mercoledì 21 settembre 2022

I Tre Aspetti del Karma Yoga

 


Da “Yoga Chakra”, Swami Niranjanananda Saraswati

Lo scopo dello yoga interiore o antaranga yoga è quello di gestire i tratti che sono inerenti e geneticamente incorporati nella vostra personalità e natura. Nella tradizione yogica questi tratti della personalità sono conosciuti come i sei amici che sono nati con voi quando siete venuti al mondo. Questi compagni rimangono con voi fino all’ultimo respiro. Danno origine alla vostra natura, mentalità, personalità, abitudini, tratti, carattere e vi rendono quello che siete in questo momento.

Prevalere sui sei amici

Chi sono questi sei amici? Kama, desiderio e passione, insiti in ogni forma vitale: anche un neonato ha desiderio, nessuno ne è libero; krodha, la spinta aggressiva; lobha, avidità che sottolinea il bisogno; moha, illusione, infatuazione; mada, arroganza, identità autoaffermativa; matsarya, invidia, gelosia verso altre persone che hanno più successo o che stanno meglio di voi, la mentalità comparativa. Queste sono le sei qualità della vita che nascono nella propria mente al momento della nascita. Potete vederlo anche nel comportamento dei bambini. Potete identificare quale tratto viene evidenziato in un particolare momento: possono essere volatili, aggressivi, dinamici e irrefrenabili, esprimendo krodha; possono essere invidiosi di un altro bambino che ha qualcosa in mano e andare a cercare di portarglielo via e prenderlo a schiaffi. Questi tratti formano la natura umana.

Non sono tratti che potete correggere attraverso l’influenza dei genitori o attraverso l’educazione a scuola o all’università. Non c’è induzione di pensiero che possa aiutarvi ad equilibrare gli stimoli negativi e le proiezioni di questi tratti. Questi tratti formano la vostra personalità e sono collegati a karma, azione; jnana, conoscenza e a bhavana, sentimento. Karma, jnana e bhavana diventano una parte integrante in cui questi sei aspetti esprimono il loro potere, poiché è in karma che vi rendete conto di quanta aggressività, avidità, pulsione, bisogno, gelosia e invidia avete. Karma evidenzia questi tratti sottili della vostra personalità. In modo simile, il pensiero evidenzia i tratti sottili della vostra personalità, non i sensi, il corpo, i muscoli, l’addome, i polmoni o il cuore. L’intelletto mette in evidenza questi tratti e le emozioni li esprimono.

Ogni azione, pensiero ed emozione in un modo o nell’altro esprimono l’intensità dei sei tratti in differenti momenti. A volte l’intensità può essere bassa, a volte può essere maggiore. Quindi, attraverso lo yoga interiore, attraverso karma yoga, bhakti yoga e jnana yoga potete gestire gli effetti di questi sei tratti.

Nello yoga esteriore, nell’hatha yoga, nel raja yoga e nel kriya yoga, sviluppate e coltivate sanyam, il controllo; e nello yoga interiore gestite i tratti interni che creano la vostra vita, natura, personalità, le vostre aspirazioni ed ambizioni, la natura tamasica e rajasica. Poiché in questi tre tipi di yoga abbiamo a che fare con tratti che sono sottili e invisibili, e tutti noi rispondiamo e reagiamo ad essi, essi costituiscono lo yoga interiore.

Karma yoga (i tre stadi)

Antaranga yoga inizia con il karma yoga, poiché nessuno può vivere senza karma. Karma è la base fondamentale e il sostegno della vita. La definizione classica di karma yoga è che rende immuni dai karma. Si può definire il karma yoga in molti modi, tuttavia, qual’è lo scopo secondo gli yogi e le scritture yogiche? Lo scopo non è qualcosa evocato dall’intelletto.

Il primo scopo del karma yoga è atmashuddhi, l’autopurificazione. Yoginah karma kurvanti sangam tyaktvatmashuddhaye: “gli yogi fanno karma, con obiettività, per l’autopurificazione”.

Questa è la prima filosofia del karma yoga: raggiungere l’autopurificazione. Ora, l’autopurificazione è un concetto ampio. Non è qualcosa che si può identificare con “se faccio questo mi purificherò”. Si deve lavorare per delineare tutte le diverse componenti all’interno di questo ampio concetto, l’atmashuddhi; le relazioni, le associazioni, le aspettative giocano tutte un ruolo importante. Bisogna identificare tutte queste cose, compresi i bisogni, le ambizioni, i punti di forza e le debolezze. Per ottenere l’autopurificazione, ogni aspetto della propria natura deve essere monitorato e gestito. Non è sufficiente dire che attraverso il karma yoga si ottiene atmashuddhi. Si devono individuare le aree di atmashuddhi: shuddhi emozionale, shuddhi intellettuale, shuddhi sensoriale. Tutti questi sono differenti tipi di shuddhi.

Atmashuddhi si riferisce anche a un termine importante: obiettività. Si deve comprendere l’obiettività non dal punto di vista dell’attaccamento o del distacco, ma semplicemente come conoscenza. Quando si conoscono, si gestiscono meglio le risposte dell’attaccamento o del distacco. Che siate attaccati o distaccati non fa differenza. Perciò la consapevolezza dell’obiettività, in relazione alle proprie azioni, porta alla consapevolezza di sé, all’armonia, all’equilibrio interiore o purificazione.

Il raggiungimento di atmashuddhi porta al secondo stadio del karma yoga, akarta bhava, il sentimento di “Io non sono colui che agisce. Sono uno strumento mosso da una mano invisibile ed eseguo gli ordini”, “Sia fatta la tua volontà”. Karta è l’idea di agire, “Io sono cului che agisce”, mentre akarta è il non avere l’idea di agire, “Non sono io colui che agisce”. Quando nella vita sorge il concetto che non siete voi coloro che agiscono, diventate semplicemente dei medium, attraversi i quali l’azione è compiuta. Akarta è quando non siete voi coloro che agiscono, gioiscono o sperimentano il karma e il karma non è un agente vincolante. Quando c’è karta bhava, “Io sono l’autore”, il karma vi lega. Quando siete uno strumento che è manovrato, i karma non vi vincolano e portano a naishkarmya siddhi, la libertà dagli effetti dei karma. Questo è il terzo aspetto del karma yoga.

Naishkarmya siddhi si ottiene dal karma yoga. Sviluppate immunità dai karma, dalle persone, dalle situazioni e dall’ambiente, e rimanete connessi con la vostra pace e comodità. Ogni momento della vita diventa un momento nuovo che vivete con il cento per cento della consapevolezza. Nulla sarà più routine; anche se dovete spazzare la stessa strada ogni giorno per venti anni, non diventerà mai routine.

Quello che fate ogni giorno sarà fatto come se fosse la prima o l’ultima volta nella vita che lo fate, e darete il massimo. Ogni momento vi porta una nuova esperienza di partecipazione e coinvolgimento con il karma, e vi libera anche dalla sofferenza che viene quando vi identificate con il karma. Quando si risveglia questo stadio, almeno il trenta percento dell’oscurità dei sei amici diminuisce.

Tratto da: www.yogamag.net