Dr A.K. Gupta (India)
Lo stress, a lungo considerato estraneo allo stile di vita indiano, ora è
un importante fattore di rischio per vari disturbi tra cui quelli cardiaci. Le
vittime non sono solo i dirigenti costantemente sotto pressione, ma anche gli
abitanti dei quartieri poveri, le donne, gli uomini d'affari, i professionisti
e persino i bambini. Con il ritmo frenetico della vita moderna, disturbi legati
allo stress come attacchi di cuore, ulcere peptiche, artriti, allergie,
problemi sessuali, disturbi intestinali e così via sono notevolmente in
aumento.
In tutto il paese le persone sono alla ricerca di misure per far fronte a
questa minaccia. È per questo che vengono organizzati sempre di più workshop
sulla gestione dello stress per i dirigenti, i centri di meditazione e di yoga
si moltiplicano e c’è stato un aumento della domanda di farmaci ansiolitici e
antidepressivi.
Che cosa è lo stress?
Selye e Levi hanno definito lo stress come un modello di risposta di base citogenetica non specifica e convenzionale, la cui funzione principale è quella di preparare il corpo all'attività fisica, sotto forma di attacco o fuga (definito ‘eustress’). Se però il soggetto non dispone di mezzi richiesti per far fronte all’attacco-fuga, ad esempio per allentare la tensione dello, l’eustress si trasforma in distress, che si manifesta sotto forma di sintomi o disturbi psicosomatici. Ci sono due tipi di stress riconosciuti da Selye e Levi: eustress (stress sano, buono, essenziale) e distress (stress patologico). Ad esempio, la tensione mentale o fisica, la rabbia, la frustrazione, la tensione, sono, apparentemente, degli stati senza speranza.
Cause ed effetti dello stress
Lo stress può avere differenti cause:
-
Fisiche: incidenti, ustioni, interventi chirurgici, infezioni;
-
Psicologiche: conflitti, idee errate,
dubbi;
-
Emozionali: paura, ansia, odio, avidità, rabbia.
Indipendentemente dalla causa, però, gli effetti
prodotti sono riscontrabili nei livelli più elevati, nel cervello, e da lì si
muovono lungo
il corpo causando
squilibri
nel sistema
nervoso autonomo
e in quello
endocrino.
Soluzioni mediche
e
yogiche allo stress
I rischi dello stress
riducono la qualità della vita e possono portare molti disturbi. Si distinguono
quattro fasi o stadi differenti di attacco dello stress o stadi: psichico,
psicosomatico, somatico e biologico. Sono a disposizione farmaci ansiolitici e
antidepressivi per trattare la fase somatica e organica dello stress, mentre lo
yoga è molto utile nel controllo e
nel trattamento delle fasi psichiche e psicosomatiche, in modo da stroncare la
causa nelle fasi iniziali.
Yoga: trattare
la causa
L'obiettivo fondamentale dell’approccio yogico allo stress non ha a che
fare con i sintomi evidenti (come la paura, la rabbia, le palpitazioni,
l’insonnia, ecc) ma, piuttosto, con l’eliminazione della causa principale.
Secondo lo yoga lo stress è uno squilibrio che si ha a livello mentale, fisico
o emotivo. Non è lo stress la causa dei nostri mali. È l’incapacità di far
fronte a una condizione di cambiamento.
Qual è la soluzione? Dobbiamo combattere una situazione stressante oppure
sviluppare e migliorare il nostro potenziale e la capacità di far fronte a
essa? Il motivo per cui i vari programmi di gestione dello stress non portano
alcun sollievo è perché il loro approccio è di contrasto nei confronti delle
influenze esterne; mentre la vera causa dello stress non è esterna, è interna.
Si può giungere ad avere una gestione dello stress solo attuando cambiamenti
comportamentali e altre trasformazioni nella vita.
I metodi dello yoga per la gestione dello stress
comprendono il
mantenimento del
corpo fisico con
la pratica delle asana;
il risveglio
dell'energia vitale tramite il pranayama
e il
rilassamento
ottenuto grazie alla pratica di
yoga nidra.
Il mantenimento del
corpo
fisico con
le asana
Lo yoga equilibra, armonizza e porta integrazione tra la salute fisica e quella mentale. La definizione del termine asana, nei testi tradizionali, è 'Sthiram sukham asanam'. La parola sthiram significa ‘omeostasi, equilibrio’; sukham ‘piacere’ e asanam posizione fisica. È la posizione che produce l'omeostasi del sistema: ripristina l'equilibrio endocrino, bilancia i circuiti inibitori e stimolatori, regola le secrezioni e ottimizza le funzioni dell'intero sistema corporeo. Sukham si riferisce anche allo stato della mente, che è rilassato. I muscoli contengono i recettori dello stiramento. I movimenti di stiramento delle asana trasmettono impulsi rilassanti al cervello, che induce uno stato d'animo rilassato.
Semplici asana per
alleviare la tensione
Quando siamo in piedi o
seduti sulle sedie per lunghi periodi, i nostri muscoli accumulano stress e, di
conseguenza, acido lattico che provoca una sensazione di rigidità quando ci
svegliamo al mattino. Per rimuovere questa rigidità è molto utile la pratica di
alcune semplici asana, come tadasana,
tiryaka tadasana, kati chakrasana e la prima parte dei pawanmuktasana. Queste pratiche
allungano i muscoli e massaggiano le articolazioni. Di conseguenza, la
circolazione migliora e le tossine vengono eliminate. Le asana, quindi,
attivano, tonificano e rivitalizzano gli organi, massaggiano le articolazioni,
distendono e rilassano i muscoli, ottimizzano le secrezioni delle ghiandole
endocrine, sviluppano resistenza e promuovono la consapevolezza interiore.
Concentrazione, consapevolezza e rilassamento sono parti integranti
dell’esecuzione delle asana. Le asana non sono semplici attività meccaniche.
Il potere del pranayama
Il pranayama, generalmente, è
definito come controllo del respiro. Sebbene questa interpretazione può
sembrare corretta in considerazione delle pratiche in questione, essa non
esprime il senso pieno del termine. Il termine pranayama è composto da due
radici: prana e ayama. ‘Prana’ significa 'forza vitale' o ‘forza della vita’ e
‘ayama’ è definito come 'estensione' o 'espansione'. Perciò, la parola
pranayama significa 'estensione o espansione della dimensione del prana'. Le
tecniche di pranayama forniscono il metodo con cui viene regolato, attivato e
purificato il flusso di prana nella nadi,
inducendo stabilità fisica e mentale.
Pranayama e stile di vita
Attività come l’esercizio fisico, il lavoro, il sonno,
l'assunzione di
cibo e i rapporti
sessuali influiscono
sulla distribuzione e sul flusso del prana nel corpo. Facoltà della
mente
come
le emozioni,
il pensiero e
l’immaginazione
influenzano il
corpo ancora di più. L’irregolarità nello stile di vita, la non corretta
attenzione all’alimentazione e lo stress esauriscono
e ostacolano
il flusso
pranico.
Questo si traduce
in ciò che
le persone
sperimentano come
svuotamento energetico.
L’esaurimento
dell’energia in
un particolare
prana
porta alla
devitalizzazione
degli organi
e degli arti
che
il prana
governa
e, infine,
all’insorgere di
una malattia o
di una disfunzione
metabolica. Le
tecniche di
pranayama invertono
questo procedimento, energizzano e riequilibrano i differenti prana
all'interno di
pranamaya kosha.
Le pratiche di
pranayama
dovrebbero essere
eseguite dopo
le asana.
Rilassamento e concentrazione attraverso yoga nidra
Una delle principali esigenze del giorno d’oggi è imparare come rilassarsi.
Il sonno non è rilassamento. Secondo lo yoga, il sonno è il divenire
consapevoli volontariamente e coscientemente di come la mente e la
consapevolezza interagiscono con il corpo, i sensi, gli oggetti e le
esperienze. Lo yoga ha come scopo di far raggiungere e mantenere chiarezza
della mente e consapevolezza (sajagata).
Quando si avrà questa consapevolezza, si calmeranno spontaneamente tutte le
inquietudini e le distrazioni esistenti. Nello yoga l'esperienza del
rilassamento significa muoversi dall'esterno verso l'interno, divenire
consapevoli di questa introversione mantendo equilibrio e stabilità. In psicologia
si afferma che attività e stimolazione sono la natura della mente. Il
rilassamento della mente disturbata e agitata può essere raggiunto attraverso
yoga nidra, la pratica di rilassamento.
Dalla discussione precedente è dunque evidente che le asana rilassano corpo
e mente, e che attraverso la meditazione (yoga nidra) si raggiunge il
rilassamento, la concentrazione e la consapevolezza.
Le scoperte scientifiche su yoga nidra
Nel 1988 è stato effettuato uno studio nella Charing Cross Medical School
di Londra dal dottor A.K. Ghosh (Swami Mangaltirtham Saraswati), che ha
dimostrato che la meditazione (in particolare lo yoga nidra) può modificare i
livelli dell’EEG prodotti dallo stress e portare a un progressivo e sistematico
rilassamento inducendo un elevato grado di ritmi delle onde alfa del cervello.
Yoga nidra ha la capacità di indurre il sonno profondo in soli venti minuti.
Cambiamento nell’atteggiamento e dello stile di vita
Il cambiamento nell’atteggiamento e la modifica dello stile di vita sono i due pilastri su cui si basa la gestione dello stress attraverso lo yoga. Il cambiamento dell’atteggiamento può essere raggiunto attraverso lo sviluppo di atteggiamenti positivi. Questo è spiegato nella letteratura yogica sulla base di asakti (attaccamento), anasakti (non-attaccamento) e vairagya (distacco).
Il cambiamento nell’atteggiamento e la modifica dello stile di vita sono i due pilastri su cui si basa la gestione dello stress attraverso lo yoga. Il cambiamento dell’atteggiamento può essere raggiunto attraverso lo sviluppo di atteggiamenti positivi. Questo è spiegato nella letteratura yogica sulla base di asakti (attaccamento), anasakti (non-attaccamento) e vairagya (distacco).
Asakti letteralmente significa attrazione con aspettativa e coinvolgimento dell'ego verso certi individui od oggetti. Questo porta a raga (attrazione), dwesha (repulsione) e ahamkara (coinvolgimento dell’ego) che, spesso, si manifestano come insicurezza, aggressività, forte esigenza all’identificazione, possessività e ansia. Di conseguenza, una persona con un’elevata asakti soffre spesso di frustrazione, tensione, stress psicologico e altre tendenze nevrotiche. Al contrario vairagya è l'apice dello stile di vita nivritti. Ciò significa distacco o non-dipendenza dalle cose materiali del mondo e dai rapporti personali. Questo è molto difficile da raggiungere per il capofamiglia medio. I santi e i veggenti devoti potrebbero essere in grado di raggiungere vairagya. Perciò, per la maggior parte delle persone che vivono una normale vita sociale e familiare, anasakti (non-attaccamento) è la via di mezzo che può essere seguita al fine di migliorare la qualità della vita e il benessere sociale. Questo garantisce felicità e pace durature senza essere disturbati da asakti (attaccamento).
Una persona con anasakti elevata esegue tutti i propri compiti e agisce con un senso di responsabilità e di coinvolgimento nelle attività senza alcuna aspettativa ulteriore. Esegue un compito o fa servizio ad una persona o un’istituzione con lo spirito di un karma yogi. Al tempo stesso, non denigra nessun beneficio o sostegno materiale, come una bella casa, dei mobili o dei mezzi di trasporto, ma non è attaccato a queste comodità. Può vivere in una casa con aria condizionata e servizi moderni o in una di fango e dormire su una stuoia senza che questo faccia alcuna differenza per lui. Si sente felice e soddisfatto in entrambe le condizioni. È, quindi, evidente che praticando anasakti (non-attaccamento) nessuna situazione stressante danneggerà o influenzerà l’individuo. Probabilmente questo è il modo migliore per rimanere calmi, contenti e felici.
Lo stile di vita yogico
Vivere secondo le leggi del corpo e della natura è il fulcro dello stile di
vita yogico. Ciò include la dieta, il sonno, il rilassamento, l'esercizio
fisico e un programma di lavoro quotidiano. Il modo migliore per apprendere lo
stile di vita yogico è trascorrere qualche giorno in un yogashram. Stile di vita yogico non significa solo aggiungere la
pratica di alcune asana e/o di qualche pranayama al proprio programma
giornaliero di attività. In realtà significa vivere una vita di
auto-disciplina, di anasakti.
Come praticare yoga?
Si può riservare alla pratica di yoga delle brevi sessioni di venti minuti
ciascuna al mattino dopo essersi lavati, nel pomeriggio e prima di coricarsi.
L'effetto dello yoga non è mai visibile immediatamente, anzi se ne fa
esperienza lentamente. Lentamente s’inizia a sperimentare che la propria
capacità di concentrazione e di rilassamento è aumentata. Le tensioni mentali
ed emotive generate durante la vita quotidiana, lentamente iniziano a
diminuire. È qui che inizia lo yoga. Lo yoga non inizia quando si sta a testa
in giù o indossando abiti di colore geru.
Lo Yoga inizia divenendo consapevoli di sé stessi (sajagata).
Conclusione
Secondo lo yoga si diventa vittime dello stress non a causa di una situazione stressante, ma della propria incapacità a far fronte ad essa. Non combattete contro lo stress divenendo, così, vittime di alcool, sigarette o droghe a causa dello sforzo, piuttosto sviluppate e migliorate il vostro potenziale e la capacità di far fronte allo stress. Imparate a modificare il vostro atteggiamento e lo stile di vita. Praticate asana, pranayama e yoga nidra regolarmente per portare un cambiamento nell’atteggiamento e per correggere gli squilibri a livello mentale, fisico ed emotivo. I farmaci ansiolitici e antidepressivi non garantiscono un sollievo duraturo, aiutano solo a gestire alcuni sintomi dello stress nella fase somatica e organica, mentre lo yoga è più utile nel controllo e nel trattamento dello stress nelle prime fasi psichiche e psicosomatiche.
* Professore e Cardiologo del Darbhanga Medical College, Laheriasarai,
Bihar (India).