Vi parlerò, ora, del
disturbo chiamato ‘sacro’: l’epilessia. Non è una mia opinione ma nessuna
patologia è più divina e più sacra di essa. L’epilessia ha una causa naturale e
si suppone che la sua presunta origine divina sia dovuta all’inesperienza degli
uomini e al loro stupore per il suo carattere peculiare.
È anche curabile, non
meno di ogni altra malattia, salvo che non si sia radicata per lungo tempo da
essere diventata più potente dei rimedi che vengono applicati. La sua origine,
come per le altre malattie, si riscontra nell’ereditarietà, colpendo
naturalmente il tipo flemmatico e non il bilioso. Il fatto è che la causa della
sua affezione, generalmente, così come quella delle più serie malattie, è nel
cervello.
Quelle che sono le
esperienze reali dell’epilettico e il processo che immaginiamo possa essere,
sono due cose distinte. Ciò che chiamiamo “adattamento” può essere non così
difficile da comprendere se lo guardiamo alla luce dello yoga. Fëdor Dostoevskij, un famoso scrittore russo, in merito
agli attacchi epilettici, nel suo libro “L’Idiota” ha scritto:
“Alcuni
minuti prima dell’attacco ho fatto esperienza di un sentimento di felicità che è
pressoché impossibile da immaginare in uno stato normale e di cui le altre
persone non hanno idea. Mi sono sentito completamente in armonia con me stesso
e con il mondo intero, e questa sensazione è così forte e deliziosa che per
pochi secondi di questa beatitudine si potrebbe rinunciare volentieri a dieci
anni di vita, se non alla vita intera.”
La descrizione di Dostoevskij degli attacchi non è
ciò che la scienza medica e i nostri occhi ci portano a credere. La scienza
medica asserisce che la maggioranza degli attacchi sono causati da fattori
sconosciuti, e solamente per una piccola percentuale da disturbi intracranici
(del cervello) come tumori, traumi cranici e ictus, o da un basso livello di
zucchero nel sangue (ipoglicemia), da malattie renali (uremia), da malattie
cardiache (blocchi nella conduzione) e dalla sospensione improvvisa di uso di
alcool o di droghe. Comunque, tutte le forme di epilessia vanno sotto l’ampia
definizione di piccole malattie delle funzioni cerebrali, spesso in
associazione a disturbi di consapevolezza e accompagnati da un’improvvisa ed
eccessiva scarica elettrica dei neuroni cerebrali. L’elettroencefalogramma
registra dei voltaggi elevati (rispetto al voltaggio di base) e una scarica
sincrona dei neuroni.
Esistono molti
paradossi nella condizione epilettica. È un’esperienza duale, con attributi
positivi e negativi, in quanto alcune persone fanno esperienza di una grande
beatitudine per un momento poco prima dell’attacco, ma quest’esperienza
positiva è seguita da un orrendo incubo di energia incontrollata.
Successivamente, uno stato mentale negativo esistente prima dell’attacco è
sostituito da uno positivo in molti epilettici.
A
livello fisico e pranico
L’epilessia riguarda il
corpo fisico e quello pranico, la guaina energetica che anima il corpo fisico.
Il sistema nervoso agisce come una matrice, o una struttura, per il flusso
energetico che attraversa il corpo da una sorgente, superando la capacità del
cervello di gestirla e di canalizzarla.
In tutte le persone può
essere indotta una crisi convulsiva, applicando una corrente elettrica
direttamente al cervello. È quello che viene fatto nella terapia
dell’elettro-shock, per i pazienti seriamente depressi o inibiti in
psichiatria, con un sollievo rimarcabile dei sintomi, nella maggior parte dei
casi. Le convulsioni avvengono anche in associazione con il suono ritmico dei
tamburi e delle danze orgiastiche degli antichi rituali religiosi, come se ne
trova testimonianza nei rituali delle tribù africane, nel tambureggiamento dei
vudù brasiliani, balinesi e in molte altre tradizioni culturali. L’eccitamento
isterico, il collasso del sistema nervoso e l’esaurimento portano a
convulsioni, pianti, struggimenti, tremolii, fremiti, brividi e altre attività
tipicamente epilettiche. La tradizione cristiana registra al suo interno lo
stesso fenomeno. Gli evangelisti, come i Quaccheri Wasley, del diciottesimo
secolo, e Billy Graham, nostro contemporaneo, hanno riportato un fenomeno
simile nella conversione religiosa, meccanismo attribuito allo Spirito Santo.
Il punto d’incontro comune di tutti questi fenomeni è l’energia nel cervello e
nel sistema nervoso che va oltre il punto di tolleranza, superando una soglia,
generando come risultato convulsioni, esaurimento del sistema nervoso e
rilascio di tensioni e stress.
Sia le società
primitive, sia quelle moderne, hanno usato il meccanismo delle convulsioni per
curare le malattie e aumentare la consapevolezza, mentre nel caso dell’epilessia
questo stesso fenomeno è considerato una malattia. La differenza sta nel fatto
che nel caso in cui l’energia sia evocata con la danza, il suono ritmico dei
tamburi, le predicazioni emozionanti e potenti ecc., questa supera la potenza
del sistema nervoso e la volontà di resistere, mentre nell’epilettico il
sistema nervoso è indebolito nelle energie inerenti al corpo.
Il corpo pranico ha
cinque sub-divisioni a servizio delle differenti funzioni del corpo in
cooperazione con il complesso nadi-chakra
che corre lungo la colonna vertebrale e negli organi periferici. È questo corpo
il responsabile dell’adeguato rifornimento e mantenimento della forza motrice
di tutte le cellule del corpo, degli organi e delle funzioni. Ogni squilibrio
in questo corpo causa disequilibrio emozionale e malattia fisica.
Probabilmente, lo squilibrio è anche responsabile dell’eccesso energetico nel
sistema nervoso. Sono state avanzate molte teorie.
1.
Un’eccessiva
e inconscia energia si libera da muladhara
chakra, portando a un’esperienza duale, positiva/negativa.
2. Samana, prana, udana o uno delle sub-divisioni praniche
si muovono verso l’alto nel cervello, innescando un circuito neurologico e
sovraccaricando i meccanismi esistenti.
3.
Si
ha un qualche tipo di risveglio spirituale, forse un risveglio in manipura o in ajna chakra, ma il sistema corpo/mente non è adeguatamente
preparato. Le tensioni, lo stress e l’infelicità esistenti nel corpo nello
stato normale possono mandare in caos il sistema nervoso quando un’energia
extra, resa disponibile attraverso il risveglio spirituale, entra nel corpo.
Che le energie partono
da muladhara chakra è supportato da
ciò che segue:
1.
L’esperienza
è sia positiva, sia negativa: un attributo dei due chakra inferiori, muladhara
e swadhisthana.
2. L’individuo diventa
incosciente durante l’attacco e muladhara
governa le forze inconsce, simboleggiate da kundalini
shakti.
3.
L’elemento
di muladhara è la terra e il senso
l’odorato. L’aspetto dell’odorato si ricollega al fatto che molti “rimedi della
nonna” raccomandano l’uso di vecchie scarpe di cuoio o delle cipolle passate
sotto il naso dell’epilettico al fine di farlo rinvenire dall’attacco. Le
sensazioni viaggiano lungo i nervi olfattivi verso l’ippocampo nel cervello.
Esso fa parte del sistema limbico, relativo alle emozioni, al sistema nervoso
autonomo e alle ghiandole endocrine.
Possiamo ipotizzare che
questo meccanismo olfattivo agisce rompendo certi tipi di attacchi epilettici,
interponendo tra le cellule scariche, un circuito e una funzione coordinati,
ritmici e normali.
Il
livello spirituale
Un fenomeno simile a
quello osservato nell’epilessia è stato riportato nella tradizione del kundalini yoga, dove si riscontrano “kriya” o movimenti del corpo spontanei, asana, pranayama, mudra e
cambiamenti di consapevolezza che fanno fare dei contorcimenti del corpo.
Spesso l’individuo rimane conscio in quest’esperienza, che si crede rappresenti
la pulizia delle nadi, sebbene i
movimenti siano oltre il suo controllo. Occasionalmente il corpo potrebbe fare
dei movimenti come capriole o contorsioni che, precedentemente, sarebbero state
impossibili da fare. All’energia qui è concesso di manifestarsi più o meno come
nell’epilessia, ma in modo meno patologico e senza lasciare danni al corpo.
In accordo con questa
tradizione, l’epilettico deve riadattare il suo corpo e la sua mente con le asana, i pranayama e gli shatkarma
al fine di costruire un veicolo in grado di gestire le energie che si
scatenano. Si dovrebbe ricordare che la tradizione del kundalini yoga richiede che sia presente un guru, per garantire che fenomeni come l’epilessia non avvengano a
causa di una prematura liberazione d’energia, che potrebbe provocare quanto
segue, come descritto da Dostoevskij ne ‘L’Idiota’:
“La sua
mente e il suo cuore sono stati inondati da una luce abbagliante. Tutta la sua
agitazione, i suoi dubbi e le preoccupazioni, sembravano essersi risolti in un
batter d’occhio. Ciò culminava in uno stato di grande calma, pieno di serenità,
gioia e speranza in armonia, pieno di comprensione e conoscenza della causa
finale. Ma questi momenti, questi lampi d’intuizione, erano solo il
presentimento dell’ultimo secondo (niente di più di un secondo) che precede il
vero attacco. Questo era, naturalmente, insopportabile.”
Attraverso lo yoga è possibile estendere questo
secondo, in modo da avvicinarsi all’infinito. Rafforzando il sistema nervoso
non crolleremo sotto la pressione del momento, ma continueremo a viaggiare
verso l’alto con quest’energia.
Il
trattamento yogico
Una ragazza di undici
anni che soffriva di epilessia del lobo temporale fu aiutata con successo qui,
alla Bhiar School of Yoga, a ridurre
gli attacchi e le medicine attraverso l’applicazione dello yoga. I suoi attacchi epilettici erano molto pronunciati durante i
momenti di stress, come nel periodo delle interrogazioni scolastiche, e
mostravano dei tipici segni encefalografici nevralgici. Gli attacchi
continuavano nonostante l’uso di pesanti farmaci anti-epilettici, medicine e
tranquillanti. Lei raccontava che appena prima dell’attacco e dopo aver perso
conoscienza avvertiva una piacevole sensazione nell’addome che descriveva
facendo dei movimenti circolari con le mani. Cadeva, poi, in un tipico attacco
psicomotorio, che includeva movimenti bizzarri, vocalizzi ripetitivi, bava alla
bocca e così via.
Abbiamo cercato di
rafforzare il sistema nervoso di questa ragazza e ricanalizzare la sua energia
pranica usando asana dinamiche come surya namaskara, brahmari pranayama, varianti di kriya
yoga, yoga nidra, ecc. Queste
pratiche calmano le energie del corpo, rilassano il sistema nervoso e
riorganizzano i circuiti neurologici. Influenzano direttamente il cervello,
essendo designate per reintegrare tutti i suoi aspetti in modo che funzioni
come un tutto. Questo è una conseguenza naturale della concentrazione della
mente.
In combinazione con le
pratiche sopra riportate abbiamo utilizzato gli shatkarma dell’hatha yoga:
laghu shankhaprakshalana, kunjal kriya e neti kriya. Nell’esecuzione di queste tecniche inizialmente
scoprimmo che il numero degli attacchi aumentò, soprattutto durante la pratica
di kunjal che lei trovava sgradevole
e stressante. Comunque, quando iniziò a praticare correttamente kunjal e neti, gli attacchi svanirono completamente. Dopo questo periodo,
invece di tre o quattro attacchi giornalieri, non ebbe più nessun attacco per
tutto il periodo che rimase in ashram.
Poté ridurre anche le medicine.
Kunjal è molto efficace,
perché fa scaricare l’energia del sistema nervoso, allo stesso modo di un
orgasmo o di una serie di starnuti. Il suo uso volontario e conscio lo rende un
metodo efficace per riordinare e stabilizzare l’attività neurologica inviando
al cervello una sfera di energia attraverso il nervo vago e i canali pranici.
Queste scariche emozionali sono simboleggiate dall’espulsione dei prodotti di
scarto indesiderati dallo stomaco. Allo stesso tempo il sistema nervoso è
rafforzato adeguandosi allo sforzo giornaliero del vomito e può essere addestrato
in modo da non cadere in un attacco epilettico spontaneo.
Un importante punto da
ricordare è che la terapia sopra descritta venne data come sadhana specifico per i problemi di questa ragazzina e fu condotto
sotto una guida esperta. Non è raccomandato per tutti i casi di epilessia,
senza la presenza di una guida esperta.
Con le pratiche yogiche
gli epilettici possono stabilizzare il sistema nervoso, rafforzare la mente,
aumentare la resistenza e superare le debolezze. Tramite gli effetti positivi
del rilassamento è possibile gestire meglio la vita e rilassarsi vivendo. La
salute e la pace della mente possono essere raggiunte attraverso uno sforzo e
una pratica costante, che conducono ai regni della pace senza tempo.