Dott. Swami Vivekananda
Saraswati
Dall’inizio
dell’esistenza dell’uomo sulla terra la vita è stata una lotta, ma risalendo
alle origini dello sviluppo dell’essere umano, si nota la graduale affermazione
della sua capacità di dominare l’ambiente. Con la sua intelligenza superiore,
l’ingegno e la straordinaria capacità di adattamento alle diverse situazioni,
ha progressivamente acquisito potere sui suoi nemici esterni. I predatori, le
prede, il clima, il terreno, sono tutti caduti sotto il suo dominio. Tuttavia
egli è ancora vittima dei suoi nemici interiori – le malattie della mente e del
corpo - e, guardando il mondo intorno a noi al giorno d’oggi, ci chiediamo se
davvero possiamo fare progressi con questi problemi.
La moderna
scienza medica, che ha dato alla comunità l’igiene, la nutrizione e le cure
scientifiche, ha liberato un gran numero di persone dalle malattie del passato,
ma queste sono state sostituite da nuovi problemi. Le malattie causate dalla
malnutrizione sono state sostituite, in gran parte nel mondo, da quelle per un
eccesso di nutrizione. I disturbi dell’antico cacciatore hanno ceduto il passo
all’ipertensione, alle ulcere ed ai problemi di cuore dell’uomo che, nel cuore,
è ancora un cacciatore ma la cui valvola di sfogo per l’aggressività è
bloccata. L’incertezza della vita negli spazi aperti è stata sostituita
dall’anima distrutta dalla costrizione e dall’inquinamento delle città.
L’imprevedibilità della vita nella natura selvaggia ha ceduto il passo alla
noiosa monotonia della vita civilizzata: le frustrazioni della vita senza sfide
reali e la miriade di malattie derivano da tutte queste situazioni.
Abbiamo
acquisito molti benefici dall’unirci in comunità ‘civilizzate’, ma lo stiamo
pagando a caro prezzo. Abbiamo abbandonato il
nostro habitat naturale e stiamo
soffrendo di depressione, frustrazione, risentimento e generale mancanza di
direzione reale nella vita, che ha portato a questo caos.
Dove
stiamo andando? Cosa ci stiamo a fare qui? Siamo davvero fatti per la vita che
stiamo conducendo o c’è qualcos’altro? Quando ci ammaliamo, fino a che punto
possiamo curarci? Possiamo prevenire totalmente le malattie? Possiamo rimanere
completamente sani, e se si, come possiamo farlo? Ed andando più in profondità:
abbiamo un altro destino? Stiamo davvero utilizzando il nostro vero potenziale
e muovendoci nella giusta direzione? È questo tutto quello che c’è, o c’è in
noi un più grande potenziale che è stato bloccato? E se c’è, come possiamo sbloccare
e liberare questo potenziale?
Da
migliaia di anni lo yoga si rivolge queste domande e dà indicazioni a coloro
che sono sinceramente alla ricerca di risposte. Lo yoga è interessato a
liberare il potenziale che giace dormiente dentro di noi e, come effetto
collaterale, ci libera anche dalle malattie, sia fisiche sia mentali, di cui
siamo vittime.
Il punto di vista dello yoga sulla
salute
I medici
concordano sul fatto che la maggior parte delle malattie sono dovute alla
tensione mentale. Anche le stesse malattie ‘fisiche’, il cancro o le infezioni,
ora sembrano avere origine nella mente. Ad esempio, l’insorgenza di queste
malattie dipende dall’inadeguatezza del sistema immunitario del corpo, il
sistema di difesa, ed ora sappiamo che questo sistema subisce molto l’influenza
della mente. Negli ultimi decenni i medici hanno riconosciuto sempre più
malattie come conseguenza della tensione mentale, ma gli yogi fanno sempre un
passo avanti. Dicono che, praticamente, tutte le malattie nell’individuo sono
causate direttamente dalle tensione mentale. Ci sono, naturalmente, delle
eccezioni, come la malnutrizione ed i veleni tossici e sappiamo che i fattori
cosmici, come le fasi della luna, l’attività del sole, le stagioni, il clima,
ecc. possono essere potenti fattori
stimolanti delle patologie. Tuttavia, in generale, secondo gli yogi le radici
delle nostre malattie sono nella mente e queste sono, in ultima analisi, ciò
che dobbiamo cercare di eliminare.
Come può la tensione mentale
provocare le malattie fisiche?
La mente,
che agisce attraverso il sistema nervoso centrale, colpisce il corpo attraverso
tre canali:
1. Il sistema nervoso somatico, che controlla le azioni volontarie del
corpo come il camminare, il parlare e l’uso dei muscoli ogni volta che
decidiamo di farlo.
2. Il sistema nervoso autonomo, che controlla le azioni involontarie
come la digestione, il battito cardiaco e la pressione sanguigna.
3. Le ghiandole endocrine, che producono ormoni che sono sostanze
chimiche che influenzano la chimica del corpo e le sue azioni in un’ampia
varietà di modi.
Si può notare,
così, che ogni cellula, organo e sistema
all’interno del corpo è direttamente influenzato dalla mente attraverso il
sistema nervoso e le sue ramificazioni.
Come funziona la terapia yogica?
La terapia
dello yoga ripristina tutti i sistemi citati al loro stato normale, agendo in
quattro aree:
1. La parte interessata viene riportata alla sua normale funzione. Ad
esempio: se una persona ha un problema alla colonna vertebrale causato dalla
tensione mentale, le posizioni di yoga possono rilassare gli spasmi muscolari
in quella parte della colonna. In questo caso lo yoga agisce direttamente sulla
parte interessata, senza creare uno squilibrio o un disturbo in nessun’altra
parte del corpo.
2. I collegamenti con il sistema nervoso centrale vengono equilibrati e
normalizzati. Ad esempio: ci sono alcune pratiche, come kunjal kriya, che
agiscono direttamente sui nervi autonomi e sui plessi. Nel caso dell’asma, lo
squilibrio tra il sistema simpatico ed il parasimpatico viene normalizzato, i
condotti bronchiali dei polmoni vengono aperti e, in questo modo, l’individuo
potrà di nuovo respirare liberamente.
3. Il sistema nervoso centrale stesso può essere influenzato
direttamente. Alcune pratiche, come ad esempio brahmari pranayama, sembrano
agire sul cervello stesso, ed è probabilmente attraverso questo canale che
conducono un rilassamento rapido e duraturo.
4. Molte pratiche di yoga alleviano direttamente le tensioni della mente. La meditazione è la più nota, ma anche
yoga nidra e molte delle pratiche fisiche hanno un effetto positivo in questo
campo.
Il campo d’azione
dello yoga è completo: va dall’organo bersaglio alla radice del problema, la
mente. Questa integrazione è, naturalmente, necessaria perché tutte le parti
del sistema sono intimamente legate tra loro.
Lo yoga può sostituire altri
trattamenti?
Ovviamente
se abbiamo un’appendicite acuta abbiamo bisogno subito di un intervento
chirurgico. Questo vale anche nel caso della rottura di un’ulcera e di altre
emergenze chirurgiche. Se abbiamo la meningite, la polmonite o una qualsiasi
altra infezione pericolosa per la vita, dobbiamo prendere gli antibiotici o i
sulfamidici. Per la maggior parte delle gravi malattie acute la medicina
moderna è probabilmente il migliore trattamento da scegliere, sebbene anche in
questi casi delle corrette pratiche di yoga possono aiutare. Analogamente, in
molte situazioni, il problema può essere curato con lo yoga nella fase iniziale
ma, quando si ha un peggioramento, abbiamo bisogno di cure esterne.
Tuttavia
lo yoga sta emergendo come il trattamento di prima scelta per le malattie
emozionali e mentali, e per i loro ‘cugini’: i problemi psicosomatici, come la
pressione alta, l’ulcera peptica, l’asma, l’artrite e molti altri. Questo è
positivo, dato che i medici ammettono che sono proprio queste le malattie che
la scienza medica ritiene più difficile da trattare.
Se una
persona con appendice acuta viene operata, l’appendice viene rimossa e
solitamente non sorgono ulteriori problemi. Tuttavia, la maggior parte dei
medici hanno pazienti con l’ulcera peptica che hanno assunto farmaci per anni e
tutt’ora hanno le loro ulcere.
Se una
persona ha una polmonite acuta, cioè un’infezione del polmone che in passato
era fatale, il dottore gli darà degli antibiotici ed in pochi giorni starà
bene. Ma, la maggior parte dei dottori ha pazienti con l’asma che sono
totalmente dipendenti dalle pillole, dalle inalazioni e dalle iniezioni, che
vivono una vita nella paura costante di un attacco, e che gradualmente
peggiorano.
Al giorno
d’oggi se un bambino ha la meningite viene trattato velocemente con sulfamidici
od antibiotici e l’infezione svanisce senza lasciare traccia. Non vi è nessun
caso di bambini rimasti sordi, con ritardo mentale od altre complicazioni di
meningite non trattata.
Tuttavia,
la maggior parte dei dottori hanno pazienti affetti d’ansia nervosa che
assumono da anni crescenti quantità di farmaci tranquillanti senza alleviare il
problema e che finiscono per avere complicazioni per dipendenza dalle droghe.
È
abbastanza evidente che i progressi della scienza medica sono stati miracolosi
nell’alleviare l’umanità dalle terribili malattie del passato. Ma ci sono
interi campi di sofferenza umana in cui non si sta facendo altrettanto bene.
Spesso queste tipologie di malattie sono quelle che rispondono bene alla
terapia yogica. Parliamo ora di alcune di queste malattie e dei risultati che
sono stati ottenuti dal trattamento con lo yoga.
L’ipertensione (la pressione alta)
È noto che
questa malattia possa abbreviare la vita di una persona, anche di decenni. Infatti
vi è una forma chiamata ‘ipertensione maligna’ che, spesso, è rapidamente
fatale. Non sorprende, quindi, che lo yoga abbia fatto molte ricerche
sull’ipertensione.
Un
cardiologo, di nome dr. K.K. Datay, a Bombay in India, ha insegnato yoga nidra,
un metodo di rilassamento profondo, ai suoi pazienti ipertesi ed ha avuto
ottimi risultati. La maggior parte di loro non ha più avuto bisogno di farmaci
o sono stati in grado di ridurne notevolmente l’assunzione.
Il dr.
Chandra Patel, in un articolo su ‘Lancet’, un accreditato giornale medico della
Gran Bretagna, ha riferito sull’uso del rilassamento yogico con biofeedback nel
trattamento dell’ipertensione. Si è constatato che un quarto della popolazione
potrebbe smettere completamente di prendere i farmaci, mentre la maggior parte
degli altri potrebbe ridurli notevolmente o, almeno, avere un maggior controllo
sulla pressione del sangue.
Il dr.
K.N. Udupa, direttore dell’Istituto di Scienze Mediche alla Benares Hindu
University, ha scoperto che i risultati son ancora migliori se la persona
esegue alcune semplici pratiche fisiche di yoga prima del rilassamento o la
meditazione, e noi abbiamo ottenuto gli stessi risultati. Udupa ha affermato che:
“Soggettivamente tutti i pazienti riferiscono di sentirsi molto meglio, più
calmi e tranquilli”. Un numero sostanziale potrebbe tranquillamente smettere di
prendere i farmaci e molti altri ridurre il dosaggio, al momento della
relazione. Le dottoresse Stone e De Leo (‘New England Journal of Medicine’,
gennaio 1976) hanno notato che la semplice pratica di yoga d’essere consapevoli
del respiro per dieci minuti al mattino ed alla sera, riduce l’ipertensione in
misura significativa nel corso di un periodo di sei mesi.
I benefici
dello yoga per i soggetti ipertesi sono così convincenti che a tutte le persone
con questa patologia dovrebbero essere offerti corsi di pratica di yoga,
parallelamente al trattamento farmacologico se le medicine sono veramente
necessarie.
La malattia cardiaca
Nonostante
il miglior trattamento medico, la cardiopatia coronarica è la causa più comune
di morte nei paesi tecnologicamente avanzati. In questa condizione, le arterie
che alimentano il muscolo cardiaco con il sangue si restringono ed al cuore
viene a mancare ossigeno e nutrimento. Se accade in maniera grave (infarto),
parti del cuore possono morire e, così anche il paziente!
Per
secoli, gli yogi hanno raccomandato le tecniche fisiche di yoga ed il
rilassamento come trattamento delle cardiopatie coronariche, ma è solo di
recente che il fondamento logico di tali pratiche ha ricevuto il sostegno della
scienza medica.
Fino a
poco tempo fa, si riteneva che l’infarto era causato da un coagulo di sangue
presente in una delle arterie coronarie. Ora, invece, ci si sta accorgendo che,
con molta probabilità, la maggior parte delle persone che hanno un infarto non
hanno alcun coagulo di sangue ma che l’attacco è dovuto ad una crisi funzionale
causata dallo spasmo di un’arteria. Lo stesso vale per l’angina, una forma
cronica in cui lo spasmo coronarico è un fattore importante. Sembra che in
entrambe queste malattie comuni, la principale causa che accelera il processo
sia lo spasmo dell’arteria coronarica, indipendentemente dalle variazioni
strutturali. È molto probabile, inoltre, che lo spasmo sia causato dalla
tensione mentale che agisce attraverso le fibre nervose autonome che alimentano
le arterie.
Quest’ultima
affermazione è supportata da una ricerca che è stata effettuata circa vent’anni
fa. In quest’indagine un gruppo di persone che erano state ricoverate in
ospedale per un attacco di cuore, sono state confrontate con un altro gruppo di
persone ricoverate per altri motivi. Si è constatato che la maggior parte dei
pazienti coronarici aveva subito una profonda e significativa ‘ferita’
emozionale durante il mese precedente l’infarto. Nel gruppo di controllo non
c’era stata nessuna crisi emozionale.
Il dr.
Chandra Patel, in un’altra ricerca ha dimostrato che il rilassamento dello yoga
riduce il dolore e l’invalidità in casi di angina. I pazienti possono essere
sottoposti a maggiore attività prima di fare esperienza del dolore al petto, si
sentono meglio ed il rilassamento del mattino sembra durare per il resto
dell’intera giornata.
E secondo
l’esperienza riscontrata negli ashram dell’International Yoga Fellowship se,
prima del rilassamento, vengono praticate delle semplici asana, i risultati
saranno anche migliori.
L’asma
I diversi
tipi di malattie ostruttive delle vie aeree, tra cui l’asma, sono trattati con lo yoga da millenni, e recenti
studi scientifici hanno sostenuto la sua esperienza maturata nel corso degli
anni.
L’asma è
una malattia in cui il sofferente ha ricorrenti episodi di restringimento delle
vie respiratorie (i bronchi) dei polmoni. Di conseguenza sperimenta episodi di
difficoltà respiratoria che possono essere molto gravi, anche fatali.
Il fulcro
del trattamento dell’asma è il gruppo di pratiche degli Shatkarma, soprattutto
kunjal kriya (ingerire velocemente dell’acqua tiepida salata e poi vomitarla),
neti kriya (far passare dell’acqua tiepida attraverso le narici in modo
alternato) e talvolta può essere utile anche vastra dhauti (inghiottire una
striscia di stoffa e ritirarla fuori in modo da stimolare l’esofago). Altre
pratiche, come ad esempio surya namaskara (eseguito lentamente), shashank-bhujangasana,
gli esercizi di respirazione addominale, i pranayama e yoga nidra completano la
serie.
Infatti,
se kunjal kriya venisse eseguita nelle fasi iniziali di un grave attacco d’asma
anche solo questo potrebbe fermare l’attacco. Questo è un vantaggio molto
importante, perché il soggetto asmatico svilupperebbe la sicurezza di poter
fermare un attacco d’asma in qualsiasi momento, semplicemente facendo ricorso
alle proprie risorse. Molti asmatici hanno detto che questa padronanza è stato
il fattore più importante che li ha portati alla cura definitiva dell’asma.
Quelli di noi che hanno insegnato questa pratica per anni hanno visto attacchi
d’asma arrestarsi in pochi minuti, anche in soggetti fortemente
tossicodipendenti, semplicemente praticando kunjal. Il dr. G.B. Gupta, il
professor G.C. Sepaha ed altri, del Raipur Medical College, in India, lavorando
in collaborazione con il Satyananda
Ashram di Raipur, hanno dimostrato alcuni risultati interessanti in
pazienti asmatici che praticavano alcune delle tecniche di yoga consigliate.
Due terzi dei ventisette pazienti studiati, hanno avuto dei miglioramenti in
conseguenza alla loro esperienza con lo yoga. Oltre a questo, testando le
persone con uno spirometro prima, durante e dopo il corso di yoga, hanno anche
dimostrato che questo non è stato solo un miglioramento soggettivo (lo
spirometro è uno strumento medico che, tra le altre cose, dimostra il grado di
dilatazione dei tubi bronchiali misurando la capacità respiratoria). Le prove
con questo apparecchio dimostrarono che il 62,5% delle persone aveva una
definitiva apertura fisica dei bronchi come conseguenza delle pratiche di yoga.
Non sentivano solo di respirare più liberamente, ma in realtà era proprio così,
perché i loro bronchi si erano rilassati.
Un gran
numero di altre ricerche cliniche in tutto il mondo hanno mostrato risultati
simili. Wilson e Hornsberg (Cli. Ris. 1973, 21, 278) hanno dimostrato che
soltanto la semplice meditazione può ridurre notevolmente la frequenza degli
attacchi, la quantità di farmaci necessari, ed aumentare la funzione polmonare
e la resistenza della pelle (da un esame sull’ansia).
In tutte
le ricerche, comunque, i risultati sono migliori per le persone che iniziano a
praticare yoga precocemente, subito dopo l’insorgenza dell’asma, prima che si
sia sviluppata in una grave fase cronica. Quindi, agli asmatici si consiglia
d’iniziare una pratica yogica il più presto possibile, dopo il primo attacco.
La bronchite e l’enfisema
C’è un
altro gruppo di patologie in cui i tubi bronchiali sono ostruiti ed il paziente
non può respirare correttamente. Di queste, le due forme principali sono la
bronchite cronica (infiammazione per un lungo periodo di tempo dei tubi
bronchiali) e l’enfisema (eccessiva dilatazione delle sacche d’aria a causa di
danni alle pareti delle stese). Queste due patologie sono dei gravi problemi in
quanto i pazienti di solito continuano a peggiorare nonostante le migliori cure
che la scienza medica può offrire. Nel 1978 il dr. M.K. Tandon ha pubblicato
sulla rivista ‘Thorax’ un resoconto del suo lavoro con ventidue pazienti
anziani con gravi forme di queste patologie. La metà di queste persone hanno
avuto un trattamento di fisioterapia di routine e l’altra metà ha ricevuto un
trattamento yogico. Tandon ha rilevato che: “alla fine dei nove mesi, i
soggetti che praticano yoga tendono ad avere:
1. miglioramento della resistenza all’esercizio;
2. recupero più veloce dopo lo sforzo fisico;
3. controllo sugli attacchi di mancanza del respiro senza necessità
d’assistenza medica;
4. netto miglioramento generale delle condizioni toraciche.
Lo schema
respiratorio del gruppo che ha praticato yoga si è trasformato in un modo più
efficiente. È diventato più profondo e lento, rispetto allo schema originale,
prima dell’esperimento, e rispetto alla rapida e superficiale respirazione del
gruppo trattato con la fisioterapia, che non ha mostrato alcun miglioramento
nel modello respiratorio”.
Inoltre,
dobbiamo ricordare che queste sono gravi malattie di soggetti anziani i quali,
in condizioni normali, sarebbero peggiorati nel corso dei nove mesi
dell’esperimento, invece di migliorare come hanno fatto grazie allo yoga.
Il diabete
Questa è
una condizione in cui il corpo non è in grado di gestire il glucosio, il suo
principale combustibile. Nella forma più grave il corpo diventa saturo di
glucosio, a causa della carenza di secrezione d’insulina, mentre, allo stesso
tempo, ai tessuti del corpo viene a mancare il glucosio perché esso non riesce
ad entrare nelle cellule. Le complicazioni del diabete sono dovute a questa
doppia problematica e, se il decorso della malattia non viene interrotto, la
vita del paziente può accorciarsi di decenni.
Le cause
del diabete sono molte; il soggetto può avere una predisposizione ereditaria,
ma sembra essere innescato anche da fattori esterni come lo stress, la mancanza
di esercizio fisico, una dieta scorretta e l’eccesso di cibo. Questo ritratto
si avvicina a quello di un certo tipo di personalità che si dice sia molto
intelligente, sensibile e rimuginativo.
Quando il
diabete inizia in giovane età – insorgenza del diabete giovanile - di solito è
più grave e difficile da controllare. Ma anche questi soggetti sono stati
notevolmente aiutati da una pratica diligente dello yoga.
Una serie
di studi hanno dimostrato che i risultati della terapia yogica sono migliori,
in particolare nel diabete giovanile, se le pratiche vengono iniziate nelle
prime fasi della malattia, prima che il corpo diventi dipendente dall’insulina
presa dall’esterno. In aggiunta a questo, se viene trattato precocemente, il
processo patologico viene invertito prima che vi siano danni causati dal
diabete stesso o dall’insulina ai tessuti vitali come il rene ed il pancreas.
Il
tradizionale trattamento yogico per il diabete è abbastanza ampio ed è
preferibile effettuarlo vivendo in un ashram di yoga adeguatamente attrezzato
per un mese o più. Il trattamento comprende una dieta particolare,
shankhaprakshalana (lavaggio completo dell’intestino, bevendo da sedici a
venticinque tazze d’acqua calda salata intervallate da specifici esercizi),
kunjal (la pratica del vomito), posizioni particolari, pratiche di respirazione
ed una forma di meditazione con il mantra conosciuta come ajapa japa. I
risultati sono molto incoraggianti soprattutto nei nuovi casi, anche se alcune
persone con diabete giovanile da lungo tempo hanno avuto un successo
spettacolare.
Molti
studi clinici sono stati condotti sugli effetti della terapia yogica per il
diabete, compresi quelli di Lavgankar nello Yoga Vidya Dham a Pune, in India;
quelli di Varandani, Anandananda e Dharmveer M.D. dello ‘Yoga Treatment
Research Center’ di Bapunagar (Jaipur, India) e quelli del professor N.C. Panda
in associazione con il Satyananda Ashram di Calcutta. Tutti hanno dimostrato
che circa un terzo dei pazienti diabetici ha reagito completamente alla terapia
yogica; circa un quarto non ha avuto nessuna reazione ed il resto è stato in
grado di ridurre la somministrazione dei farmaci. Nelle ricerche i pazienti che
non hanno reagito erano, di solito, tra quelli con grave diabete giovanile, che
avevano fatto uso di iniezioni d’insulina per anni, sebbene anche molti di
questi divennero stabili. Va ricordato, inoltre, che queste ricerche si sono
estese solo per pochi mesi. Il classico trattamento yogico per il diabete
dovrebbe essere continuato per un lungo periodo di tempo. Se questo venisse
fatto, forse, anche i casi più difficili reagirebbero.
Dobbiamo
considerare molto seriamente lo yoga come un efficace trattamento per il
diabete. Coloro che hanno esperienza con la terapia yogica sono sicuri che non
è lontano il tempo in cui le persone affette da questa malattia difficile e
debilitante potranno concedersi con successo le pratiche yogiche piuttosto che
dipendere da frequenti iniezioni d’insulina esterna o dall’assunzione di altri
farmaci.
Lo yoga guarisce dalle malattie
Al giorno
d’oggi, in tutto il mondo le persone stanno iniziando a comprendere che lo yoga
ha molto da offrire nel trattamento della malattia, infatti, lo yoga guarisce
dalle malattie. Quando dico che lo yoga guarisce la malattia non includo tutte
le malattie, ma quelle a cui lo si può applicare. Comunque, sto usando la
parola ‘cura’ nel suo senso più preciso. Se foste ‘curati’ potreste
interrompere il trattamento e la malattia scomparirebbe.
Lo yoga
sta sicuramente prendendo piede e sta avendo una grande influenza sulla moderna
scienza medica. Lo yoga non solo è accettato come metodo d’espansione della
consapevolezza, ma anche per espandere le nostre opportunità di mantenere una
buona salute e per curare le malattie.