Swami
Niranjanananda Saraswati
‘Disciplina’ è la parola
meno compresa al mondo. Lo scopo della disciplina è semplicemente quello di creare
i presupposti per essere in grado di guidare le espressioni della mente.
Sappiamo come funziona la mente. Sappiamo che facilmente diventa distratta, che
è soggetta a simpatie e antipatie, che ha idee, emozioni, convinzioni e
credenze molto radicate. Sappiamo che è soggetta ai guna - sattwa, rajas e tamas - e che quando è influenzata solo dal proprio comportamento,
funziona in modo molto irregolare, senza chiarezza.
Il compito della
disciplina è d’influenzare la mente in modo che possa connettersi con la
positività e la creatività. Normalmente si potrebbe desiderare d’essere positivi
e creativi, ma il condizionamento mentale non lo consente. Ci sono troppe
distrazioni: c’è una lotta continua con sé stessi. Disciplinare noi stessi
significa scegliere d’incoraggiare e supportare la nostra pacifica natura
interiore, piuttosto che l’avida natura acquisita e accumulatrice che
abitualmente usiamo nelle interazioni.
La disciplina può essere
definita come l’abilità d’osservare la mente e renderla ferma. Ma all’inizio,
al fine di diventare più sensibili in modo da poter percepire il nostro
comportamento mentale e realizzare la natura della mente, dobbiamo seguire
delle discipline che ci sono imposte dall’esterno. Perché? Perché, alla fine,
queste discipline creano un ambiente favorevole nella nostra personalità.
Mouna è una disciplina
regolare nella vita di ashram. Mouna ha un significato molto semplice –
silenzio – ma all’inizio è molto difficile da praticare. Finché la mente non
pratica mouna, fintanto che continua
con il suo chiacchierio, saremo costretti a chiacchierare anche tra di noi. Ma,
quando la mente diventa rilassata e tranquilla, mouna diventa naturale, spontaneo e facile, e noi inizieremo a
osservare la natura agitata della mente dal nostro pacifico centro. Questo è un
esempio di come una condizione esterna, imposta, può aiutare a migliorare la
qualità della nostra auto-percezione e comprensione, così da poter gestire la
mente.
Come iniziamo una
disciplina, se essa ci aiuterà o ostacolerà e quanto progrediremo in questo
sentiero, sta a noi. Ma lo scopo di tutte le discipline è di farci realizzare
la natura, le attitudini e il comportamento della mente. Essere soggetto alle
influenze della mente è lo stato normale del comportamento ma, quando siamo in
grado di dirigere la mente in accordo ai nostri desideri e scelte, questo è
noto come disciplina, e conduce alle discipline sottili dello yoga.
Durante tutta la vita dobbiamo
fare quello che la mente richiede, in accordo alle simpatie e antipatie, alla
saggezza o all’ignoranza, alla maturità o all’immaturità. Ma seguendo la natura
della mente si avrà distrazione e dissipazione. Invece, quelli che sono capaci
di controllare e di guidare la mente dicono che la disciplina è importante per recuperare
la pace interiore e la contentezza e per esprimere la creatività e la saggezza.
Da questa prospettiva,
la disciplina rappresenta semplicemente la gestione della mente. Negli Yoga Sutra di Patanjali, il primo sutra
è: “Atha yogah anushasanam” che
significa “Ora, le sottili discipline dello yoga”.
Questo sutra dà la direzione in cui
lo yoga si muove per fornire le capacità per osservare e dirigere la mente con
saggezza, conoscenza e comprensione. In definitiva, la disciplina è
un’espressione di emozioni e attitudini armonizzate in una personalità
equilibrata.
Al fine di creare
questa condizione dobbiamo iniziare regolando lo stile di vita e
l’atteggiamento mentale. Abbiamo bisogno di comprendere ciò che è appropriato e
ciò che non lo è, per il nostro sviluppo e crescita e per l’ambiente in cui
viviamo. Poi potremmo migliorare le espressioni della nostra personalità, le
nostre interazioni e il comportamento.
Quanto
è importante la disciplina per avere successo nella vita?
Se volete avere successo
nella vita, dovrete correggere la personalità per eccellere nelle situazioni e
nell’ambiente. Se volete creare della buona musica da uno strumento a corde è
necessario per prima cosa sintonizzare le corde. Se volete fare della buona
musica da un tamburo, dovrete metterlo in tensione. Se volete eccellere nella
vita, dovrete focalizzarvi per raggiungere il vostro scopo. Questo sforzo è la
disciplina.
La disciplina sottile
non è qualcosa che viene imposta da fuori. L’imposizione esterna dà una
routine, non una disciplina. La routine giornaliera e la disciplina sono due
cose differenti. La disciplina si esprime nel modo in cui pensate – come
pensate, cosa pensate; osservate se avete pensieri positivi o negativi, giusti
o sbagliati, dannosi o costruttivi. Si esprime in ciò che dite e nel modo in
cui lo dite. Si esprime nelle azioni, nel comportamento: in tutte le dimensioni
della vita.
Lo scopo della
disciplina è di portarvi al sanyam,
dove disciplina e autocontrollo diventano equilibrate e spontanee. Disciplina e
sanyam sono l’inizio e il
completamento dello stesso principio. Sanyam
inizia con la disciplina, soprattutto con lo sforzo per guidare i vostri stati
d’animo e le espressioni in modo che siano positivi, creativi e costruttivi.
Un semplice esempio è
quando si deve vivere e lavorare con altre persone. Si può avere lo stesso scopo
e focalizzazione ma rimangono ancora conflitti, differenze d’interessi e
disaccordi. In questo caso qual è la priorità? La visione che abbiamo in comune
o le relazioni personali che possono divampare e placarsi in un momento? Spesso
le interazioni personali hanno la priorità, e quel momentaneo divampare può
renderci antipatica o farci odiare l’altra persona, non per un breve periodo,
ma per lungo tempo. Hanno la precedenza sui nostri obiettivi e visioni comuni e
influenzano il nostro comportamento.
Se ognuno di noi
battesse il proprio tamburo e soffiasse nella propria tromba senza nessun
pensiero rivolto al ritmo e all’armonia, che tipo di putiferio potremmo creare?
Ma, se suoniamo in sintonia con gli altri, possiamo creare una sinfonia
bellissima e molto potente. La creazione di questa sinfonia è lo scopo della
disciplina – nel pensiero, nell’attitudine, nel comportamento, nel credo,
nell’azione, nella partecipazione, nell’essere felici, ottimisti e dinamici.
Questa è la sinfonia della vita.
Ad esempio, se rompete
le regole mentre vi trovate in ashram,
questo non farà alcuna differenza nell’ambiente dell’ashram, perché nessuna persona crea l’ambiente dell’ashram. Sebbene l’ambiente possa fare la
differenza per voi. Se non rispettate le regole significa che non state
utilizzando il vostro tempo come allenamento. Questo mostra, in realtà, non il
disprezzo delle regole, ma il disprezzo verso voi stessi, una mancanza di
convinzione e fede in voi stessi. Ciò è causato dalla mancanza della percezione
di realizzare la natura del processo. Perciò, chi è il perdente?
Se questa mancanza di
auto-percezione rimane, non avrete successo, non importa dove sarete e cosa
farete, perché vi mancherà la fede nella vostra forza mentale. Ma voi avete
questa forza, quindi perché vi manca la fede? Nel momento in cui inizierete ad
avere fede in voi stessi, vedrete una grande trasformazione nella vostra vita.
Abbiate fede in voi stessi, abbiate fede in ciò che fate, credete in ciò che
rappresentate se volete essere felici e avere successo nella vita.
In altre parole: ogni
espressione della personalità e del comportamento, quando sono disciplinate,
diventano più semplici, costruttive e belle. Trascurare il concetto di sanyam o, autocontrollo, rappresenta una
forza di volontà debole, una mente non chiara e una mancanza di forza
interiore. Quando si ottiene sanyam
si è liberi, si fa esperienza di gioia, felicità ed espansività e le altre
persone ne saranno ispirate.
Quali
sono le differenze tra i desideri normali e i desideri spirituali?
I desideri sono
desideri. Entrambi nascono da un bisogno di soddisfazione. Se non ci fosse
nessuna necessità di soddisfazione, non ci sarebbero desideri. I desideri
indicano solamente una necessità di soddisfazione nella vita di una persona.
Che la nostra attenzione sia rivolta al guadagno materiale o al guadagno
spirituale è un’altra questione, ma i desideri forniscono una motivazione per
le proprie azioni, per i propri karma.
Un desiderio appropriato, combinato con l’azione, porta all’appagamento. La
questione è come guidare e direzionare i desideri: questo è il vero
allenamento.
In yoga i desideri non vanno seguiti ciecamente, ma piuttosto vengono
usati per elevare la personalità. Nella vita normale le persone cercano, alla
cieca, di fare esperienza dell’appagamento, soddisfacendo ogni desiderio, non
importa quanto insignificante possa essere. Man mano che progrediamo nella vita
spirituale, impariamo a contenere quell’aspetto della nostra natura avido di
soddisfazione attraverso ogni mezzo possibile.
I maestri hanno detto
che un modo per misurare il progresso nel sentiero spirituale è la diminuzione
dei desideri. I desideri non finiscono, ma la loro influenza sulla personalità,
che spinge a cercare la soddisfazione emozione, sensuale ed intellettuale, si
riduce. Il coinvolgimento con i desideri fa nascere le sensazioni di attrazione
e di repulsione, di possessività e di rifiuto. Il tira e molla della dualità,
che sorge a seguito di un desiderio, è il fattore che crea confusione e
conflitto nelle nostre priorità. Quindi, il divenire stabili nella vita
spirituale non è una questione di trascendere il desiderio, ma è importante
saper canalizzare la direzione del desiderio, perché questo porta alla
crescita. In realtà, non è nemmeno necessario preoccuparsi dei desideri
personali e delle aspirazioni. È sufficiente avere una meta, una focalizzazione
e iniziare a percorrere il sentiero. Rimanete fedeli alla meta.
È come essere in
viaggio da una città a un’altra. Lungo la strada possiamo fermarci diverse
volte, per mangiare qualcosa, a causa di un incidente, per ammirare il
paesaggio. Possiamo fermarci tutte le volte che vogliamo, ma lo scopo è sempre
quello di arrivare a destinazione. Allo stesso modo, una volta che avete scelto
le aspirazioni e gli obiettivi della vita, mantenete questi scopi nella mente.
Continuate a camminare verso il raggiungimento di questi obiettivi e, allo
stesso tempo, gestite tutti i desideri se e quando si manifestano, determinando
la loro utilità per la vostra realizzazione e crescita nella vita.
Come
si può rimanere calmi ed equilibrati nelle situazioni dolorose e negative?
L’unico modo per
rimanere calmi e tranquilli nella maggior parte delle situazioni negative è
attraverso la saggezza. La saggezza è conoscenza applicata, comprensione
applicata. Quando applicate la conoscenza, essa si manifesta come saggezza.
Attraverso la saggezza potrete osservare le aree della vostra mente, le
emozioni e i sentimenti che vi danno l’esperienza di dolore o piacere. Occorre
molto tempo per sviluppare questo tipo di saggezza, ma poi, quando sarete
capaci di comprendere una situazione applicando la saggezza, potrete superare
il dolore e la sofferenza e mantenere la vostra equanimità, la vostra
tranquillità e il vostro equilibrio. Questo è uno dei maggiori sadhana che una persona può fare nella
vita.