Alcune persone
sembrano essere molto più suscettibili alle situazioni di stress rispetto ad
altre. Potrebbero esserci varie ragioni per cui una persona è più stressata di
un’altra. Tuttavia, le situazioni di stress spesso vengono esagerate nella
propria immaginazione. Indipendentemente dal fatto che un individuo stia
lavorando sotto uno stress immaginario o reale, l’effetto dello stress è visto
in diversi modi. La prima caratteristica di quasi tutti i disturbi da stress è
un fenomeno nevrotico generalizzato. Il livello di ansia aumenta così come
anche il contenuto di acetilcolina nel sangue. Irritabilità, insonnia,
nervosismo, palpitazioni, apprensione e preoccupazione possono essere
accompagnati da leggeri tremori alle mani. Il soggetto potrebbe diventare anche
estremamente nervoso se gli si chiede di affrontare un’emergenza o una
situazione di crisi. Uno o tutti questi sintomi potrebbero essere presenti in
un individuo, a seconda dalle caratteristiche della personalità e dalla gravità
dello stress.
Continui assalti
di situazioni stressanti rendono il sistema nervoso di una persona iperattivo.
Sarà più irritabile e assalito dall’ansia per qualche calamità imminente. Sotto
una continua esposizione allo stress, il soggetto passa da uno stadio psichico
ad uno psicosomatico. In questa seconda fase, insieme ai suddetti disturbi
generalizzati, potrebbe soffrire anche di ipertensione. Dallo stadio
psicosomatico il soggetto poi passa a quello somatico o terzo stadio.
In questa fase, i
suoi organi diventano iperattivi, soprattutto gli organi bersaglio o gli organi
che sono sotto l’impatto violento dello stress. È al quarto stadio, o stadio
organico, che “l’anello più debole”, cioè l’organo bersaglio, potrebbe essere
incline ad ammalarsi.
L’interpretazione
psicologica di uno stimolo esterno è intricata come la personalità
dell’individuo stesso. Noi vediamo differentemente le cose e le interpretiamo o
interagiamo con esse in maniera differente. Tutto dipende dalla nostra eredità,
dalla prospettiva familiare, dall’educazione, dall’esperienza e così via. Anche
l’ambiente in cui siamo cresciuti e che ci ha condizionato, gioca un ruolo
significativo nella nostra capacità o incapacità di far fronte allo stress.
Alcuni di noi potrebbero essere così sensibili allo stress da esserne
facilmente influenzati, mentre altri potrebbero essere più tolleranti allo
stress, come lo sono per altre cose nella vita, da essere capaci di ridere di
una situazione stressante.
Anche l’immaginazione
può giocare un ruolo diabolico. Più siamo fantasiosi, più vividamente possiamo
immaginare centinaia di cose che potrebbero andare male. Ricordate, è il
perfezionista che sembra essere incerto su tutto e quindi è perennemente
‘stressato’ dall’essere costantemente preparato a qualcosa.
I ricercatori
hanno trovato il collegamento tra lo stress, il tipo di personalità, il modo di
affrontare la situazione e il sistema immunitario individuale da un lato, e la
natura della malattia dall’altro. Sulla base di tali risultati, è stato persino
costruito il ritratto della personalità del tipico artitico-reumatoide: un
soggetto piuttosto timido, inibito, auto-sacrificante, perfezionista, incapace
di esprimere rabbia e ostilità, e spesso turbato dalle tensioni.
Un altro bersaglio
per le malattie da stress è quello conosciuto come la personalità di tipo ‘A’
con i tipici comportamenti: linguaggio affrettato, movimento costante e rapido,
mangia velocemente, impaziente alla lentezza delle cose, urgenza del tempo,
pensiero, esecuzione di più cose contemporaneamente, tendenza a dominare la
conversazione e a preoccuparsi dei propri pensieri quando gli altri parlano, si
sente colpevole durante il rilassamento, si preoccupa di ottenere cose degne o
di diventare ciò che vale la pena di diventare, nessuna considerazione per gli
altri di tipologia A ed esibizione di gesti nervosi caratteristici, come tic,
serrare il pugno e la mandibola, tamburellare sul tavolo e digrignare i denti.
Le personalità
dello stress possono essere classificate, in linea di massa, in quattro gruppi.
Il primo gruppo è composto da coloro che possono essere definiti come ‘quelli
che vanno subito in panico’, persone che vengono spinte verso situazioni
stressanti anche quando non è giustificato, o che si stressano per eventi
insignificanti. Presto questo stato diventa una loro seconda natura e sono
perennemente stressati.
I ‘normali’ fanno
parte del secondo gruppo, la maggior parte delle persone appartiene a questa
categoria. Affrontano le situazioni stressanti fino a un certo punto, dopo di
che devono trovare uno sfogo per le loro energie.
Il terzo gruppo,
il ‘professionista’, rimane calmo e raccolto di fronte allo stress, e continua
a pianificare come affrontare la situazione stressante piuttosto che farsi
prendere dal panico o lasciarsi travolgere. Questa qualità li pone al timone
degli affari come leader e manager o imprenditori di successo.
Il quarto gruppo,
i ‘giocatori’ in realtà non vedono l’ora di affrontare lo stress. Per loro lo
stress è il sale della vita e si dilettano a progettare condizioni stressanti
per sé stessi e per gli altri. Le persone provenienti da campi creativi, come
le arti, la musica, la pittura, il teatro, ecc. normalmente si trovano in
questo gruppo.
Tuttavia, Richard
S. Lazarus, autore di ‘Psychological Stress and The Coping Process’, non è
d’accordo con il tentativo di categorizzare le persone in termini di
“personalità dello stress” perché ogni individuo reagisce a uno stress
specifico in un modo altamente individualistico. Quindi sostiene che le norme
che tendiamo ad impostare non rivelano molto delle variazioni individuali.
Lazarus mette in discussione la validità del concetto comunemente accettato del
comportamento di tipo “A” e anche della scala di riadattamento sociale
sviluppata da due medici statunitensi, Thomas Holmes e Richard Rahe. Con
l’aiuto della scala, i medici tentano di valutare i cambiamenti della vita in
termini di grado di adattamento che ciascuno richiede. Ad esempio, la morte del
coniuge è in testa alla scala con 100 punti, seguita da altri 43 eventi di vita
“significativi”. Ma si potrebbe sostenere che in un caso specifico, la morte
del coniuge può non essere un evento così stressante come la morte di un
animale domestico.
La personalità,
secondo lo yoga, è determinata dai
tre guna o qualità, sattwiche,
rajasiche e tamasiche. Questi tre guna
sono presenti in ogni individuo, ma in differenti proporzioni con uno dei guna predominante. L’uomo sattwico è
chiamato divyabhava o simile a una
divinità. L’uomo veramente sattwico, tuttavia, è un essere raro come un grande yogi, un saggio o un santo. Se rajas è predominante, la persona è detta
virabhava o simile ad un eroe. E se tamas è predominante, allora è noto come
pashubhava o simile ad un animale. La
maggior parte di noi è sia virabhava
sia pashu bhava. Sono le personalità
rajasiche e tamasiche quelle suscettibili allo stress.
La personalità
rajasica è dinamica e caratterizza l’uomo mondano. È borioso, ha un
atteggiamento ostile, reazioni rabbiose, una natura irrequieta e assomiglia
alla personalità di tipo A sotto molti aspetti. Tutti questi tratti tendono a
creare situazioni stressanti o a indurre l’individuo a reagire violentemente
allo stress.
Tamo guna induce
letargia, ignoranza, indecisione, dissolutezza, dolore, vizio e mancanza di
autocoscienza. Tamas predispone
all’ansia associata con depressione e bassa energia. Indipendentemente dal guna predominante, nessun uomo è
puramente sattvico, rajasico o tamasico. Varie combinazioni di questi guna esistono all’interno di ognuno dei
cinque involucri: annamaya kosha,
pranamaya kosha, manomaya kosha, vijnanamaya kosha e anandamaya kosha.