Studi recenti hanno messo in discussione ciò che sapevamo
su una vasta gamma di patologie. Spesso il placebo risulta essere efficace
tanto quanto i trattamenti convenzionali. E la tendenza a sorvolare su questi
risultati con un semplice avvertimento di "finta medicina"
sottovaluta importanti implicazioni.
Non sappiamo di essere soggetti a pubblicità coercitive
riguardo la chirurgia spinale, ma è stato dimostrato che, sottoponendo a
risonanza magnetica persone senza dolore, si riscontrano le stesse percentuali
di ernia del disco, rispetto a persone soggette
a dolori. In un altro studio eclatante, è stato scoperto che, fingendo di
eseguire un intervento chirurgico al ginocchio, si è ottenuto lo stesso
risultato prodotto dalle reali riparazioni del menisco. E quando è stato
testato un metodo simile in una procedura per il trattamento del dolore
toracico associato ad angina, i pazienti trattati in modo fittizio, hanno
mostrato un miglioramento dell'80%, mentre quelli realmente operati solo del
40%. In altre parole, il placebo ha
agito meglio della chirurgia.
L'effetto placebo non è qualcosa di nuovo. Un farmaco può
essere considerato efficace solo se funziona meglio di un placebo, che di
solito è una pillola di zucchero o qualche altra sostanza inerte. Il placebo
non ha di per sé intrinseche proprietà medicinali. Eppure hanno costantemente mostrato,
negli studi clinici, di produrre un miglioramento del 35-45% per qualsiasi
patologia vengano utilizzati.
Ancora più straordinario è che il potere del placebo sembra
essere sempre più forte. Il tasso di fallimento delle nuove medicine rispetto
al placebo, negli studi di Fase III tra il 2001 e il 2006 è aumentato dell'11%.
L'FDA (l’Agenzia, americana, per gli Alimenti e i Medicinali) ha approvato solo
19 dei "farmaci primi-per-tipo" nel 2007, che è il numero di
approvazioni più basso dal 1983. Ancor più sorprendenti sono gli studi che
dimostrano che gli antidepressivi come il Prozac, che sono sul mercato dalla
fine degli anni '90, se ora venissero nuovamente testati, potrebbero non essere
più approvati.
E non è che i farmaci siano diventati più deboli: un elenco
superficiale dei loro spaventosi effetti collaterali può confermarlo. Ma
l'efficacia del placebo è decisamente sempre più forte. Analisi complete su
antidepressivi testati hanno fatto emergere un drammatico aumento della
risposta al placebo fin dal 1980. Si stima che la “dimensione dei risultati”
nei gruppi di placebo sia ormai quasi raddoppiata.
Allora cosa dobbiamo pensare del fatto
che gli affermati protocolli medici, si stiano dimostrando di poco più efficaci
rispetto ad una forte convinzione?
Da un punto di vista puramente empirico, l'effetto placebo
mostra l'importanza della percezione e del ruolo del cervello nella salute fisica.
Ma, implicitamente, nell'effetto placebo ci sono realtà scomode, quali, il
fatto che solitamente la risposta risulta da “reazioni istintive” legate a
pensieri di fantasia. Si capisce così, perché ci sono quelli che sfruttano
irresponsabilmente il concetto di pensiero positivo sia come cura per il cancro
che come chiave per ottenere un milione di dollari.
Mentre il concetto di mente di cui sopra è facilmente
ridotto a capricci soggettivi e ciarlataneria, una risposta allarmistica è
altrettanto controproducente in quanto causa paura, che può creare essa stessa
delle patologie. L’opposto del placebo, denominato nocebo, è stato anch’esso ritenuto veritiero. Se pensate che una
pillola di zucchero stia per avere effetti collaterali negativi, probabilmente
quella stessa pillola finirà per avere effetti negativi. Spaventare le persone
e imporre protocolli che a malapena superano il placebo, sicuramente non
funziona.
Ed è proprio per questo che così tante persone si rivolgono
alle pratiche di yoga. Quando viene
usato in modo appropriato, lo yoga è
il più importante di tutti i placebo. Esso fornisce esperienze e idee che
incoraggiano la risposta di guarigione. I benefici non possono essere
prontamente misurati con mezzi scientifici e, tuttavia, l’evidenza soggettiva e
aneddotica della sua efficacia è più di quanto possa essere controllato.
Hai quarant’anni e inizi a sentire di stare rallentando?
Devi avere “Low T.” (testosterone basso). Non lo sapevi? E’ solo un numero. O
hai mal di schiena? Beh, qualche intervento di chirurgia vertebrale con il laser
può rimediare da un giorno all’altro. Forse sei solo depresso. Nessun problema.
Abbiamo una pillola che può trasformare la depressione in un simpatico
personaggio dei cartoni animali che ti segue ovunque. O forse, non segui la
medicina occidentale. Tu fai yoga. Se
è così, hai sentito? E’ meglio che non ti abbassi piegandoti in avanti perché
questo potrebbe rovinarti la schiena.
Ciò che non può essere negato è la
questione di fondo che, dato un insieme di condizioni favorevoli e credenze, le
persone possono guarirsi dall’interno.
Il problema è che, troppo spesso, se andiamo in uno studio
medico o a un corso di yoga, siamo
portati a pensare che, in qualche modo, abbiamo qualcosa che non va e abbiamo
bisogno di essere aggiustati. Come se il nostro corpo non sia, in realtà,
governato dalla stessa intelligenza profonda che muove gli oceani e facente
parte dell’esistenza. Questo non esclude le volte in cui si ha bisogno d’interventi
medici, anche miracolosi. Ma se, intervenendo, togliamo potere al meccanismo
stesso di cui abbiamo bisogno per guarire, allora i nostri sforzi saranno
nulli.
Nell’attenzione al benessere, è necessaria una profonda
saggezza. Ogni persona ha una storia individuale che va tenuta in conto. E ci deve
essere la volontà di permettere alle persone di fare delle scelte informate.
Non siamo deboli di salute. La guarigione è possibile.
Tratto
da: http://www.jbrownyoga.com