Swami Niranjanananda Saraswati
(Ganga Darshan 1986-89)
(Ganga Darshan 1986-89)
Quanti sentieri differenti ci sono per la liberazione
dell’uomo?
Ci sono diverse vie per la
liberazione dell’uomo. La prima è il sentiero del Karma. Questa via è la disciplina per l’uomo comune. La seconda è
il sentiero Vaishnava, in cui la
devozione per il Signore (bhakti)
gioca un ruolo predominante rispetto al lavoro ed è destinato a chi ha una
competenza maggiore. La terza via è quella Shaiva,
un sentiero di maggiore meditazione e gyana
(conoscenza). Questi tre ordini o fasi successive di disciplina sono destinati
alla categoria ordinaria di ricercatori, senza nessuna qualificazione speciale,
al ‘pashu’ sadhaka, una creatura che è vincolata dai legami dell’esistenza.
La quarta via è il sentiero Dakshina, dove karma, bhakti e gyana sono abilmente armonizzati e
sintetizzati. Qui i frutti delle prime tre vie sono organizzati e conservati.
Poi vi è il sentiero Vama, o sentiero
inverso, dove ciò che naturalmente va verso l’esterno (pavritti) è riportato verso l’interno (nivritti), alla sorgente di tutto ed ogni cosa della creazione è
vista ed usata come mezzo per fare ritorno verso la coscienza che è la base di
tutto e che governa ogni cosa. Il processo è quello dell’identificazione interiore
di sé stessi con la divinità, non solamente nel suo stato di auto-esistenza, ma
anche nel suo movimento di manifestazione.
I due sentieri, Dakshina e
Vama, sono per un aspirante evoluto nelle competenze più elevate, abbastanza
eroico, che è in grado di lottare e di combattere contro le forze inferiori
dell’ignoranza. Questo tipo di sadhaka
è noto come ‘vira’ sadhaka.
Poi vi è il Siddhanta, lo stadio o il sentiero dove
le cose sono definitivamente determinate secondo la reale natura e direzione
del proprio obiettivo e ci si prepara ad avere la conoscenza incorporata in
tutte le parti del proprio essere e della coscienza. Questo stadio e quello che
segue sono per sadhaka elevati, i ‘divya’
sadhaka, per chi è in grado di
percorrere il percorso più elevato della coscienza interiore che, rapidamente,
si avvicina alla coscienza trascendentale.
L’ultimo è il sentiero Kaula. È uno delle tradizioni più
segrete del Tantra e il più preminente. Secondo il Tantra non c’è nulla di più
elevato del Kaula che è l’essenza di tutte le essenze. Ci sono delle condizioni
che devono essere soddisfatte prima che la verità del sentiero Kaula possa
essere rivelato. Bisogna aver raggiunto una maturità nella mente e nella
natura, risultante dallo studio e dalla disciplina cui ci si è sottoposti negli
stadi precedenti. È riservato solo a chi la conoscenza sorge senza che gli sia
stata insegnata e spiegata da altri, in quanto la mente e l’inclinazione
dipendono interamente dalla precedente preparazione. Si è pronti o meno in base
al proprio stadio evolutivo.
Il secondo fattore è il grado
di purificazione della consapevolezza raggiunto come risultato del japa delle
tradizioni Shaivite, Vaishanvite, Shakta, Ganapatya e Saura. Il terzo è la
misura in cui si è liberi dagli elementi deformanti dell’ignoranza e dell’ego,
come risultato combinato delle precedenti austerità, dedizione, sacrificio,
ripetizione di mantra, osservanza di niyama
e atti simili allo scopo di sbarazzarsi delle tendenze istintive e inferiori.
Bisogna avere, anche, devozione e fede nella divinità o nel guru.
Perciò, a chi ha la
consapevolezza purificata, calma, attiva nei sentieri dello spirito; una fede
elevata, umiltà, allegria, dedizione alla verità ed è obbediente ai comandi del
guru, la conoscenza del Kaula si auto-rivelerà.
Quanti tipi di guru
esistono nel Tantra?
Ci sono molti tipi di guru ma,
secondo il Tantra, i guru sono di sei tipi:
- Prerak (ruotante): chi spinge l’interesse che porta all’iniziazione.
- Suchak (indicatore): chi indica il sadhana secondo l’interesse che è stato risvegliato.
- Vaachak (che spiega): chi spiega il processo e i relativi oggetti.
- Darshak (che mostra): chi mostra i meccanismi e i relativi scopi molto dettagliatamente.
- Shikshak (insegnante): chi insegna realmente come si esegue il sadhana.
- Bodhak (illuminatore): chi accende la lampada della conoscenza spirituale e mentale nel discepolo.
Vi
è una tradizione che parla di dodici diversi tipi di guru:
- Dhatuvaadi guru: chi assicura la liberazione facendo praticare al discepolo sadhana, osservanze e via di seguito.
- Chandan guru: chi emana la propria elevata consapevolezza come un albero di sandalo, sprigionando la sua fragranza e diffondendola agli altri alberi dell’ambiente circostante. Solo la sua vicinanza spinge verso la liberazione.
- Vichar guru: chi agisce sull’intelligenza del discepolo, conducendolo attraverso operazioni sempre più sottili dell’intelletto.
- Anugraha guru: chi eleva per pura grazia.
- Paras guru: chi con il solo tocco, come la pietra filosofale, trasmuta il discepolo.
- Kachchap guru: chi redime il discepolo solo pensandolo, come la tartaruga nutre i suoi piccoli solo pensandoli.
- Chandra guru: i cui raggi naturali avvolgono il discepolo come il chiaro di luna.
- Darpan guru: chi, come uno specchio, rivela la vera natura del Sè.
- Chhayaniti guru: la cui sola ombra conferisce divinità al discepolo.
- Nadaniti guru: chi, come la pietra preziosa di quel nome, dà la conoscenza nel momento in cui la chiamata dell’aspirante lo raggiunge.
- Kraunchpakshi guru: il solo ricordo di lui conferisce elevazione spirituale nel discepolo.
- Suryakant guru: il suo solo sguardo brucia i peccati del discepolo come i raggi del sole bruciano il cotone.
Fine prima parte