Swami Satyananda Saraswati
Lezione tenuta durante il Seminario per Insegnanti di Yoga svoltosi a Collbatò
Lezione tenuta durante il Seminario per Insegnanti di Yoga svoltosi a Collbatò
Nella filosofia tantrica, il mantra è
una forza che può essere usata per risvegliare la coscienza spirituale. Alla
base del mantra vi è il suono, che
spazia dal grossolano al sottile. In tutto il cosmo ci sono onde sonore lente,
medie e veloci. Le onde medie sono per noi percepibili ma le onde lente e
veloci no. Quando viene prodotto il suono del mantra, questo ha una portata media di frequenza ed è noto come
suono percettibile o grossolano. Ma, quando il mantra è intonato
silenziosamente, ha una velocità maggiore di frequenza e diventa un suono
impercettibile o sottile.
Quindi, il mantra opera sul piano
terreno ed anche sui piani più elevati. Quando si produce un suono e si
accelera di frequenza, esso influenza il regno interiore della consapevolezza.
Proprio come quando si prende un sasso e lo si getta in un lago calmo e
tranquillo, l’impatto crea increspature e le onde formano cerchi che si
espandono sempre più ampiamente secondo la forza ed il peso del sasso. Allo
stesso modo, quando si ripete un mantra, il suono colpisce l’omogeneità della
coscienza e crea increspature che aiutano a espandere la mente.
La barriera
La mente ha due campi d’azione: individuale e universale. In realtà,
nell’intero universo c’è solo una mente, ma questa mente diventa
individualizzata in base ad ogni circuito separato. Ad esempio, la vostra mente
e la mia non sono due menti: le nostre menti sono differenti circuiti di
un’unica mente. Quindi, la verità è che la mente individuale fa parte della
mente omogenea, universale. Perciò, la mente individuale può sempre essere
connessa con la mente universale, se sappiamo come farlo. Dobbiamo ricordare
che questa è come una legge ed è della massima importanza nella vita
spirituale.
Quando iniziamo la pratica del mantra,
creiamo delle vibrazioni all’interno della mente. Come la mente diventa calma,
tranquilla e concentrata queste vibrazioni sono trasferite nell’area universale
della mente. La barriera tra la mente individuale e quella universale viene
rotta. A causa di questa barriera le nostre menti sono divise le une dalle
altre: voi non sapete cosa sto pensando io ed io non so cosa state pensando voi.
Ma, quando questa barriera è rotta, la vostra mente e la mia diventano una.
La mente è una madre universale e la sua natura è quella dei tre guna – sattwa (equilibrio), rajas (dinamismo)
e tamas (inerzia). Secondo la
manifestazione della realtà, la mente è nota come buddhi (intelletto discriminante), chitta (i contenuti della mente) e ahamkara (ego).
Abbiamo sempre ritenuto la mente come il processo del pensiero ma, secondo
il tantra, la mente non è il
pensiero. I pensieri e i sentimenti sono espressioni della mente, ma non la
mente in sé. Proprio come le onde dell’oceano sono un’espressione, una
manifestazione dell’oceano, ma non sono l’oceano. Il pensiero e l’emozione sono
le vritti (gli schemi) della mente.
La rabbia, la passione, l’avidità, la gelosia, l’amore, il ricordo, il
giudizio, sono tutti schemi e non la mente.
La mente è consapevolezza omogenea. Tale consapevolezza è di due tipi:
esterna e interna. Quando si hanno delle percezioni sensoriali, si sa che la
consapevolezza è esterna. Quando dissociate la mente dai sensi, la
consapevolezza diventa interna. La mente può trasformarsi nell’uno o nell’altro
stato. Quando la mente diventa estroversa, si hanno le esperienze di forma,
suono, tatto, gusto e olfatto attraverso i cinque differenti organi di senso.
L’esperienza sensoriale è il gioco della mente.
Se la mente è introversa, i sensi sono inerti e senza vita. Non si può
sentire, vedere, odorare, parlare o toccare. Ciò è chiamato pratyahara. Quando la mente va verso
l’interno, ci si avvicina alla barriera e s’inizia a vedere il cosmo, che è
un’esperienza infinita. Non ha né inizio né fine, né circonferenza né centro.
Noi definiamo la consapevolezza come esterna o interna, materiale o
spirituale. La consapevolezza materiale è un’esperienza esterna della mente. La
consapevolezza spirituale è un’esperienza interna della mente. Quando nella
mente vi è una barriera è limitata all’esperienza materiale, ma quando la
barriera è rotta si ha l’esperienza spirituale.
Nella filosofia yogica, questa barriera è conosciuta come avidya (ignoranza) o maya (illusione). Attraverso la pratica
del mantra questa barriera si rompe.
I costituenti della mente
Ogni mantra ha un suono specifico. Non conosciamo tutti i suoni, ma sappiamo
che ci sono dei suoni che sono più miti e altri che sono più forti. Cosa accade
quando si produce un suono? Gli scienziati hanno visto che i modelli delle onde
cerebrali si modificano. I tantrici dicono che quando si produce un suono si
modifica la formazione della mente.
La mente non è unita. Così come l’acqua è formata dalla combinazione
d’idrogeno e ossigeno, la mente è una combinazione di numerosi componenti.
Nello yoga e nel tantra questi componenti sono noti come samskara. Essi sono i residui delle esperienze individuali
attraverso molte incarnazioni.
La mente opera come una macchina fotografica. Qualunque cosa viene
conosciuta o sperimentata attraverso i sensi rimane impressa nella parte
subliminale della mente. Queste impressioni, o componenti, sono così numerose
che non saremmo mai in grado di conoscerle tutte e non è semplice
classificarle. Alcune sono deboli e insignificanti, mentre altre hanno una
potente influenza sul carattere, sulle abitudini e sulla natura. Alcune sono
casuali e periodiche, mentre altre ci accompagnano per tutto il tempo.
Resta inteso che pensieri potenti come la rabbia, la passione, la gelosia o
la paura entrano nella mente di tanto in tanto, mentre durante la meditazione
molti pensieri insignificanti vanno e vengono continuamente. Ciò accade perché
non abbiamo pulito i costituenti della mente. Per questo il primo requisito per
la meditazione è chitta shuddhi (la
purificazione mentale). Ciò non deve essere compreso come una questione
religiosa. Chitta shuddhi significa
“fermare i componenti della mente”. Altrimenti, quando ci si siede per meditare
molti piccoli pensieri arrivano costantemente nella mente e causano agitazione
e disturbo. La pratica del mantra è
uno dei migliori metodi per chitta
shuddhi, se viene fatto con consapevolezza di tutti i pensieri che entrano
nella mente mentre si ripete.
I costituenti della mente hanno tre campi d’azione: vikshepa (distrazione), vikalpa
(unidirezionalità) e laya
(dissoluzione totale). Il primo campo si ha quando la mente salta continuamente
da un punto all’altro e non è mai costante. Ad esempio, quando ci si concentra
sulla fiamma di una candela e un pensiero distraente passa nella mente: ciò è
noto come vikshepa. Questo è un
elemento della mente.
Il secondo componente è chiamato vikalpa.
Dopo aver stabilizzato pratyahara,
dissociando la mente dai sensi, si ha consapevolezza unidirezionale. Allora
s’inizieranno ad avere delle visioni. Si riuscirà ad essere concentrati sulla
fiamma di una candela, ma s’inizierà a vedere la televisione interiore! Questi
costituenti psichici della mente sono chiamati vikalpa e sono estremamente difficili da eliminare. Nel dhyana yoga se un pensiero arriva alla
mente, potrete farlo uscire definitivamente con la volontà. Ma quando arriva vikalpa siete impotenti. Queste sono
espressioni involontarie degli elementi psichici e non avete alcun controllo su
di esse. Come potete distruggere o fermare questi componenti? Qui il mantra sarà molto utile. Il mantra è capace di distruggere i
componenti psichici noti come vikalpa.
C’è, poi, un terzo e potente elemento della mente chiamato laya che significa dissoluzione, sospensione. In questo stadio la
consapevolezza è completamente eliminata e si ha totale shunya (vuoto). Vi stavate concentrando sulla fiamma di una candela
ed improvvisamente tuttosi spegne: non c’è più la fiamma, non c’è più nulla, e
sarete totalmente impotenti, persi. Questo è un costituente molto ostinato.
Quindi, ci sono tre tipi di samskara:
distrazione, visioni psichiche e sospensione della consapevolezza. Come potete
essere liberi da questi elementi? Il mantra
è uno strumento molto utile per questo scopo. Quando praticate il mantra è assolutamente necessario l’uso
di un mala. Mantra e mala insieme
fermeranno i costituenti della mente. Ad esempio, mentre si pratica Om, Om, Om la mente cade improvvisamente
e appaiono visioni. La rotazione del mala
interferirà con le visioni e ridarà vita alla consapevolezza. Invertirà il
processo della consapevolezza mentale. Questa è l’importanza del mantra in relazione al dhyana yoga e al risveglio della
consapevolezza spirituale.
I bija mantra
I bija (seme) mantra sono suoni estremamente potenti
che hanno effetti significativi ed istantanei. Ci sono milioni di bija mantra,
ma ne conosciamo solo alcuni di essi. Ogni bija
mantra ha il proprio elemento e ogni elemento è associato a un centro del
corpo. Ad esempio, Om appartiene
all’etere, l’elemento più sottile. La sede dell’etere è ajna chakra. Perciò, Om è il mantra
di ajna chakra ed è considerato il
padre, il bija mantra più potente di
tutti. Coloro che sono seri ricercatori della realtà assoluta usano il mantra Om.
Quella che segue è solo un’illustrazione dei bija mantra, degli elementi e dei chakra a essi associati. Il bija
mantra lam appartiene all’elemento
terra, la sede di muladhara chakra. Vam appartiene all’elemento acqua, swadhisthana chakra. Ram appartiene all’elemento fuoco, manipura chakra. Yam appartiene all’elemento aria, anahata chakra. Ham
appartiene all’elemento spazio, vishuddhi
chakra.
I bija mantra sono, sicuramente,
elevate dosi di potenza. Gli aspiranti che non hanno fermato le proprie
impressioni mentali dovrebbero praticare un mantra
comune piuttosto che un bija mantra.
Quando usate un bija mantra il
risveglio del prana è incontrollabile.
Questo è il motivo per cui molte persone hanno esperienze interiori il secondo
giorno di pratica del bija mantra.
Necessità di un guru e della pratica
Il mantra dovrebbe essere dato da
un guru. Un libro non può determinare
il mantra giusto per te. Proprio come
una cartuccia deve essere colpita dal martello della pistola per sparare, così
il mantra deve essere colpito dal
martello del guru per far esplodere
la coscienza. La relazione tra guru e
discepolo è solo il mantra. Quando il
guru dà il mantra all’aspirante,
questo diventa un discepolo. Un discepolo è colui che sta lavorando e
sviluppando il mantra. Con l’aiuto
del mantra, sta cercando di fermare i
samskara, i vari elementi della
mente.
Il guru deve decidere il mantra
giusto per te, sulla base del tuo segno zodiacale, il temperamento, la malattia
o il sentiero spirituale. Ricevuto il mantra
dal tuo guru, devi praticarlo ogni
giorno, per cinque o dieci minuti. Non importa quanto sia potente il tuo mantra, se non lo praticherai, non
otterrai nulla.
Il mantra deve essere ripetuto
migliaia di volte. All’inizio lo ripeterai sul piano udibile. Le vibrazioni
saranno esterne e gli effetti grossolani. Ma, gradualmente, come la tua mente
diverrà più tranquilla e silenziosa, le vibrazioni diverranno più potenti. Il mantra andrà nelle profondità della
coscienza, perforerà la mente coscia e subconscia e penetrerà nella mente
inconscia. Una volta che il mantra
sarà entrato nella mente inconscia, distruggerà tutti i samskara e i costituenti mentali. Quindi, il mantra deve essere ripetuto regolarmente con il mala. Se il tuo mantra è Om, pratica
cinque mala ogni giorno. Se non hai
tempo al mattino, fallo di sera. Molti capifamiglia non praticano il mantra di
notte perché sono confusi su certi tabù. Sentono che non è appropriato
praticare il mantra dopo maithuna ma, secondo il tantra,
l’effetto del mantra è maggiore in
quel momento. Quindi, se avete deciso di fare cinque mala ogni notte, dovrete farlo. Indipendentemente da che tipo di
vita conducete, prima praticate e poi dormite.
Il mantra è una forza
purificatrice. Niente al mondo può inquinare il mantra; niente può renderlo impuro. Il mantra può purificare ogni corruzione. È un grande purificatore che
indipendentemente da ciò che mangiate, come vivete, cosa pensate o in quale
religione credete, dominerà e distruggerà tutti i samskara. Quando i samskara
saranno distrutti e il velo sarà squarciato, potrete vedere la divinità davanti
a voi, splendente come il sole. Ciò che state cercando non è molto lontano. C’è
solamente un velo tra voi e me che deve essere distrutto dal mantra shakti, dal mantra yoga. Om è il più
potente, il più benevolo di tutti i mantra.