Dagli insegnamenti di Swami Sivananda Saraswati
Un
saggio è felice. Uno yogi è felice.
La persona che ha controllato la mente è felice.
La
felicità deriva dalla pace della mente. La pace della mente deriva da uno stato
della mente in cui non ci sono desideri; moha,
infatuazioni; vishaya, piaceri
mondani; pensieri riferiti ad oggetti. Dovreste dimenticare ogni idea di
piacere prima di entrare nel dominio della pace.
Quando
nella mente c’è un desiderio, la mente si riempie di rajas. Questa è una condizione agitata. È inquieta e non pacifica.
Sarà inquieta fino a quando il desiderio per l’oggetto non sarà soddisfatto.
Quando l’oggetto è ottenuto e goduto, quando il desiderio è gratificato, la
mente si muove verso l’anima interiore. Cessa di funzionare. È piena di sattwa. Tutti i pensieri si placano per
una frazione di secondo; la mente riposa nell’anima interiore. La beatitudine
dell’anima si riflette nell’intelletto. L’ignorante pensa che sta ricevendo la
felicità dall’oggetto; proprio come il cane che mentre azzanna un osso secco
immagina di ottenere il piacere dal sangue che cola dall’osso, mentre in realtà
il sangue viene dal suo palato.
Verso ananda
La
beatitudine spirituale è la beatitudine più elevata. La beatitudine spirituale
è beatitudine della propria anima. È ananda,
la beatitudine trascendentale, indipendente dagli oggetti. È continua, uniforme
ed eterna. È godibile solo dai saggi.
Il
piacere dei sensi deriva dall’emozione, ma la beatitudine dell’anima è
auto-delizia. È la natura innata dell’atman.
Il piacere è temporaneo e fugace, la beatitudine è eterna. Il piacere è
mischiato al dolore, la beatitudine è pura felicità. Il piacere dipende dai
nervi, dalla mente e dagli oggetti; la beatitudine è indipendente ed
auto-esistente. C’è sforzo nell’ottenimento del piacere sensuale, mentre non
c’è nessuno sforzo nell’esperienza della beatitudine dell’anima. La goccia si
unisce all’oceano e il jiva, l’anima
individuale, galleggia nell’oceano della beatitudine.
Purificare
la mente con japa, satsang, carità, controllo della mente,
autocontrollo, servizio disinteressato, studio della Bhagavad Gita, delle
Upanishad e dello Yoga Vasishtha, praticare – yama e niyama, pranayama, vairagya e tyaga.
Otterrete così uno strumento adeguato per la meditazione, una mente calma,
acuta, sottile e unidirezionale. Iniziate la meditazione con l’aiuto di questo
strumento, mattino e sera. Vi sorprenderà una beatitudine spirituale
sovrasensibile. Sentirete questo ananda
spirituale in voi stessi. Potete spiegare la felicità per una caramella dolce
ad un ragazzino che non l’ha mai assaggiata? No, non potete. Il ragazzino dovrà
egli stesso mangiare la caramella. Dovrà, quando sarà cresciuto, provare il
piacere carnale. Un nuovo tipo di indescrivibile ananda sorgerà in voi.