sabato 12 luglio 2014

Swan Sadhana

Swami Yogaratna Saraswati

Insieme alle normali pratiche di yoga, c’è un altro aspetto che necessita di essere sviluppato passo dopo passo. Ciò avviene attraverso un processo meditativo chiamato SWAN, che ci aiuta a capire la nostra natura, ad accettarci così come siamo e a lavorare verso questo scopo. Swan è un acronimo per Forze (Strenght), Debolezze (Weakness), Ambizioni (Ambition) e Bisogni (Need).

La tecnica meditativa Swan porta ad un’auto-osservazione e testimonianza delle nostre forze, debolezze, ambizioni e bisogni in modo oggettivo ed a giungere alle loro cause. Dalle parole di Swami Niranajananda: “La meditazione Swan (hamsa dhyana) aiuta lo sviluppo della consapevolezza dello stato del nostro essere, portandoci ad un processo di osservazione e consapevolezza dei profondi aspetti della vita e dell’ahamkara (ego). La reale natura dell’ego è presente in assoluta consapevolezza nelle azioni e nelle reazioni. È la realizzazione degli aspetti positivi dell’ego lo scopo e la meta della meditazione Swan.”

Le forze sono tutte quelle qualità, abilità, talenti e caratteristiche che ci supportano ed aiutano nell’evoluzione. Sono quegli aspetti della personalità che possono essere applicati positivamente e costruttivamente nella vita, quegli attributi positivi del nostro carattere che sono stati acquisiti attraverso i karma e che sono stampati nel tema natale, ad esempio il coraggio, la fede, ecc.

Le debolezze sono quelle carenze della nostra personalità, quegli attributi del carattere che ostacolano il progresso o la crescita, ad esempio l’apatia, la rabbia e la procrastinazione. Per la maggior parte del tempo siamo influenzati dalle nostre debolezze e cerchiamo di nasconderle, ma più ci focalizziamo su di esse più lasciamo che eclissino le nostre forze. Quando stilate i vostri aspetti Swan, fate in modo che le debolezze non superino in numero le forze. Questo vi renderà molto più positivi.

Le ambizioni sono ciò che vogliamo fare nella vita. Sono le forze direttrici dietro le nostre azioni: non possiamo ottenere niente senza ambizione. La forza dell’istinto di sopravvivenza dà origine alle ambizioni. Cerchiamo di essere tutto ciò che non siamo. L’ambizione può essere basata sulla paura, sul desiderio, sul potere o sul naturale amore per la vita. Quando praticate Swan sadhana, non lasciate che le ambizioni superino in numero i bisogni.

I bisogni sono ciò di cui ognuno necessita. Il corpo ha bisogno di cibo ed acqua, di vestiti e di un riparo. Ci sono i bisogni mentali, il desiderio della soddisfazione, qualche scopo nella vita; mentre il bisogno dell’armonia e dell’equilibrio interiore con la natura, fanno parte dei bisogni spirituali. I bisogni possono essere divisi in fisici, mentali, emozionali, personali, sociali e spirituali (come tutti gli altri aspetti dello Swan).

Sadhana di ritiro
Swan sadhana può essere fatto come una tecnica meditativa, un esercizio scritto, un programma di ritiro e come una pratica quotidiana. Swan può essere il principale scopo di un ritiro intensivo. Le sessioni possono intersecarsi con l’hatha yoga, i kirtan o i canti ed il karma yoga. Meditazioni come yoga nidra e antar mouna possono essere focalizzate sul principio Swan. Potete iniziare sia con un esercizio scritto che con una meditazione Swan. Un fine settimana di ritiro può includere tre o cinque sessioni scritte e lo stesso numero di meditazioni sul principio Swan.

Nell’esercizio scritto usate un foglio di carta per ogni aspetto dello Swan ed aggiungete altri fogli se necessario. Ad esempio, potete iniziare scrivendo in una pagina le vostre forze, in un’altra le vostre debolezze e così via. Nella seconda sessione, esaminate le vostre forze e fatevi delle domande su di esse. Potreste avere bisogno di aggiungere altre pagine per questa sessione e così via.

Dopo che avrete scritto tutte le forze, debolezze, ambizioni e bisogni potrete pensare ad iniziare a porvi delle domande circa ogni principio dello Swan. Questo può essere fatto in un’altra sessione, o in un altro giorno se l’avete praticato durante una lezione di yoga oppure in un altro periodo di tempo. Sotto trovate una selezione di domande pertinenti. Potete usarle tutte o solo alcune od anche metterne delle vostre. Scrivete di seguito le risposte alle vostre domande sotto ogni principio. Un’ulteriore attività potrebbe generarsi come risultato delle risposte alle varie domande, che può essere svolta in una sessione successiva.

Forze
1.    Come so di avere questa forza?
2.    Quali forze sono parte del mio corredo genetico (ereditarie) e possono essere usate come base positiva della mia personalità?
3.    Quali forze sono reali e quali sono quelle che prendo per reali ma, in realtà, sono desideri?
4.    Quali forze voglio sviluppare?
5.    Quali forze posso usare per superare le mie debolezze?
6.    Quali forze possono sostenere ed abbracciare le mie ambizioni?

Debolezze
1.    Quali debolezze posso far diventare delle forze o usare in modo positivo? Ad esempio, la testardaggine può essere vista come persistenza o tenacità e canalizzata con un lavoro positivo.
2.    Quali forze posso usare per superare una specifica debolezza?
3.    Posso accettare che le mie debolezze vanno bene, che tutti hanno delle debolezze?

Ambizioni
1.    Differenziate i desideri e le ambizioni.
2.    Differenziate le ambizioni e i bisogni.
3.    Quali ambizioni sono pratiche ed ottenibili? Eliminate quelle che non sono realistiche; vi fanno perdere tempo ed energia.
4.    Osservate le vostre ambizioni. Sono appropriate per voi?
5.    Osservate le radici delle vostre ambizioni. Da dove originano?
6.    Quali ambizioni sono realmente intense? Sostenetele.
7.    Quali ambizioni sono aspettative dei familiari o della società?
8.    Posso riconoscere le ambizioni che fanno parte del mio karma?
9.    Le ambizioni cambiano in base alle età, alle circostanze, ecc?

Quando prendiamo confidenza con le nostre ambizioni, iniziamo ad avere una comprensione del nostro dharma. Questo è necessario al fine di percepire il ruolo che ci è stato assegnato o che dobbiamo giocare nella vita.

Bisogni
1.    Differenziate i bisogni e ciò che si vuole. Eliminate ciò che potete, al fine di semplificare la vostra vita.
2.    Differenziate i bisogni dalle ambizioni. Mettete i bisogni che sono realmente delle ambizioni nella sessione delle ambizioni.
3.    Quali sono i miei reali bisogni, e quali sono aspettative di altre persone come familiari e società?
4.    Come posso provvedere a questi bisogni specifici senza che dominino la mia vita?

Ci sono dei bisogni che devono essere soddisfatti per prenderci cura di noi stessi. Mentre lavoriamo sui bisogni, essi iniziano a diventare sempre di meno, ma non li facciamo fuori con la forza: ci abbandoneranno quando il loro tempo sarà finito. Quindi, riconoscete i vostri bisogni ed il lavoro inizierà da solo.
[…]

Breve sadhana giornaliero
Il principio Swan può continuare come un breve sadhana giornaliero, per dieci o quindici minuti al termine di ogni giornata. Osservate quali sono stati i punti di forza della giornata. Fatene una lista. In cosa avete fatto un pasticcio? Quali sono state le vostre debolezze, ambizioni e bisogni? Fatene una lista. La revisione della giornata avviene automaticamente nel momento in cui osservate il vostro Swan giornaliero. Potrete iniziare con una lunga lista di venti qualità per ogni sezione e scoprire che dopo circa due settimane sono scese di tre o quattro.

Come breve sadhana quotidiano il principio Swan può essere fatto, preferibilmente, per un periodo di due o tre mesi. Non guardate la lista che avete fatto il giorno precedente: fatene una nuova ogni giorno. Ogni giorno prendete una nuova pagine e un nuovo Swan. Alla fine di ogni mese fate il conto delle caratteristiche della vostra personalità ed osservate quali avete realmente. Potreste trovare dieci o venti differenti forze in quel mese, alcune delle quali scritte una sola volta, altre le ritrovate tre o quattro volte. Estraetele e raggruppatele facendole diminuire di tre o quattro.

Dopo due o tre mesi di pratica quotidiana, smettete di fare lo Swan. Osservate cosa accade, osservate la consapevolezza che avete di voi stessi. Questa pausa è essenziale per il riposo della mente perché Swan sadhana è molto pesante. Dopo una pausa di due o quattro settimane, iniziate un secondo ciclo di Swan. Questo secondo ciclo può iniziare estraendo dallo Swan del mese precedente cinque o più forze differenti. Potreste trovare delle sorprese.
[…]

Concludiamo con le parole di Sw Niranjanananda: “Infine, attraverso la pratica della meditazione Swan, si raggiunge uno stadio d’integrazione in cui i differenti livelli della personalità, istintivo, emozionale, mentale e psichico, son capaci di funzionare ed accordarsi armoniosamente. Gli aspetti frammentati della personalità umana che intralciano e limitano il potenziale creativo vengono gradualmente unificati e rinforzati, creando molti più canali positivi di espressione. In questo modo la pratica rivela una nuova visione di sé stessi e della propria vita, un’esperienza di unità eterna e di accettazione di sé che non è influenzabile dai cambiamenti e dalle influenze esterne.”