mercoledì 22 marzo 2017

Yoga Panorama n.1, anno 2017

Messaggio del nuovo anno

Swami Niranjanananda Saraswati

Quest’anno potete diventare ciò che volete. Ogni anno che arriva è come una lavagna bianca. Nulla vi è scritto: siete voi che scrivete con un pennarello. Quello che scrivete è importante, non quello che accade. Importante è cosa scriverete e come, non il pensare a cosa riceverete.

Come esseri spirituali occorre andare oltre l’idea del “Cosa potrò ricevere?’ e connettersi con l’idea ‘Cosa posso essere?’. Se riuscirete a essere allora sì che avrete avuto successo, ma se continuate a pensare ‘Cosa posso diventare’ o ‘Che cosa voglio diventare’, non otterrete mai nulla. È facile rendersi conto di avere la lavagna pulita ma non lo è il pulirla veramente.

Pulizia e scrittura
Iniziate questo nuovo anno con una lavagna pulita. È facile dire di avere la lavagna pulita ma, in realtà, non è così facile pulirla. Potete discuterne ma non potete cambiare la natura di base o le qualità delle vostre azioni e di come rispondete alle varie situazioni. Divenendo consapevoli potrete ridurre il numero delle volte in cui le cose vi accadono. Durante l’anno passato siete caduti nelle varie trappole centinaia di volte. Quest’anno, se sarete consapevoli, potreste salvarvi per una cinquantina di volte. Solo nel cinquanta per cento delle volte. Cadrete ancora per le rimanenti cinquanta volte. Ma lo spazio che intercorrerà tra una caduta e l’altra si amplierà sempre più via via che sarete più consapevoli, più responsabili e più in allerta nell’ottenere il meglio dalla vostra vita. È l’individuo il fattore importante. Che cosa scriverete, come lo scriverete e con quali sentimenti lo esprimerete? È solo un atto da giocoliere, un aspetto della mente, niente di più.       

Facciamo un esempio: se scrivete la frase ‘Non sono da nessuna parte’, è una negazione, è un’asserzione negativa. Cambiate la dichiarazione negativa in qualcosa di positivo semplicemente spostando la lettera ‘w’ da ‘where’ a ‘no’. In questo modo la frase ‘Non sono da nessuna parte’ (in inglese ‘I am nowhere’, ndt) diventa ‘Ora sono qui’ (‘I am now here’, ndt).

Spostare e connettere
Questo è lo spostamento che deve avvenire. Solo una cosa deve essere spostata nella mente, niente di più. Ciò che dovete spostare nella mente è l’atteggiamento di come percepite voi stessi, la vostra natura, il vostro ambiente, le persone e i luoghi. Se avviene questa consapevolezza allora siete connessi, e nella connessione si ha un’esperienza di amore. Nella disconnessione vi è un’esperienza di separazione e di frustrazione.

La connessione positiva vi renderà felici. Le vostre risposte restrittive vi rendono infelici. Decidete a quale cane dar da mangiare quest’anno: quello bianco o quello nero. Il cane nero è quello tamasico, il bianco è quello sattvico. Voi siete i padroni dei due cani, vi prendete cura di entrambi. I due cani combattono. Quale dei due vincerà?

Il cane che sfamerete di più vincerà perché sarà quello più forte, il più grande, il migliore. Il cane che sfamerete di meno sarà il più debole. Siete voi il padrone di questi due cani, del positivo e del negativo, del buono e del cattivo, del virtuoso e del peccaminoso, dell’elevante, del limitante e del distruttivo. Occupatevi di entrambi ma incoraggiatene uno, quello che vi porta più felicità, gioia e contentezza. Interagite meno con il cane tamasico e di più con quello sattvico.

Questo dovrà essere il vostro sforzo per quest’anno. Dovrete essere consapevoli di ciò che scriverete nella lavagna, in questa lavagna immacolata dove inizierete a scrivere già da oggi. La vostra aspirazione dovrebbe essere quella di sapere ciò che state iniziando a scrivere e di assicurarvi che quest’anno la storia sia la migliore di tutte.

Tratto da: Yoga Magazine, numero di Gennaio 2017

La visione della BYB

Swami Niranjanananda Saraswati

Cosa si aspetta la BYB (Bihar Yoga Bharati, l’università dello Yoga di Munger, ndt) dagli studenti per il completamento dei loro corsi?
Il motivo per cui siete venuti qui è per apprendere lo Yoga. Potete credere che lo yoga sia valido per il corpo, per la mente o per ottenere denaro e che può diventare un’opportunità lavorativa. Potreste voler sviluppare le vostre attitudini personali come insegnanti di yoga e credere che quest’aspetto riguardi solo la vostra persona. La Bihar Yoga Bharati è un istituto dove s’insegna yoga, tutto qui. Dovrete sviluppare le vostre aspirazioni attraverso lo yoga. Quindi, qualunque siano le vostre aspirazioni, assicuratevi di essere impegnati, dediti e devoti all’apprendimento dello yoga. Essendo un istituto questa è l’aspettativa della BYB.

Il sankalpa di Swami Sivananda
Vi è un’altra dimensione, che è lo spirito che sta dietro la BYB. Lo spirito è il sankalpa di molte generazioni, iniziato con Swami Sivananda, il nostro paramguru, il nostro nonno guru. Egli ebbe una missione, una visione. La missione era quella di avvicinare le persone alla vita divina, che è all’esatto opposto della vita materiale. Tutti noi viviamo nel mondo materiale con una mentalità materiale. Tutti abbiamo aspirazioni e desideri, non importa quanto ridicoli o sublimi siano. Ma lo scopo ultimo di tutti i nostri desideri e di tutte le nostre aspirazioni della vita materiale è di raggiungere il compimento, la soddisfazione, la felicità o la gioia, qualunque sia il tipo di vita che conduciamo.

Swami Sivananda diceva che la vita materiale è solo un lato della medaglia, l’altro è la vita divina. Il viaggio dell’essere umano, l’evoluzione della consapevolezza dell’uomo, va dal materiale al divino, al trascendete. Al fine di sperimentare la completezza o la totalità della vita è necessario vivere in maniera sana e felice in entrambi i mondi, in quello materiale e in quello spirituale. Proprio come un uccello non può volare con un’ala sola allo stesso modo è importante per l’essere umano che desidera esprimere totalità, completezza e realizzazione, la meta finale della vita umana, trovare armonia ed equilibrio sia nella vita materiale che in quella spirituale. Solamente così potrà essere soddisfatto, sicuro e gioioso. Questa fu la missione e la visione di Swami Sivananda.

La visione di Swami Satyananda
Anche il nostro guru padre, Swami Satyananda, ebbe una missione e una visione. La sua missione è stata la propagazione dello yoga. Egli ebbe delle esperienze e particolari realizzazioni sulla natura umana, sulla mente, sullo scopo della vita e sulla direzione che la società dovrebbe prendere. Scoprì che la migliore comprensione filosofica e pratica che una persona possa avere è quella dello yoga. Le religioni danno delle linee guida filosofiche, ma l’esperienza, l’insegnamento e i concetti necessari per convertire tale filosofia nella pratica sono carenti. Lo yoga fornisce un metodo pratico attraverso il quale si può ottenere una certa disciplina di base nella vita che ci permette di fare quell’esperienza che porta all’espressione totale  della personalità umana.

Swami Satyananda fece sua la missione di propagare lo yoga per via della comprensione che ebbe della natura umana e per via del mandato del suo guru. Egli vide che con la pratica dello yoga si può sviluppare la comprensione. La comprensione è la qualità principale dell’uomo. Se c’è una qualità che può essere definita come il collegamento tra la trascendenza e la mondanità, questa non è la gentilezza, la compassione o l’amore, non è l’essere buoni o il fare del bene, è solo la comprensione.

La comprensione gioca differenti ruoli: può essere pratica e materiale, spirituale e filosofica; oppure intellettuale, razionale e intuitiva. Comprendere significa che si conosce la realtà nei termini di causa ed effetto, di giusto e sbagliato, di buono e cattivo, di positivo e negativo. Questa conoscenza è la comprensione. Non è una conoscenza intellettuale ma è il comprendere e il vivere la conoscenza. Sviluppare la comprensione è l’attività, lo sforzo principale che dovrebbe avere l’essere umano. Risvegliare la facoltà della comprensione tramite le pratiche di yoga è stata la visione avuta da Swami Satyananda.

L’obiettivo
La BYB è guidata da queste visioni. Non solo la BYB ma l’intero movimento dello yoga creato da Swami Satyananda ha come scopo un unico punto, un’unica idea, credo e comprensione. Se lo fate vostro personalmente, inizierete a comprendere voi stessi, a regolarvi e adattarvi, a vivere in conformità ai principi del dharma. Inizierete a pensare in modo dharmico, elevante, arricchente e positivo. Questa è la comprensione. 

Se lo vivrete nella società, vivrete in accordo a quei principi che vi farà essere una luce nella società stessa. Perché vivere come un insetto qualunque che non si cura di nulla se non della gratificazione e soddisfazione personale? Dio ci ha dato uno strumento molto potente, la qualità dell’intelligenza discriminante, viveka buddhi. Potete chiamarla dono, grazia, benedizione, kripa. Nessun’altra forma di vita ha buddhi, l’abilità di discriminare tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, di sapere la differenza tra il giorno e la notte, di realizzare la verità e la falsità.

Questo è il più grande dono che Dio (o se preferite “l’Universo”, il Sè, ndt) ha dato agli esseri umani. Usiamolo nel modo migliore. Il modo migliore ci diventa conosciuto dopo aver iniziato a comprendere il nostro ambiente, la nostra mentalità, la tribù cui apparteniamo, la nostra vera natura, l’identità che adottiamo e, infine, anche noi stessi come esseri umani. Noi non siamo degli esseri umani. Rappresentiamo un particolare condizionamento sociale, che sia indiano, americano, cinese, giapponese, inglese o australiano. Questo condizionamento è chiamato samskara. Il nostro concetto di giusto e di sbagliato, di buono e di cattivo, di galateo e di non galateo, viene dal condizionamento cui apparteniamo.

La comprensione universale
Ancora non abbiamo mai usato le qualità e le abilità umane. Ho visto persone professare compassione, amore e gentilezza ed essere totalmente prive della qualità di base della comprensione. Com’è possibile? Stanno portando il genere umano nella direzione sbagliata. Non sono nel giusto e non hanno saggezza.

Le persone identificate come luci della società umana, come Shankaracharya, Buddha, Cristo, Maometto, Mahavir, Swami Sivananda o San Francesco d’Assisi, erano persone che avevano sviluppato una qualità grande e importante. Questa qualità è la comprensione, nient’altro. È grazie alla comprensione che interagivano con amore, compassione, gentilezza, bellezza, semplicità, innocenza e purezza. Avere l’abilità di comprendere sé stessi, l’ambiente, la società, la nazione e la mentalità globale dell’essere umano è stata la visione di Swami Satyananda, realizzabile tramite le pratiche di yoga.

Questa è la visione e l’aspirazione che guida l’intero movimento dello yoga fondato e creato da Swami Satyananda. Possiamo non essere consapevoli di questo, anche se siamo studenti di yoga o perfino sannyasin, ma oggi dico ad ognuno di voi che siete qui, da poco o da molto tempo, che l’ambiente di Ganga Darshan e l’insegnamento impartito qui, che sia in forma di formazione in aula di yoga o di filosofia, o di satsang, o tramite il compiere delle azioni, hanno tutte un unico obiettivo.

Vedere la bellezza della vita
Ogni persona che viene qui ha un carattere unico, con il proprio modo di pensare, credere e vivere, con delle percezioni e idee proprie. Quindi, noi non scoraggiamo un comportamento di tipo divertente qui. Ogni sannyasin dovrebbe pensare a sé stesso o sé stessa come a un personaggio dei cartoni animati e ad ogni persona che viene qui, in qualità di studente o di visitatore, come a un personaggio che ricopre un ruolo in questo cartone animato. Se pensate in questo modo, alla fine, imparerete a non prendere le cose a livello personale. Inizierete a guardare la gioia e la bellezza che la vita ha da offrire. Questo vale per tutti.

Solamente quando iniziamo a prendere le cose troppo personalmente, ci coinvolgiamo in raga e dwesha, nel piacere e nel dolore, nella felicità e nella sofferenza. Perché non passare il tempo come quando di notte si dorme e di giorno si è svegli? Se dormite durante il giorno avrete mal di testa e se state svegli la notte vi sentirete molto soli. È meglio trascorrere il giorno da svegli e dormire la notte. Allo stesso modo, è meglio prendere sia il bene sia il male della vita mentre procedete lungo il vostro progresso. Imparare come fare questo è il compimento della vita.

Questo è ciò che la BYB si aspetta da tutti voi, che siate venuti qui per rimanere un giorno, quattro mesi, due anni o tutta la vita. Ci aspettiamo e desideriamo vedere questa crescita in voi e credo che siate d’accordo con me.

Ganga Darshan, 23 Settembre 1999

Tratto da: Yoga Magazine

Lo yoga e la gestione del mal di schiena (2°parte)

Swami Bhaktipurnananda Saraswati

  
La lordosi lombare (curva indietro)
In questo caso occorre allungare i flessori dell’anca, gli adduttori, gli elevatori inferiori e i muscoli della schiena (grande dorsale e quadrato dei lombi).

È necessario, a volte, rafforzare i flessori dell’anca, i glutei e gli addominali con:

1.    Dondolamenti e rotazioni del bacino. Distesi con la schiena a terra e le ginocchia piegate portare il bacino in avanti e poi indietro in modo che la schiena si appiattisca e si inarchi alternativamente (vedere il disegno). Poi si eseguono dei movimenti di rollio del bacino dove, mantenendo la parte bassa del bacino in pressione sul pavimento, si fanno dei cerchi completi – diverse volte in ciascuna direzione.
Un’alternativa e Jhulana Lurhakanasana (dondolare e rollare). Inizialmente dondolare da una parte all’altra mantenendo le gambe ferme verso il torace. Poi rollare per tutta la lunghezza della colonna vertebrale (rolli frontali, ndt), avendo cura di utilizzare una coperta come spessore per proteggere la schiena da eventuali contusioni.

2.    Supta Pawanmuktasana (posizione a gambe piegate). Piegare una gamba alla volta, accentuando l’estensione del piede della gamba distesa in modo da stirare maggiormente i muscoli flessori dell’anca. Ripetere con entrambe le gambe insieme.

3.    Shashankasana (posizione della luna o della lepre). Quando l’esecuzione dell’asana sarà agevole, avendo cura di perfezionare ogni variante prima di passare alla successiva, si praticherà come segue: assunta la posizione tornare su inspirando con le mani

a)   intrecciate dietro la schiena,

b) mantenute a livello delle spalle,

c)   mantenute a livello delle orecchie,

d)  distese oltre la testa.

Le mani e le braccia si sollevano di più man mano che la forza aumenta.

Una volta che la schiena si sarà rafforzata eseguendo queste pratiche, nelle flessioni in avanti si porterà più peso in modo da allungare delicatamente le fibre corte che si trovano intorno ai dischi. In Pada Hastasana si è nella posizione in piedi e, curvando gentilmente la schiena, si fanno scivolare le mani lungo le gambe e poi si torna su lentamente finché si raggiunge la padronanza del movimento. Dalla posizione flessa in avanti rilassata, iniziare a contrarre i glutei, stringendo il pavimento pelvico e tirando su il coccige. Inspirare e usare il respiro e i muscoli addominali come una cintura per ruotare il bacino indietro. Raddrizzare prima la parte bassa della schiena, salire srotolando la colonna vertebrale vertebra dopo vertebra fino ad arrivare alla posizione verticale e infine sollevare la testa. Questa combinazione di inspirazione e contrazione addominale aumenta la pressione nell’addome che è di supporto alla colonna vertebrale, trasferendo il peso dai legamenti ai muscoli posteriori. Questo allena i muscoli intrinseci (tra un’articolazione l’altra) e quelli erettori, rendendoli più forti. La contrazione del piano pelvico è molto importante se si hanno emorroidi: con la pressione la spinta sarà verso l’alto e non verso il basso.

4.    Addominali o Naukasana (la posizione della barca).

5.    Kandharasana (la posizione sulle spalle).

6.    Utthanpadasana (la posizione delle gambe sollevate) o Chakra Padasana (la rotazione delle gambe) o Pada Sanchalanasana (il movimento del pedalare).

7.    Sollevamento della gamba lateralmente: sollevare la gamba di circa 30 centimetri e ruotarla lentamente.

8.    Shroni Chakra (la rotazione dell’anca) o Ardha Titali Asana (mezza farfalla) o Purna Titali Asana (farfalla completa) mantenuta per un conto di dieci secondi nella posizione rilassata.

9.    Meru Wakrasana (torsione spinale) o Ardha Matsyendrasana (posizione di mezza torsione della colonna vertebrale).

10.      Un’asana di flessione laterale a scelta.

11.      Ardha o Purna Shalabhasana (posizione della mezza o della completa locusta).

12.      Shashankasana (posizione della luna o della lepre): statica per tre o cinque minuti.

La schiena piatta (mancanza della lordosi lombare)
Occorre allungare i polpacci e gli addominali; rafforzare i flessori dell’anca, i glutei (a volte), gli addominali (a volte) e gli erettori inferiori con:

1.    Utthanpadasana (posizione delle gambe sollevate) o Chakra Padasana (rotazione della gamba) o Pada Sanchalanasana (movimento del pedalare) o Janu Naman (flessione del ginocchio) da sdraiati: afferrare la parte posteriore della coscia, raddrizzare il ginocchio ed estendere il tallone fino a sentire uno stiramento nella parte posteriore della coscia (la schiena deve rimanere piatta).

2.    Inizialmente esploreremo la curvatura indietro con asana come Marjariasana (la posizione del gatto) o Kandharasana (la posizione sulle spalle). Poi si può provare a fare la posizione della sfinge e Makarasana (la posizione del coccodrillo). Se queste non causano dolore, possiamo passare a stiramenti più forti come Utthan Pristhasana (la posizione della lucertola) che dà una bella sensazione di allungamento della parte bassa della schiena e poi Bhujangasana (la posizione del cobra) e altre estensioni indietro.

3.    Kandharasana (la posizione sulle spalle).

4.    Addominali o Naukasana (la posizione della barca).

5.    Ardha Shalabhasana (mezza locusta) o Sarpasana (posizione del serpente).

6.    Sollevamento della gamba lateralmente: sollevare la gamba di circa 30 centimetri e ruotarla lentamente.

7.    La serie di Shashankasana (vedere sopra).

8.    Utthanasana (posizione accovacciata e sollevata).

La lordosi del collo
Stiramento dei muscoli erettori del collo con:

1.    Griva Sanchalana (movimenti del collo) in avanti e indietro.

2.    Kandharasana (posizione sulle spalle).

La cifosi (spalle curve)
Stiramento degli addominali e dei pettorali:

1.    Advasana (posizione prona).

2.    Marjariasana (posizione del gatto che si stira) o Kandharasana (posizione sulle spalle). Poi la sfinge e Makarasana (coccodrillo). Se queste non generano dolore si può passare a stiramenti più forti come Utthan Pristhasana (lucertola) o Bhujangasana (cobra).

3.    Dwikonasana (posizione del doppio angolo) o Gomukhasana (posizione della faccia della mucca).

A volte è necessario stirare i polpacci, gli addominali e i muscoli erettori mediani con:

4.    Ardha Shalabhasana (mezza locusta) con le braccia distese o Sarpasana (serpente).

5.    La serie di Shashankasana.

6.    Utthanasana (posizione accovacciata e sollevata).

7.    Vyaghrasana (tigre) o Naukasana (barca) o sollevare la gamba lateralmente di circa trenta centimetri e, lentamente, ruotarla.

Le scapole sporgenti
Stirare i pettorali e rafforzare il muscolo dentato anteriore e il trapezio inferiore:

1.    Advasana (posizione prona).

2.    Utthan Pristhasana (lucertola).

3.    Skanda Chakra (rotazione delle spalle).

4.    Ashtanga Namaskara (saluto con otto parti del corpo).

5.    Dwikonasana (posizione del doppio angolo).

6.    Sarpasana (serpente) con il mento sul pavimento.

7.    Trikonasana (posizione del triangolo), varianti 1, 2 e 3.

La scoliosi (curva laterale)
Stiramento dei muscoli posteriori della coscia e di quelli della schiena:

1.    Qualunque posizione di torsione e di flessione laterale, specialmente Trikonasana (triangolo) variante 3.

2.    Janu Naman (flessione del ginocchio) dalla posizione distesa: afferrare la parte posteriore della coscia, raddrizzare il ginocchio ed estendere il tallone fino a sentire uno stiramento nella parte posteriore della coscia (la schiena deve rimanere piatta).

3.    Supta Udarakarshanasana (posizione di stiramento addominale da sdraiati).

Allungare gli addominali, gli erettori e i muscoli della schiena:
1.    Addominali o Naukasana (barca).

2.    Sarpasana (serpente) o Ardha Shalabhasana (mezza locusta) con le braccia distese.

3.    La serie di Shashankasana.

4.    Vyaghrasana (tigre).

5.    Dwikonasana (doppio angolo).

Articolazioni instabili della colonna
Allungare i muscoli intrinseci:

1.    Hasta Utthanasana (posizione delle mani che si sollevano) con l’ausilio delle braccia, poi con il respiro e gli addominali.

2.    Vedere le pratiche date precedentemente per la lordosi lombare.

Note pratiche
1.    Addominali. Quando si mantengono le ginocchia piegate si stimolano sempre i muscoli addominali. Si avrà necessità di controllare il movimento di ogni vertebra della colonna, sia quando si sale sia quando si scende. Queste pratiche vanno fatte nella maniera appropriata, altrimenti possono procurare lesioni. I principianti, all’inizio, devono mantenere i piedi a terra. Portare le ginocchia verso il corpo e tornare lentamente a terra mantenendo le braccia tese. Poi si solleveranno le spalle curve, mantenendole in linea mentre ci si solleva. Ripetere con le spalle dritte. Dopo dieci ripetizioni fatte lentamente e in modo confortevole si passerà agli stadi successivi:

-         incrociando le braccia.

-         con le mani sulle spalle.

-         con le mani alle orecchie.

Per prevenire l’affaticamento della schiena occorre avere un buon controllo muscolare. Sia i muscoli longitudinali sia quelli obliqui devono essere allenati. Portare il naso tra le due ginocchia mentre si eseguono gli addominali rafforza il gruppo longitudinale. I muscoli obliqui sono interessati quando si fa la torsione mentre si sale e si appoggia il gomito sul ginocchio opposto. L’importante è la qualità del movimento non la quantità. 

2.    Pawanmuktasana parte 2. Queste pratiche aiuteranno a rafforzare i muscoli addominali se la colonna vertebrale è appiattita verso il pavimento (piegare la gamba non in movimento per facilitare l’appiattimento).

3.    Vyaghrasana (posizione della tigre). Non oscillare la gamba ma tenerla più alta rispetto alla sommità della testa. 
 

4.    Naukasana (posizione della barca). La testa e i talloni devono sollevarsi meno di 15 centimetri dal pavimento. Mantenere la posizione il più a lungo possibile senza fastidio o sforzo eccessivo per assicurare un completo allungamento e rafforzamento dei muscoli. (Per avere allungamento occorre rimanere nella posizione contando almeno fino a dieci).

La mente, le emozioni e il prana nella guarigione
In yoga si ritiene che le lesioni o i traumi a livello fisico si riflettano anche a livello mentale, emozionale e pranico. Il tempo per la guarigione da un infortunio si prolunga fino a che questi aspetti di noi stessi (il flusso pranico, i sentimenti e le emozioni) non sono rimossi dal trauma.

La valutazione dello stato mentale e la postura
La correzione della postura necessita di tempo e di sforzo a livello fisico. Mentre c’è uno sforzo per la correzione fisica vi è un flusso verso la stimolazione del benessere generale. Siccome la postura del corpo riflette il nostro atteggiamento e i nostri sentimenti dobbiamo considerare anche i fattori psicologici. I problemi alla schiena sono molto radicati nell’inconscio e dobbiamo lavorare sul rilassamento delle tensioni inconsce e subconscie. In yoga queste tensioni vengono rilassate attraverso yoga nidra. Prendendo in considerazione la postura eretta scopriamo che vi è una linea immaginaria che può decorrere lateralmente dall’orecchio alla spalla, all’anca e al ginocchio, o verticale (nel caso di una postura perfetta), o una curva in avanti (che indica la tendenza a preoccuparsi o a scappare dai problemi), o una curva indietro (se, invece, dovremmo affrontare le cose con coraggio e combattere). Queste inclinazioni ci predispongono verso certe emozioni. Pratiche come antar mouna possono aiutare a identificare e affrontare queste emozioni e a correggere la postura.

La consapevolezza e il prana
Lo yoga considera il dolore anche da una prospettiva pranica. Il dolore è accompagnato da una mancanza di prana, da blocchi del flusso pranico e da disequilibrio. Poiché il prana è ciò che collega ogni livello del nostro essere, i disturbi si possono manifestare a qualsiasi livello anche contemporaneamente piuttosto che in uno solo per volta. Per portare la guarigione a ognuno di questi livelli occorre lavorare direttamente su di esso, ad esempio, con le asana per i disturbi fisici, con la meditazione per i disturbi mentali e/o emozionali, con i kriya per i disturbi del corpo psichico. Oppure possiamo lavorare attraverso il prana. Dove va la consapevolezza lì fluisce l’energia: sintonizzandosi con il tipo di dolore in questione il prana sarà diretto lì e la guarigione potrà avere inizio.

Quando la guarigione avrà inizio, il prana inizierà a fluire di nuovo: il flusso del prana è di vitale importanza per una guarigione completa. I blocchi pranici sono eliminati dal movimento fisico e dalle forme terapeutiche di lavoro corporeo. Quando le articolazione e i muscoli saranno riportati alla completa motilità fluirà una maggiore quantità di prana. Quando si raggiunge la piena mobilità tramite le asana yogiche si eliminano i blocchi più facilmente e quando si farà esperienza del prana si avrà la possibilità di direzionarlo per velocizzare la guarigione con pratiche come Prana Vidya.

Possiamo eliminare i blocchi pranici anche usando le tecniche di rilassamento e di meditazione del raja yoga, lo yoga della mente. Quando avremmo raggiunto una comprensione dei nostri pensieri e schemi mentali potremmo usare la mente in modo positivo e costruttivo. Delle meditazioni specifiche rivolte al flusso pranico, al rafforzamento, alla guarigione dei tessuti danneggiati e all’eliminazione delle tossine sono facili da imparare e potenti per accelerare e completare il processo di guarigione.

Visualizzazioni di guarigione
Alcune immagini hanno funzionato su di me ma, nell’usarle, dovrete considerare ciò di cui avete veramente bisogno per stimolare la guarigione e cosa tali immagini rappresentano per voi. È molto personale, dipende dalla propria esperienza e dal tipo di mente. Quindi non usate un’immagine che non sentite giusta. Imparate quanto più potete riguardo ogni singolo disturbo che avete e come guarirne. In pratica dovete valutare se il vostro corpo ha bisogno di caldo o di freddo, se occorre ripulire o nutrire i tessuti (ad esempio, in caso di osteoporosi occorre immettere calcio e collagene nelle ossa, quindi potreste visualizzare mattoni e malta che rappresentano i due aspetti di questa cura).

Alcuni suggerimenti di visualizzazioni
1.    Ripulire.

-         Le parti danneggiate devono essere ripulite (secchi, stracci e scope intorno alle cellule ossee, ai legamenti e ai muscoli). Visualizzare il punto della lesione un po’ come un campo di battaglia (la stessa cosa si può fare in caso di malattia virale o di cancro). Dobbiamo trovare un modo per immaginare tutta la scena, ad esempio si può immaginare che ci sono corpi morti ovunque e che dobbiamo portarli via. Portare via la spazzatura della guerra, le armi fuori uso (i globuli bianchi morti e la loro spazzatura), gli avanzi di cibo e gli escrementi. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un buon sistema di alimentazione per portare rifornimenti alle truppe che sono lì per guarire, riparare e combattere eventuali organismi invasori.

-         Aumentare la circolazione per eliminare l’infiammazione e le tossine. Le immagini dovrebbero essere di un gruppo di pulitori con tutti gli attrezzi necessari per eliminare lo sporco. Tutto lo sporco si dissolve, viene lavato via per essere espulso dal corpo.

2.    Ricostruzione.

-         Ricostruire le ossa, i tendini, i dischi e gli altri tessuti molli (muratori, scale, cemento, mattoni e molta attenzione e cura).

-         Eseguire dei massaggi per alleviare gli acciacchi e i dolori e per aiutare la circolazione verso e dall’area interessata.

3.    Rafforzare.

-         Cosa rappresenta la forza per voi? Può essere una quercia, una barra d’acciaio o qualcosa di completamente differente.

4.    Fluire.

-         Immaginare il prana e il sangue che fluiscono facilmente nelle aree bloccate. Il prana fluisce attraverso il corpo in molti modi differenti. In yoga ci si interessa della distribuzione e della circolazione del prana e si ritiene che dove vada la consapevolezza lì scorre il prana. Quindi, se muoviamo la consapevolezza lungo il corpo seguendo determinati schemi, scopriremo che questo è molto terapeutico per la rimozione dei blocchi e per la distribuzione del prana attraverso tutto il sistema.

Ci sono alcune idee da sviluppare. Occorre sistemarsi in una comoda posizione, con animo rilassato e inviare amore e rispetto tramite la consapevolezza. Come ci si muove lungo le varie parti del corpo, dovrebbe giungere via via un’esperienza di vaghezza, di salto, di mancanza di chiarezza man mano che ci si sposta da una parte all’altra. Tutto questo è sintomo di blocco. Ci muoveremo più lentamente in quelle zone, cercando di scoprire come ottenere un percorso più chiaro piuttosto che saltarlo. Alla fine la consapevolezza e il prana fluiranno senza intoppi. Queste zone bloccate possono essere aree dove si avverte dolore, che sono state danneggiate o deformate, o portatrici di tensioni fisiche, mentali o emozionali. Non giudicate voi stessi dal numero di blocchi che avete. Lavorate per rimuoverli.

-         Respirazione a gambe alternate. È simile alla respirazione a narici alternate ma, seguendo lo stesso schema, la consapevolezza è portata alle gambe alternativamente. Una volta che il libero fluire si è stabilizzato, si può estendere questa pratica per portare la consapevolezza in alto verso il cuore e l’area toracica, o anche nel centro tra le sopracciglia per scendere poi nella parte posteriore del corpo.

-         La respirazione alternata nelle braccia è simile. La consapevolezza si muove dalla punta delle dita della mano destra, attraversa il braccio fino al torace e ridiscende dal braccio sinistro alle dita. Il procedimento s’inverte con il respiro successivo.

-         Il movimento della consapevolezza attraverso la colonna vertebrale. Questo fa parte di una pratica di meditazione dove può essere ripetuto anche un mantra mentre si muove la consapevolezza.

Ricordate che la guarigione è limitata solo dalla vostra immaginazione e da ciò in cui credete.

Dobbiamo anche riconoscere il ruolo del fenomeno della memoria cellulare. Ogni cellula ricorda tutto ciò che fa! Si ritiene che il tessuto cicatriziale può essere sensibilmente ridotto dall’eliminazione del trauma dalla memoria cellulare tramite il potere della mente.

Quando si è a proprio agio nell’esprimere i propri sentimenti, questi non sono più conservati in modo inappropriato creando tensioni e mancanza di flusso pranico. Vivendo l’esperienza come un testimone, il bhakti yoga ci viene in aiuto insegnandoci come esprimere le emozioni in modo gioioso, solitamente attraverso la musica e il canto. Non sentitevi in imbarazzo nel cantare una canzone!

L’attitudine verso il dolore
Nessuno vuole il dolore. Esso ci logora, consuma la nostra energia e, spesso, crea un senso di disperazione e di depressione. Potremmo, invece, continuare a vivere come prima e a resistere. Ma quando interferisce con le nostre speranze e con i nostri sogni ci scoraggiamo invece di vedere le opportunità che ci porta. Alcune volte il dolore ci dà il tempo e la motivazione per riposare anziché procedere nella vita. Vale la pena tenere un diario dove appuntare tutti i vantaggi e gli svantaggi dello stare male. Scopriremo così come avere dei vantaggi senza la sofferenza. Possiamo imparare ad accettarlo maggiormente e dargli il benvenuto e ciò si traduce in un’immediata diminuzione dell’esperienza del dolore. Al contrario, opporsi al dolore crea maggiore dolore.

Motivazione
Ora, immaginate per un momento di poter fare tutto ciò che volete. Avete tutte le risorse che vi servono: denaro, connessioni, comprensione, tempo, salute, energia, ecc. Cosa farete per il resto della vostra vita? Nessun limite! Cos’è importante per voi? Quando la lista sarà completata, scrivetene una nuova per i prossimi cinque anni. E procedete! Fatevi ispirare da essa: senza ispirazione si fa fatica. Che ispirazione avete per il futuro? Il vostro progresso dipende da questo.

Note: nell’imparare le pratiche di yoga è raccomandata la guida di un insegnante di yoga qualificato. La maggior parte delle asana cui si fa riferimento in questo articolo sono illustrate dettagliatamente in “Asana Pranayama Mudra Bandha” (APMB), pubblicato dalla Bihar School of Yoga (in Italia da Edizioni Satyananda Ashram Italia disponibile, su richiesta, c/o il Centro Hara, Scuola di Yoga, ndt).   

Tratto da: Yoga Magazine