lunedì 21 settembre 2020

Tratto da “Yoga Sadhana Panorama”

 Swami Niranjanananda Saraswati

Swamiji, molti santi hanno fatto esperienza di estasi anche senza aver fatto nessuna pratica particolare, può spiegarcelo?

Questo è stato spiegato in molti modi diversi durante le nostre discussioni. Ogni essere umano ha il proprio livello di evoluzione e tutti sono influenzati dalla legge del karma. La teoria del karma svolge un ruolo molto importante nel processo di evoluzione della coscienza umana. Secondo il pensiero yogico, ciò che sperimentiamo oggi, è il frutto di quei karma piantati molti anni fa. E i semi del karma che piantiamo oggi, li raccoglieremo in futuro. Quando piantate un seme nel terreno non diventa immediatamente un albero in fiore. Allo stesso modo, qualsiasi cosa accumuliamo sotto forma di karma mostrerà i suoi risultati in futuro.

In modo simile, a un punto particolare dell’evoluzione ci sarà la morte fisica e il karma continuerà nella vita successiva. Non è necessario che riniziamo dalle elementari ogni volta che nasciamo. Quei santi o yogi che hanno avuto inclinazioni spirituali sin dalla nascita, hanno raccolto i frutti dei loro karma precedenti. Questo è stato anche spiegato nello yoga come uno stato mentale ricettivo al processo di evoluzione. Quindi per alcune persone è naturalmente possibile sperimentare l’estasi o avere certe esperienze spirituali senza fare alcuno sforzo spirituale, perchè hanno già raggiunto quel livello di conoscenza, consapevolezza e realizzazione.

Come praticanti di yoga, dobbiamo cercare di migliorare lo stile di vita attuale in modo che le impressioni di questo stile di vita vengano sperimentante in seguito. Sapete, gli esseri umani hanno una mentalità strana, e secondo la mia osservazione è proprio l’agire secondo questa mentalità che crea disarmonia. Abbiamo la tendenza a vivere nel passato, a preoccuparci del futuro e a dimenticarci totalmente e completamente dell’esistenza presente. Viviamo nelle esperienze di ieri, siamo preoccupati del domani e l’oggi non esiste per molte persone.

L’allenamento a cui siamo sottoposti nello yoga ci rende consapevoli del momento presente. Così vi imbattete nell’affermazione dello yoga, “Sii nel presente”. Desiderate comprendere le esperienze del passato, ma per migliorare voi stessi, migliorate le vostre prestazioni, espressioni ed azioni nel presente. Questo miglioramento vi darà la possibilità di affrontare ciò che verrà domani.

In questo vediamo anche l’applicazione dei principi yogici in base ai nostri bisogni e all’ambiente. In effetti possiamo dire che l’intero allenamento yogico ha lo scopo di fornire questo stato di percezione. In questo processo dello yoga non è importante praticare molte cose nuove ogni volta. È l’applicazione della comprensione, della conoscenza e della pratica ad essere importante.

Sapere molto non ha nessuna importanza nello yoga. Applicare quel poco che si sa ha una grande importanza. È in questo spirito che dovete comprendere voi stessi e non preoccuparvi di ciò che vorreste, delle aspirazioni, di ciò che volete ottenere nel futuro. Sto parlando da una prospettiva personale, non sociale.

Nella natura umana ci sono quattro aspetti importanti: le forze, le debolezze, le ambizioni e i bisogni. Questi quattro aspetti devono essere gestiti al meglio per poter realizzare la propria natura. Abbiamo delle qualità che sono delle forze, ma non ne siamo consapevoli. Se le conosciamo, si instaura un processo di ego. Questa comprensione diventa una comprensione egoica: “Io sono così”, oppure “Sono superiore”. Se siamo consapevoli delle nostre debolezze, cadiamo in uno stato di depressione. Avremo un complesso di inferiorità e non saremo in grado di far fronte agli eventi e alle esperienze della vita.

Quindi, le pratiche di yoga, qualunque esse siano, asana o pranayama, pratyahara, dharana, kriya o kundalini, mirano a una cosa. Canalizzano le debolezze e le forze nella giusta direzione in modo che non creino nessuno squilibrio e difficoltà mentale ed emozionale. Risvegliano le facoltà del sè in modo da essere usate creativamente nella vita. Nel momento in cui sarete capaci di usare le vostre forze in modo creativo, raggiungerete differenti ed elevati stati di coscienza. In tali stati di coscienza potreste sperimentare l’estasi, potreste sperimentare molte altre cose, ma come praticanti non dovreste mirare all’estasi o a qualcosa al di fuori della vita pratica. Date a voi stessi la possibilità di comprendere la realtà della vita.