Swami Niranjanananda Saraswati
(Ganga Darshan 1986-89)
(Ganga Darshan 1986-89)
Seconda parte
Come
possiamo raggiungere l’obiettivo del risveglio della kundalini?
La kundalini può essere risvegliata con una pratica intensa o con una
profonda concentrazione. Vi sono molte pratiche nello Yoga e nel Tantra per il
risveglio della kundalini, ma dobbiamo ricordare che nessuna pratica yogica o
tantrica risveglia solo un aspetto della kundalini. I metodi che sono stati
delineati nello Yoga e nel Tantra rappresentano le tecniche adeguate ad un tipo
di personalità particolare.
Secondo la moderna
psicologia la personalità umana si divide in quattro categorie: dinamica,
intellettuale, emozionale e psichica e tutti noi tendiamo a divenire creativi
in uno di questi aspetti. Un intellettuale avrà la tendenza a sviluppare la sua
creatività intellettuale, mentre il tipo di personalità emozionale sarà incline
a sviluppare le sue facoltà e creatività emozionali. La kundalini rappresenta
il risveglio del sé interiore che non appartiene a nessuna di queste categorie.
Alcuni dei metodi
prescritti per il risveglio sono:
1. Mantra japa: la ripetizione di mantra.
2. Tapas: austerità.
3. Swadhyaya: profondo studio di sé stessi.
4. Bhakti yoga: il ricordo del nome di Dio e il canto di
canzoni devozionali.
5. Gyana yoga: lo yoga della contemplazione.
6. Karma yoga: lo yoga dell’azione.
7. Raja yoga.
8. La pratica di varie
altre tecniche come mudra, bandha, pranayama, ecc.
9. Shaktipat: risveglio tramite la grazia del guru.
10.
Profondi
rituali esoterici del Tantra.
11.
Altri
sadhana tantrici, come pancha makar sadhana, la pratica dei
sistemi vama marga o dakshina marga, come kaulachara e vamachara.
12.
Aushadi: risveglio tramite
l’uso di specifiche erbe.
13. Abbandonarsi totalmente
al guru o a Dio.
Cos’è l’iniziazione tantrica?
Può parlarci delle varie forme di iniziazione nel Tantra?
In
sanscrito il termine usato per ‘iniziazione’ è ‘diksha’ che deriva dalla radice ‘diksh’, ‘dedicarsi’. Un’iniziazione implica che il discepolo
dedichi sé stesso al servizio del guru e che accetti la sua guida. Significa
anche che il discepolo dedica sé stesso a qualcosa che precedentemente era
oltre la sua percezione e comprensione. Che l’iniziazione sia formale o sottile
è nota ed utilizzata in tutto il mondo.
Nella Grecia antica il termine per ‘iniziazione’ è ‘musierion’ che significa
‘dedizione e conoscenza che non possono essere divulgate’. L’iniziazione era
una parte essenziale delle antiche società mistiche: “I Misteri”.
In
latino il termine per ‘iniziazione’ è ‘sacramentum’ che significa ‘legame’.
L’iniziazione lega il discepolo al suo guru e lo lega anche all’identificazione
profonda con il proprio essere. Inoltre ‘iniziazione’ ha lo stesso tipo d’implicazione
del termine ‘Yoga’. ‘Yoga’ significa ‘il processo attraverso il quale,
gradualmente, ci si lega, o aggioga, alla profonda natura dell’essere’.
Possiamo affermare che il sentiero dello Yoga è un processo d’iniziazione
progressivamente più sottile. Si raggiunge una visione più profonda della vita
e di sé stessi. Questo è il significato di ‘iniziazione’.
‘Iniziazione’
nel Tantra è risvegliare la Shakti
che è dormiente in noi e, tramite una serie di iniziazioni in differenti
pratiche e tecniche, un tantrico cerca di unire questa Shakti dormiente con il
sempre-sveglio Shiva. Nel Tantra ci
sono i seguenti tipi di diksha, o iniziazione:
1.
Sparsha diksha. L’iniziazione e
l’istruzione tramite il tocco sono paragonati al lento nutrimento dei suoi
piccoli dell’uccello tramite il calore delle sue ali. È la diksha dove il guru
divinizza il sadhaka tramite il suo
tocco mistico. Abbiamo l’esempio di Ramakrishna Paramahansa che una mattina
mise i suoi piedi sulla testa di Narendra e, come risultato di quel tocco
mistico, Narendra perse la coscienza del suo corpo-mente e fu trasformato dallo
scettico Narendra nell’ebbro di Dio Vivekananda.
2. Dhrik o dhriksangya diksha.
L’iniziazione tramite lo sguardo è come il nutrimento dei piccoli da parte di
un pesce attraverso il solo sguardo. In questa forma di diksha il processo di
trasmissione della shakti è la vista. Il guru trasmette il potere spirituale al
suo discepolo semplicemente guardandolo. Ramana Maharshi era solito impartire
l’iniziazione ai suoi discepoli meritevoli soltanto con lo sguardo ad
Arunachalam, nel suo ashram
dell’India del sud.
ù
3. Manasa diksha. In questa diksha il discepolo riceve la
grazia del guru tramite il pensiero. Qui, la Shakti dormiente all’interno del
discepolo sente i sottili, intuitivi, poteri di Shiva. Questa diksha è nota
anche come ‘Shaktipat’, il risveglio
della Shakti.
4. Anushthana diksha. È come una lezione propedeutica. Questa
iniziazione era nota anche come vaidiki
diksha. Prima di prendere l’iniziazione tantrica era consuetudine passare
attraverso dei riti e rituali vedici. In assenza di un guru competente che
poteva iniziare e guidare il discepolo nella profonda scienza del sadhana, la
diksha vedica divenne molto popolare tra la gente comune e la diksha tantrica
venne riservata solo a pochi. Anusthana diksha era considerata necessaria ed
importante per l’uomo con tendenze e istinti animali per trascendere la propria
primitiva e sottosviluppata forma di consapevolezza e cercare di giungere ai
livelli più elevati di consapevolezza.
5. Varnamayi diksha. Si dice che questa forma di diksha rimuova
tutti i legami e porti alla realizzazione della divinità suprema e a stati di
beatitudine eterna. Libera l’uomo dai legami del pasha (il cappio). Qui il pasha è rappresentato da un istinto. Ci
sono cinquanta tipi di istinti nell’essere umano ed ognuno di essi è una vritti, o schema, della mente.
Essi rappresentano le
cinquanta lettere e queste sono rappresentate dai petali di vari fior di loto.
I fior di loto sono conosciuti come chakra
e le lettere sono poste nei diversi chakra del discepolo e vengono risucchiati
dalla kundalini mentre ascende attraverso i chakra, liberando il sadhaka da
queste vritti, istinti o pasha. Quando tutte le lettere saranno risucchiate
dalla kundalini, il sadhaka raggiungerà lo stato di beatitudine eterna. Questo
è chiamato samadhi. Ciò significa che
tutte le vritti sono estinte e che il sadhaka è liberato dai legami del pasha.
6. Kalaa diksha. Le varie espressioni di Shiva, o della
coscienza, sono conosciute come kalaa;
la cruda manifestazione di Shiva è nella forma di onde e vibrazioni. Bindu, nada e kalaa sono i tre
stadi dell’evoluzione cosmica. Nello stadio di bindu e nada il legame di Shakti
è teorico. Paramshiva si sottopone ad
una trasformazione al fine di attivare Shakti, ma nello stato di bindu e nada
non vi è nessuna manifestazione oggettiva di Paramshiva, della coscienza
suprema. Gradualmente, a causa della predominanza del principio statico, tamoguna, Paramshiva è trasformato nel
mondo fenomenico. Questo è lo stato di kalaa. Kalaa non è altro che le onde e
le vibrazioni fisiche dell’ordine cosmologico.
Secondo il Tantra
l’universo intero è Shiva-maya. Ogni
essere è trascendentale ma, a causa di certi difetti, il mondo diventa Shiva-Shakti-maya, l’illusione
dell’energia e della coscienza. A causa dell’illusione l’essere umano, che in
realtà è trascendentale di natura, non ha la realizzazione di questa perfezione
e pensa di essere una creatura imperfetta. Per questo il mondo è maya e per
l’anima liberata il mondo è Shiva-maya. Nella kalaa diksha vi sono due
elementi. Il primo porta alla consapevolezza della mente e il successivo alla
consapevolezza che il mondo è il progetto mistico di Shiva. Kalaa diksha
distrugge l’oscurità. L’uomo raggiunge la divinità. Egli diventa Shiva.
7. Aanavi diksha. Si ha quando, con l’aiuto del mantra sadhana,
sotto la guida di un guru competente, il discepolo diventa libero dai legami
del mondo di maya.
8. Shakti diksha. Il guru trasmette la sua shakti al discepolo
senza l’ausilio di nessun mezzo o metodo come lo sguardo, il suono, il tocco o
scrivendo delle lettere o con la comunicazione verbale. Il guru trasmette la
sua shakti al discepolo al fine di vincere maya e di risvegliare la sua
creatività.
9.
Shambhavi diksha. Questa è una delle
più elevate iniziazioni della tradizione tantrica. Tramite il semplice tocco
del guru, un discepolo va in sahaj
samadhi. Ciò è noto come shambhavi diksha dove ‘tramite il solo sguardo o
parola o tocco del guru, il discepolo raggiunge, istantaneamente, la conoscenza
della suprema realtà, o verità’.