mercoledì 21 dicembre 2022

Yoga Panorama n.4, anno 2022

 

Indice:
  

L'Ego

Swami Satyananda Saraswati

Il modo migliore per ridurre progressivamente il potere dell’ego è combinare i percorsi di ida e pingala: integrare i propri doveri e lavorare nel mondo con pratiche meditative. Questo vi aiuterà a comprendere il mondo interiore che ridurrà automaticamente le vostre tendenze egoistiche nel mondo esterno. Le vostre nuove relazioni con il mondo esterno, a loro volta, vi aiuteranno ad andare più in profondità nei regni dell'essere interiore. L'ego verrà lentamente spazzato via.

L’abbandono perfetto, senza riserve e totale, dell'egocentrismo è la chiave per aprire le porte nascoste del sadhana.

L'ego muore quando nasce la meditazione. L'ego muore quando la bhakti è in piena fioritura. L'ego muore quando la consapevolezza diventa schiacciante. Dalla morte dell'ego nasce il darshan. Dalla morte dell'ego nasce atmanubhuti, la percezione spirituale. Dalla morte dell'ego nasce aparoksha jnana, la conoscenza diretta.

Tratto da: www.yogamag.net

La Gestione Yogica dell'Ernia del Disco e della Sciatica

 

Dr Swami Karmananda Saraswati

L'ernia del disco e la sciatica sono due condizioni strettamente correlate che si verificano nella zona lombosacrale. La colonna vertebrale dell’essere umano è composta da trentatrè ossa singole, chiamate vertebre, impilate l'una sopra l'altra e circondate da spessi muscoli spinali, i muscoli più forti del corpo. Tra i corpi vertebrali si trovano dei cuscinetti fibrosi che fungono da ammortizzatori, proteggendo il cervello, il midollo spinale e gli organi interni dai danni mentre camminiamo, proprio come gli ammortizzatori di un'auto proteggono i passeggeri dall'urto su una strada dissestata. Questi sono i dischi spinali. Sono pieni di un fluido denso gelatinoso e sono tenuti in posizione da forti legamenti attaccati alle ossa sopra e sotto. L'ernia del disco si verifica quando viene esercitato uno sforzo eccessivo sulla regione lombare, causando la rottura di uno di questi dischi e comportando la fuoriuscita del fluido che si trova all'interno. Questa lesione di solito si verifica mentre ci si piega in avanti con le ginocchia dritte per sollevare un peso dal pavimento o mentre si spala o si diserba in giardino. Si può verificare anche semplicemente rilasciando il pedale della frizione durante la guida di un'auto.

Questa esperienza dolorosa di solito si verifica quando una persona con muscoli e legamenti spinali deboli applica uno sforzo eccessivo alla schiena. Raramente si verifica nei lavoratori esperti o nei lavoratori manuali, ma è frequente nei lavoratori sedentari che non sono abituati all'esercizio fisico regolare. La sua incidenza sarebbe notevolmente ridotta dalla pratica quotidiana di alcune asana yogiche per preservare la forza e la flessibilità dei muscoli e dei legamenti spinali, e con una conoscenza più diffusa del modo corretto di sollevare un peso pesante dal pavimento. La posizione accovacciata con le ginocchia piegate protegge la vulnerabile zona lombare da sforzi eccessivi.

L'esordio dell'ernia del disco è improvviso e immediato. Si sente qualcosa che "esce" o che si "strappa" nella parte bassa della schiena, seguito da un dolore acuto e ben localizzato che può essere straziante. L'individuo rimane bloccato, incapace di raddrizzarsi del tutto, oppure di piegare di nuovo la colonna vertebrale in avanti, anche leggermente, poiché ciò provoca un dolore immediato e intenso. Di solito la persona viene accompagnata a letto e a fare un esame radiografico subito dopo.

Nelle ore successive il mal di schiena continua a peggiorare fino a diventare costante e incessante. Ciò si verifica quando i legamenti e i tessuti attorno al disco danneggiato si gonfiano di sangue e fluidi tissutali. La copertura protettiva dei muscoli spinali va rapidamente in spasmo per impedire ulteriori movimenti dolorosi dell'area e le delicate fibre del dolore, che nutrono i legamenti del disco strappati, diventano sempre più irritate. L'intera area diventa infiammata, calda e gonfia ed è molto dolente al tatto.

Con il termine sciatica ci si riferisce a un dolore acuto, simile a un fulmine, che colpisce la parte posteriore della gamba. Si verifica se il materiale erniato da un disco spinale della parte bassa della schiena preme sulle delicate radici nervose che emergono dal midollo spinale a quel livello. Queste radici nervose passano dalla colonna vertebrale e convergono per formare i nervi sciatici, che scendono lungo la parte posteriore di ciascuna gamba. Questi nervi scendono fino ai piedi, rifornendo la pelle e i muscoli della parte posteriore delle gambe. Questo è il motivo per cui il dolore sciatico può essere avvertito nel gluteo, nella parte posteriore della coscia o nel polpaccio, anche se il problema alla radice risiede nella regione lombare. In risposta a questo dolore, i muscoli della parte posteriore della gamba vanno in spasmo, soprattutto se il malato continua a camminare, perché ogni passo allunga e irrita ulteriormente le radici nervose lesionate.

Il recupero iniziale da ernia del disco e sciatica

L'ernia del disco accompagnata da sciatica è un'esperienza dolorosa e invalidante che richiede l'immediata immobilizzazione su un letto rigido. Il riposo a letto assoluto è necessario affinchè il disco guarisca e l'infiammazione si attenui. Nella fase acuta dei primi giorni, il sollievo dal dolore può essere fornito applicando fomentazioni calde/fredde alternate sull'area infiammata e adottando una postura yogica adatta, come makarasana che riduce al minimo lo sforzo sulla regione lombare. Anche l'aspirina si rivela utile in questo periodo. È importante che la colonna vertebrale sia mantenuta immobilizzata il più possibile. Non ci si deve alzare dal letto per nessun motivo. Invece di andare in bagno, occorre fornirsi di una padella. Il paziente deve riposare in una stanza tranquilla, con fonti di disturbo al minimo, fino al completamento della guarigione. Ciò richiede comunemente dieci giorni o anche di più, se la lesione è grave.

Complicazioni e problemi a lungo termine

Molte persone che soffrono di ernia al disco e di sciatica hanno una lunga storia di attacchi ricorrenti di invalidità paralizzante che risale a molti anni prima. Qualsiasi leggero sforzo improvviso, movimento di torsione o di flessione è spesso sufficiente per avviare nuovamente l'intero processo. Di conseguenza non sono più in grado di godere di una vita piena e attiva. Spesso diventano dipendenti da farmaci analgesici per il sollievo e sono spesso costretti a prendersi una pausa dal lavoro o dalle faccende domestiche per riposare a letto. Spesso datori di lavoro, familiari e amici considerano il loro problema come un problema psicologico, perché non sono in grado di comprendere una vita costellata da continui e invalidanti attacchi di mal di schiena. I malati spesso sviluppano anche disturbi della personalità, diventando depressi, avari e irritabili. Sono spesso etichettati come "piagnucoloni" o "lamentosi" e gli altri evitano la loro compagnia. Le relazioni coniugali, familiari e sociali di solito si deteriorano poichè il problema continua a ripresentarsi.

Procedure chirurgiche

Chi soffre di ernia del disco a lungo termine arriva spesso alla chirurgia per la rimozione del fastidioso disco e la fusione permanente dell'articolazione vertebrale. Ogni volta che due superfici ossee sono permanentemente opposte l'una all'altra, si fondono rapidamente insieme in modo tale che ogni movimento cessa. Il chirurgo induce volontariamente questo processo rimuovendo il disco danneggiato e togliendo completamente l'articolazione intermedia. Questa procedura che rende la colonna vertebrale permanentemente rigida e incapace di piegarsi, fornisce comunque un gradito sollievo dopo molti anni di sofferenza. Lo yoga, tuttavia, offre una via efficace e molto più semplice per uscire da questa situazione dolorosa.

Gestione yogica dell'ernia del disco e della sciatica

È stato riscontrato che il seguente programma di yoga, se seguito diligentemente, ripristina la salute del disco e previene le recidive dell'ernia del disco e della sciatica. Il programma si basa sulle asana di flessione indietro, che rafforzano i legamenti posteriori e i muscoli che tengono in posizione il disco danneggiato e promuovono la circolazione dell'energia pranica in tutta la zona. Dovrebbero essere praticate ogni giorno in modo che possa essere ripristinata la stabilità e la funzione della colonna vertebrale e una gamma completa di attività possa essere adottata nuovamente. In questo modo l'intervento chirurgico di solito si rivela non necessario.

1. Nella fase acuta del dolore immobilizzante, dovrebbe essere adottata una postura prona (a faccia in giù) su un letto duro. Riposare in makarasana (la posizione del coccodrillo) per lunghi periodi riduce la tensione sul disco e sulle radici nervose, fornendo sollievo dal dolore e favorendo la guarigione. Si consiglia di dormire in advasana (posizione prona) o in jyestikasana (posizione migliore). Per la sciatica porterà sollievo matsya kridasana (posizione del pesce che si dibatte), con la gamba colpita sollevata verso il petto, per alleviare la pressione sulle radici nervose danneggiate. Queste posizioni dovrebbero essere adottate per alleviare il dolore nella fase acuta, in modo da poter ottenere il miglior stato di riposo possibile.

2. Le seguenti asana di piegamento indietro dovrebbero essere adottate, a seconda della capacità, man mano che la guarigione procede e il dolore diminuisce. La prima asana da praticare dovrebbe essere la versione semplice di bhujangasana (posizione del cobra) nota come posizione della sfinge. Senza forzare e fermandosi appena si sente dolore. Una volta padroneggiata la sfinge, le seguenti asana dovrebbero essere praticate gradualmente, in questo ordine: bhujangasana, ardha shalabhasana, saral dhanurasana, purna shalabhasana, dhanurasana. In definitiva, questo programma dovrebbe essere praticato per intero ogni mattina, prima di assumere qualsiasi alimento. Ogni asana dovrebbe essere praticata un massimo di 5 volte, seguita da un completo rilassamento in advasana. La sessione dovrebbe concludersi con un rilassamento profondo di 15 o 20 minuti, inizialmente in advasana e successivamente in shavasana. La pratica quotidiana dovrebbe continuare sempre, per evitare recidive.

3. Tutte le asana di flessione in avanti dovrebbero essere assolutamente evitate per 4-6 mesi, in quanto possono stimolare il ripetersi della condizione originale. Possono quindi essere introdotte gradualmente, sotto la guida di un insegnante esperto, quando il recupero sarà completo, iniziando con la serie degli shakti bandha, shashankasana, majariasana e shashank-bhujangasana.

4. Durante il periodo di recupero, le posizioni sedute a gambe incrociate non dovrebbero essere adottate, poiché aumentano la tensione delle radici nervose nella parte bassa della schiena. Possono essere praticate dopo alcuni mesi. Pranayama e meditazione sono altamente raccomandate in vajrasana.

5. Ajapa japa, il movimento della consapevolezza del respiro nel passaggio spinale da muladhara chakra, nel perineo, ad ajna chakra, nella parte superiore della colonna vertebrale, è molto efficace in tutti i disturbi della colonna vertebrale, inclusi ernia del disco e sciatica. Insieme alla consapevolezza del respiro psichico si dovrebbe praticare So-Ham, portando il respiro su da muladhara a sahasrara con l'ispirazione e il mantra So, e portando la consapevolezza giù da ajna a muladhara con l'espirazione e il mantra Ham. Questo può essere praticato in qualsiasi posizione di rilassamento prona con la colonna vertebrale dritta. All'inizio si può usare advasana, seguito da shavasana una volta che la posizione di riposo supino può essere adottata comodamente. La consapevolezza del respiro addominale naturale può anche essere aggiunta in shavasana. Ajapa japa può essere praticato con la frequenza e per tutto il tempo che si desidera. Promuove il flusso di energia pranica nella colonna vertebrale, facilita la guarigione e porta un profondo rilassamento mentale e fisico. Infine, la pratica dovrebbe essere continuata in vajrasana, quindi in una posizione a gambe incrociate.

Gli effetti di ajapa japa possono essere intensificati se si pratica ujjayi pranayama nelle posizioni meditative con la colonna vertebrale eretta. La lingua è rivolta indietro verso il palato superiore (khechari mudra) e la regione della gola è contratta per produrre un leggero russare. Ciò aumenta automaticamente la profondità e la durata della respirazione e della concentrazione.

6. Raccomandazioni dietetiche. All'inizio si dovrebbe seguire una dieta leggera e semisolida, iniziando con un brodo di verdure. Ciò consentirà di preservare l'energia digestiva che può essere reindirizzata verso il processo di guarigione e previene anche la costipazione, un problema importante per i pazienti costretti a letto. Man mano che la condizione migliora, si possono assumere verdure e riso e successivamente legumi e pane integrale. Evitare a tempo indeterminato cibi pesanti e costipanti come carne e preparazioni oleose. I latticini e le uova dovrebbero essere ridotti durante questo periodo, poiché non sono necessarie proteine extra. È preferibile evitare anche cibi altamente trasformati e riccamente speziati.

Tratto da: www.yogamag.net



Il Parto: Il Sadhana Completo

 

Swami Hridayananda Saraswati

Quando penso al dolore e alla sofferenza in relazione a una madre mi chiedo: come si può esprimere sulla carta l'inesprimibile? Il dolore del parto è un'esperienza tale che solo chi l'ha vissuta può immaginare cosa comporta. È esattamente come la pazienza del guru. Il guru è pronto ad aspettare tutta una vita per portare fuori il suo discepolo dall'oscurità, come una madre che nutre i suoi piccoli attraversando qualsiasi punta di dolore e lo guida verso la luce della gioia e della realizzazione.

Il parto è di per sé un sadhana completo che include tutti gli yama e i niyama. Al momento della nascita la madre si trova di fronte alle due estremità del dolore e del piacere, che alla fine la portano a vivere la più grande meraviglia della creazione. E se ha un background yogico, può portare al massimo l’appagamento che questo mondo empirico ha da offrire.

Tutti gli yogi e i santi hanno considerato il dolore una benedizione. Solo una madre potrebbe essere d'accordo quando pensa alla sofferenza del momento del parto, e ricorda l'esperienza di vedere il nuovo nato per la prima volta. La Gita e molte altre scritture yogiche parlano del completo abbandono a Dio come uno dei risultati più vitali lungo il sentiero spirituale. Nel momento in cui una futura madre inizia il travaglio, la prima cosa che deve mettere in pratica è l’abbandono alla forza divina che dirige l'espulsione del bambino e il movimento delle contrazioni spontanee. Non si chiede mai: “Perché tanta sofferenza, perché io?”. Lo accetta. Non cerca di cambiare la sua sorte. Deve rinunciare all'idea di esistere; la sua vita è per la vita del bambino ed è disposta a sopportare qualsiasi quantità di dolore per amore. Questa è la stessa esperienza che hanno attraversato le anime realizzate.

I testi yogici parlano di austerità per aiutare a raggiungere l'ultima esperienza nella vita. Questa è un sadhana naturale imposto alla futura madre perché deve sopportare un intenso dolore fisico, mentale ed emotivo. Deve sempre pensare prima di tutto se le sue azioni sono favorevoli al benessere del bambino, perché il suo corpo non appartiene più a sè stessa, è la casa di un bambino innocente.

L'esperienza del parto ha un tale impatto sulla mente conscia e subconscia che vent'anni dopo posso ancora sentire l'intero processo e la trasformazione che ha luogo. Dopo aver atteso molti mesi faticosi, arriva il giorno in cui il bambino è pronto a vedere la luce. Senti una tale ondata di energia che sei costretta a pulire la casa da cima a fondo. Questo è il pieno movimento pranico della madre e del bambino chiamati a compiere ogni sforzo per spingere il bambino fuori dalla sua oscurità nel grande, il vasto mondo. Se la forza della kundalini è qualcosa di simile a questa esplosione di energia, non c'è da stupirsi che innalzi la coscienza nei cieli.

Dopo aver pulito tutto l'ambiente esterno, inizia anche la pulizia interna. Quando il bambino inizia il suo viaggio, una sensazione di irrequietezza pervade la madre. Le madri che hanno praticato yoga e la respirazione yogica avranno una scorta extra di prana per aiutare nella spinta e nella trazione del pavimento pelvico, poiché ossa, tendini e legamenti sono allungati oltre la loro normale capacità. La respirazione yogica aiuta anche a calmare la sensazione di irrequietezza. Ma più di questo, aiuta a ridurre la paura. Se c'è paura o tensione nella mente, anche i muscoli si irrigidiscono, sprecando l'energia essenziale inviando impulsi nervosi eccessivi.

Durante il parto, la paura è la più grande barriera e imparare a superarla richiede più di nove mesi di allenamento. Superare la paura è in realtà una pratica tantrica. Il Tantra dice: la paura è il più grande ostacolo della mente nella vita spirituale. Ci sono sadhaka che a mezzanotte siedono nel cimitero su un cadavere e meditano, solo per affrontare e superare ogni paura nella mente. Non c'è da stupirsi che tali sadhana fossero praticati esclusivamente dagli uomini perché non avrebbero mai potuto provare la paura che una madre prova per suo figlio e per sè stessa.

Non potrebbero mai provare lo stesso dolore fisico, mentale ed emotivo che una madre sopporta per dare vita a un'altra anima. In effetti, sembra che tutti i nove mesi di gravidanza siano come un "corso di formazione accelerato" per preparare la madre a diventare una yogini.

Tuttavia, sebbene questo sia il sadhana della natura, è più utile che la madre abbia praticato un sadhana yogico in modo che possa comprendere i meccanismi della natura e sopportarli con grazia e gratitudine. Perché è attraverso lo yoga che si possono sviluppare la consapevolezza e la comprensione del corpo e del sé.

Ora, mentre il bambino scivola lungo il canale del parto, l'intera esperienza comincia a giungere al culmine con un dolore lancinante come un coltello caldo e ardente. Si chiama incoronazione ed è come quando Cristo fu incoronato di spine così in profondità che il sangue iniziava a scorrere. Stranamente, le infermiere mi portarono uno specchio in questa fase in modo da farmi vedere la testa del bambino. Funzionò come un'autosuggestione, creando un diversivo dall'incredibile dolore, in modo che potevo non solo sperimentare ma anche vedere la meraviglia della creazione, il funzionamento del cosmo.

Dopo la nascita, la gioia che sormonta nel vedere il bambino per la prima volta è così grande che il dolore è lasciato nel ricordo dei sogni. Una madre potrebbe rivivere il dolore solo per vivere quel primo momento in cui tiene il bambino. Se l'unità con il divino è qualcosa di paragonabile, penso che questa debba essere la seconda più grande esperienza.

Scorrere nella libertà è una grazia che richiede tempo e fatica. Tutto nella vita richiede tempo. Avere la pazienza di aspettare, accettare e fluire è l'indizio per dare alla luce il tuo "bambino spirituale". Un bambino richiede tempo, anche il guru impiega tempo per impartire il potere divino al suo discepolo perché il creatore deve plasmare l'essere interiore. La maternità è coltivare l’esperienza e combinarla con la consapevolezza spirituale dello yoga: è un sadhana nel vero senso della parola.

Tratto da: www.yogamag.net


Il Potere della Musica

Dagli insegnamenti di Swami Sivananda Sarswati

La musica è la più antica delle arti. É il mezzo per esprimere le emozioni. La musica accende l'amore e infonde speranza. Ha innumerevoli voci e strumenti. La musica è nel cuore di tutti, uomini e donne. La musica è sulla loro lingua. La musica è nel vento e nelle onde. La musica è nell'usignolo. È nelle stelle del cinema e nei musicisti. È nei concerti, nelle orchestre e nei teatri. Vi è musica nello scorrere di un ruscello. Vi è musica nel pianto dei bambini. Vi è musica in ogni cosa, se avete orecchie.

Il suono è la prima manifestazione dell'assoluto. Altamente caricato con la forza dell'anima trascendente, il suono è l'unico potente principio di tutta la creazione che influenza ampiamente e tiene efficacemente sotto controllo tutte le altre manifestazioni. Si possono citare molti esempi per avvalorare questa affermazione sul suono, sia per quanto riguarda l'individuo che il cosmo.

Abbiamo sentito come Tansen sia stato in grado di far piovere con il Raga Megha, e di come abbia fatto accendere una lampada suonando il Raga Dipaka. Ci sono resoconti di come i lama tibetani scacciarono e dispersero le nuvole portatrici di pioggia, o raccolsero le nuvole e fecero piovere suonando i corni, le trombe e i tamburi.

Abbiamo anche sentito di come si possa catturare un cervo con un dolce suono e di come il cobra sia incantato da una dolce musica. Nada intrappola la mente. La mente si dissolve nel dolce nada. Pensate alla potenza del gentile dolce suono: Sa, Re, Ga, Ma, Pa, Dha, Ni, Sa. La musica ha il fascino per calmare una tigre feroce. Scioglie le rocce e piega il baniano. Cattura, culla ed energizza. Eleva, ispira, rafforza e rinvigorisce. Vibra nelle memoria.

La musica riempie la mente di sattwa. La musica genera armonia nel cuore. La musica scioglie il cuore più duro. Ammorbidisce la natura selvaggia. La musica conforta, lenisce e rallegra gli afflitti. Conforta le persone sole e angosciate. La musica rimuove le paure, le preoccupazioni e le ansie. Fa dimenticare il mondo. La musica rilassa ed eleva.

La musica non è uno strumento per solleticare i nervi o soddisfare i sensi. È un sadhana yogico che permette di raggiungere la realizzazione del Sé. La musica dovrebbe essere trattata come yoga. La vera musica può essere gustata solo da colui che si è liberato da tutte le macchie della mondanità e che pratica la musica come sadhana per la realizzazione del Sé.

Tyagaraja era un devoto del Signore Rama. La maggior parte dei suoi canti devozionali sono in lode del Signore Rama. Ha avuto il darshan diretto del signore Rama in diverse occasioni. Mira si trovò faccia a faccia con Krishna. Ha parlato con il suo amato. Bevve il Krishnaprema-rasa. Ha cantato dal profondo del suo cuore la musica della sua anima, la musica del suo amato, le sue esperienze spirituali uniche.

La musica è nada yoga. Le varie note musicali hanno le loro nadi corrispondenti o canali sottili nei chakra della kundalini. La musica fa vibrare queste nadi, le purifica e risveglia il potere psichico e spirituale dormiente in esse. La purificazione delle nadi non solo assicura la pace e la felicità della mente, ma fa molto nello yoga sadhana e aiuta l'aspirante a raggiungere l'obiettivo della vita molto facilmente.

La dolce melodia esercita un'influenza potente sulla mente e sulla natura fisica di ogni essere vivente. Intrappolata nella musica, la mente misteriosa con le sue mille coperture di vasana e vritti, giace quieta nel grembo del sadhaka; e può farlo ballare al suo ritmo, controllarlo secondo la sua volontà e modellarlo a suo piacimento. La mente, la bacchetta magica di maya, il terrore di tutti gli aspiranti spirituali, è sotto il perfetto controllo nelle mani dello yogi della musica.

La meraviglia delle meraviglie è che non solo la mente del musicista è così controllata, ma anche la mente di tutti coloro che ascoltano la musica. Diventano calmi e beati. Ecco perché grandi santi come Mira Bai, Tukaram, Kabir Das, Tyagaraja, Purandara Das e altri hanno intrecciato le loro esperienze in una dolce musica. Con la dolce musica questi pensieri sublimi entrerebbero facilmente nel cuore dell'ascoltatore, che altre volte è custodito con zelo dal cobra della mondanità.

I rishi di un tempo hanno invariabilmente scritto le loro opere ispiratrici sotto forma di poesia o sotto forma di canzoni. I Veda, gli smriti, i purana, ecc. sono tutti musicati e sono composizioni metriche. C'è ritmo, metro e melodia in loro. Il Sama Veda, in particolare, non ha rivali nella sua musica. La musica è un aiuto nella cura delle malattie. I saggi affermano che molte malattie possono essere curate dal suono melodioso di un flauto o di un violino, di una vina o di un sarangi. Il ritmo armonioso generato dalla musica dolce tira fuori la malattia. La malattia esce per incontrare l'onda della musica. Le due si fondono e svaniscono nello spazio.

La musica rilassa le tensioni nervose e fa riprendere le normali funzioni delle parti del corpo interessate da tensioni. Quando tutte le altre medicine non sono riuscite a curare una malattia, il kirtan farà miracoli. Prova questa medicina unica e realizza i suoi meravigliosi benefici. Se fai un kirtan vicino al letto di qualcuno che soffre di una malattia, presto guarirà. La musica scioglie il cuore anche di una persona dal cuore di pietra. Se c'è qualcosa che può cambiare il cuore in un tempo molto rapido, questa è la musica e la danza. Questo stesso metodo è usato nel kirtan bhakti; ma è diretto verso Dio invece che verso i piaceri sensuali. Le emozioni sono dirette verso la divinità. Il cuore si purifica facilmente.

Tratto da: www.yogamag.net

Yoga e Mantra Shuddhi

 

Swami Satyasangananda Saraswati 

Discorso tenuto a Hyderabad, India, il 15 Marzo 2008

Yoga indica unione tra mente inferiore e superiore, tra sé inferiore e superiore. Le pratiche dello yoga vi porteranno lì. Quando si prende un'aspirina si ha come effetto collaterale l'ulcera peptica. Gli effetti collaterali dello yoga sono positivi; danno lucidità mentale, buona personalità e buoni valori. Ma sono effetti collaterali. Lo scopo dello yoga è l'unione e per raggiungere l'unione viene enfatizzato shuddi, la purificazione. Secondo lo yoga, la purificazione avviene prima a livello del corpo e poi a livello del prana per consentirne un flusso libero in ogni parte del corpo. La purificazione a livello mentale equilibra e dirige le energie mentali.

Lo yoga parla di tre corpi: il corpo grossolano, sthula sharira, il corpo sottile, sukshma sharira, e il corpo causale, karana sharira. La purificazione avviene in tutte e tre le dimensioni.

Tutti sanno come pulire il proprio corpo e alcuni di voi sanno come pulire la propria mente facendo pratiche di antar mouna, ajapa japa o meditazione. Il corpo e la mente si relazionano con il corpo grossolano e quello sottile.

Il corpo causale

Tuttavia, non sapete come raggiungere e purificare il corpo causale. Questa è la purificazione più importante, perché tutti i karma, samskara, vasana, desideri e impressioni vengono memorizzati lì. Le impressioni di molte incarnazioni, dall'ameba all'essere umano, sono immagazzinate nel corpo causale.

Di tanto in tanto queste impressioni affiorano in superficie sotto forma di pensieri e sogni. Vi danno fastidio e non sapete come gestirli. Occorre purificare quelle impressioni perché senza purificazione non si può progredire. Nella vita ci sono sempre degli ostacoli; ce li avete davanti sotto forma di angoscia, dolore, depressione, avidità e odio. Secondo lo yoga solo il suono può raggiungere il corpo causale e influenzare questa dimensione dell’essere.


Il suono e la creazione

Il samkhya e lo yoga dicono che l'intero universo, l'intera creazione, il sistema solare, le galassie, le montagne, i fiumi, le piante, gli alberi, gli animali, voi ed io, siamo tutti evoluti. Ci siamo tutti evoluti dal suono, siamo prodotti del suono. Se questo è vero, allora il suono ci influenzerà sicuramente in modo positivo perché quella è la fonte da cui ci siamo evoluti. Oggi la scienza dice che l'intera creazione è un gioco di suoni e luci, quindi in accordo con il sistema del samkhya.

Ci sono tre principi nel samkhya: bindu, il nucleo, nada o suono e kala o tempo. Nel nucleo c'è una vibrazione, bindu spandana. Da spandana o vibrazione emerge il suono, nada, o suono trascendentale che è stato definito Om. Se avete letto la Bibbia saprete che la prima riga è: "In principio c'era il verbo, e il verbo riposava presso Dio". Nello yoga, nel tantra e nel samkhya chiamiamo quel verbo Om. Tutti i suoni si sono evoluti da quell'unico suono, che si tratti del battito del vostro orologio, delle parole che dite o della musica che ascoltate.

Il suono ha due qualità: una è il volume e l'altra è la frequenza. I mantra hanno una frequenza molto alta ed esistono intorno a noi. Dobbiamo affinare e accordare lo strumento in modo da poterli ricevere, come facevano i rishi e i muni. Perfezionarono il loro strumento così tanto da poter ricevere e realizzare questi mantra. Sono diventati i veggenti dei mantra e ce li hanno tramandati per utilizzarli a nostro vantaggio.


L’influenza del mantra

Il suono ha una grande influenza che possiamo sperimentare nella nostra vita quotidiana. Se vogliamo rilassarci, ascoltiamo della bella musica e subito veniamo influenzati. Se dico la parola cioccolato, immediatamente le ghiandole salivari diventeranno attive in coloro che amano il cioccolato. Se vi dico che siete delle brave persone, inizierete subito a sentirvi bene. Se vi dico che siete dei mascalzoni, immediatamente il vostro umore cambierà. Questo è l'effetto del suono a livello grossolano. Sappiamo che il suono può produrre una valanga, può frantumare il vetro e influenzare piante, alberi e animali. Se suoniamo una musica per le nostre piante, cresceranno meglio. Se suoniamo una musica per le nostre mucche, produrranno più latte.

Il mantra è un suono di una frequenza molto alta. Quando entra nella nostra coscienza, penetra in profondità e inizia ad agire sul corpo causale. Il mantra è un detergente forte che usiamo per portare in superficie samskara e vasana. Una volta in superficie, le impressioni vengono purificate. Il mantra, insieme ad asana e pranayama, è importante nella scienza yogica. Pertanto, è fondamentale introdurre il mantra nella nostra pratica e nella nostra vita.

Tre quarti del nostro cervello non funzionano. Ci sono aree silenziose del cervello che devono essere attivate. Se vogliamo realizzare il nostro pieno potenziale, è necessario un mantra. Ci sono mantra generali come il mahamrityunjaya mantra e il gayatri mantra, e il mantra Om che è un mantra universale. Tuttavia, il mantra che accelererà la nostra evoluzione è il guru mantra.

Con un mantra abbiamo il nostro più grande tesoro che ci aiuterà nella vita. Agisce come un kavacha, uno scudo protettivo che non permette alle influenze negative e distruttive di toccarci o danneggiarci.

Diksha
Il rituale del
mantra diksha trasmette un impulso dal guru alla persona che sta ricevendo il mantra. Diksha è una parola che derivata dalla radice dik, che significa direzione. L'energia che risvegliamo attraverso le pratiche dello yoga deve ricevere una direzione, altrimenti si dissipa. Dobbiamo dirigere l'energia verso i centri superiori e il mantra dà la direzione a quell'energia.

Il suono da cui ci siamo evoluti è energia. È intrappolato nella materia del corpo e deve essere liberato. Se vogliamo avere esperienze superiori e raggiungere l'unione tra la mente inferiore e quella superiore, l'unione tra il sé inferiore e superiore, per prima cosa dobbiamo liberare l'energia. Il mantra è uno degli strumenti per liberare energia.

Tratto da: www.yogamag.net