. Non c’erano alberi e, quindi, non c’era legna, perciò i cadaveri
venivano sepolti sotto la sabbia. La qualità della sabbia e l’intensità del
sole del deserto sono tali che quando la sabbia diventa bollente è come una
fornace. Ogni granello di sabbia può raggiungere un elevato grado di calore. Se
un corpo viene sepolto nella sabbia, il corpo stesso con i suoi virus e batteri
viene distrutto dall’estremo calore. Il terreno, invece, mantiene molto meno
calore. Se un corpo è sepolto nel terreno, i batteri si diffonderanno.
Nella nostra ignoranza
abbiamo incorporato certe tradizioni nei sistemi religiosi creando così
situazioni in cui un corpo non può essere bruciato per motivi “religiosi”.
Questo è l’apice dell’idiozia umana.
I benefici di
uno stile di vita naturale
Ci sono molte altre
regole seguite nella tradizione vedica che fanno parte dello stile di vita e
mostrano attenzione all’ambiente. Quando una cultura segue una regola creata
con comprensione delle leggi della natura, allora quella cultura potrà
sopravvivere a qualsiasi sconvolgimento della natura, non importa quanto grande
possa essere la distruzione.
Alcuni anni fa fu
condotto uno studio comparativo del potenziale agricolo degli Stati Uniti
d’Ameria, con una popolazione di 200 milioni di persone e dell’India, con una
popolazione di 900 milioni. Prendendo in esame il sistema di produzione
agricolo di quel periodo e l’uso di prodotti chimici, è stato stimato che gli
USA hanno la potenzialità di soddisfare alle esigenze alimentari dell’intera
popolazione del mondo per 50 anni, con la forza del loro territorio. In India,
dove all’epoca vivevano 900 milioni di persone in un territorio di dimensioni
molto più piccole rispetto agli USA, è stato valutato che le terre agricole
hanno la potenzialità di nutrire il mondo intero per 300 anni. Perché?
L’America è uno Stato giovane, ha circa 400 anni. Non sappiamo quanti anni
abbia l’India ma, a rigor di logica, la fascia equatoriale sarebbe stata
popolata da quando gli esseri umani hanno fatto la loro prima comparsa su
questo pianeta.
La differenza è nello
stile di vita. Se poteste adottare uno stile di vita naturale, vivendo in
sintonia con le leggi della natura e cercando di non alterare le condizioni
naturali, allora avreste maggiore consapevolezza ecologica. Quando fa freddo,
indossate un maglione. Quando è caldo, vi togliete i vestiti. Ma se cercate di
riscaldare una stanza o un edificio con mezzi artificiali, gli agenti chimici
inquineranno l’atmosfera, così come sta accadendo con il buco dell’ozono
causato dall’uso di aerosol e di gas CFC nei condizionatori e congelatori.
Quindi, maggiori lussi e comodità vanno contro la natura.
Perché non si può fare
a meno di comodità momentanee? Queste comodità sono necessità artificiali, non
sono veri bisogni. Le necessità artificiali incrementano l’industria e il
commercio. Potete cucinare il cibo in modo semplice, come si fa nella cucina
del nostro ashram, con carbone e
legna, o potete acquistare un microonde per avere il cibo pronto velocemente.
Cosa accadrà dopo? Diverrete consapevoli di non avere abbastanza tempo e di
avere bisogno di fare le cose il più velocemente possibile.
Le persone hanno molti
problemi che riguardano la gestione del tempo, soprattutto nei paesi moderni ed
industrializzati. Lavorano molto duramente per soddisfare le richieste dei
bisogni artificiali. Potete vivere senza microonde. Infatti, il cibo ha più
sapore senza il suo uso. Il gusto, la salute e molti altri benefici sono
sacrificati per amore di un pasto veloce.
Cucinare è una gioia.
Sedetevi, pelate e tagliate le verdure. Immaginate il modo in cui preparate il
pasto. Il flusso d’informazioni provenienti dalle verdure a voi e il flusso
della vostra interazione con la materia organica è una relazione bellissima. Se
non riuscite a dedicare un’ora al giorno alla cucina, avete perso la gioia del
vivere. Se non riuscite a fare un bagno freddo in inverno senza pensare: “Oh,
vorrei dell’acqua calda!” non potete assaporare la gioia che quell’acqua fredda
dà, migliorando la salute, la resistenza e il sistema immunitario del corpo.
GOD:
Generazione, Organizzazione e Distruzione
Con tutti i movimenti
ambientalisti e le teorie, una cosa è certa. La coscienza cosmica è molto più
consapevole della crescita e della distruzione, rispetto all’intera popolazione
umana. Se c’è uno squilibrio da qualche parte, la coscienza della natura se ne
occupa prontamente. L’unico modo che ha per sistemare la cosa è la creazione
della distruzione. Questo è il concetto della trinità: GOD (n.d.t. ‘Dio’ in
inglese), Generazione, Organizzazione e Distruzione; Brahma, Vishnu e Shiva.
La generazione e la
creazione sembrano essere completate a livello fisico grossolano, ma, in quello
sottile, la generazione continua. Si ha l’organizzazione, il mantenimento e la
continuazione. In realtà, gli esseri umani sono parte integrante della coscienza
di Vishnu: la cura, il mantenimento e il nutrimento. Non abbiamo la coscienza
di Brahma, quest’aspetto di Dio, in noi. Noi siamo nella coscienza di Vishu, la
O di ‘God’. Un incontro con Shiva è come un incidente. I terremoti, le tragedie
e la morte sono l’incontro con D, che è Shiva. Ogni volta che abbiamo un
qualche incontro con D (la distruzione), si presenta come un grande shock per
il nostro sistema.
Quindi, dal punto di
vista cosmico, noi siamo nella coscienza di Vishnu ed al livello di tamas. Non vogliamo cambiare. Ci
sconvolgiamo e ci arrabbiamo quando incontriamo la natura rajasica di Shiva,
che arriva e pulisce tutto, arriva e distrugge ogni cosa, in modo che possa
avvenire una rinascita. Questo è il modo in cui la natura guarisce e rinnova sé
stessa dagli effetti della razza umana.
Ganga Darshan, 9 Gennaio 1999
Esperienze di Yoga in India, in Ashram, con il Guru
Swami
Chidprakash Saraswati
Nel gennaio del 1980, non ancora diciottenne,
iniziai a praticare yoga e
nell’ottobre dello stesso anno feci il primo viaggio in India. Fu un viaggio a scopo
turistico della durata di quarantacinque giorni e visitai Mumbai, Goa ed il
Rajasthan.
L’impatto con l’India
non fu dei migliori: la lasciai arrabbiato. Durante la permanenza litigai con
diverse persone, il cibo per me era troppo speziato e la maniera in cui
vivevano gli indiani mi sembrava assurda e incomprensibile. Mi ripromisi che
non sarei mai più tornato in un Paese del genere!
A quei tempi non
conoscevo nulla del mondo dello yoga
e nemmeno m’interessava approfondire l’argomento. Ignoravo, perciò, totalmente
che in quello stesso anno, nel mese di aprile, Swami Satyananda visitò per la prima volta l’Italia e venne nella
cittadina di Numana, in provincia di Ancona, a pochi chilometri dalla mia
abitazione.
L’anno successivo, sempre
per turismo, andai a Sri Lanka e questa volta mi trovai molto bene. Dopo
quindici giorni che mi trovavo là, all’improvviso sentii una grande nostalgia
per l’India, a tal punto che avrei voluto cambiare il biglietto aereo ed
andare. Questo, però, non fu possibile. Rimasi molto stupito di questo evento
interiore che mi trovai a vivere: per quindici giorni mi sono sentito “in
pena”, c’era come un fuoco dentro di me, una smania, che mi spingeva fortemente
a voler tornare là, in India, senza un’apparente e razionale motivazione.La
sensazione che provavo era simile a quando ci si trova vicino alla persona
amata, ma non è possibile raggiungerla.
Tornato in Italia
ripresi la routine quotidiana: vari lavoretti, studio e pratica di yoga. La pratica di yoga divenne costante, quotidiana, e ne ebbi da subito molti benefici,
sia livello fisico sia mentale.
Mi avvicinai allo yoga dopo aver abbandonato il mondo
dell’atletica in cui ero impegnato dall’età di dodici anni. Nel 1979, dopo
quattro anni d’intensa attività sportiva decisi di abbandonare, nonostante
avessi un discreto successo, a causa di troppi impegni quotidiani: studio,
allenamenti e aiuto alla mia famiglia a causa di una malattia di mio padre.
Così, dopo un anno
d’inattività, mi ritrovai con il collo rigido, dolorante e frequenti mal di
testa. Iniziai così a frequentare un corso di yoga e, seguendo i consigli dell’insegnante, iniziai a praticare surya namaskara tutte le mattine. Dopo
un solo mese di pratica, ogni dolore svanì e da allora surya namaskara è diventata una delle mie pratiche quotidiane.
L’anno successivo
cambiai scuola di yoga, ma non mi
trovai bene, così decisi d’interrompere la frequenza ai corsi, ma non la
pratica quotidiana. Via via che praticavo, riscontravo sempre più benefici a livello
fisico e mentale e dopo qualche anno nacque dentro di me una necessità che
andava al di là del piano esteriore: sentii la necessità di trovare una guida,
un maestro, un guru. Quindi, nel
novembre del 1983 partii per l’India per un viaggio di sei mesi, con il
proponimento di trovare il mio guru.
Non racconterò nei
particolari quest’esperienza, che è molto personale; posso solo dire che lo
trovai! Non aveva una forma fisica, era qualcosa d’interiore: era una voce che
mi parlava e mi diceva tutto ciò che dovevo o non dovevo fare. Quando seguivo
la voce, tutto andava bene, anche nelle situazioni più assurde. Mentre quando
non l’ascoltavo, incontravo sempre problemi e difficoltà.
Mi sentivo in una sorta
di “stato di grazia”; ora posso dire che in me era sorto “santosha” (all’epoca non sapevo si chiamasse così): in me vi era
una grande contentezza interiore, senza che vi fosse una motivazione razionale.
Questa voce mi
accompagnò per tutti i sei mesi in India e i sei mesi successivi in Italia poi,
ad un certo punto, svanì.
In quel periodo, in
Italia, frequentavo delle persone di Ancona che di tanto in tanto partecipavano
a dei seminari di yoga a Torino
presso un’associazione di yoga
tradizionale ed un giorno mi mostrarono la foto di Swami Satyananda.
All’epoca vivevo in
campagna a pochi chilometri da Ancona ed una notte, la donna che a quel tempo
era mia moglie, fece un sogno: vide Paramahansa
Satyananda vestito con l’abito tradizionale, dothi e kurta di colore gheru, in cima alla salita della
stradina che portava alla nostra abitazione che, sorridendole, le disse: “Good
morning!”. Il pomeriggio del giorno dopo, con somma sorpresa e senza alcun
preavviso, i due amici vennero a casa da noi insieme a Swami Anandananda. Era
fine agosto o inizio settembre del 1985…e la storia ebbe inizio da quel giorno…
Iniziai a frequentare
Satyananda Ashram Italia a Torino, a Montebello di Bertona (PE) e poi a
Montescudo dove contribuii, nei momenti liberi, alla sua costruzione.
Nel 1987 conobbi Swami
Satyananda a Munger e poi lo rividi nel 1993, nel 2001 e nel 2004. Nel 2009
arrivai troppo tardi…era già partito o, meglio, era già entrato in ognuno di
noi…
Seppure fisicamente
l’abbia incontrato pochissime volte, la mia percezione è d’essere stato in
contatto con lui per molto tempo; molto di più di quello che effettivamente è
stato!
Difatti, anni fa, per
rispondere ad una persona che mi chiese quante volte avessi visto Swami
Satyananda, ho dovuto fare uno sforzo enorme per risalire all’esatto numero
degl’incontri.
Nonostante la mia
permanenza in ashram sia stata sempre
breve, una o al massimo tre settimane consecutive e i darshan di Paramahansaji fugaci, l’effetto che tutto ciò ha avuto
su di me è stato, ed è tutt’ora, quello di una profonda e radicale
trasformazione.
Trasformazione
interiore con ripercussioni anche sul piano fisico, mentale ed emozionale che
si sono manifestate nel corso degli anni con vari avvenimenti e situazioni che
hanno modificato profondamente il mio modo di essere e di sentirmi in questo mondo.
Alla fine del 2009
tornai in India, da dove mancavo dal 2004, e visitai gli ashram di Rikhia e di Munger. Da quell’anno in poi, a tutt’oggi,
sono tornato in India praticamente ogni anno.
Dalla mia personale
esperienza posso affermare che l’India è un luogo in cui tutto va più lento: i
treni, le auto, la burocrazia… Questo è ciò che si percepisce attraverso i
sensi, ciò che si può vedere dall’esterno. Mentre interiormente tutto va almeno
dieci volte più veloce: i samskara, i
desideri sopiti, la consapevolezza, tutto subisce un’accelerazione.
Io definisco l’India
come il laboratorio della razza umana: un luogo dove presente, passato e futuro
convivono e un darshan di questo
Paese ha la potenza di risvegliare nel DNA memorie dell’antico modo di essere,
creando un ponte che riunisce l’intera personalità umana, il conscio e
l’inconscio. È grazie all’India, che non ha distrutto le conoscenze com’è
accaduto in gran parte del resto del mondo e ha mantenuto vive tutte le
tradizioni lasciandole fluire ed evolvere naturalmente, se chi la visita
percepisce sensazioni particolari, uniche, che mettono in movimento qualcosa
nella propria anima.
Ogni volta che sono
stato in India ho visitato luoghi spirituali: l’ashram del nostro Param Guru Swami Shivananda a Rishikesh, diversi Jotyrlingam: tutti luoghi particolari,
pieni di energia e molto intensi. Ognuno di questi luoghi ha contribuito a
sciogliere, purificare e trasformare in positivo la mia personalità e tutta la
mia vita.
I luoghi dove ciò è
avvenuto in modo più intenso e totale sono stati, e sono tutt’ora, gli ashram di Munger e di Rikhia dove ciò
che rende il tutto più intenso è la presenza del Guru, tangibile e reale e i darshan di Swami Satyananda, Swami
Niranjan e di Swami Satsangi.
Fine prima parte
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