Trataka significa fissare ed è
un’importante pratica di pratyahara.
È l’ultima pratica di pratyahara, che conduce a dharana.
In trataka la mente è
fissata, seguendo proprio il concetto di ‘andare verso’ un oggetto, un oggetto
visivo. Nella pratica di yoga nidra,
si va verso una graduale introversione. Dalla consapevolezza del corpo si passa
alla consapevolezza dei suoni, poi alla rotazione della consapevolezza attraverso
le parti del corpo, al respiro, e via di seguito. Si va gradualmente più in
profondità, ritirando la mente dalle sue associazioni e connessioni esterne. In
trataka si fa centro, si è lì, si deve essere lì; non c’è nessun movimento
graduale di concentrazione. Si deve avere quello stato di concentrazione
proprio del termine ‘andare’.
La padronanza del
saggio Gorakhnath
Trataka coinvolge lo
sguardo e lo sguardo è connesso con ajna
chakra. C’è una storia che narra del saggio Gorakhnath, uno dei principali
propagatori dell’hatha yoga, che perfezionò
l’hatha yoga spontaneamente attraverso trataka.
Una volta si ammalò ed
era costretto a letto. Nel muro della sua stanza venne appesa una lanterna con
un lumicino acceso, come si usava fare nell’antichità. Nella stanza buia la
lampada era accesa continuamente ed egli, disteso nel letto, fissò la lampada.
Facendo così perfezionò trataka. Mentre era malato, osservò la fiamma e
perfezionò il suo trataka. Quella perfezione gli conferì delle speciali capacità
al punto che, quando il suo guru
Matsyendranath arrivò, lo accolse come suo discepolo.
Differenti
metodi di trataka
Trataka è una pratica
visiva e usa lo sguardo per giungere ad uno stato di concentrazione. Usa la
vista per calmare le dissipazioni della mente, e qui sta la sua bellezza.
Vi sono molti modi di
praticare trataka ed ognuno porta ad esperienze differenti. Per scopi
terapeutici vi è un metodo, per ottenere la concentrazione mentale un altro e
per l’esperienza psichica un altro ancora. Trataka non è una pratica unica,
anche se di solito viene insegnato un unico metodo, poichè è il più sicuro. Se
fossero insegnati anche gli altri metodi, si potrebbero avere delle esperienze
che non si è in grado di gestire. Ricordate, questo non è una cosa curiosa o
che con spavalderia potete gestire; dovete lavorare partendo dal punto in cui
siete e gradualmente andare avanti.
Si crede che trataka
apra la psiche umana. Attiva ajna chakra,
e grazie a questo s’iniziano a prevedere le cose; si diventa veggenti degli
eventi. Questo, tuttavia, è il raggiungimento finale di trataka. Alle
elementari della pratica di trataka, lo si esegue per due scopi: terapia degli
occhi e concentrazione. Alla Bihar School of Yoga, trataka non è insegnato per
la scoperta o il risveglio psichico.
In ambito terapeutico,
la pratica migliora la vista. Infatti, qualora sentiste che la vostra vista si
stia deteriorando, forse all’età di quaranta o quarantacinque anni, praticate
trataka. Quando iniziate a vedere un po’ sfocato e notate di avere bisogno di
allontanare il foglio per leggerlo, se praticate regolarmente trataka per sei
mesi, la vostra vista migliorerà. Dopo qualche tempo, quando noterete
nuovamente di avere la vista sfocata e vi sarà l’urgenza di allontanare il
foglio, praticate di nuovo trataka per quindici giorni. Così è come trataka è
usato per scopi terapeutici.
Per lo scopo della
concentrazione, per fermare la dissipazione della mente e migliorare la concentrazione,
si pratica trataka di notte, sulla fiamma di una candela. Questa è la tecnica
usata nel sistema Bihar Yoga, molto più che dagli altri sistemi. Piuttosto che
cercare di praticare ed insegnare venti varianti differenti di trataka, che non
sarebbero usate opportunamente, questa singola pratica aiuta a migliorare la
vista e la concentrazione.
Swami Satyananda fu la
prima persona ad usare questa particolare tecnica mentre tutti gli altri
facevano trataka su yantra, simboli e
punti neri. Swami Satyananda disse: “No, queste possono essere considerate
pratiche di hatha yoga, ma sono irrilevanti per le necessità di oggi. Ciò che è
importante, in relazione alla salute fisica e mentale, è ciò che stiamo usando
noi.” Così, nel sistema Bihar Yoga, trataka sulla fiamma di una candela è lo
stile introdotto da Sri Swamiji.
Gli stadi di
trataka
Vi sono quattro stadi
nella pratica di trataka. Il primo è bahir
trataka, o trataka esterno. Si usa un oggetto esterno su cui fissare lo
sguardo; si fissa l’oggetto senza battere le palpebre. Questa è la regola di
trataka: mentre si guarda qualcosa, non si devono battere le palpebre. Nel
momento in cui si ha l’urgenza di battere o muovere gli occhi per una ragione
qualsiasi, si deve fermare lo sguardo esterno, chiudere gli occhi, guardare
l’immagine complementare e rimanere con gli occhi chiusi fino a che l’immagine
sparisce.
Inizialmente, quando
non si conosce la pratica, i nervi e i muscoli si stancheranno velocemente e ci
sarà una forte urgenza di chiudere gli occhi e, quando li chiuderete,
inizieranno a scendere le lacrime. I dotti lacrimali si attivano grazie alla
pressione esercitata su di essi dallo sguardo fisso ed è un buon segno: gli
occhi vengono lubrificati. Questo è noto come bahir trataka.
Il secondo stadio è antar trataka, trataka interno, e qui si
usa un simbolo. Ad esempio, all’inizio di una lezione, durante Shanti Path, vi si chiede di
visualizzare la fiamma di una candela nel centro tra le sopracciglia. Questo è
l’inizio di antar trataka, dove ricreate l’immagine di una fiamma nella vostra
mente. Dovete ricreare la fiamma come un’immagine 3D: i colori, l’altezza, la
larghezza, tutto deve essere visto. In antar trataka, lo sforzo è di rendere
reale la forma che visualizzate o che pensate.
Poi c’è il terzo stadio
di trataka, dopo bahir e antar trataka, vi è shunya drishti. Shunya drishti significa fissare nel nulla, nel
vuoto. Capire come praticarlo diverrà semplice se ripensate alla pratica di antar mouna. Avrete notato che in antar
mouna, quando vi viene chiesto di divenire consapevoli dei pensieri, i pensieri
non ci sono, scoprite che si può non pensare. Questo perché, nel momento in cui
iniziate ad osservare qualcosa, quell’attività si ferma. Nel momento in cui
muoverete la mente, di nuovo i pensieri inizieranno ad arrivare. Questo è
applicabile anche a trataka.
Le visioni sono
considerate una delle principali cause di dissipazione nel cervello. Si
ricevono informazioni attraverso tutti i sensi, il tatto, l’olfatto, il gusto e
il suono, ma il volume d’informazioni ricevute tramite gli occhi è molto
maggiore di tutti gli altri quattro sensi messi insieme. Dei due miliardi
d’informazioni che il vostro cervello riceve ogni secondo, molto probabilmente
il sessanta percento è legato alla vista, il quaranta restante è diviso in
dieci percento per ognuno degli altri sensi, udito, tatto, odorato e gusto.
Pertanto è la vista che crea sempre disturbo mentale, e in trataka la vista
deve essere focalizzata.
Se chiudete gli occhi e
rimanete così per cinque minuti, le onde del vostro cervello si modificheranno.
Diverranno onde alpha. Poi, quando aprirete gli occhi e vi riconnetterete con
il mondo, le onde cerebrali si modificheranno di nuovo istantaneamente, non
appena le immagini, le forme ed i colori saranno nuovamente riconosciuti e
assorbiti. In quel momento predomineranno le onde beta.
In bahir trataka state
focalizzando il vostro jnanendriya,
l’organo fisico degli occhi, su un oggetto; in questo modo le agitazioni
connesse con la vista si fermeranno. Il cervello diventerà meno attivo, poiché
l’afflusso d’informazioni è ridotto. Quando praticate antar trataka, vi è una
disconnessione dalle influenze esterne e siete autonomi. Non vi muovete verso
ciò che è esterno. Con l’intensità della concentrazione, tutte le chiacchiere
saranno dimenticate e vi troverete in uno stato di shunya, nel nulla, in uno
stato di vuoto. La mente diventa assolutamente ferma, non c’è un solo pensiero.
Anche se provate a pensare, non sarete in grado di farlo, non saprete da dove
poter prelevare il pensiero. Questa è una condizione di vuoto assoluto.
Il quarto stadio di
trataka è chaitanya trataka o trataka
continuativo. Si riferisce all’abilità di rimanere focalizzati per tutto il
tempo. Una volta chiesi a Sri Swamiji che sarebbe bello avere un ashram in montagna, nell’Himalaya. Lui
mi guardò e mi disse: “L’idea è buona ma pensa a qual è lo scopo. Se stai
pensando alla pace, non troverai la pace nell’Himalaya se la tua mente non è in
pace. Se la tua mente è in pace, anche in un luogo come Munger non sentirai
nemmeno un suono, poiché non sarai distratto da ciò è intorno a te. Sarai Uno
con l’esperienza della pace.”
Questo è chaitanya
trataka, dove la concentrazione e la nitidezza della mente sono così intense
che non c’è deviazione di attenzione o di consapevolezza. Ora la vostra
consapevolezza può fluttuare ad ogni momento. Un forte rumore alle spalle farà
sì che tutti si voltino e chiedano: “Cos’è stato quel rumore?”. In chaitanya
trataka, dove si mantiene lo stato di trataka continuamente, si può essere in
mezzo ad un campo di battaglia e rimanere in pace come Buddha.
Una persona che è in
grado di mantenere equilibrio in tutte le condizioni critiche della vita,
pratica chaitanya trataka. Chi entra nello stato di samadhi, fa esperienza di shunya drishti. Chi si stabilizza in
pratyahara e in dharana, fa esperienza di antar trataka. Chi apprende la
dissociazione e la disconnessione dalle influenze esterne, pratica bahir
trataka.
I benefici di
trataka
I benefici di trataka
divennero evidenti durante un episodio. Una volta stavo facendo una lezione di
yoga ad un violento gruppo di prigionieri, detenuti in carcere di massima
sicurezza a San Francisco, negli USA. Circa in cinquanta erano nella stanza.
Prima di entrare, il direttore del carcere mi disse: “Tutti loro fanno molta difficoltà
a dormire la notte. Esiste qualcosa in yoga che possa aiutarli a dormire
meglio?”. Io risposi: “Fammi pensare.”
Mentre stavo facendo la
lezione mi venne un’idea: ‘Potrebbero fare trataka nelle loro celle durante la
notte!’ Così dissi loro: “Vi andrebbe di fare un esperimento yogico stanotte? È
qualcosa che potete fare tranquillamente nella vostra cella.” Mi risposero.
“Certo”. Chiesi al direttore di procurare loro delle candele. Mi disse: “Beh,
Swami, ci sono dei problemi di sicurezza. Potrebbero dare fuoco a tutto.”
Dissi: “Ci lasci provare per una notte. Se necessario, può mettere una guardia
davanti ad ogni cella per controllare che nessuno bruci nulla.” Così, provammo
trataka.
Le mie istruzioni
furono mandate attraverso il sistema degli altoparlanti. Io non li vedevo
direttamente, ma li potevo guardare sugli schermi a circuito chiuso. Li guidai
nella pratica di trataka per mezz’ora, poi terminammo. Io tornai nel mio
alloggio con il direttore.
Circa venti minuti più
tardi, mentre stavo prendendo una tazza di tè con lui, ricevette una
telefonata: “Tutte le persone che hanno fatto quel divertente esercizio per gli
occhi stanno dormendo.” Dormirono come bambini e il giorno dopo si svegliarono
tardi. Questo episodio lasciò un’impressione e, in seguito, quando altre
persone mi dicono: “Swamiji, non riusciamo a dormire alla notte.” Io dico loro
di praticare trataka e funziona sempre.
Il motivo per cui
trataka aiuta a dormire è perché si fa esperienza di profondo rilassamento
durante la pratica. Oltre a questo, quando vi svegliate la mattina successiva,
la freschezza ed il rilassamento di cui si fa esperienza nel corpo, è unica.
Trataka ringiovanisce totalmente la mente, disconnettendola dalle fonti di
distrazione. Questo è il segreto di trataka.
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27 Settembre 2016, Ganga Darshan, Munger,
Hatha Yoga Training – Modulo 1
(estratto)