martedì 21 dicembre 2021

Dalle Parole di un Paramahamsa

 

Paramahamsa Satyananda

Da Satsang a Rikhia, Novembre-Dicembre 1994

Il guru è interno o esterno?

Il guru è in voi. La vostra coscienza, il vostro atma, il vostro spirito è il vostro guru, ed è sempre dentro di voi, non fuori. Potreste visualizzare che il guru sia in ogni forma che vi aggrada, la forma non è importante. Potrebbe essere nella forma di un corpo o in un'altra forma, non importa. Ma è meglio avere una forma.

Non è vero però pensare che il guru sia al di fuori di voi. Il guru è dentro di voi. Avete l'istinto guru, l'elemento guru, l'esplosivo guru. Io sono solo il grilletto. Potete usarmi come grilletto, ma se pensate che io sia la pallottola e voi siete il grilletto, vi sbagliate.

Se ti pensiamo ti disturbiamo?

Nemmeno se mi maltrattate posso esserne disturbato. Niente mi può disturbare perchè le lodi, gli insulti, l'amore e l'odio sono tutte vibrazioni. Dopo tutto, se mi chiamate asino non ho nulla in contrario, perchè io non divento asino. Se mi chiamate Dio, non ho nulla in contrario. Non divento Dio perchè mi chiamate Dio. Io sono ciò che sono e sarò sempre ciò che sono, quindi non potete disturbarmi. Ma se vi è utile, se grazie a me potete aver un aiuto, tanto meglio.

Ci può spiegare come è possibile che un discepolo sannyasin che ha lavorato molti anni alla missione e ha proiettato i suoi sentimenti verso il proprio guru al fine di ispirare altre persone con devozione possa, ora, fare un cambiamento al di fuori del volere del guru e non essere più connesso con lui?

Io ho rinunciato a tutte le mie responsabilità. Non sono più un guru. Non ho nessun chela (discepolo). Coloro che mi trattengono non comprendono la verità. Intendo dire che se avete una moglie potete vivere con lei tutta la vita, ma io no, perchè io non ho sposato nessuno. Do solo una piccola indicazione. Quando le persone prendono la vita molto seriamente devono risolvere i propri problemi. E perchè dovrebbero essere così fanatici nei confronti del guru? Alcune persone sono fanatiche. Sono fanatiche riguardo alla religone e quando diventano discepoli diventano fanatici. Quando non sono vegetariani sono fanatici, e quando diventano vegetariani diventano fanatici di questa scelta. No. Mantenetevi aperti.

Ho dovuto essere un guru perchè non ho avuto scelta, perchè l'anima e lo spirito che erano dentro di me non erano quest'uomo che è seduto e vi sta parlando. Lo spirito era differente. Sono stato posseduto per un periodo di vent'anni da un santo istruito e non sono responsabile per ciò che ha fatto. Che mi importa? Nemmeno lo sapevo! Non ho mai voluto essere un guru, non ho mai nemmeno creduto nella tradizione. Non sapevo nulla di yoga. In realtà, non avevo letto approfonditamente nessun libro sullo yoga, ma avevo letto libri sul Vedanta. Ho letto libri sulle filosofie classiche che non ho insegnato. Il punto è che ero impossessato e ho fatto delle cose in cui personalmente non credevo.

Bisognerebbe considerare il proprio destino. Bisognerebbe essere una luce per sè stessi. La luce non proviene dall'esterno, la luce è interiore. Invano cercate la luce fuori, mentre la luce è dentro di voi. Se pensate che c'è una qualche luce fuori, è un vostro punto di vista ma non è vero. Il Sè è illuminato, il Sè è luminoso e brillante. Se avete bisogno di una guida prendetela, ma non attaccatevi al guru come vi attaccate a vostra moglie. Se io non fossi vivo, quale sarebbe la rilevanza della domanda?

Non ho discepoli intimi, non ho discepoli vicini. Nessuno deve offendersi per quello che dico. Swami Niranjan è diventato Presidente della BSY perchè era adatto. È stato presidente per undici anni e ora Swami Gyanprakash è Presidente perchè è capace, non perchè io provo un qualche tipo di amore per Niranjan o Gyanprakash. Un sannyasin dovrebbe vivere come le foglie del fior di loto sull'acqua. Il fior di loto nasce nell'acqua e vive grazie all'acqua ma è sempre al 100% asciutto. Questo è esattamente come deve essere un sannyasin.

Swamiji, vorrei chiederti gli effetti della ripetizione di Om, di amaroli e dei farmaci omeopatici sui malati di cancro.

Io non discuto di queste cose, ora. L'argomento che tratto è cambiato. Non parlo di yoga. Non do linee guida. Parlo solo di Dio e bhakti. Non ho altro scopo nella mia vita. Ho scritto libri e potete leggerli. Swami Niranjan vi guiderà, io non parlo di queste cose ora. Queste sono le istruzioni del mio Signore. Io penso solo a Dio e alla devozione, Dio e bhakti. Parlo solo di Dio e bhakti, nient'altro.

Certe domande sono assurde per me ora. Esternamente sono reali ma qui sono completamente assurde. Se qualcuno chiede di amaroli, vajroli, asana, pranayama, chakra, kundalini, moksha, sankalpa, samadhi, io non risponderò. Io parlo solo di Dio e di devozione a Lui, di come un uomo possa avvicinarsi a Dio e quali sono i modi per sentire Dio nel proprio cuore. Proprio come sentire il dolore, la gioia, il sonno, la fame; così potete sentire l'amore, e quando inizierete a sentirlo sarete la persona più felice al mondo.

L'unica persona felice in questa vita è colui che pensa a Dio, che vive in Dio, per il quale l'argomento della vita è Dio. Per lui non esiste il cancro, non esiste la povertà, non esiste la difficoltà. Per lui oltre ogni cosa c'è luce; dietro ogni cosa c'è luce; a destra, a sinistra c'è luce; ovunque c'è luce.

Quindi, questo è l'unico argomento di cui mi occuperò. Tutti gli altri argomenti mi sono estranei. Il mondo intero non può parlare di Dio, ma Satyananda parlerà di Lui, che vi piaccia oppure no.

Può darci qualche consiglio visto che siamo qui con lei?

Ho smesso di dare consigni quando sono venuto qui perchè questo non fa parte della mia vita spirituale. Chi entra nell'ordine dei paramahamsa non dovrebbe fare discepoli, non dovrebbe agire come un guru, non dovrebbe dare consigli, non dovrebbe condividere il karma di nessuno, non dovrebbe nemmeno incontrare delle persone. Ci sono quattro stadi nella vita di un sannyasin: kutichak, bahudak, hamsa e paramahamsa. In kutichak vive con il guru. In bahudak gira come un mendicante e viene alla vostra porta per bhiksha. In hamsa apre un ashram o un mandir o un ospedale e voi andate per avere una guida; vi darà mantra diksha e molti buoni consigli. Poi alla fine entra in paramahamsa avasta (stadio) dove non ha nulla a che fare con nessuno.

Quindi, non do consigli a nessuno perchè la mia mente non lavora in questo modo. Le persone vengono qui e io parlo perchè le devo intrattenere. È intrattenimento. Nella vita spirituale un discepolo non deve continuare ad aggrapparsi al guru per tutta la vita. Non è giusto. Abbiamo delle cattivi abitudini. Vogliamo che i nostri figli, anche se sono cresciuti e sposati, anche se hanno figli, vengano da noi a mani giunte a chiederci cosa devono fare. Questo tipo di affari, questa attività moha (infatuazione) non funziona con i paramahamsa. Non ha funzionato con me quando ero a Munger, ma ora poi non funziona affatto. Non mi interessa se qualcuno si arrabbia con me.

Ho chiamato qui le persone per una semplice ragione. Negli ultimi quattro anni le persone hanno bussato alla mia porta giorno e notte. La gente dormiva qui in strada. C'erano anche persone che scavalcavano i muri. Alcuni andavano dai vicini a guardare dall'alto. Così ho pensato: "Ora, una volta per tutte, fammi incontrare tutti loro e dire come sono i fatti."

Tratto da: http://yogamag.net/archives/1995/djuly95/say495.shtml?fbclid=IwAR36fS3WxJUj8Hf6K_XHYQTUTXMahElZq0Ek4IeyAQ-zabEdYdbH89Q7RmM