Dr. M. Hajirnis, laurea in Medicina e in Scienze di
Thane
In un corso di yoga si sente spesso l’insegnate dare
l’istruzione: “Tenete la schiena dritta”. Vediamo le implicazioni di
quest’istruzione. Nel kundalini yoga
questo ha un significato particolare in quanto interessa le nadi ed i chakra. Ma in quest’articolo lo considereremo solo dal punto di
vista anatomico.
Il feto, che si trova
rannicchiato nel grembo della madre è protetto e sicuro, galleggia beatamente
nel liquido amniotico, isolato dagli shock e dai suoni del mondo esterno. Tutte
le sue articolazioni sono flesse. Se cercherà di alzare la testa nel momento
della nascita, creerà problemi a sé stesso e alla madre. Nel parto, di solito,
mostra al mondo quella parte della testa in cui ha sede sahasrara e bindu. Se
sollevasse completamente la testa con arroganza, presentando al mondo il viso, il
parto normale sarebbe impossibile. Per questo la colonna vertebrale all’inizio
è flessa (piegata in avanti). Successivamente, quando il bimbo si gira di
pancia e inizia a sollevare la testa, sviluppa la prima curva all’indietro
della colonna vertebrale, nella regione cervicale (nel collo). Più tardi,
quando il bambino si troverà per la prima volta nella posizione eretta, sulle
proprie gambe, svilupperà un’altra curvatura all’indietro nella regione lombare
(la parte inferiore della schiena).
Il maggior progresso evolutivo
dell’uomo, rispetto al resto del mondo animale, è iniziato con l’assunzione
della posizione eretta. La scimmia, la cui posizione eretta non è così ben
sviluppata, si suppone essere il nostro antenato più vicino. Quando l’uomo ha
smesso di utilizzare gli arti anteriori per la locomozione, per camminare o per
correre, essi sono diventati arti superiori o braccia. Solo dopo aver assunto la posizione in piedi,
ha iniziato a usarle in molti altri modi. Iniziò a prendere il cibo con le mani
per portarselo alla bocca. Quindi non aveva più bisogno di avvicinare la bocca
alla preda o al cibo, per ottenere il suo boccone. Né serviva più tanta forza alla
mandibola per addentare. Perciò la forma dei suoi denti e della mandibola
iniziò a cambiare. Ora poteva anche produrre suoni più delicati e di diversi
tipi con la bocca, così il linguaggio iniziò ad evolversi, superando la seconda
barriera evolutiva (giungendo, infine, alla diversità linguistica di oggi: la
Torre di Babele). Ma questa è un'altra questione.
Quello che c’interessa in
questo contesto è la curvatura lombare della colonna vertebrale, che l’uomo ha
sviluppato dopo l’assunzione della posizione eretta. Il tratto lombare deve
sopportare il peso della metà superiore del corpo nella posizione eretta. A
causa di ciò e anche dei passi delle gambe nella camminata eretta, la colonna
ha sviluppato questa curvatura all’indietro che predispone soltanto l'uomo, tra
tutti gli animali, ad una nuova gamma di patologie spinali evolutive tra cui la
lombalgia, l’ernia al disco, la sciatica, la scoliosi e le spondiliti. Inoltre,
i vari disturbi della digestione, delle mestruazioni e della riproduzione sorgono
a causa della congestione e dell’irritazione dei nervi spinali emergenti nella
regione lombare. Un altro svantaggio della posizione eretta, è la maggiore
probabilità di sviluppare emorroidi e vene varicose, perché il flusso di sangue
venoso proveniente dalle gambe e dal retto, deve fare un viaggio più lungo
verso l’alto e contro la forza di gravità, per raggiungere il cuore.
La colonna vertebrale è come
il tronco di un albero, in quanto sostiene l’intera struttura del corpo. In cima
a questo tronco c’è la testa, il cranio o la scatola cranica, contenente il più
importante di tutti gli organi – il cervello – che non solo controlla il corpo
umano, ma gli conferisce il vero scopo della sua esistenza.
La vertebra che si trova più
in alto è chiamata atlante, perché sostiene la testa, proprio come Atlante, la
figura mitologia greca, che sorreggeva il mondo sulle sue spalle. La seconda
vertebra è l’epistrofeo o
l’asse, così chiamata perché l’atlante e il cranio ruotano su di essa. Così la
testa può muoversi sia indipendentemente dal movimento del collo, sia insieme
al collo. Delle 33 vertebre che costituiscono la colonna, solo le prime due
hanno un nome. Tutte le altre hanno solo un numero.
Nella regione toracica, la
colonna sostiene l’espansione della gabbia toracica, che è composta da ossa
(costole), muscoli e cartilagini. La gabbia toracica circonda i polmoni e il
cuore, che sono d’importanza secondaria solo rispetto al cervello. I polmoni
purificano il sangue, mentre il cuore lo fa circolare in tutto il corpo,
rifornendo le cellule e i tessuti di tutti i nutrienti di cui hanno bisogno, e
ripulendoli dai prodotti di scarto.
Nella regione lombare o
addominale, la colonna vertebrale funge da ancoraggio per i muscoli che
mantengono gli organi gastro-intestinali nelle loro sedi: allo stomaco e all’intestino,
al fegato, alla milza, al pancreas e anche ai reni e al sistema urinario.
Questi sono tenuti sospesi come in una borsa di stoffa di cui la colonna
vertebrale è il manico.
Nella parte finale della
colonna vertebrale (la zona sacrale) vi è il bacino, che è come un cesto osseo
o una cavità che contiene gli organi escretori e riproduttivi. Qui l'ovulo
umano fecondato è alimentato nel grembo materno, come un uovo di uccello nel
suo nido.
Come i rami principali di un
albero gli arti superiori e inferiori, spuntano fuori dal tronco centrale e,
grazie alle articolazioni più vicine (quelle delle spalle e delle anche), hanno
un’ampia gamma di movimenti in tutti e tre i piani, come un giunto sferico,
mentre con le articolazioni distali (quelle di gomiti e delle ginocchia) si
possono muovere solo su un piano, come una porta nel suo cardine.
Notiamo così che la colonna
vertebrale non è proprio eretta nel vero senso della parola, ma ha quattro
distinte curvature. La curvatura cervicale del collo ha sette vertebre, la
dorsale del torace ne ha dodici e la lombare nella parte bassa della schiena
cinque. Come una pila di monete, queste sostengono il progressivo aumento del
peso della colonna. Perciò ogni vertebra sarà leggermente più grande di quella
superiore, man mano che si scende dal collo ai glutei. L’atlante è grande solo
¼ dell’ultima vertebra lombare. In sirshasana
(la posizione verticale sulla testa) il peso di tutto il corpo è sorretto dal
triangolo formato dalla testa e i due gomiti. Se un peso eccessivo dovesse
gravare solo sulle vertebre cervicali, queste subirebbero un danno, in quanto esse
sono destinate a sostenere solo il peso della testa e non quello di tutto il
corpo.
Le vertebre sacrali (cinque di
numero) sono fuse per formare un unico osso nella parte posteriore del bacino.
Sono più piccole, in quanto non hanno funzione portante e non partecipano ai
movimenti della colonna vertebrale sopra descritti.
Il coccige è il residuo della
coda. La coda è usata dagli animali per tenere lontani gli insetti fastidiosi,
per restare appesi su un ramo e per l’equilibrio durante il salto. Un uomo può
svolgere tutte queste funzioni con l’uso degli arti superiori. Inoltre essi
vengono usati anche per esprimere le emozioni, come la rabbia e la paura. Gli
esseri umani hanno sviluppato migliori modi d’espressione per le proprie
emozioni, e l’uomo ha perso così la coda durante l’evoluzione.
La colonna vertebrale
dell’uomo non è un unico osso, non è come un bambù. È come un filo di perle, ma
non è il cordino che tiene insieme le perle, come in un mala, sono le perle (le vertebre) che proteggono il filo (il
midollo spinale) all'interno. La colonna vertebrale è fatta in questo modo
perché deve poter compiere diversi movimenti. Si piega in avanti, indietro e di
lato, e si attorciglia anche su sé stessa, proprio come un filo di perle. Vi è
una patologia degenerativa, detta spina dorsale di bambù (spondilite
anchilosante), in cui la colonna vertebrale diventa realmente come un bambù (si
presenta così ai raggi X). Provate ad immaginare la sofferenza di quella
persona: rigida come una canna di bambù!
Tra una vertebra e l’altra c’è
un disco flessibile, o imbottitura, che assorbe gli urti di quando si cammina,
si corre, o si sta in piedi o seduti. In questo modo, si diminuisce l’usura
delle ossa e il cervello e gli organi interni sono ben protetti. La delicata
corda del midollo spinale passa attraverso il canale vertebrale centrale, e
numerose terminazioni nervose escono da esso attraverso gli spazi tra le
vertebre.
Le
malattie della colonna vertebrale
Ora procediamo nel vedere
quali afflizioni può avere la colonna vertebrale, e il ruolo dello yoga nella prevenzione e nella cura di
alcune di esse.
In via preliminare, si deve
rilevare che, quando il tessuto osseo delle vertebre è gravemente malato o è
stato distrutto da una malattia come la tubercolosi, il cancro o da un grave
infortunio, le strutture ossee perse non possono essere ripristinate dallo
yoga. Lo yoga aiuta a mantenere e a ripristinare
le strutture ausiliarie, come i legamenti che tengono insieme le vertebre, le
articolazioni, le strutture che ammortizzano, che si trovano in mezzo, e i
muscoli para-vertebrali su entrambi i lati delle vertebre. Inoltre lo yoga è utile all’allineamento della
curvatura della colonna vertebrale, mantiene in salute l'intera gamma dei
movimenti spinali, la flessibilità e allevia la pressione sui nervi emergenti
tra le vertebre. Tutte le asana di yoga hanno un’azione sulla colonna
vertebrale, oltre alle azioni e applicazioni specifiche di ognuna. Le asana di
estensione indietro, quelle di flessione in avanti e di lato, influiscono in
maniera evidente sulla colonna vertebrale. Anche le asana di equilibrio e le posizioni da seduti aiutano a mantenere la
muscolatura paravertebrale.
Matsyendrasana e la
sua variazione, ardha matsyendrasana,
richiedono una particolare menzione. Sono le uniche due asana che prevedono un
movimento rotatorio completo dell'intera colonna vertebrale; la posizione di
blocco della gamba e del braccio funge da fulcro nella torsione.
La curvatura naturale della
colonna vertebrale nella regione del collo è all’indietro, ma la maggior parte
del tempo lo trascorriamo con la testa piegata in avanti. Per questo siamo
soggetti a malattie degenerative come la spondilolisi cervicale. Forse dovremmo
seguire l’esempio del grande artista Michelangelo, che preferiva sdraiarsi
sulla schiena per dipingere gli affreschi sul soffitto. Queste malattie spinali
sono prevenute e curate con l’estensione del collo. I chirurghi ortopedici
(specialisti ossei) utilizzano per questo collari di supporto o limitano il
paziente a letto applicandogli una trazione al collo, come un uomo impiccato.
Lo yoga arresta e allevia efficacemente
questi problemi tramite semplici posizioni come i pawanmuktasana, bhujangasana,
vajrasana, shashankasana, dwikonasana,
ardha matsyendrasana e le asana di
estensione indietro.
La seconda malattia che
interessa questa regione, e che lo yoga
allevia, è la cefalea tensiva. A causa di tensioni mentali e posturali, i
muscoli della parte posteriore della testa e del collo diventano serrati e
generano spasmi (possono essere sentiti come delle corde tese e dei nodi).
Questo provoca dolore nella parte posteriore della testa. Asana come le serie dei pawanmuktasana
includono dei movimenti liberi del collo, che rilassano il carico di tensione
dei muscoli, mentre yoga nidra e shavasana riducono i livelli di tensioni
psichiche e mentali. Questo duplice attacco alla malattia, usando tecniche
somatopsichiche e psicosomatiche, si dimostra molto efficace. Le tensioni
mentali e gli spasmi muscolari scompaiono simultaneamente. Così come le
tensioni mentali generano spasmi muscolari, rilassando gli spasmi muscolari si
rilassa la mente da alcune sue tensioni. Il lavoro degli psicologi moderni
Wilhelm Reich, Ida Rolf e Alexander Lowen ha ribadito che la nostra corazza
muscolare rispecchia la nostra angoscia mentale e viceversa.
Nella regione toracica (nel
petto) la colonna vertebrale va in avanti. Se è eccessivamente piegata, il
risultato sarà la congestione dei nervi toracici e l’affollamento delle costole
nella gabbia toracica. Questo riduce lo spazio nel quale i polmoni possono
espandersi e l’efficienza respiratoria diminuisce. Spalle e schiena curve possono
causare asma e bronchiti croniche. Queste deformità possono essere rimosse
praticando dhanurasana, chakrasana,
bhujangasana, matsyasana e simili. Allo stesso tempo, l’efficienza del
sistema respiratorio aumenta e i sintomi delle malattie respiratorie
diminuiscono. Un uomo che è sicuro delle sue capacità, cammina e parla con
sicurezza. Ha la schiena dritta e le spalle tirate indietro. Questa posizione,
a sua volta, contribuisce a infondere ulteriore sicurezza.
La zona più problematica della
colonna vertebrale è la regione lombare (la parte bassa della schiena). Le
problematiche sono molteplici. I muscoli para-vertebrali diventano rigidi e
dolorosi, con l’accumularsi di tensioni emozionali, sessuali e mestruali.
Possono avvenire distorsioni in seguito ad azioni non coordinate, durante un
sollevamento, una flessione o alla guida. I legamenti spinali possono lacerarsi
per forti strappi o colpi ricevuti durante l’attività sportiva, ecc. I muscoli
si squilibrano se il peso corporeo non è equamente suddiviso tra le due gambe,
a causa di qualche malattia agli arti inferiori. Nell’ernia del disco, c’è la
rottura, per usura, dell'anello cartilagineo tra i dischi ammortizzanti, il cui
nucleo polposo può fuoriuscire e premere su una radice nervosa causando dolore
sciatico in una o in entrambe le gambe. La causa più comune del mal di schiena
è una postura errata. Non riusciamo a stare in piedi o seduti correttamente, a
causa dei muscoli indeboliti, per mancanza di esercizio fisico e per la vita
sedentaria.
Si soffre anche nella parte
anteriore del corpo, quando l'addome diventa obeso, flaccido e gonfio. La zona
lombare agisce come il manico di una borsa che deve sorreggere il contenuto
dell’addome. In caso di obesità, il contenuto della borsa diventa pesante per
via della presenza di grasso in eccesso nel mesentère dell’intestino. Il
mesentère è la struttura portante che collega gli intestini con la colonna
vertebrale. In un obeso, il mesentère è uno dei principali depositi del grasso
in eccesso. I muscoli addominali
mantengono il contenuto della borsa in avanti. Se sono deboli e flaccidi, gli
intestini cadranno in avanti, causando una spinta della colonna all’indietro. Questo
porta anche ad avere mal di schiena. L’eccesso di deposito di grasso nella
parete addominale provoca anche una trazione sulle vertebre lombari. Nelle
donne, se l’utero non è correttamente posizionato (se è retroverso), o ha delle
aderenze, potrà sopraggiungere dolore lombare. Le infezioni pelviche sono
un’altra causa.
Le principali malattie
organiche delle ossa della colonna vertebrale, come la tubercolosi, il cancro e
l'osteomielite sono rare cause di dolore spinale. Ci sono molte altre cause
comuni di dolore alla colonna vertebrale, che possono essere gestite con successo
e corrette dalle tecniche di yoga.
Le asana di flessioni in avanti, di estensione indietro e di flessione
laterale mobilitano le articolazioni intervertebrali, sviluppano la muscolatura
di sostegno della colonna vertebrale, rafforzano i legamenti e massaggiano i
nervi e i vasi sanguigni. Questo è essenziale per mantenere in perfetta salute
la colonna vertebrale, soprattutto dalla mezza età in poi. Poiché questo
sviluppo e ‘manutenzione’ interessano entrambe le parti, la possibilità di
tensioni disuguali sulla colonna vertebrale è ridotta. Nelle cosiddette ‘sindromi
da ernia del disco’, compresa la sciatica, le asana di estensione indietro
della parte inferiore della colonna vertebrale, come ad esempio shalabhasana, ushtrasana, dhanurasana e bhujangasana sono analoghe agli esercizi
di estensione proposti dai fisioterapisti. Shavasana
rilassa l'intera muscolatura. Tadasana
allunga i legamenti della colonna vertebrale, allevia la pressione sui dischi
intervertebrali e riduce l'usura. Allo stesso modo, le asana capovolte (sirshasana,
sarvangasana, viparita karani mudra) cambiano i punti di pressione, che
fanno gravar il peso del corpo sulle vertebre lombari. Questo riduce lo sforzo
sulla parte bassa della schiena. Bhastrika
pranayama, uddiyana bandha, agnisar e nauli
sviluppano gli addominali, la muscolatura, rimuovono l'obesità e la conseguente
deformazione della colonna vertebrale.
Di fatto, oltre l’80% (4 su 5)
dei casi di mal di schiena sono dovuti a cause che possono essere prevenute o
alleviate dalla corretta applicazione di semplici metodi di yoga.