Swami Nirvikalpananda Saraswati
Om è la parola che denota il Se, l’Essere Supremo, il Tutto.
Dovrebbe essere ripetuto soffermandosi mentalmente sul suo significato. Con
questa pratica la consapevolezza si rivolge verso l’interno e gli ostacoli
vengono superati. (Yoga Sutra 1: 27-29)
Una volta un vecchio rishi
e il suo discepolo fecero un lungo pellegrinaggio per visitare dei luoghi sacri
e ricevere le benedizioni di grandi santi. Spesso le persone si riunivano
intorno a loro per ascoltare il rishi, le cui parole semplici e sagge andavano
direttamente ai loro cuori. Questo accadeva perché il rishi era davvero un
santo e un grande guru, sebbene fosse
vestito come un mendicante e non sembrava avere molti discepoli. Egli non
parlava molto e, a volte, passavano diversi giorni senza che dicesse nulla a
nessuno e la gente, spesso, si chiedeva il perché.
“Il silenzio è potere”, disse una volta il rishi. “A cosa serve
parlare? Si apprende tramite il silenzio, non per mezzo delle parole”.
Ma, qualche volta, raccontava vecchie storie e se c’erano persone
lì intorno, andavano ad ascoltarle. Il discepolo amava le sue storie e, spesso,
gli chiedeva di raccontargliene una.
Un giorno, avendo attraversato tutto il continente indiano, il
rishi ed il suo discepolo arrivarono al mare. Il discepolo non aveva mai visto
il mare prima di allora e fu immediatamente affascinato dall’acqua senza fine,
da tutti i gabbiani e soprattutto dalle onde.
“Le onde vanno e vengono, vanno e vengono, vanno e vengono; ogni
volta spariscono e poi tornano di nuovo. Perché è così? Ha qualcosa a che fare
con il suono che producono?”
“Se vuoi, posso raccontarti una storia a riguardo”, iniziò il
rishi.
“Si!”, rispose il discepolo con entusiasmo.
“Bene. Allora, una volta, prima che esistesse il mare, non c’era nulla
in vita, tranne Shiva e Shakti. Conosci Shiva e Shakti? Shakti è la più bella
di tutte le divinità e Shiva è suo marito e suo amante. Si amavano così tanto
che anche un solo attimo di separazione era terribile per entrambi. Così la
separazione divenne parte della loro pratica spirituale, del loro sadhana.
Shiva andò via dal monte Kailash per vivere come eremita per un
po’ di tempo, e Shakti non fu autorizzata ad andare con lui. Rimase da sola, in
mezzo alle montagne, e si sentì molto triste. Il suo desiderio di Shiva era
così forte che non sapeva più cosa fare. Tutto ciò che era intorno a lei le
sembrava noioso e senza senso, e si sentiva veramente molto irrequieta.
Così Shakti andò da tutti gli dei per avere un consiglio e loro
non poterono aiutarla. Quando divenne veramente disperata, andò addirittura da
Yama, il dio della morte. Ma egli si rifiutò di riceverla in quanto ella non
era nella sua lista dei visitatori attesi.
Alla fine andò da Indra e gli raccontò le sue difficoltà. Egli
ascoltò ed alla fine disse: “Incontrerai nuovamente Shiva. Nel frattempo dovrai
praticare sadhana; questo servirà a due scopi. Per prima cosa ti aiuterà a
progredire spiritualmente, e ridurrà il tempo in cui devi vivere senza Shiva.
Sentirai anche un certo contatto spirituale con lui via via che praticherai
sadhana. Come seconda cosa, la tua irrequietezza scomparirà. La pratica è
meditare su Om, il suono senza inizio. Questa pratica ti porterà molto lontano
nel sentiero spirituale. Siedi semplicemente in meditazione, chiudi gli occhi e
ripeti Om ad alta voce ogni volta che espiri.”
Così, quando arrivò la sera, Shakti si sedette in padmasana ed
iniziò a ripetere Om ad alta voce. Trovò così tanta pace in questa semplice
pratica che era impossibile per lei fermarsi. Sedette in profonda meditazione
per giorni, mesi ed anni. Delle piogge molto forti caddero su Shakti, ma la sua
meditazione era così profonda che nemmeno se ne accorse. In poco tempo la terra
intorno a lei fu ricoperta da acqua. Presto il livello dell’acqua raggiunse il
suo girovita. Piovve e piovve, e Shakti ancora non notava nulla. Alla fine
tutto il suo corpo venne coperto dall’acqua, ma la sua meditazione era senza
interruzione. Ancora ripeteva Om, Om, Om... E questo è il suono del mare,
ancora oggi. Al centro dell’oceano, Shakti è ancora seduta in profonda
meditazione e ripete il suo mantra. Ogni volta che lei inspira, le onde tornano
indietro; ogni volta che espira, vengono di nuovo in avanti. Quindi Om,
l’eterno suono mistico che ascoltiamo nell’oceano, è la voce di Dio. E così
l’oceano continuerà ad emettere Om, Om, Om... fino a quando Shiva e Shakti non
saranno di nuovo uniti. Ed il mare è il miglior cantastorie del mondo. Basta
ascoltarlo. Puoi imparare tutto da esso, perché tutto è il suono di Om. Questa
è la parola che è potente nel silenzio.
Shiva è
la coscienza. Shakti è l’energia, nell’aspetto più basso è materia, e in quello
più elevato è prana. L’unione della coscienza con l’aspetto più basso
dell’energia porta avanti la creazione. La più elevata è, tuttavia, l’unione
tra l’aspetto pranico di Shakti con Shiva. Questo è il samadhi. Quindi, nel senso più elevato, Shiva e Shakti sono
separati durante la creazione, ed ogni aspirante spirituale cerca di riunirli.