giovedì 21 giugno 2018

Sadhana di Shakti

Swami Nirvikalpananda Saraswati

Om è la parola che denota il Se, l’Essere Supremo, il Tutto. Dovrebbe essere ripetuto soffermandosi mentalmente sul suo significato. Con questa pratica la consapevolezza si rivolge verso l’interno e gli ostacoli vengono superati. (Yoga Sutra 1: 27-29)

Una volta un vecchio rishi e il suo discepolo fecero un lungo pellegrinaggio per visitare dei luoghi sacri e ricevere le benedizioni di grandi santi. Spesso le persone si riunivano intorno a loro per ascoltare il rishi, le cui parole semplici e sagge andavano direttamente ai loro cuori. Questo accadeva perché il rishi era davvero un santo e un grande guru, sebbene fosse vestito come un mendicante e non sembrava avere molti discepoli. Egli non parlava molto e, a volte, passavano diversi giorni senza che dicesse nulla a nessuno e la gente, spesso, si chiedeva il perché.

“Il silenzio è potere”, disse una volta il rishi. “A cosa serve parlare? Si apprende tramite il silenzio, non per mezzo delle parole”.

Ma, qualche volta, raccontava vecchie storie e se c’erano persone lì intorno, andavano ad ascoltarle. Il discepolo amava le sue storie e, spesso, gli chiedeva di raccontargliene una.

Un giorno, avendo attraversato tutto il continente indiano, il rishi ed il suo discepolo arrivarono al mare. Il discepolo non aveva mai visto il mare prima di allora e fu immediatamente affascinato dall’acqua senza fine, da tutti i gabbiani e soprattutto dalle onde.

“Le onde vanno e vengono, vanno e vengono, vanno e vengono; ogni volta spariscono e poi tornano di nuovo. Perché è così? Ha qualcosa a che fare con il suono che producono?”
“Se vuoi, posso raccontarti una storia a riguardo”, iniziò il rishi.
“Si!”, rispose il discepolo con entusiasmo.

“Bene. Allora, una volta, prima che esistesse il mare, non c’era nulla in vita, tranne Shiva e Shakti. Conosci Shiva e Shakti? Shakti è la più bella di tutte le divinità e Shiva è suo marito e suo amante. Si amavano così tanto che anche un solo attimo di separazione era terribile per entrambi. Così la separazione divenne parte della loro pratica spirituale, del loro sadhana.

Shiva andò via dal monte Kailash per vivere come eremita per un po’ di tempo, e Shakti non fu autorizzata ad andare con lui. Rimase da sola, in mezzo alle montagne, e si sentì molto triste. Il suo desiderio di Shiva era così forte che non sapeva più cosa fare. Tutto ciò che era intorno a lei le sembrava noioso e senza senso, e si sentiva veramente molto irrequieta.

Così Shakti andò da tutti gli dei per avere un consiglio e loro non poterono aiutarla. Quando divenne veramente disperata, andò addirittura da Yama, il dio della morte. Ma egli si rifiutò di riceverla in quanto ella non era nella sua lista dei visitatori attesi.

Alla fine andò da Indra e gli raccontò le sue difficoltà. Egli ascoltò ed alla fine disse: “Incontrerai nuovamente Shiva. Nel frattempo dovrai praticare sadhana; questo servirà a due scopi. Per prima cosa ti aiuterà a progredire spiritualmente, e ridurrà il tempo in cui devi vivere senza Shiva. Sentirai anche un certo contatto spirituale con lui via via che praticherai sadhana. Come seconda cosa, la tua irrequietezza scomparirà. La pratica è meditare su Om, il suono senza inizio. Questa pratica ti porterà molto lontano nel sentiero spirituale. Siedi semplicemente in meditazione, chiudi gli occhi e ripeti Om ad alta voce ogni volta che espiri.”

Così, quando arrivò la sera, Shakti si sedette in padmasana ed iniziò a ripetere Om ad alta voce. Trovò così tanta pace in questa semplice pratica che era impossibile per lei fermarsi. Sedette in profonda meditazione per giorni, mesi ed anni. Delle piogge molto forti caddero su Shakti, ma la sua meditazione era così profonda che nemmeno se ne accorse. In poco tempo la terra intorno a lei fu ricoperta da acqua. Presto il livello dell’acqua raggiunse il suo girovita. Piovve e piovve, e Shakti ancora non notava nulla. Alla fine tutto il suo corpo venne coperto dall’acqua, ma la sua meditazione era senza interruzione. Ancora ripeteva Om, Om, Om... E questo è il suono del mare, ancora oggi. Al centro dell’oceano, Shakti è ancora seduta in profonda meditazione e ripete il suo mantra. Ogni volta che lei inspira, le onde tornano indietro; ogni volta che espira, vengono di nuovo in avanti. Quindi Om, l’eterno suono mistico che ascoltiamo nell’oceano, è la voce di Dio. E così l’oceano continuerà ad emettere Om, Om, Om... fino a quando Shiva e Shakti non saranno di nuovo uniti. Ed il mare è il miglior cantastorie del mondo. Basta ascoltarlo. Puoi imparare tutto da esso, perché tutto è il suono di Om. Questa è la parola che è potente nel silenzio.

Shiva è la coscienza. Shakti è l’energia, nell’aspetto più basso è materia, e in quello più elevato è prana. L’unione della coscienza con l’aspetto più basso dell’energia porta avanti la creazione. La più elevata è, tuttavia, l’unione tra l’aspetto pranico di Shakti con Shiva. Questo è il samadhi. Quindi, nel senso più elevato, Shiva e Shakti sono separati durante la creazione, ed ogni aspirante spirituale cerca di riunirli.