La kundalini è l’energia primordiale dell’uomo, il potenziale
dormiente, l’energia incontrollata che, spesso, è raffigurata come un piccolo
serpente addormentato in muladhara chakra.
La kundalini simboleggia i milioni di
cellule cerebrali dormienti: i nove decimi del cervello che non usiamo. Quando
l’energia kundalini si risveglia,
cioè quando i circuiti nervosi ultrasonici e d’elevata frequenza del cervello
vengono lentamente attivati con delle pratiche di yoga come la meditazione, japa
e swara yoga, si genera una gran
quantità di calore, di luce e di suono, nel momento in cui una forma d’energia
è trasformata in un’altra. Il serpente kundalini,
in maniera figurata, inizia a srotolarsi e a dirigersi verso l’alto, da muladhara verso gli altri chakra superiori.
I chakra sono magazzini di energia endoplasmatica, sono della stessa
natura del prana. Sono chiamati anche
centri psichici. ‘Chakra’,
letteralmente, significa ruota o cerchio. I chakra
sono localizzati lungo il canale principale di energia bioelettrica: sushumna nadi.
Ciascun chakra è paragonato a un fior di loto
con un numero specifico di petali. Questi petali, durante la meditazione,
possono essere visti illuminarsi e roteare lungo degli assi orizzontali e
verticali. Sono emissioni di particelle di luce che rappresentano l’intensità
ionica in quell’area del corpo. È a causa di questa emissione di luce di forma
regolare a petalo, che i chakra sono
stati poeticamente definiti come dei fiori di loto.
Ogni chakra corrisponde a una ghiandola del
sistema endocrino e ognuno ha quello che viene chiamato ‘punto di attivazione’,
nella parte anteriore del corpo. La concentrazione sul ‘punto di attivazione’
contribuisce a risvegliare il chakra
corrispondente. Ricordate, però, che i chakra
sono situati nel midollo spinale e rappresentano i differenti livelli di
energia in aree ben precise, lungo un flusso specificamente definito.
I punti di attivazione
si trovano nella parte anteriore del corpo perché è più facile concentrarsi su
di essi rispetto ai punti corrispondenti posti nella colonna vertebrale. Ci
sono delle connessioni dirette, tramite le nadi
minori, tra i punti di attivazione ed i chakra.
Ogni chakra è associato
a un elemento. Come si sale lungo sushumna
verso il cervello, gli elementi diventano sempre più sottili.
Muladhara è conosciuto come il centro radice ed è
relativo all’elemento terra, che è la parte più grossolana del corpo. Il punto
di attivazione di muladhara chakra nel corpo maschile è l’area tra
l’ano ed i genitali, il perineo, e nel corpo femminile è il punto di giunzione
tra l’utero e la vagina. Ha quattro petali e il suo colore è il rosso
scuro. La sua forma è circolare ed è
allineato ad angolo retto rispetto a sushumna
nadi. Si dice che sia la sede della kundalini
addormentata.
Swadhisthana, tradizionalmente, è associato con la mente
inconscia. Il suo colore è il rosso vermiglio ed ha sei petali disposti
simmetricamente attorno ad un pericarpo centrale. L’elemento del chakra è l’acqua. Il suo punto di
attivazione è localizzato nella parte frontale del corpo a livello dell’osso
pubico.
Manipura è il centro del calore nel corpo e, secondo il
parere di molti, è il serbatoio principale del prana. È associato al calore vitale, al fuoco digestivo e
all’energia. Il suo elemento è il fuoco. Il suo colore è il giallo brillante ed
ha dieci petali. Il punto di attivazione è l’ombelico.
Anahata è la sede del suono non percosso. Il suo colore è il blu e
ha dodici petali. È noto come il centro dell’amore spirituale. Il suo elemento
è l’aria. Il punto di attivazione è a livello del cuore, dietro allo sterno.
Vishuddhi è considerato il centro della purificazione
delle varie secrezioni del corpo. È visualizzato come un fior di loto di colore
violetto con sedici petali. Il suo elemento è l’etere, lo spazio, molto più
sottile dell’aria. Il punto di attivazione è alla base della gola, dove c’è una
piccola depressione.
Ajna è noto come il terzo occhio, il centro dell’intuizione, il
guru chakra, o chakra del comando. Si ritiene che quando è risvegliato il
praticante può vedere eventi su differenti piani di coscienza con piena
consapevolezza. Il suo colore è il blu argenteo ed ha due petali. È situato
all’apice della colonna vertebrale, nel punto dove ida, pingala e sushumna si fondono. Da ajna queste tre nadi procedono come una sola verso il chakra successivo. Il punto di attivazione di ajna è chiamato bhrumadhya.
È situato nel centro tra le due sopracciglia, dove le donne indiane, così come
molti Brahmini, portano un segno rosso. L’elemento di ajna è l’etere, a volte chiamato la “mente sottile”.
Bindu è considerato uno dei chakra
più importanti nel kundalini e nel kriya yoga. I suoni interiori si
manifestano in questo chakra grazie
al movimento dell’energia pranica. Non ha petali ma è simboleggiato da una
piccola luna crescente in una notte limpida. Il punto di attivazione è una
piccola depressione nel retro della testa, dove i Brahmini Hindu portano,
tradizionalmente, un ciuffo di capelli. Anche il suo elemento è l’etere.
Sahasrara è il più sottile di tutti i chakra. Viene visualizzato durante la
meditazione come un fior di loto rosso brillante con un infinito numero di
petali, o con mille petali, come il suo nome suggerisce (sahasrara significa mille). Nel corpo fisico è localizzato alla
sommità della testa. Anche l’elemento di sahasrara
è l’etere. Sahasrara simboleggia la
soglia tra il regno fisico di spazio e tempo e il regno trascendentale. Il
regno dello spazio è sotto le normali leggi fisiche e il praticante che
risveglia questo chakra fa esperienza
di una mente vuota, di una tabula rasa, che è indescrivibile in termini di
emozioni, pensieri o sentimenti.
Vi raccomandiamo di
provare a scoprire da soli questi differenti chakra, facendo esperienza del potere della vostra concentrazione.
Dopo poche settimane sarete in grado di annotare qualche sensazione proveniente
dalle aree dove sono localizzati i chakra.
Potreste anche sentirvi più rilassati e avere più controllo mentale e fisico,
come risultato. Molti altri aspetti della vostra personalità, gradualmente, si
manifesteranno.
I Bija Mantra
A questo punto è
necessario menzionare quelli che sono conosciuti come mantra ‘seme’ o bija. Man significa meditazione profonda, o
come molte persone autorevoli dicono, mente, e tra significa liberare, quindi mantra
significa un suono rivelato durante la meditazione, o un elevato stato di
coscienza. Il mantra ha due qualità definite
in Sanscrito: ‘varna’ e ‘akshara’. Varna significa colore e forma, e akshara ciò che non perisce e che è oltre le dimensioni del tempo e
dello spazio. Ciò significa che mantra
è qualcosa di eterno che si trova all’interno, nei livelli più profondi della
coscienza di un individuo.
I bija mantra sono le prime sillabe che appaiono in stati di profonda
meditazione. A causa delle emissioni ioniche dei petali dei chakra, i saggi udirono differenti suoni
mentre erano in meditazione. I suoni dei petali divennero le lettere
dell’alfabeto sanscrito e ciò spiega perché il sanscrito è stato definito una
lingua meditativa o realizzata.
Ogni bija mantra rappresenta l’essenza del mantra associato. Alcuni esempi di bija mantra sono ‘hraum’, il suono simbolico del Signore Shiva; ‘dum’, il mantra di Durga
e ‘kreem’ il mantra di Kali. Questi mantra
non sono solamente dei suoni, ma delle forme pensiero, permanentemente
esistenti all’interno delle sottili regioni dello spazio. Non hanno un
significato grammaticale e non possono essere comprese intellettualmente. Per
ottenere la conoscenza di un mantra
c’è un metodo ben definito, tramite cui il praticante lo ripete fino a quando
non si sarà rivelato in tutte le dimensioni della sua coscienza e non sarà
diventato un’unica cosa con esso. Il mantra
può essere ripetuto in uno dei tre modi: a voce alta, sussurrato o mentalmente.
La ripetizione del mantra è simile, ma molto più raffinato, al sistema dei ‘koan’
dello Zen. I bija mantra sono simboli
della mente inconscia, della dimensione causale, di sushupti.
In tutti i principali
insegnamenti occulti del mondo ogni lettera e quindi ogni parola è investita di
potere ed energia che diventa manifesta quando viene intonata correttamente.
Enormi quantità di energia fisica, mentale e psichica si libera all’interno
della persona. Il sistema cabalistico, ad esempio, ha ventuno lettere, ognuna
delle quali rappresenta un aspetto differente della consapevolezza dell’individuo
che cerca di raggiungere l’apice, ‘kether’, la coscienza suprema, samadhi, ‘satori’ o ‘nirvana’.
Ogni mantra, e soprattutto ogni bija mantra, ha un’energia, una nota
musicale, un colore, una gemma e un significato astrologico. I bija mantra che ci interessano in modo
particolare sono quelli connessi con i chakra.
Questi bija mantra rappresentano la
chiave di volta che apre le porte della comprensione totale e della
realizzazione del vero significato di questi centri. Quelli che seguono si
riferiscono alle tecniche di swara yoga.
Chakra
|
Bija
mantra
|
N.
di petali
|
Muladhara
|
Lam
|
4
|
Swadhisthana
|
Vam
|
6
|
Manipura
|
Ram
|
10
|
Anahata
|
Yam
|
12
|
Vishuddhi
|
Ham
|
16
|
Ajna
|
Om
|
2
|
Bindu
|
Om
|
Nessuno. È come una
luna crescente
|
Sahasrara
|
Om
|
1.000
|
La meditazione o la ripetizione dei
bija mantra, contemporaneamente
alla concentrazione sui chakra
corrispondenti, ha un profondo effetto psico-fisiologico sulla mente, sul
corpo, sul metabolismo e sui sensi. Questi effetti sono stati ampiamente
documentati da alcune ricerche, come quelle del Dott. Hiroshi Motoyama in
Giappone, che lega la maggior parte delle ricerche sul prana con la scienza dell’agopuntura, dove il prana è noto come ‘chi’.