martedì 20 settembre 2016

Epilessia: un risveglio prematuro?

Vi parlerò, ora, del disturbo chiamato ‘sacro’: l’epilessia. Non è una mia opinione ma nessuna patologia è più divina e più sacra di essa. L’epilessia ha una causa naturale e si suppone che la sua presunta origine divina sia dovuta all’inesperienza degli uomini e al loro stupore per il suo carattere peculiare.

È anche curabile, non meno di ogni altra malattia, salvo che non si sia radicata per lungo tempo da essere diventata più potente dei rimedi che vengono applicati. La sua origine, come per le altre malattie, si riscontra nell’ereditarietà, colpendo naturalmente il tipo flemmatico e non il bilioso. Il fatto è che la causa della sua affezione, generalmente, così come quella delle più serie malattie, è nel cervello.

Quelle che sono le esperienze reali dell’epilettico e il processo che immaginiamo possa essere, sono due cose distinte. Ciò che chiamiamo “adattamento” può essere non così difficile da comprendere se lo guardiamo alla luce dello yoga. Fëdor Dostoevskij, un famoso scrittore russo, in merito agli attacchi epilettici, nel suo libro “L’Idiota” ha scritto:

“Alcuni minuti prima dell’attacco ho fatto esperienza di un sentimento di felicità che è pressoché impossibile da immaginare in uno stato normale e di cui le altre persone non hanno idea. Mi sono sentito completamente in armonia con me stesso e con il mondo intero, e questa sensazione è così forte e deliziosa che per pochi secondi di questa beatitudine si potrebbe rinunciare volentieri a dieci anni di vita, se non alla vita intera.” 

La descrizione di Dostoevskij degli attacchi non è ciò che la scienza medica e i nostri occhi ci portano a credere. La scienza medica asserisce che la maggioranza degli attacchi sono causati da fattori sconosciuti, e solamente per una piccola percentuale da disturbi intracranici (del cervello) come tumori, traumi cranici e ictus, o da un basso livello di zucchero nel sangue (ipoglicemia), da malattie renali (uremia), da malattie cardiache (blocchi nella conduzione) e dalla sospensione improvvisa di uso di alcool o di droghe. Comunque, tutte le forme di epilessia vanno sotto l’ampia definizione di piccole malattie delle funzioni cerebrali, spesso in associazione a disturbi di consapevolezza e accompagnati da un’improvvisa ed eccessiva scarica elettrica dei neuroni cerebrali. L’elettroencefalogramma registra dei voltaggi elevati (rispetto al voltaggio di base) e una scarica sincrona dei neuroni.

Esistono molti paradossi nella condizione epilettica. È un’esperienza duale, con attributi positivi e negativi, in quanto alcune persone fanno esperienza di una grande beatitudine per un momento poco prima dell’attacco, ma quest’esperienza positiva è seguita da un orrendo incubo di energia incontrollata. Successivamente, uno stato mentale negativo esistente prima dell’attacco è sostituito da uno positivo in molti epilettici.

A livello fisico e pranico
L’epilessia riguarda il corpo fisico e quello pranico, la guaina energetica che anima il corpo fisico. Il sistema nervoso agisce come una matrice, o una struttura, per il flusso energetico che attraversa il corpo da una sorgente, superando la capacità del cervello di gestirla e di canalizzarla.

In tutte le persone può essere indotta una crisi convulsiva, applicando una corrente elettrica direttamente al cervello. È quello che viene fatto nella terapia dell’elettro-shock, per i pazienti seriamente depressi o inibiti in psichiatria, con un sollievo rimarcabile dei sintomi, nella maggior parte dei casi. Le convulsioni avvengono anche in associazione con il suono ritmico dei tamburi e delle danze orgiastiche degli antichi rituali religiosi, come se ne trova testimonianza nei rituali delle tribù africane, nel tambureggiamento dei vudù brasiliani, balinesi e in molte altre tradizioni culturali. L’eccitamento isterico, il collasso del sistema nervoso e l’esaurimento portano a convulsioni, pianti, struggimenti, tremolii, fremiti, brividi e altre attività tipicamente epilettiche. La tradizione cristiana registra al suo interno lo stesso fenomeno. Gli evangelisti, come i Quaccheri Wasley, del diciottesimo secolo, e Billy Graham, nostro contemporaneo, hanno riportato un fenomeno simile nella conversione religiosa, meccanismo attribuito allo Spirito Santo. Il punto d’incontro comune di tutti questi fenomeni è l’energia nel cervello e nel sistema nervoso che va oltre il punto di tolleranza, superando una soglia, generando come risultato convulsioni, esaurimento del sistema nervoso e rilascio di tensioni e stress.

Sia le società primitive, sia quelle moderne, hanno usato il meccanismo delle convulsioni per curare le malattie e aumentare la consapevolezza, mentre nel caso dell’epilessia questo stesso fenomeno è considerato una malattia. La differenza sta nel fatto che nel caso in cui l’energia sia evocata con la danza, il suono ritmico dei tamburi, le predicazioni emozionanti e potenti ecc., questa supera la potenza del sistema nervoso e la volontà di resistere, mentre nell’epilettico il sistema nervoso è indebolito nelle energie inerenti al corpo. 

Il corpo pranico ha cinque sub-divisioni a servizio delle differenti funzioni del corpo in cooperazione con il complesso nadi-chakra che corre lungo la colonna vertebrale e negli organi periferici. È questo corpo il responsabile dell’adeguato rifornimento e mantenimento della forza motrice di tutte le cellule del corpo, degli organi e delle funzioni. Ogni squilibrio in questo corpo causa disequilibrio emozionale e malattia fisica. Probabilmente, lo squilibrio è anche responsabile dell’eccesso energetico nel sistema nervoso. Sono state avanzate molte teorie.

1.    Un’eccessiva e inconscia energia si libera da muladhara chakra, portando a un’esperienza duale, positiva/negativa.
2.    Samana, prana, udana o uno delle sub-divisioni praniche si muovono verso l’alto nel cervello, innescando un circuito neurologico e sovraccaricando i meccanismi esistenti.
3.    Si ha un qualche tipo di risveglio spirituale, forse un risveglio in manipura o in ajna chakra, ma il sistema corpo/mente non è adeguatamente preparato. Le tensioni, lo stress e l’infelicità esistenti nel corpo nello stato normale possono mandare in caos il sistema nervoso quando un’energia extra, resa disponibile attraverso il risveglio spirituale, entra nel corpo.

Che le energie partono da muladhara chakra è supportato da ciò che segue:

1.    L’esperienza è sia positiva, sia negativa: un attributo dei due chakra inferiori, muladhara e swadhisthana.
2.    L’individuo diventa incosciente durante l’attacco e muladhara governa le forze inconsce, simboleggiate da kundalini shakti.
3.    L’elemento di muladhara è la terra e il senso l’odorato. L’aspetto dell’odorato si ricollega al fatto che molti “rimedi della nonna” raccomandano l’uso di vecchie scarpe di cuoio o delle cipolle passate sotto il naso dell’epilettico al fine di farlo rinvenire dall’attacco. Le sensazioni viaggiano lungo i nervi olfattivi verso l’ippocampo nel cervello. Esso fa parte del sistema limbico, relativo alle emozioni, al sistema nervoso autonomo e alle ghiandole endocrine.

Possiamo ipotizzare che questo meccanismo olfattivo agisce rompendo certi tipi di attacchi epilettici, interponendo tra le cellule scariche, un circuito e una funzione coordinati, ritmici e normali.  

Il livello spirituale
Un fenomeno simile a quello osservato nell’epilessia è stato riportato nella tradizione del kundalini yoga, dove si riscontrano “kriya” o movimenti del corpo spontanei, asana, pranayama, mudra e cambiamenti di consapevolezza che fanno fare dei contorcimenti del corpo. Spesso l’individuo rimane conscio in quest’esperienza, che si crede rappresenti la pulizia delle nadi, sebbene i movimenti siano oltre il suo controllo. Occasionalmente il corpo potrebbe fare dei movimenti come capriole o contorsioni che, precedentemente, sarebbero state impossibili da fare. All’energia qui è concesso di manifestarsi più o meno come nell’epilessia, ma in modo meno patologico e senza lasciare danni al corpo.

In accordo con questa tradizione, l’epilettico deve riadattare il suo corpo e la sua mente con le asana, i pranayama e gli shatkarma al fine di costruire un veicolo in grado di gestire le energie che si scatenano. Si dovrebbe ricordare che la tradizione del kundalini yoga richiede che sia presente un guru, per garantire che fenomeni come l’epilessia non avvengano a causa di una prematura liberazione d’energia, che potrebbe provocare quanto segue, come descritto da Dostoevskij ne ‘L’Idiota’:

“La sua mente e il suo cuore sono stati inondati da una luce abbagliante. Tutta la sua agitazione, i suoi dubbi e le preoccupazioni, sembravano essersi risolti in un batter d’occhio. Ciò culminava in uno stato di grande calma, pieno di serenità, gioia e speranza in armonia, pieno di comprensione e conoscenza della causa finale. Ma questi momenti, questi lampi d’intuizione, erano solo il presentimento dell’ultimo secondo (niente di più di un secondo) che precede il vero attacco. Questo era, naturalmente, insopportabile.”

Attraverso lo yoga è possibile estendere questo secondo, in modo da avvicinarsi all’infinito. Rafforzando il sistema nervoso non crolleremo sotto la pressione del momento, ma continueremo a viaggiare verso l’alto con quest’energia.

Il trattamento yogico
Una ragazza di undici anni che soffriva di epilessia del lobo temporale fu aiutata con successo qui, alla Bhiar School of Yoga, a ridurre gli attacchi e le medicine attraverso l’applicazione dello yoga. I suoi attacchi epilettici erano molto pronunciati durante i momenti di stress, come nel periodo delle interrogazioni scolastiche, e mostravano dei tipici segni encefalografici nevralgici. Gli attacchi continuavano nonostante l’uso di pesanti farmaci anti-epilettici, medicine e tranquillanti. Lei raccontava che appena prima dell’attacco e dopo aver perso conoscienza avvertiva una piacevole sensazione nell’addome che descriveva facendo dei movimenti circolari con le mani. Cadeva, poi, in un tipico attacco psicomotorio, che includeva movimenti bizzarri, vocalizzi ripetitivi, bava alla bocca e così via.

Abbiamo cercato di rafforzare il sistema nervoso di questa ragazza e ricanalizzare la sua energia pranica usando asana dinamiche come surya namaskara, brahmari pranayama, varianti di kriya yoga, yoga nidra, ecc. Queste pratiche calmano le energie del corpo, rilassano il sistema nervoso e riorganizzano i circuiti neurologici. Influenzano direttamente il cervello, essendo designate per reintegrare tutti i suoi aspetti in modo che funzioni come un tutto. Questo è una conseguenza naturale della concentrazione della mente.

In combinazione con le pratiche sopra riportate abbiamo utilizzato gli shatkarma dell’hatha yoga: laghu shankhaprakshalana, kunjal kriya e neti kriya. Nell’esecuzione di queste tecniche inizialmente scoprimmo che il numero degli attacchi aumentò, soprattutto durante la pratica di kunjal che lei trovava sgradevole e stressante. Comunque, quando iniziò a praticare correttamente kunjal e neti, gli attacchi svanirono completamente. Dopo questo periodo, invece di tre o quattro attacchi giornalieri, non ebbe più nessun attacco per tutto il periodo che rimase in ashram. Poté ridurre anche le medicine.

Kunjal è molto efficace, perché fa scaricare l’energia del sistema nervoso, allo stesso modo di un orgasmo o di una serie di starnuti. Il suo uso volontario e conscio lo rende un metodo efficace per riordinare e stabilizzare l’attività neurologica inviando al cervello una sfera di energia attraverso il nervo vago e i canali pranici. Queste scariche emozionali sono simboleggiate dall’espulsione dei prodotti di scarto indesiderati dallo stomaco. Allo stesso tempo il sistema nervoso è rafforzato adeguandosi allo sforzo giornaliero del vomito e può essere addestrato in modo da non cadere in un attacco epilettico spontaneo.

Un importante punto da ricordare è che la terapia sopra descritta venne data come sadhana specifico per i problemi di questa ragazzina e fu condotto sotto una guida esperta. Non è raccomandato per tutti i casi di epilessia, senza la presenza di una guida esperta.

Con le pratiche yogiche gli epilettici possono stabilizzare il sistema nervoso, rafforzare la mente, aumentare la resistenza e superare le debolezze. Tramite gli effetti positivi del rilassamento è possibile gestire meglio la vita e rilassarsi vivendo. La salute e la pace della mente possono essere raggiunte attraverso uno sforzo e una pratica costante, che conducono ai regni della pace senza tempo.