Swami Satyananda Saraswati
Nel tantra esiste una pratica molto importante chiamata tattwa shuddhi. Vorrei parlarvene brevemente. Tattwa shuddhi è una pratica del tantra che non viene eseguita tutti i giorni, ma una volta all'anno per undici o dodici giorni. In questa pratica il corpo è considerato uno yantra. Voi siete solo una mappa geometrica. Qui siete il centro della circonferenza, qui siete il triangolo e qui siete il quadrato. Siete solo uno schema geometrico.
Siete degli yantra, che hanno differenti colori. Dall'alto verso il basso non avete un solo colore, perché non siete un solo colore. Noi siamo una combinazione di tre colori primordiali.
Questi tre colori primordiali rappresentano i tre stati di prakriti, o natura. Questi tre stati della natura sono noti come sattva, equilibrio; rajas, attività, movimento, progresso ed evoluzione; e tamas, letargia o dormienza. Questi tre stati sono rappresentati da tre colori e noi siamo una combinazione di tutti e tre.
A volte sattva diviene predominante, perché è questo ciò che i nostri insegnanti, i nostri guru, i nostri sacerdoti, i nostri libri ci insegnano continuamente: ad essere sattvici. Quindi, dal punto di vista intellettuale, filosofico o religioso, siamo sattvici: "Sii buono, fai del bene; sii gentile, sii compassionevole". Crediamo in questo, non è vero? Questo è la nostra convinzione sattvica, ma cosa siamo? Sul piano superiore, siamo sattvici. Sul piano intellettuale, siamo sattvici. Nel regno della filosofia, siamo sattvici. Nel regno delle credenze religiose, siamo sattvici.
Nell'ambito delle convenzioni sociali, e così via, siamo sattvici; ma lo siamo veramente?
Siamo rajasici. Come si può dire che siamo rajasici? Perché abbiamo dei desideri. Accettatelo! In ogni momento abbiamo dei desideri. Non c'è un momento che passiamo senza desideri. Ci possono essere desideri ordinari: voglio un bicchiere d'acqua. Voglio bere un tè. Voglio andare. Voglio tornare. Voglio fare questo. Voglio fare quello. Ma possono esserci desideri molto potenti: desiderio di essere un leader mondiale, desiderio di essere un profeta, desiderio di essere un Messia, desiderio di essere un grande guru.
Questi si chiamano desideri, brame, voglie e passioni. Questo è il segno della presenza di rajo guna in noi. Abbiamo così tanto materiale rajasico in noi che la struttura sattvica non riesce a trattenerlo in modo appropriato e a volte si “rompe”. Talvolta brave persone diventano criminali e vengono incarcerate perché cercano di contenere il fuoco in una semplice custodia di plastica: questa si rompe e vanno in prigione. Molti swami, molti guru, molti sacerdoti e molte brave persone, le cosiddette "brave persone", fanno così tante cose perché la nostra natura è essenzialmente rajasica.
Come è possibile, quindi, purificare quella struttura della nostra personalità di cui non sappiamo molto? Non vogliamo nemmeno accettarla, e se la accettiamo diventiamo pazzi. Abbiamo tanti complessi su noi stessi. Abbiamo tanti sensi di colpa verso noi stessi. Abbiamo così tante cose in noi che non siamo in grado di funzionare correttamente nella vita quotidiana.
A questo proposito, il sadhana di tattwa shuddhi è di fondamentale importanza prima di intraprendere una qualsiasi pratica tantrica, sia essa kriya yoga o mantra yoga, o qualsiasi altra potente pratica yogica e tantrica, poiché tattwa shuddhi è qualcosa di simile alla pulizia dell'intero recipiente, dell'intera struttura, dell'intero corpo e della mente, cercando in tal modo di creare un'atmosfera congeniale. L'importanza di tattwa shuddhi risiede nella realizzazione di quell'essere in noi che governa il nostro destino, che controlla le nostre azioni e i nostri pensieri ogni minuto, e che viene chiamato Papa Purusha. I cristiani lo comprenderanno meglio come il "peccato eterno" o il peccato originale. Papa Purusha è quell'essere che ci fa commettere quegli atti che si ripercuotono su di noi in continuazione.
Ci sono karma che non si ripercuotono su di noi. Si chiamano nishkama karma yoga, cioè karma compiuto con totale distacco, karma compiuto con altruismo. Qualsiasi azione fatta con altruismo, con totale distacco, non si ripercuote su di noi. Non crea papa. Non alimenta quell'essere. Ma ogni azione compiuta con l'intenzione di soddisfare una motivazione ci rimbalza addosso ancora e ancora, e Papa Purusha diventa così sempre più potente. Quando quell'essere diventa più potente, le possibilità di illuminazione, di consapevolezza interiore, sono remote. Non si può andare avanti.
C'è un'altra importante differenza. In altre forme di yoga la meditazione si ottiene con la pratica, con lo sforzo costante: Patanjali afferma nei Sutra del Raja Yoga di continuare a praticare costantemente. Con la pratica costante e incessante, con lo sforzo personale, con la purificazione della mente, con il perfezionamento delle asana, con la ritenzione del respiro ecc., porterete la mente alla concentrazione. Il Tantra dice qualcos'altro. Ora dovreste essere pronti per ascoltarlo.
La meditazione è un effetto del risveglio della kundalini. Il risveglio della kundalini non è un effetto della meditazione. Segnatevi le mie parole con molta attenzione: la meditazione è un effetto della kundalini risvegliata. Quando, attraverso la pratica del mantra yoga avviene la realizzazione dello yantra, si sentono i suoni, si vedono le forme, si percepiscono gli odori, si sperimentano le paure ma non al punto da essere spediti in manicomio, allora arriva un momento in cui avviene il risveglio.
Nel momento in cui avviene il risveglio, la mente scende, proprio come il mercurio, da quindici gradi centigradi a dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno, zero, poi forse meno. Perché il concetto di mente è basato su avidya. Finché c'è un campo di energia diviso, c'è questa mente mondana. Una volta realizzato il campo energetico unificato, la dualità della mente individuale e della mente cosmica o mente universale viene completamente attenuata.
Se in un pozzo d'acqua si mettono quindici o venti brocche contenenti acqua, queste sono divise. C'è acqua all'interno della brocca, c'è acqua all'esterno della brocca nel pozzo, ma non sono ancora unificate perché c'è una barriera. E qual è questa barriera? È la brocca. Una volta rotta la brocca, l'acqua della brocca e quella del pozzo si mescolano. Questo si chiama campo unificato di energia, quando la coscienza individuale e la coscienza universale sono una cosa sola.
La teoria del campo unificato può essere meglio compresa comprendendo la relazione tra la mente individuale e la mente universale. La mente individuale e la mente universale non sono due entità diverse. Sono la stessa cosa. L'unica cosa è che la mente individuale contiene il proprio karma. Porta con sé i propri samskara. Occorre distruggere questi karma e samskara. Nel sistema tantrico della meditazione ci sono prima il mantra, poi lo yantra e infine si giunge al risveglio della kundalini.
Dentro di noi c'è un serbatoio inesplorato e sconosciuto di sostanza misteriosa. Potete chiamarla energia. Potete chiamarla sostanza o come preferite. Gli yogi hanno preferito chiamarla kundalini. Hanno usato la parola "kundalini" perché è situata in una fossa, anche se la maggior parte dei libri sul kundalini yoga parlano di "spirale", senza che ciò significhi nulla per quegli autori, me compreso. Anch'io ho scritto così una volta. All’epoca non lo sapevo perché consultavo solo i libri. Pensavo ci fosse un serpente arrotolato.
In sanscrito, la parola "kundal" significa spirale, ma in sanscrito la parola kundalini deriva dalla parola "kunda". Kunda significa una cavità profonda di fuoco. La fossa dove si accende il fuoco si chiama kunda. Probabilmente saprete che in India le persone accendevano il fuoco in una fossa profonda e poi offrivano al fuoco una miscela di orzo, sesamo, burro di mucca e una o due altri ingredienti. Questo luogo particolare è chiamato kunda e kundalini è quel particolare serbatoio che si trova nella fossa.
Dove si trova questa fossa? È nel corpo sottile, nel corpo causale, o in quello grossolano? Secondo la filosofia Samkhya, la filosofia tantrica e la filosofia Vedanta naturalmente ci sono molti livelli di corpi, ma tutti sono classificati a grandi linee in tre. Uno è chiamato corpo grossolano, che vedete qui. Ogni cosa ha un corpo grossolano. Un albero ha un corpo grossolano, gli animali hanno corpi grossolani, le creature hanno corpi grossolani, gli oceani e i continenti hanno corpi grossolani. È chiamato sthula sharira, corpo grossolano, e può essere percepito dai sensi, attraverso gli occhi e il naso.
La seconda classificazione del corpo è chiamata sukshma sharira, corpo sottile. I corpi sottili sono quelli che non possono essere percepiti con il mezzo grossolano dei sensi, ma che possono essere compresi dai sensi più profondi come la mente, l'intelletto, l'intuizione, la psiche, ecc.
Esiste poi una terza classificazione del corpo, chiamata corpo causale. Il corpo causale è chiamato karana sharira. Si riferisce ai processi di causalità nell'intero schema universale. Nell'universo, nel processo della creazione, avrete studiato che ci sono tre cose: il tempo, lo spazio e la causalità. La terza, la causalità, riguarda il corpo causale e questo corpo causale non è altro che una costante interazione tra causa ed effetto di diverse cose che sono accadute dentro di voi, e di diverse cose che sono accadute fuori di voi. È questo karana sharira che viene considerato inconscio.
Questo è karana sharira che si suppone sia la sede della kundalini. E dove deve essere rappresentato, fissato o assegnato karana sharira nel corpo fisico? Questi tre corpi sono separati l'uno dall'altro o vivono l'uno nell'altro? È come il burro nel latte e il latte nel burro. Dov'è il burro nel latte e dov'è il latte nel burro? I tre corpi sono mescolati, confusi come il khichari e bisogna separarli con una pratica costante. Pertanto, considerate questo corpo fisico come la base.
Ora, dobbiamo decidere e stabilire quale sia il posto in questo corpo fisico per quella particolare facoltà del corpo sottile. Il pensiero, dov'è il pensiero? L’emozione, qual è la sede dell'emozione? Dov'è la sede della passione? Dov'è la sede della paura? Certo, sono cose sottili, ma c'è una sede per loro in questo corpo fisico. Allo stesso modo, dov'è la sede della kundalini in questo corpo fisico? Dov'è la sede del corpo causale? La sede del corpo causale è sulla testa o è da qualche parte nello stomaco?
Gli yogi lo hanno chiarito molto bene e non ci sono due opinioni in merito. È in muladhara chakra che deve essere fissata la sede di karana sharira, il corpo causale, la sede dell'inconscio individuale. È lì. Dove si trova muladhara chakra? Mula significa "primordiale". Questo è il significato letterale, la radice. Adhara significa "base" o "substrato" o "fondamento", su cui qualcosa può stare in piedi o da cui è sostenuto. Io sono sostenuto da questo podio: se viene rimosso, cado. Così è adhara.
Muladhara è la base primordiale della coscienza umana. E dov'è la nostra base? Dov'è il nostro sostegno? Da dove veniamo? Nasciamo dall'utero di nostra madre. Alla radice dell'utero nella donna, dietro la cervice, c'è un piccolo posto, un piccolo punto, che è il punto fisso di muladhara chakra. È lì che l'inconscio primordiale e universale deve essere accolto.
9 marzo 1985, Conway Hall, Londra, Regno Unito
Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/2020s/2023/2312/2312ts.html