martedì 20 settembre 2016

I Chakra

Dr. Swami Satyamurti Saraswati
La kundalini è l’energia primordiale dell’uomo, il potenziale dormiente, l’energia incontrollata che, spesso, è raffigurata come un piccolo serpente addormentato in muladhara chakra. La kundalini simboleggia i milioni di cellule cerebrali dormienti: i nove decimi del cervello che non usiamo. Quando l’energia kundalini si risveglia, cioè quando i circuiti nervosi ultrasonici e d’elevata frequenza del cervello vengono lentamente attivati con delle pratiche di yoga come la meditazione, japa e swara yoga, si genera una gran quantità di calore, di luce e di suono, nel momento in cui una forma d’energia è trasformata in un’altra. Il serpente kundalini, in maniera figurata, inizia a srotolarsi e a dirigersi verso l’alto, da muladhara verso gli altri chakra superiori.

I chakra sono magazzini di energia endoplasmatica, sono della stessa natura del prana. Sono chiamati anche centri psichici. ‘Chakra’, letteralmente, significa ruota o cerchio. I chakra sono localizzati lungo il canale principale di energia bioelettrica: sushumna nadi.

Ciascun chakra è paragonato a un fior di loto con un numero specifico di petali. Questi petali, durante la meditazione, possono essere visti illuminarsi e roteare lungo degli assi orizzontali e verticali. Sono emissioni di particelle di luce che rappresentano l’intensità ionica in quell’area del corpo. È a causa di questa emissione di luce di forma regolare a petalo, che i chakra sono stati poeticamente definiti come dei fiori di loto.

Ogni chakra corrisponde a una ghiandola del sistema endocrino e ognuno ha quello che viene chiamato ‘punto di attivazione’, nella parte anteriore del corpo. La concentrazione sul ‘punto di attivazione’ contribuisce a risvegliare il chakra corrispondente. Ricordate, però, che i chakra sono situati nel midollo spinale e rappresentano i differenti livelli di energia in aree ben precise, lungo un flusso specificamente definito.
I punti di attivazione si trovano nella parte anteriore del corpo perché è più facile concentrarsi su di essi rispetto ai punti corrispondenti posti nella colonna vertebrale. Ci sono delle connessioni dirette, tramite le nadi minori, tra i punti di attivazione ed i chakra.

Ogni chakra è associato a un elemento. Come si sale lungo sushumna verso il cervello, gli elementi diventano sempre più sottili.

Muladhara è conosciuto come il centro radice ed è relativo all’elemento terra, che è la parte più grossolana del corpo. Il punto di attivazione di muladhara chakra nel corpo maschile è l’area tra l’ano ed i genitali, il perineo, e nel corpo femminile è il punto di giunzione tra l’utero e la vagina. Ha quattro petali e il suo colore è il rosso scuro.  La sua forma è circolare ed è allineato ad angolo retto rispetto a sushumna nadi. Si dice che sia la sede della kundalini addormentata.

Swadhisthana, tradizionalmente, è associato con la mente inconscia. Il suo colore è il rosso vermiglio ed ha sei petali disposti simmetricamente attorno ad un pericarpo centrale. L’elemento del chakra è l’acqua. Il suo punto di attivazione è localizzato nella parte frontale del corpo a livello dell’osso pubico.

Manipura è il centro del calore nel corpo e, secondo il parere di molti, è il serbatoio principale del prana. È associato al calore vitale, al fuoco digestivo e all’energia. Il suo elemento è il fuoco. Il suo colore è il giallo brillante ed ha dieci petali. Il punto di attivazione è l’ombelico.

Anahata è la sede del suono non percosso. Il suo colore è il blu e ha dodici petali. È noto come il centro dell’amore spirituale. Il suo elemento è l’aria. Il punto di attivazione è a livello del cuore, dietro allo sterno.

Vishuddhi è considerato il centro della purificazione delle varie secrezioni del corpo. È visualizzato come un fior di loto di colore violetto con sedici petali. Il suo elemento è l’etere, lo spazio, molto più sottile dell’aria. Il punto di attivazione è alla base della gola, dove c’è una piccola depressione.

Ajna è noto come il terzo occhio, il centro dell’intuizione, il guru chakra, o chakra del comando. Si ritiene che quando è risvegliato il praticante può vedere eventi su differenti piani di coscienza con piena consapevolezza. Il suo colore è il blu argenteo ed ha due petali. È situato all’apice della colonna vertebrale, nel punto dove ida, pingala e sushumna si fondono. Da ajna queste tre nadi procedono come una sola verso il chakra successivo. Il punto di attivazione di ajna è chiamato bhrumadhya. È situato nel centro tra le due sopracciglia, dove le donne indiane, così come molti Brahmini, portano un segno rosso. L’elemento di ajna è l’etere, a volte chiamato la “mente sottile”.

Bindu è considerato uno dei chakra più importanti nel kundalini e nel kriya yoga. I suoni interiori si manifestano in questo chakra grazie al movimento dell’energia pranica. Non ha petali ma è simboleggiato da una piccola luna crescente in una notte limpida. Il punto di attivazione è una piccola depressione nel retro della testa, dove i Brahmini Hindu portano, tradizionalmente, un ciuffo di capelli. Anche il suo elemento è l’etere.

Sahasrara è il più sottile di tutti i chakra. Viene visualizzato durante la meditazione come un fior di loto rosso brillante con un infinito numero di petali, o con mille petali, come il suo nome suggerisce (sahasrara significa mille). Nel corpo fisico è localizzato alla sommità della testa. Anche l’elemento di sahasrara è l’etere. Sahasrara simboleggia la soglia tra il regno fisico di spazio e tempo e il regno trascendentale. Il regno dello spazio è sotto le normali leggi fisiche e il praticante che risveglia questo chakra fa esperienza di una mente vuota, di una tabula rasa, che è indescrivibile in termini di emozioni, pensieri o sentimenti.

Vi raccomandiamo di provare a scoprire da soli questi differenti chakra, facendo esperienza del potere della vostra concentrazione. Dopo poche settimane sarete in grado di annotare qualche sensazione proveniente dalle aree dove sono localizzati i chakra. Potreste anche sentirvi più rilassati e avere più controllo mentale e fisico, come risultato. Molti altri aspetti della vostra personalità, gradualmente, si manifesteranno.

I Bija Mantra
A questo punto è necessario menzionare quelli che sono conosciuti come mantra ‘seme’ o bija. Man significa meditazione profonda, o come molte persone autorevoli dicono, mente, e tra significa liberare, quindi mantra significa un suono rivelato durante la meditazione, o un elevato stato di coscienza. Il mantra ha due qualità definite in Sanscrito: ‘varna’ e ‘akshara’. Varna significa colore e forma, e akshara ciò che non perisce e che è oltre le dimensioni del tempo e dello spazio. Ciò significa che mantra è qualcosa di eterno che si trova all’interno, nei livelli più profondi della coscienza di un individuo.

I bija mantra sono le prime sillabe che appaiono in stati di profonda meditazione. A causa delle emissioni ioniche dei petali dei chakra, i saggi udirono differenti suoni mentre erano in meditazione. I suoni dei petali divennero le lettere dell’alfabeto sanscrito e ciò spiega perché il sanscrito è stato definito una lingua meditativa o realizzata.

Ogni bija mantra rappresenta l’essenza del mantra associato. Alcuni esempi di bija mantra sono ‘hraum’, il suono simbolico del Signore Shiva; ‘dum’, il mantra di Durga e ‘kreem’ il mantra di Kali. Questi mantra non sono solamente dei suoni, ma delle forme pensiero, permanentemente esistenti all’interno delle sottili regioni dello spazio. Non hanno un significato grammaticale e non possono essere comprese intellettualmente. Per ottenere la conoscenza di un mantra c’è un metodo ben definito, tramite cui il praticante lo ripete fino a quando non si sarà rivelato in tutte le dimensioni della sua coscienza e non sarà diventato un’unica cosa con esso. Il mantra può essere ripetuto in uno dei tre modi: a voce alta, sussurrato o mentalmente. La ripetizione del mantra è simile, ma molto più raffinato, al sistema dei ‘koan’ dello Zen. I bija mantra sono simboli della mente inconscia, della dimensione causale, di sushupti.

In tutti i principali insegnamenti occulti del mondo ogni lettera e quindi ogni parola è investita di potere ed energia che diventa manifesta quando viene intonata correttamente. Enormi quantità di energia fisica, mentale e psichica si libera all’interno della persona. Il sistema cabalistico, ad esempio, ha ventuno lettere, ognuna delle quali rappresenta un aspetto differente della consapevolezza dell’individuo che cerca di raggiungere l’apice, ‘kether’, la coscienza suprema, samadhi, ‘satori’ o ‘nirvana’.

Ogni mantra, e soprattutto ogni bija mantra, ha un’energia, una nota musicale, un colore, una gemma e un significato astrologico. I bija mantra che ci interessano in modo particolare sono quelli connessi con i chakra. Questi bija mantra rappresentano la chiave di volta che apre le porte della comprensione totale e della realizzazione del vero significato di questi centri. Quelli che seguono si riferiscono alle tecniche di swara yoga.
Chakra
Bija mantra
N. di petali
Muladhara
Lam
4
Swadhisthana
Vam
6
Manipura
Ram
10
Anahata
Yam
12
Vishuddhi
Ham
16
Ajna
Om
2
Bindu
Om
Nessuno. È come una luna crescente
Sahasrara
Om
1.000

La meditazione o la ripetizione dei bija mantra, contemporaneamente alla concentrazione sui chakra corrispondenti, ha un profondo effetto psico-fisiologico sulla mente, sul corpo, sul metabolismo e sui sensi. Questi effetti sono stati ampiamente documentati da alcune ricerche, come quelle del Dott. Hiroshi Motoyama in Giappone, che lega la maggior parte delle ricerche sul prana con la scienza dell’agopuntura, dove il prana è noto come ‘chi’.

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/1979/joct79/chakras.shtml