lunedì 21 giugno 2021

Satsang con un Paramahamsa

 

Dai satsang di Swami Niranjanananda Saraswati

Ganga Darshan, Munger, 1987-89

Quali sono le cause della malattia?

C'è solo un'unica reale causa che racchiude tutte le cause ed è lo squilibrio. Che sia ecologico o attinente al nostro stile di vita, alla mente, agli schemi di pensiero; la cosa principale è lo squilibrio. Lo squilibrio fisico è la causa dei difetti posturali, delle spalle curve e di altri tipi di disturbi e malattie fisiologiche. I problemi di stomaco sono la conseguenza di uno squilibrio dietetico. Lo squilibrio mentale sorge dal conflitto e dalla tensione emozionale. Ad esempio, in una famiglia dove il marito desidera qualcosa e la moglie vuole qualcos'altro c'è conflitto, che potrebbe manifestarsi come ipertensione, diabete e problemi cardiaci. Quando vi è un desiderio o un'ambizione repressa, si può avere l'asma.

Poi c'è lo squilibrio spirituale, quando la mente è troppo estroversa e alla ricerca del piacere, della soddisfazione e della pace all'esterno. Ciò porta alla dissipazione della mente, ashanti, alla perdita delle facoltà mentali e dell'equilibrio interiore. Quindi l'unica parola che definisce la malattia è "squilibrio". Possiamo anche vedere il risultato dello squilibrio ecologico che dà vita a molti tipi di disturbi e malattie.

Lo Yoga afferma che per prima cosa bisogna correggere gli squilibri del corpo. Questo aumenterà la resistenza del corpo e alla fine si diventa capaci di controllare l'afflusso di altri fattori che creano squilibrio all'interno di noi stessi. Lo squilibrio della mente può essere rimosso dalle pratiche di pratyahara e dharana, come mantra, antar mouna, ajapa japa, trataka e yoga nidra. In questo processo di rimozione dello squilibrio mentale, come prima cosa otterrete pace e tranquillità. La seconda realizzazione sarà l'equilibrio delle emozioni, dei pensieri e dei desideri. Il terzo risultato sarà l'equilibrio delle energie che controllano le prestazioni e le funzioni del corpo, del mente e del prana. Ciò ci condurrà al quarto raggiungimento: una salute ottimale.

Lo yoga non ha mai considerato nessuna malattia o disturbo come qualcosa puramente fisiologico o psicologico. Ha sempre considerato la malattia nel contesto dell'intera personalità umana e, badate bene, è così che funziona. La depressione può essere eliminata dalla semplice pratica di pawanmuktasana, muovendo le dita dei piedi in avanti e indietro dieci volte, se è dovuta a uno squilibrio fisico, pranico o psicologico. Non è necessario praticare la posizione sulla testa o un pranayama vigoroso o altre tecniche.

Tuttavia, dobbiamo anche identificare gli strati della nostra personalità che possono essere stati colpiti dallo squilibrio, sia esso fisico, interno o esterno. Lo yoga li ha classificati in cinque:

  1. Annamaya kosha: il corpo esterno grossolano di ossa, muscoli, midollo, vasi sanguigni e così via.

  2. Pranamaya kosha: il campo dell'energia, o il campo pranico.

  3. Manomaya kosha: la mente, i sentimenti che proviamo, i pensieri che ci influenzano, i desideri che si generano all'interno, le ambizioni che inibiscono il nostro progresso; le vritti, le tendenze; i guna e le varie nature che dominano la nostra personalità.

  4. Vijnanamaya kosha: la nostra intelligenza, basata su buddhi ma che è trascendente oltre che essere nella forma di viveka, discriminazione.

  5. Anandamaya kosha: la natura dell'unità dello spirito. Tutti questi strati della nostra personalità possono essere influenzati e devono essere gestiti.

Una malattia può danneggiare seriamente un particolare livello della nostra personalità. Un problema cardiaco può danneggiare seriamente i nostri pranamaya e annamaya kosha, mentre l'effetto sugli altri kosha potrebbe non essere così grave. Potrebbe danneggiare manomaya kosha a tal punto da farci pensare costantemente: "Oh, sono malato, ho avuto un brutto infarto; non posso fare questo e non posso fare quello" e ciò deteriorerà ulteriormente la nostra condizione. Quindi una malattia del genere va curata su questi tre livelli creando come prima cosa un equilibrio nell'aspetto sottile, cosa difficile da fare.

Lo yoga non crede nel liberarsi per prima cosa dell'aspetto grossolano, o dei sintomi che si vedono esternamente, sebbene ci siano diversi sistemi terapeutici che fanno ciò. Quando improvvisamente ci si alza la pressione del sangue prendiamo una pillola, ma l'aumento della pressione è un sintomo di uno stato mentale. Prendendo semplicemente una pillola non rimuoviamo la tensione o l'ansia dallo stato mentale; stiamo solo mettendo a tacere il sintomo. La stessa cosa per quello che riguarda l'asma. Quando arriva un attacco, il malato ricorre all'inalatore, i bronchi si dilatano e si sente meglio. L'asma è il sintomo di una qualche tensione che ha innescato una reazione fisica. Abbiamo trattato il sintomo ma non la causa che ha innescato l'effettiva crisi asmatica.

Lo yoga prende in considerazione tutti questi aspetti, ed è per questo che la terapia nello Yoga richiede molto tempo. Ma se uno è fedele al sentiero e lo segue nonostante qualsiasi tipo di alti e bassi mentali, continuando semplicemente con le pratiche, allora prima gli squilibri sottili e poi quelli grossolani verranno rimossi. Il malato deve ricordare che deve individuare gli squilibri all'interno di sè stesso prima di poter sperare in una cura definitiva. Tante persone soffrono di cattiva digestione ma continuano a mangiare ogni tipo di cibo spazzatura giorno dopo giorno. Tutti ne abbiamo fatto esperienza. Soffriamo di cattiva digestione ma quando siamo davanti a un bel piatto buttiamo via ogni cautela: "Oh, lasciamo perdere la cattiva digestione. Poi prenderò una pasticca ma ora voglio mangiare questo cibo". Quando non riusciamo nemmeno controllare uno squilibrio fisico come questo, come possiamo aspettarci di trovare una soluzione a qualcosa che è profondamente radicato nella nostra psicologia?

Il primo sforzo nello Yoga è cercare di generare la consapevolezza che all'interno di noi c'è un omino seduto che sta soffrendo. Se eliminate le tensioni di quella personcina, eliminerete anche le vostre tensioni. Quel piccolo omino non è altro che te stesso.

Se lo yoga porta in superficie le malattie latenti, è responsabile insegnare yoga a persone che potrebbero cadere in depressione o che sono psicotiche latenti? Conosco persone che, essendo molto psichiche, finiscono per impazzire. Come lo si può prevenire? Come si possono distinguere le cause psichiche dalle altre? Cosa può fare lo yoga per loro e per le questioni mentali in generale? Conosco anche persone ossessionate da droghe, cibo, alcool, altre persone, ecc. Qual è la causa principale dell'ossessione e cosa può fare lo yoga per aiutarle?

Per comprendere le diverse manifestazioni della vita, per prima cosa bisogna conoscere la mente. È attraverso la mente che sperimentiamo traumi, ossessioni e conflitti. Senza un'ampia prospettiva della mente non è possibile trovare una soluzione a problemi di questo tipo.

Ci sono diversi tipi di percezione. Il primo tipo è quella del mondo grossolano, materiale, manifesto, che è legato ai sensi, all'intelletto, a buddhi, e ai differenti tipi di attaccamenti emozionali. Dopo la percezione mentale c'è quella psichica o sottile. Gli eventi percepiti o sperimentati in questo sottile regno psichico della mente non necessariamente si riflettono sugli aspetti di buddhi o di manas. Si riflettono nell'aspetto di ahamkhara, il principio dell'ego, che in psicologia Jung ha chiamato "animus", l'inconscio. Questo rappresenta il centro, il nucleo della totalità della personalità umana, la sorgente di tutte le percezioni, la sorgente dell'intelligenza e dell'espressione. Nella filosofia dello yoga questo è stato definito karana sharira, il corpo causale. Karana sharira è responsabile delle differenti reazioni che sentiamo dentro noi stessi quando incontriamo certe situazioni, che siano esterne o interne, grossolane o sottili.

Il concetto di samskara, karma, destino, prarabdha, riguarda l'area di karana sharira. I corpi grossolano, sottile e causale si integrano l'un l'altro. Quando incontriamo delle difficoltà nella vita iniziamo ad esserne consapevoli solo in un'area della percezione, nell'area manifesta. Come si diventa consapevoli di un samskara o del karma? Come si diventa consapevoli di ossessioni, fobie e inibizioni? Accade perchè quella particolare esperienza si è trasferita dal corpo causale a quello sottile e poi a quello grossolano; da karana a sukshma (sottile) e da sukshma a sthoola (grossolano).

Le ossessioni di cui facciamo esperienza, o la rabbia, i vari complessi, le psicosi e le nevrosi, sono state tutte trasferite dal causale al grossolano. Solo dopo che sono stati trasferiti ne diventiamo consapevoli e cerchiamo di analizzare e comprendere il loro effetto sul nostro corpo, sulla mente e sullo stile di vita. Questa analisi avviene a livello grossolano, nel livello di buddhi. Per avere una chiara comprensione occorre conoscere le altre componenti della mente. Oltre a buddhi, nella filosofica yogica, la mente comprende manas, chitta e ahamkara.

Chitta è quella parte della coscienza che percepisce ogni cosa. È l'osservatore degli eventi creati all'interno e intorno a noi. Chitta è, in poche parole, l'aspetto della consapevolezza. Buddhi, l'intelletto, collega la mente con l'oggetto della percezione sensoriale. Quando guardiamo un oggetto il processo del guardare e analizzare è tradotto in un linguaggio comprensibile alla mente. Quando annusiamo qualcosa, l'odore viene tradotto e compreso dalla mente. Ciò avviene attraverso buddhi o intelletto. Questo è l'aspetto sensoriale.

Oltre al suo aspetto analitico, buddhi ha anche la capacità di giudicare secondo le impressioni latenti nella mente, secondo la memoria, la comprensione, i concetti di corretto e sbagliato, giusto e ingiusto, appropriato e non appropriato, ecc. Tale traduzione avviene non solo a livello dei sensi, ma anche a livello delle sensazioni, dell'atteggiamento, del comportamento, dell'emozione e così via. Gli eventi esterni e ciò che è percepito dai sensi e anche la mente, come pensiero, desiderio, ambizione ed emozioni, vengono tradotti da buddhi in un linguaggio comprensibile alla mente e all'ego.

È a causa dell'ego che proviamo depressione o euforia. Se il principio dell'ego non fosse coinvolto, non flutteremmo da vritti (modificazione della mente) a vritti. Nel primo Sutra di Patanjali si afferma che il controllo delle vritti mentali è yoga. Le vritti sono le modificazioni della mente e sono molteplici, dalla corretta percezione sensoriale al principio dell'ego.

Manas è un aspetto di buddhi che analizza e mette l'informazione nei giusti compartimenti sotto forma di memoria, sotto forma di esperienza, sotto forma di seme che in seguito può diventare un samskara e formare il nostro karma e destino. Tutti questi tre aspetti sono collegati al principio dell'ego. Questa identità di "io" è una doppia identità. Innanzitutto c'è la mia identità come corpo, come una persona che vive e lavora nel mondo, che ha una famiglia, ecc. Finchè esiste questo concetto limitato dell'ego, che è confinato solo a sè stesso e che cerca la soddisfazione dei desideri del sè, non possiamo realmente aspirare a correggere le differenti manifestazioni del corpo sottile e del corpo causale. La correzione in questi due corpi si avrà solo dopo che il principio dell'ego sarà stato trasceso.

La percezione dell'ego non è confinato al corpo, alla mente o alle soddisfazioni sensoriali, assume anche una forma universale, ma prima che prenda questa forma universale chitta, manas e buddhi devono essere controllati e guidati nella giusta direzione. È proprio per controllare e direzionare buddhi, chitta e manas che sono stati definiti i gradini nella forma di pratyahara, dharana e dhyana. Non sono stadi meditativi ma portano alla comprensione di queste tre aree.

Quando un'informazione o un'esperienza è stata trasferita, ruota intorno a buddhi, chitta e manas. Prendiamo ad esempio la paura, una cosa molto comune. Tutti abbiamo una sorta di paura e se non riusciamo a identificarla diciamo: "Ho paura dell'ignoto". È un'esperienza che è stata trasferita e si è manifestata nella mente cosciente. Nella mente conscia quel principio della paura è già stato confrontato con un ricordo passato, con una vostra ambizione e con il vostro ego. È stata confrontata con le vostre ossessioni, desideri e vritti. È stato fatto tutto prima che voi diventaste consapevoli di quella paura; il 99,9% dell'analisi è fatta prima che diventaste consapevoli di qualcosa chiamato paura o rabbia, ossessione, psicosi o nevrosi. Esse sono sintomi di uno squilibrio tra buddhi, chitta, manas e ahamkara, i quattro aspetti della mente.

Ora, veniamo alla domanda su come le persone molto percettive o psichiche impazziscono e come si possono distinguere le cause della loro follia. C'è solo una piccola differenza. Quello che consideriamo psichico è qualcosa di interiore, proveniente dall'aspetto causale, che è stato trasferito all'aspetto sottile e all'aspetto grossolano. Se riuscite ad analizzare l'esperienza psichica, se riuscite a trovare una soluzione a quell'esperienza psichica, rimarrà psichica. Tuttavia, se non siete in grado di trovare la causa di quell'esperienza e quindi di controllarla, non sarà psichica ma follia.

La stessa esperienza che da un lato è psichica, dall'altro può diventare nevrosi o psicosi. La fonte dell'esperienza è la stessa, deriva dal corpo causale, dalla sorgente dell'ego, ma la sua manifestazione è differente e dipende dall'armonia o dalla disarmonia dei quattro aspetti della mente. Quando questi sono in equilibrio comprendiamo un'esperienza come psichica e siamo in grado di muoverci nella profondità della nostra personalità. Mentre quando vi è uno squilibrio, non siamo in grado di comprendere l'esperienza e la stessa non viene accettata dalla mente, ma ha una tale forza e un tale potere dietro di sè che non è possibile controllarla. Perchè ha una tale forza? Perchè viene dalla fonte stessa del nostro essere: dal principio dell'ego. Se questa forza potente non viene analizzata dalle varie aree della mente e si manifesta esternamente assume la forma di un comportamento psicotico, nevrotico od ossessivo che è anormale.

Ad essere sinceri, c'è poco che lo yoga possa fare per queste condizioni mentali. Nel momento in cui si manifesta un tale comportamento, tutte le facoltà della mente sono state ridotte se non eliminate.

Qual è la condizione della forza di volontà e della forza della fiducia in sè stessi in queste persone? Quando vedete un folle, potete vedere se ha fiducia in sè stesso o forza di volontà, o se è totalmente dissipato. Possiamo provare, ma non possiamo garantire nulla. Se certe asana, pranayama, pratiche di concentrazione e di rilassamento, o instillando certe idee possono innalzare il livello della loro forza di volontà e fiducia allora c'è speranza, altrimenti è molto difficile. Non sono d'accordo con chi afferma di trattare i casi mentali tramite lo yoga, perchè il recupero dipende dal paziente e non dallo yoga. Lo yoga può solo dare un sistema, un metodo, ma è la resistenza del paziente che gli fornisce la vera cura.

L'ossessione si ha quando siamo bombardati da situazioni ed esperienze che provengono dall'interno, dal nucleo della nostra personalità e perdiamo il senso dell'orientamento e della percezione. Cercare di evitare queste situazioni interiori le fa diventare un'ossessione o un'evazione. In che modo le persone cercano di fuggire da un'esperienza psichica o mentale? Lo si vede e lo si percepisce dal comportamento e dallo stile di vita che adottano al fine di coprire una debolezza. Le persone che hanno bassa autostima o che soffrono di un complesso di inferiorità, generalmente sono molto, molto chiassose. Fanno affermazioni elevate, parlano a voce molto elevata e amano mettersi in mostra. Cercano di mostrarsi come persone che hanno il controllo su tutto. Questo è un sintomo di compensazione, di mancanza di autostima.

Se osservate attentamente ogni individuo generalmente potete scoprire di che tipo di malattia soffre, non fisicamente ma psichicamente. Per compensare una malattia che deriva dal corpo psichico, viene creata un'ossessione che viene sperimentata e vista esternamente. L'ossessione è, in realtà, un tentativo di fuggire dalla situazione che si percepisce interiormente, niente di più e niente di meno. A meno che non comprendano che tutto ciò sta avvenendo all'interno della loro personalità, non c'è speranza. Sicuramente le asana non possono aiutarli. I pranayama possono, perchè abbassano la resistenza pranica che si è accumulata, creando un fronte. Le tecniche di rilassamento li aiuteranno ad abbassare la resistenza del corpo psichico che è diventato troppo potente e forte.

Scoprirete che queste persone hanno la tendenza a sentirsi sprofondare nel terreno o di cadere in un pozzo durante la pratica di yoga nidra. Non appena si sdraiano, arriva la sensazione "sto sprofondando, sto cadendo", e non riescono a svegliarsi. È un'esperienza molto comune, molte persone ce l'hanno. Prima o poi tutti soffriamo di una malattia psichica, anche io ne ho sofferto. Era terribile andare a dormire la notte. Evitavo di andare a dormire perchè sapevo che non appena mi sarei sdraiato avrei iniziato a cadere. Quel salto era così forte che saltavo giù dal letto. "Mio Dio! C'è un buco nel mio letto?"

Un'ossessione può anche portarci all'uso di droghe nel tentativo di scappare da essa e sentirci bene per un po'. Una persona potrebbe essere molto passiva e calma, bene al 100% nel corso della giornata, ma dopo essere stata drogata la stessa persona può diventare un demone, può gridare, urlare e pensare di avere il pieno controllo di sè stesso e che le altre persone siano ubriache (drogate). Avviene un cambiamento totale. Si viene a creare uno stato d'animo, una prospettiva razionale ed emozionale diversa da quella normale, che è chiamata evasione. Le persone impiegano un po' per rilassarsi, ma non è rilassamento, è un tentativo di sopprimere o di coprire una debolezza che sentono dentro. L'attaccamento a una persona è un'altra forma di ossessione, come Dasharatha era attaccato a Rama. Morì pensando a Rama. Se fu una cosa buona o cattiva non possiamo giudicarlo. Tutti abbiamo questo tipo di ossessione e possiamo uscire da questa situazione solo quando, con consapevolezza, portiamo in equilibrio le attività delle quattro facoltà della mente. Non appena viene creato questo equilibrio possiamo resistere alle influenze negative che sorgono da karana sharira. Non è possibile per noi accedere, o anche solo comprendere karana sharira.

Per fare questo abbiamo bisogno di fare sadhana. Iniziare dai principi basilari di riequilibrio e riallineamento della struttura pranica, poi della mente manifesta e poi della mente immanifesta. Esattamente lo stesso principio che è stato definito nella forma di pranamaya kosha, manomaya kosha, vigyanamaya kosha e gli altri, le cinque dimensioni di esperienza nella terminologia yogica.

Qual è lo scopo di yoga nidra?

Lo scopo di yoga nidra varia da individuo a individuo. Molte persone che soffrono di insonnia la praticano. Scoprono che li aiuta a rilassarsi rilasciando le tensioni accumulate permettendo loro di dormire, anche se inizialmente solo per un breve periodo. Ripetendo la pratica aumenta la lunghezza e la profondità del sonno. La liberazione dallo stress è uno degli aspetti di yoga nidra, ma lo stress non è solo mentale; è anche fisico ed emozionale. In yoga nidra impariamo ad affrontare lo stress fisico. Durante il giorno, diverse parti del corpo diventano tese e rigide involontariamente. Questa tensione nella struttura muscolare e scheletrica influenza e altera il funzionamento dei sistemi nervoso, circolatorio, respiratorio e gli altri sistemi del corpo. Nell'arco di ventiquattro ore, il 99,9% del nostro corpo fisico è in uno stato di tensione alternata. Questa è una delle cause dei dolori e dei fastidi del corpo. Quando vi concentrate molto su qualcosa, potete notare che i muscoli del collo e della regione delle spalle diventano tesi. Ogni volta che facciamo qualcosa, certe parti del corpo relative a quell'azione particolare diventano tese, ma noi non siamo consapevoli di queste piccole tensioni che si insinuano di tanto in tanto. Quindi, il rilassamento della tensione fisica è il primo aspetto di yoga nidra.

In secondo luogo, yoga nidra aiuta a rilassare le tensioni mentali. Accumuliamo tensioni dai nostri pensieri, dall'ambiente, dalle situazioni familiari e lavorative, e anche dalla nostra stessa interazione con il nostro intelletto. Far fronte a queste tensioni mentali è difficile. Non c'è scienza al mondo di oggi che possa efficacemente far fronte alla tensione mentale. La psicoterapia può affrontare la tensione mentale? Può rendervi consapevoli di un qualche tipo di tensione interiore, può anche aiutarvi a individuare la causa della tensione, ma non può fornire una soluzione. Potremmo credere che la soluzione sia esteriore: cambiando lo stile di vita, cambiando le abitudini mentali, tutto cambierà! Questa è la teoria generale, ma c'è un'altra via più efficace per trattare la tensione mentale. In yoga nidra questo si ottiene rilassando le tensioni che sono bloccate, sotto forma di simboli e archetipi.

Il terzo aspetto di yoga nidra riguarda il disturbo emotivo e lo squilibrio. Qui la pratica di yoga nidra diventa più un processo meditativo, un processo di auto-analisi e di auto-osservazione. Ricordi immagazzinati di diversi eventi, esperienze emozionali, samskara, diverse crisi e traumi, felicità e tristezza sono visti oggettivamente, realizzati e rilasciati.

Il quarto aspetto di yoga nidra è la preparazione della consapevolezza mentale per il risveglio delle facoltà mentali. Qui si lavora sulle facoltà deboli della mente, come la mancanza di fiducia in sè stessi, il complesso d'inferiorità, la mancanza di forza di volontà, la poca stima di sè e via di seguito. Si crea una base adeguata dove poter utilizzare tutte le facoltà della mente.

Il quinto aspetto di yoga nidra risveglia la consapevolezza delle facoltà psichiche che a volte si manifestano nella nostra vita; la consapevolezza dei diversi corpi e delle loro esperienze, ecc. Yoga nidra è, infatti, un processo di scoperta di sè stessi. È una delle pratiche di yoga che combina i tre aspetti dell'Ashtanga Yoga. Inizia con pratyahara, passa attraverso dharana e termina in dhyana. Si tratta di una tecnica molto completa.

Tradizionalmente, ci sono 84 stadi di yoga nidra, perchè si dice che la coscienza umana deve passare tramite 84 lakh di diversi tipi di esperienze, che sono descritte come yoni. Nel Tantra le 84 pratiche trattano un particolare tipo di esperienza, ma per iniziare la pratica di yoga nidra iniziamo con tecniche molto basilari e semplici come la consapevolezza del corpo e del respiro, la rotazione delle parti del corpo, la risoluzione, ecc. Queste sono le fasi iniziali della pratica di yoga nidra. I sadhaka avanzati un giorno potranno imparare e praticare le altre pratiche più avanzate.

C'è una connessione tra la pressione bassa e la sensazione di gambe addormetate? Come possiamo aumentare la pressione sanguigna?

Nonostante i diversi tipi di pensieri, non c'è alcuna connessione tra l'ipotensione o l'ipertensione e le parti del corpo che si intorpidiscono. L'intorpidimento è dovuto alla pressione in alcune parti del corpo e negli organi che inibiscono l'afflusso di sangue. Anche le persone normali e sane sperimentano questo intorpidimento quando si distendono o siedono in una posizione sbagliata. In yoga si crede che l'intorpidimento di una parte del corpo sia dovuto a un difetto posturale. Quindi è più importante correggere la postura del corpo.

Alcune asana, pranayama, bandha e kriya aiutano ad aumentare la pressione sanguigna. Bhastrika pranayama, la tecnica dell'iperventilazione, è una di queste. Le asana dovrebbero essere dinamiche, come surya namaskara e trikonasana. Anche uddhyana bandha, jalandhara bandha e agnisar kriya aiutano ad aumentare la pressione sanguigna. Tuttavia, le pratiche devono essere fatte sotto la supervisione e la guida di un insegnante perchè è possibile che, a causa della mancanza di comprensione della nostra struttura fisica, potrebbero esserci qualche altra malattia, disturbo o squilibrio all'interno del corpo che potrebbe dar luogo a un nuovo problema.

Ci sono metodi in yoga per ottenere il sonno "Sushupti"?

Il sonno è una delle vritti della mente. È una manifestazione naturale, spontanea e uno stato alterato di coscienza. Poichè è un processo naturale della mente e anche una necessità della vita, non ci sono pratiche specifiche in Yoga per ottenere Sushupti.

Ci sono due tipi di sonno. Uno stadio di sushupti è conscio, vi è l'identificazione della mente con l'ambiente esterno e gli oggetti. Questo stadio si ottiene con la pratica di yoga nidra. Lo stato della mente durante lo stadio profondo di yoga nidra è la mente-sushupti, che è anche nota come tandra.

I tre stati normali della mente sono: Jagrit, lo stato di veglia; Swapna, lo stato di sogno e Sushupti, lo stato inconscio. Quando non c'è nemmeno una iota di consapevolezza nel sonno, o Sushupti, questo stato della mente è noto come nidra, totale assenza di consapevolezza; ma se vi è l'1% di consapevolezza, allora non è nidra, diventa tandra. Nel sonno normale, che chiamiamo bhoga-nidra, raggiungiamo lo stato di nidra.

La definizione di sonno deve essere chiarita. Noi consideriamo sonno la totale assenza di coscienza nella vita normale. Secondo lo Yoga Sutra di Patanjali, sushupti è solo uno stato alterato della mente che può essere raggiunto volontariamente, in qualsiasi momento. Esternamente potreste russare. Gli altri potrebbero pensare che siete completamente addormentati, ma in quello stesso momento voi potete essere consapevoli che state dormendo. Siete consapevoli dell'intero processo del sonno. Quindi, se state cercando di ottenere lo stato di tandra, yoga nidra è la pratica corretta; mentre se ambite ad avere un buon sonno, allora il sonno normale è un'ottima pratica.

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/1992/fnov92/sat692.shtml