lunedì 21 marzo 2022

Lo Scopo Ultimo dello Yoga

 Swami Satyananda Saraswati

È vero che attraverso le pratiche di yoga si può raggiungere la salute fisica. In tutto il mondo, negli ospedali, nei centri di riabilitazione medica, negli ospedali psichiatrici e nelle carceri, lo yoga viene insegnato per il benessere dell’umanità, ma questo non è lo scopo dello yoga. La terapia dello yoga è un sottoprodotto, la pace della mente e il rilassamento sono degli effetti secondari, una vita disciplinata è un effetto secondario, non può e non deve essere l’obiettivo finale dello yoga.

La nostra generazione soffre di debolezza di comprensione. Parla di argomenti spirituali ma è radicata nella materialità, siamo radicati nella materia e nella sessualità; siamo radicati nella mente. Fu proprio per questo che la psicologia di Freud poté diventare internazionale. Solo una civiltà che soffre di povertà intellettuale può parlare di psicologia freudiana.

Se la vostra cultura non fosse caduta in basso non potreste parlarne. La sessualità può darvi la felicità? Ci credete? Potete credere nella sessualità perché tutti abbiamo la sensualità, ma la sessualità non può dare salute o pace della mente, la sessualità non può portare a un comportamento umano normale.

Se parlate di curare la mente con tecniche sessuali, state passando dall’oscurità alla morte. A meno che una cultura non sia perversa e fuorviata, a meno che una cultura non sia diventata assolutamente idiota, non può accettare che la sessualità possa essere la strada verso l’illuminazione e una salute migliore.

È grazie a questo background che oggi insegnamo yoga a tutti per la salute fisica e mentale. La nostra cultura soffre di ipertensione, stress e ansia. Per portare questa cultura a un punto di resilienza, a un punto di tranquillità e concentrazione, dobbiamo trascinare le persone allo yoga.

Due sono le forme di yoga che sono state accettate: quella essoterica e quella esoterica. La forma essoterica dello yoga è relativa al corpo fisico, alla mente e alle emozioni, ma lo yoga essoterico è solo un trampolino di lancio. Se ne avete bisogno dovreste praticarlo, ma le pratiche dello yoga esoterico sono più importanti. Nella filosofia di base dello yoga si dice che se potete gestire la vostra coscienza, se potete gestire il vostro ego, se potete gestire le esperienze, allora potete gestire anche il vostro corpo, perché questo non è l’unico corpo.

Conosci te stesso

Nella scienza dello yoga esoterico ci sono fondamentalmente e principalmente tre corpi: il grossolano, il causale e l’astrale. Questi tre sono ulteriormente divisi in dieci corpi. Considerare questo corpo come quello finale è, quindi, un errore filosofico. Durante l’arco di una vita di cinquanta od ottanta anni, si dovrebbe cercare di realizzare i corpi più importanti, profondi e sottili. Per realizzarli, è importante avere ciò che noi chiamiamo l’appropriato stato mentale.

Nella filosofia yogica parliamo di sette stati di coscienza che si riferiscono ai sette stati della mente, ultimi e ascendenti. Se preferite potete paragonarli ai sette cieli, che sono sopra di voi, ma questi sette stati della mente sono interni a voi, non esterni. Dovete comprendere come trascendere uno stato della mente e passare al successivo, e di nuovo trascendere quello e andare al terzo e infine raggiungere il settimo. Lo yoga, noto come kundalini yoga, parla degli stati ascendenti e del comportamento ascendente della coscienza.

Dovete anche comprendere che ci sono due forme di coscienza: una manifesta e l’altra immanifesta. La coscienza manifesta è nella forma di mente, ego ed emozioni. È attraverso questa coscienza manifesta che avete cognizione, ma questo non è l’unica coscienza, è la punta dell’iceberg. La coscienza immanifesta è nota come “purusha” in yoga, è anche chiamata il Sé. Quando le Upanishad, Buddha e Socrate ci parlavano di conoscere il Sè, volevano dirci di conoscere questa coscienza immanifesta.

26 Aprile 1984, Heraklio, Grecia. Pubblicato in “History of Satyananda Yoga in Greece”, Volume Uno con Swami Satyananda Saraswati.

Tratto da: http://yogamag.net/archives/2020s/2021/2101/2101ulti.html