lunedì 21 settembre 2015

Sanyam: personalità equilibrata

Swami Niranjanananda Saraswati

Ci può spiegare Sanyam, il metodo per far evolvere la mente insieme al cuore? Come possiamo collegare la mente con sentimenti composti di compassione e amore?
Solitamente sanyam è definito, in inglese, come ‘controllo’, ma ‘controllo’ non rende l’esatto significato. Il termine sanscrito 'sanyam' è composto da due radici, 'sam' e 'yam'. Yam è come yama negli Yoga Sutra: uno stato della mente che si deve mantenere e che si può coltivare e sviluppare. Sam significa totale: la personalità totale, l'espressione totale, il comportamento totale; tutte le dimensioni della natura umana. Quindi, sanyam significa letteralmente che tutte le dimensioni della personalità umana sono impegnate in un processo di trasformazione e abbellimento e questo stato è mantenuto e sviluppato.

Sanyam lavora a vari livelli: sensoriale, mentale, psichico e spirituale. Sanyam, o il processo di trasformazione, si applica a ogni espressione della vita, compreso il comportamento, l'atteggiamento, la parola e il pensiero.

Qual è lo scopo di sanyam? Gli psicoanalisti delle epoche passate e moderne hanno descritto diversi stati di consapevolezza. La mente è la consapevolezza interattiva, la superficie della consapevolezza. Vi sono, poi, ulteriori classificazioni in base all’intensità dell'esperienza: conscio (jagrat), subconscio (swapna) e inconscio (sushupti). Ma cos’è la mente cosciente? Cos’è la mente subconscia e la mente inconscia?

La mente conscia
Possiamo descrivere l'esperienza di jagrat come il modo in cui si risponde alle attività della mente conscia. In questo momento siete all’aperto e c'è luce dappertutto, tutto è illuminato. Potete vedere fin dove volete, non ci sono ostacoli: questa è la dimensione cosciente. Tuttavia, non potete essere consapevoli dell’intera dimensione conscia allo stesso tempo, proprio come non potete essere consapevoli dell’ambiente totale o del contesto allo stesso tempo. Non sapete cosa sta succedendo dietro di voi, ma non state dormendo. Non sapete cosa sta avvenendo accanto a voi, anche se i vostri occhi sono aperti. Non sapete cosa sta succedendo sotto di voi, anche se siete consapevoli. Quindi, dov’è la focalizzazione?

Vi farò un esempio. State guardando me, il fascio di luce della torcia della vostra attenzione è su di me, ma intorno a voi stanno accadendo molte cose. C’è il canto degli uccelli, il rumore delle automobili e la musica. Ci sono vari oggetti, alberi, fiori ed edifici intorno a voi e dietro di voi. Sapete che esistono, ma se volete metterli a fuoco dovete consapevolmente ascoltarli o guardarli. L’obiettivo, il fascio di luce della torcia della coscienza è la consapevolezza, l'attenzione. Se guardate in un’altra direzione la coscienza si sposta. Siete svegli, non state dormendo, non state sognando o fantasticando ma se semplicemente guardate da un’altra parte, la focalizzazione si sposta. Perciò anche nella dimensione cosciente la consapevolezza è limitata all’esperienza in corso, a dove i sensi sono collegati. I nostri sensi hanno dei limiti: non possono essere consapevoli simultaneamente dell'intera creazione. Potete guardare a nord, est, sud o ovest, ma non in tutte e quattro le direzioni simultaneamente. Questa è la natura della consapevolezza jagrat. Ogni cosa è illuminata, anche se la focalizzazione della consapevolezza è solo sull’oggetto che viene messo in evidenza grazie al suo coinvolgimento con i sensi.

Cosa avviene in questo procedimento? Mentre state guardando quel palazzo, qualcuno dietro di voi tira fuori una pistola e vi prende di mira. La stessa cosa accade anche nella mente. Si sviluppano varie aspettative e ambizioni che non possono essere affrontate. Si manifestano tutte mentre guardate da un’altra parte. Non sapete nemmeno da dove sono venute fuori ma, all'improvviso vi ritrovate a dover affrontare quella passione ossessiva, quell’aggressività ossessiva, senza nessuna logica o ragione apparente. Un minuto prima eravate in pace con voi stessi e un minuto dopo siete disturbati. Tutto questo accade in jagrat, a livello conscio.

Il subconscio
Cos’è swapna, il subconscio? All'interno di un edificio c'è la luce, ma non la luce solare diretta. È fioca e se avete bisogno di lavorare lì dentro, dovete accendere una luce. La luce in un’area dell'edificio illumina solo una zona particolare. Il subconscio è come la mente cosciente ma, invece di essere completamente illuminato dalla luce del sole onnipervadente, è illuminato in parte, dalle singole lampadine che rappresentano le memorie, le impressioni, i pensieri, le ambizioni, le forze, le debolezze, i desideri e le passioni. Tutte queste aree sono illuminate in modo indipendente, non da un'illuminazione omogenea, ma da singole lampadine che illuminano solo quella particolare area. Quindi quando si entra in swapna, non è né luminoso oscuro. Ogni lampadina rappresenta un'esperienza individuale, una memoria o una qualità. Questo è il subconscio.

L’inconscio
La caratteristica dell'inconscio è l’assenza della luce, l’assenza di consapevolezza, l’assenza di conoscenza ed esperienza. Tutto esiste ma non c'è nessuna connessione, nessuna relazione, così come i colori e le forme degli alberi e dei fiori esistono di notte, ma voi non li vedete. Tutto continua ad esistere, in attesa che la luce li illumini. Questo è l'inconscio.

Le attività ed i contenuti del conscio, del subconscio e dell’inconscio si riflettono nella nostra vita e nel nostro carattere. In ognuno di noi la natura limitata e condizionata è tamasica. Lo scopo del sanyam è di trasformare questi stati tamasici di consapevolezza che attualmente sono focalizzati solo sull’associazione dei sensi con gli oggetti in modo da ricavarne la saggezza e l’esperienza adeguate.

Se volete generare energia elettrica da un fiume che scorre per prima cosa è necessario contenerne il flusso con la costruzione di una diga che lo trattiene; costruendola gradualmente, a poco a poco, in modo controllato, si permette al fiume di passare attraverso uno sbocco con una certa forza, creando così un altro tipo di energia, l’energia idroelettrica. Non si prosciuga l'intero letto del fiume, ma ci si assicura che il normale flusso del fiume diventi la causa di una maggiore fonte di energia per uno scopo particolare. Quest’azione controllata e guidata è nota come sanyam.

Gestire i sensi
La pratica del sanyam, all’inizio, è sensoriale. L'associazione con i sensi – il gusto, le impressioni visive e tattili, gli odori, i suoni - deve essere frenata, perché sono i sensi che fanno nascere le voglie e i desideri. Gli occhi guardano un fiore. Lo riconoscono e ne apprezzano la bellezza, il colore e l'odore. Improvvisamente arriva un desiderio: “È bellissimo, lo voglio!" È naturale che questo desiderio arrivi. Ma questo desiderio ha due parti: la prima parte è il riconoscimento della bellezza del fiore e la seconda il volerlo possedere. L'associazione degli organi di senso con l'oggetto ha fatto nascere un desiderio di possesso. La bellezza è stata vista dagli occhi, ma l'idea del possesso è arrivata dopo che la bellezza è stata apprezzata dalla mente. Questo può essere applicato a tutto - ai beni di lusso, alle case, alle automobili, agli impianti stereo, ai televisori, ai fidanzati, alle fidanzate, a tutto ciò che appartiene a questo campo – e, di conseguenza, si evocheranno tutte le risposte emotive e intellettuali.

Gestire queste risposte emotive è il punto successivo del sanyam. Se ci si ferma al punto in cui si dice "Questo fiore è bellissimo", allora questo è sanyam. Se si entra nella seconda parte, "Vorrei possederlo", allora non è più sanyam, diventa swartha, egoismo. Sanyam è l'apprezzamento della bellezza; swartha è il desiderio di possederlo. Come prima cosa deve avvenire il sanyam sensoriale. Non c'è niente di sbagliato nel desiderio per la pizza, ma se ci pensate ogni giorno, questo desiderio diventa un'ossessione. Quindi, per prima cosa occorre gestire i sensi attraverso sanyam.

Gestire gli istinti
Dopo i sensi, ci sono i quattro istinti: ahara, il desiderio di appagamento e soddisfazione; nidra, la voglia di rilassarsi, di dormire e delle comodità; bhaya, le insicurezze e le paure; maithuna, le passioni sensuali. Questi devono essere gestiti con sanyam. Siamo talmente coinvolti nei nostri pensieri istintivi che rimaniamo legati a diverse idee, oggetti, ambienti e climi, sia esterni sia interni. Se impariamo a non rimanere legati alle piccole sollecitazioni e alle associazioni degli istinti possiamo risolvere moltissimi problemi mentali e psicologici.

Una semplice idea può diventare un'ossessione ed essere tanto potente da cambiare completamente l’atteggiamento mentale e il comportamento. Questo è conosciuto come istinto e spesso non c’è alcun controllo cosciente su di esso. Il comportamento di molte persone è compulsivo: sono costrette a comportarsi in un certo modo. Alcune persone non possono vivere senza essere negative, devono trovare sempre un modo per fare un commento sprezzante, senza rendersi conto d’averlo fatto. Anche questa mancanza di consapevolezza delle proprie azioni, del comportamento e dell’atteggiamento può essere cambiato con la pratica di sanyam.

Sanyam: il cibo per l'anima
Si può dire che il cibo è necessario per il corpo, il piacere lo è per la mente e sanyam per l’anima o atma. Il corpo non può sopravvivere a lungo senza cibo. Il cibo nutre e rivitalizza il corpo, e, grazie a ciò, esistiamo. Il cibo crea prana che mantiene la struttura fisica. Se non mangiate, il prana gradualmente s’impoverisce, la vitalità diminuisce e il corpo diventa debole e malato.

Il piacere svolge lo stesso ruolo per la mente. Se si è continuamente sotto pressione e tensione, la mente si blocca in uno stato nero da cui non può tirarsi fuori. Per eliminare questo stato, è necessario il piacere. Esso rinvigorisce la mente, ravviva il prana mentale. Se leggete un buon libro, la mente cambia. Se guardate un bel film, se giocate, scherzate o ridete, avrete un temporaneo cambiamento. Questi cambiamenti temporanei mantengono la mente lontana dalle aree di frustrazione e di ansia e la rivitalizzano.

Sanyam svolge lo stesso ruolo per l'anima. L'anima è un’energia. È una shakti così come lo è la mente. Ma è più sottile della mente. Il corpo è la forma manifesta e grossolana di questa shakti, la mente è la forma sottile e lo spirito ne è la forma causale. Perché ci occupiamo del corpo e della mente e ignorando l'anima?

Ci prendiamo cura del corpo e della mente perché ci identifichiamo con essi, sono più visibili, tangibili e comprensibili. Ma lo spirito è il vero sé dentro di noi e quest'energia è influenzata dagli stati della mente e del corpo. L'unico modo per liberare l'energia dello spirito è attraverso sanyam. In questo contesto, sanyam significa mantenere un atteggiamento equilibrato in modo che gli istinti, i desideri ossessivi e oscuri, le zone buie della psiche che ci portano lontano dalle espressioni del cuore o dell’anima non possano più distrarci. Solitamente coltiviamo delle impressioni egoistiche verso cui la mente e i sensi vanno in maniera naturale. In questo modo sanyam aiuta a riallineare la consapevolezza in modo da esprimere le energie di atma, dell'anima.

Il corpo, la mente, le emozioni e lo spirito devono essere visti come un’unità. In questo modo possiamo capire come raggiungere la dimensione dello spirito utilizzando il corpo e la mente per esprimere compassione e amore, il linguaggio del cuore.

Sanyam di per sé è un sadhana completo che può prendere una vita intera per essere perfezionato. Potete perfezionare qualsiasi posizione in un mese. Si può imparare kriya yoga e kundalini yoga e avere buone esperienze in sei mesi. Ma per padroneggiare sanyam può essere necessaria una vita intera, perseverando ogni giorno nel sintonizzare la radio della testa, la radio delle emozioni e quella delle esperienze sensoriali.

Il vero yoga è sanyam, non sono le asana, il pranayama e la meditazione, perché sanyam trasforma e abbellisce l’intera dimensione della personalità umana. Asana, pranayama e meditazione sono solo passatempi, divertimenti e giochi, modi per allietare la vita, ma il vero yoga è sanyam.
Ganga Darshan, Ottobre 2004