lunedì 21 settembre 2020

Lo Yoga dell’Eccellenza

 


Mi sono preso l’impegno di eccellere in tutto ciò che faccio: eccellere nella rabbia, eccellere nella compassione, eccellere nell’amore, eccellere nella comprensione, eccellere nelle relazioni, eccellere nella comunicazione. Ad ogni livello, eccellere è diventato il segno distintivo della mia vita e non c’è nulla da negare.

Considerare l’intenzione

Potreste dire: “Come può dire Swamiji ‘eccellere nella rabbia’? Gli yogi non dovrebbero arrabbiarsi.” Potreste dire: “Come può dire Swamiji ‘eccellere nell’odio’? Gli yogi non dovrebbero provare odio.” Non considerate le parole, considerate qual è l’intento. Prendete l’esempio di Sri Krishna: Egli era Yogeshwar. Egli era un avatara. Non si è mai arrabbiato? Quando si arrabbiava viveva la sua rabbia alla perfezione. Non ha mai fatto del male a nessuno mentre era arrabbiato, non ha schiaffeggiato nessuno e non ha ucciso nessuno in quei momenti: era solo arrabbiato. Questo è eccellere nella rabbia, senza far del male a nessuno. Potete anche eccellere nell’odio, senza proiettare l’odio verso un'altra persona, così come potete eccellere nell’amore senza imporre il vostro amore a un’altra persona. È una consapevolezza e una comprensione sapere quando non reagire.

Le reazioni sono là. Tutti reagiscono. Le reazioni ti permettono di vedere un altro aspetto di voi e di controllarlo. Osservate le vostre reazioni, permettete a voi stessi di eccellere in esse e poi pacificatele. Non c’è nulla di sbagliato nell’eccellere nel bene e nel male, se sapete che il vostro male non influirà su altre persone.

L’eccellenza contro la perfezione

C’è una differenza tra perfezione ed eccellenza. L’ossessione si ha quando si vuole che tutto sia perfetto. Anche della paglia buttata a terra deve essere allineata, non gettata a caso. Questo è lo schema di una mente perfezionista e questo crea problemi, perché se le cose non vanno secondo i suoi desideri, reagisce, si ribella, diventa frustrata e arrabbiata. L’eccellenza non dà questi problemi. Eccellenza non è perfezionismo. Eccellenza è fare il meglio possibile. Che abbiate o meno successo, se siete perfetti oppure no, non è importante. Qualunque cosa stiate facendo attualmente, metteteci la testa, il cuore e l’anima. Pensate che lo state facendo per la prima volta nella vita, che è una nuova esperienza e che potrebbe essere l’ultima volta nella vostra vita che lo fate; quindi date il meglio. Questo è anche il significato di karma yoga.

Le persone ci chiedono: “Cos’è il karma yoga?” E noi rispondiamo loro: “In ashram vi insegniamo il karma yoga.” E le persone: “Cosa significa? Ci date una scopa e ci dite di pulire, questo è karma yoga?” Questo è un aspetto del karma yoga; non è tutto il karma yoga. Questo aspetto del karma yoga mostra che non c’è alcuna differenza tra i vari tipi di lavoro. Non c’è un lavoro che è superiore e uno che è inferiore. Spazzare a terra non è un lavoro inferiore; è un atto di igiene e come può un atto di igiene essere considerato inferiore da qualcuno che abbia buon senso?

Se vi vergognate di usare una scopa, questo è un vostro limite. È il vostro ego e la vostra arroganza che dice: “Come posso spazzare a terra se ci sono dei servitori che fanno questo lavoro?” Prendere una scopa e spazzare la stanza con una mente chiara e pacifica indica che non si vede alcuna differenza tra nessun tipo di lavoro e che non c’è confusione riguardo allo status o all’identità dell’ego dell’individuo.

Nessun lavoro è sporco

Anche Sri Swamiji puliva regolarmente i bagni. Non è un atto sporco. Lo sporco è la spazzatura nella vostra mente e questa spazzatura è nella vostra percezione. Una madre pulisce anche il sedere dei suoi figli. Questo è un atto sporco? No. Eppure non siete in grado di pulire il vostro wc a causa del condizionamento della vostra mente. Questo condizionamento vi rende degli esseri umani migliori? No. Piuttosto, indica una natura mentale ritardata, poiché non siete disposti a vedere qual è il vostro kartavya, il vostro compito, il vostro dharma, e dove risiede il vostro dharma.

In una famiglia dove vivono quattro persone, marito, moglie e figli, dove si suppone non ci sia nessuna proiezione di ego, e dove si suppone ci sia comprensione, cooperazione, sahayoga, e rispetto reciproco, anche lì il marito non oserà mai mettere i suoi vestiti in lavatrice, deve farlo la moglie. Il marito non oserà mai mettere la sua tazza di tè nel lavandino della cucina, deve farlo la moglie.

Questo è l’ego con cui tutti vivete e quell’ego diventa lo status di un individuo: “Io sono così”. Se vi identificate con il vostro status, vi state identificando con il vostro ego. È così semplice. Vi state connettendo con l’arroganza. Non state supportando o incoraggiando la cooperazione, la simpatia, l’armonia e la comunicazione.

Fate del vostro meglio

In questa situazione, come si può cercare l’eccellenza? In tutte le situazioni le persone tendono a essere perfezioniste e a volere che qualcosa non debba essere in un certo modo. Diventano aggressive: “Perché l’hai fatto così, quando doveva essere fatto in quest’altro modo?” La mentalità perfezionista fa nascere l’aggressività, la frustrazione e una minore creatività umana ed eccellenza. Eccellenza è cercare di fare il meglio e lasciare tutto nelle mani del destino: “Io ho fatto del mio meglio: questa è la prima volta che lo faccio e l’ultima”.

Quando vi parlo, questo è il pensiero che mi spinge a parlarvi: che vi parlo per la prima volta e che potrebbe anche essere l’ultima. Pertanto, dovrei essere in grado di trasmettere ciò che devo trasmettere. Quando pulisco la mia stanza in ashram penso che lo sto facendo per la prima volta nella mia vita e metto tutta la mia attenzione nella pulizia. Mi assicuro che non rimanga sporco in nessun punto, perché voglio che sia l’emblema della pulizia. Almeno per me, questo è eccellenza.

11 Aprile 2014, Worli, Mumbai, India

Tratto da: http://yogamag.net/archives/2015/ajan15/exc.shtml