venerdì 21 dicembre 2018

Le personalità dello stress


Alcune persone sembrano essere molto più suscettibili alle situazioni di stress rispetto ad altre. Potrebbero esserci varie ragioni per cui una persona è più stressata di un’altra. Tuttavia, le situazioni di stress spesso vengono esagerate nella propria immaginazione. Indipendentemente dal fatto che un individuo stia lavorando sotto uno stress immaginario o reale, l’effetto dello stress è visto in diversi modi. La prima caratteristica di quasi tutti i disturbi da stress è un fenomeno nevrotico generalizzato. Il livello di ansia aumenta così come anche il contenuto di acetilcolina nel sangue. Irritabilità, insonnia, nervosismo, palpitazioni, apprensione e preoccupazione possono essere accompagnati da leggeri tremori alle mani. Il soggetto potrebbe diventare anche estremamente nervoso se gli si chiede di affrontare un’emergenza o una situazione di crisi. Uno o tutti questi sintomi potrebbero essere presenti in un individuo, a seconda dalle caratteristiche della personalità e dalla gravità dello stress.

Continui assalti di situazioni stressanti rendono il sistema nervoso di una persona iperattivo. Sarà più irritabile e assalito dall’ansia per qualche calamità imminente. Sotto una continua esposizione allo stress, il soggetto passa da uno stadio psichico ad uno psicosomatico. In questa seconda fase, insieme ai suddetti disturbi generalizzati, potrebbe soffrire anche di ipertensione. Dallo stadio psicosomatico il soggetto poi passa a quello somatico o terzo stadio.

In questa fase, i suoi organi diventano iperattivi, soprattutto gli organi bersaglio o gli organi che sono sotto l’impatto violento dello stress. È al quarto stadio, o stadio organico, che “l’anello più debole”, cioè l’organo bersaglio, potrebbe essere incline ad ammalarsi.

L’interpretazione psicologica di uno stimolo esterno è intricata come la personalità dell’individuo stesso. Noi vediamo differentemente le cose e le interpretiamo o interagiamo con esse in maniera differente. Tutto dipende dalla nostra eredità, dalla prospettiva familiare, dall’educazione, dall’esperienza e così via. Anche l’ambiente in cui siamo cresciuti e che ci ha condizionato, gioca un ruolo significativo nella nostra capacità o incapacità di far fronte allo stress. Alcuni di noi potrebbero essere così sensibili allo stress da esserne facilmente influenzati, mentre altri potrebbero essere più tolleranti allo stress, come lo sono per altre cose nella vita, da essere capaci di ridere di una situazione stressante.

Anche l’immaginazione può giocare un ruolo diabolico. Più siamo fantasiosi, più vividamente possiamo immaginare centinaia di cose che potrebbero andare male. Ricordate, è il perfezionista che sembra essere incerto su tutto e quindi è perennemente ‘stressato’ dall’essere costantemente preparato a qualcosa.

I ricercatori hanno trovato il collegamento tra lo stress, il tipo di personalità, il modo di affrontare la situazione e il sistema immunitario individuale da un lato, e la natura della malattia dall’altro. Sulla base di tali risultati, è stato persino costruito il ritratto della personalità del tipico artitico-reumatoide: un soggetto piuttosto timido, inibito, auto-sacrificante, perfezionista, incapace di esprimere rabbia e ostilità, e spesso turbato dalle tensioni.

Un altro bersaglio per le malattie da stress è quello conosciuto come la personalità di tipo ‘A’ con i tipici comportamenti: linguaggio affrettato, movimento costante e rapido, mangia velocemente, impaziente alla lentezza delle cose, urgenza del tempo, pensiero, esecuzione di più cose contemporaneamente, tendenza a dominare la conversazione e a preoccuparsi dei propri pensieri quando gli altri parlano, si sente colpevole durante il rilassamento, si preoccupa di ottenere cose degne o di diventare ciò che vale la pena di diventare, nessuna considerazione per gli altri di tipologia A ed esibizione di gesti nervosi caratteristici, come tic, serrare il pugno e la mandibola, tamburellare sul tavolo e digrignare i denti.

Le personalità dello stress possono essere classificate, in linea di massa, in quattro gruppi. Il primo gruppo è composto da coloro che possono essere definiti come ‘quelli che vanno subito in panico’, persone che vengono spinte verso situazioni stressanti anche quando non è giustificato, o che si stressano per eventi insignificanti. Presto questo stato diventa una loro seconda natura e sono perennemente stressati.

I ‘normali’ fanno parte del secondo gruppo, la maggior parte delle persone appartiene a questa categoria. Affrontano le situazioni stressanti fino a un certo punto, dopo di che devono trovare uno sfogo per le loro energie.

Il terzo gruppo, il ‘professionista’, rimane calmo e raccolto di fronte allo stress, e continua a pianificare come affrontare la situazione stressante piuttosto che farsi prendere dal panico o lasciarsi travolgere. Questa qualità li pone al timone degli affari come leader e manager o imprenditori di successo.

Il quarto gruppo, i ‘giocatori’ in realtà non vedono l’ora di affrontare lo stress. Per loro lo stress è il sale della vita e si dilettano a progettare condizioni stressanti per sé stessi e per gli altri. Le persone provenienti da campi creativi, come le arti, la musica, la pittura, il teatro, ecc. normalmente si trovano in questo gruppo.

Tuttavia, Richard S. Lazarus, autore di ‘Psychological Stress and The Coping Process’, non è d’accordo con il tentativo di categorizzare le persone in termini di “personalità dello stress” perché ogni individuo reagisce a uno stress specifico in un modo altamente individualistico. Quindi sostiene che le norme che tendiamo ad impostare non rivelano molto delle variazioni individuali. Lazarus mette in discussione la validità del concetto comunemente accettato del comportamento di tipo “A” e anche della scala di riadattamento sociale sviluppata da due medici statunitensi, Thomas Holmes e Richard Rahe. Con l’aiuto della scala, i medici tentano di valutare i cambiamenti della vita in termini di grado di adattamento che ciascuno richiede. Ad esempio, la morte del coniuge è in testa alla scala con 100 punti, seguita da altri 43 eventi di vita “significativi”. Ma si potrebbe sostenere che in un caso specifico, la morte del coniuge può non essere un evento così stressante come la morte di un animale domestico.

La personalità, secondo lo yoga, è determinata dai tre guna o qualità, sattwiche, rajasiche e tamasiche. Questi tre guna sono presenti in ogni individuo, ma in differenti proporzioni con uno dei guna predominante. L’uomo sattwico è chiamato divyabhava o simile a una divinità. L’uomo veramente sattwico, tuttavia, è un essere raro come un grande yogi, un saggio o un santo. Se rajas è predominante, la persona è detta virabhava o simile ad un eroe. E se tamas è predominante, allora è noto come pashubhava o simile ad un animale. La maggior parte di noi è sia virabhava sia pashu bhava. Sono le personalità rajasiche e tamasiche quelle suscettibili allo stress.

La personalità rajasica è dinamica e caratterizza l’uomo mondano. È borioso, ha un atteggiamento ostile, reazioni rabbiose, una natura irrequieta e assomiglia alla personalità di tipo A sotto molti aspetti. Tutti questi tratti tendono a creare situazioni stressanti o a indurre l’individuo a reagire violentemente allo stress.

Tamo guna induce letargia, ignoranza, indecisione, dissolutezza, dolore, vizio e mancanza di autocoscienza. Tamas predispone all’ansia associata con depressione e bassa energia. Indipendentemente dal guna predominante, nessun uomo è puramente sattvico, rajasico o tamasico. Varie combinazioni di questi guna esistono all’interno di ognuno dei cinque involucri: annamaya kosha, pranamaya kosha, manomaya kosha, vijnanamaya kosha e anandamaya kosha.