Swami Niranjanananda Saraswati
La personalità
umana completa è formata da energia, prana
shakti. Quest’energia, nelle sue diverse manifestazioni, fornisce
differenti tipi di comprensione in varie dimensioni della consapevolezza. La
risultante consapevolezza delle nuove aree della personalità e l’utilizzo delle
facoltà diventano l’obiettivo dello Yoga
per l’espressione creativa.
Ogni tipo
di esperienza pranica porta con sè un suono udibile, un’esperienza visiva e,
anche, esperienze di tatto, odorato e gusto (i cinque sensi). Così come
possiamo parlare di suono divino o di luce divina, vi è anche l’esperienza del
profumo divino, del tocco divino, del gusto divino e non sono cose rare.
Infatti, spesso, questo è ciò che accade durante shaktipat, la trasmissione diretta di energia da una persona a
un’altra, che sia attraverso il tocco, il suono, l’odorato o la vista.
Comunque,
una cosa è certa. Se quest’esperienza interiore accade spontaneamente, è perché
il progresso nel vostro sadhana è
arrivato fino a un certo punto. Ad esempio: dovete percorrere una strada
attraversata da molti corsi d’acqua. Quando iniziate a camminare, ne
attraversate uno, un altro e poi un terzo. Se rimanete fermi in un unico punto
non potete attraversare tutti i torrenti. Così, il progresso che si fa nel sadhana assicura che ci sia una
purificazione mentale e fisica, e un atteggiamento mentale positivo e creativo.
È molto
raro che ci sia una regressione da questo stadio. Quindi, se si ha la visione
della luce divina, o l’esperienza del suono divino, del tocco, del profumo o
del gusto, significa che la consapevolezza si è evoluta fino al punto in cui
s’iniziano a sperimentare differenti cose a livello psichico.
Ci sono
due vie per procedere nello sviluppo dell’esperienza interiore. Se una persona
conduce la vita del rinunciante, del sadhu
o del sannyasin, che non ha nessun
tipo di attaccamento o coinvolgimento mondano o sociale, può continuare a
rimanere nello stesso stato di consapevolezza. In seguito, questo stato
evolverà in un’esperienza di samadhi.
Ma, in quelle persone che hanno obblighi, responsabilità e impegni nella vita,
che sono automaticamente spinte dalla natura estroversa dell’ego,
dell’auto-identità o dalla mente stessa, il collegamento con questo stato di
consapevolezza si perde.
Nella
terminologia yogica, il suono divino è noto come anahad nada (suono non
percosso) e la luce divina darshan,
un’impressione visiva o un contatto che viene dall’interno. Secondo lo yoga, come la consapevolezza si evolve
da uno stadio all’altro, si fa esperienza di diversi tipi di suoni, visioni,
ecc. e questo è stato ben descritto dalla scienza del kundalini yoga. Se osservate la fisiologia e la descrizione dei chakra, noterete che ogni chakra ha un colore corrispondente che
rappresenta lo spettro della luce, un suono corrispondente, un profumo e molte
altre cose, come divinità, elementi e animali.
Tutte le
esperienze associate ai chakra iniziano
a manifestarsi con il risveglio del prana.
Prendiamo in considerazione un chakra
come fosse una stanza, i cui petali siano delle finestre. Ogni petalo, o
finestra, rappresenta un punto d’entrata e d’uscita dell’energia pranica.
Perciò, se il prana fluisce
attraverso un canale d’entrata, o nadi,
verso il chakra, l’area intorno a
questo flusso ne sarà molto influenzata, rispetto alle aree che sono distanti
da questo punto, come quando aprite una finestra e sentite la corrente d’aria
diretta che fluisce all’interno della stanza. Sebbene la circolazione dell’aria
può essere sentita in tutta la stanza, ne farete esperienza più direttamente se
vi trovate vicino alla finestra.
Questi
vari punti d’entrata e d’uscita in un chakra
corrispondono ai differenti stati mentali ed emozionali, agli schemi di
comportamento e alle impressioni profonde in forma di samskara e karma. Se, ad
esempio, il mio muladhara chakra
fosse attivato dal flusso di prana
proveniente da una nadi, e quella nadi controllasse i centri della paura
inconscia, delle inibizioni, dei complessi e delle ambizioni profonde, quella
sarebbe l’area che inizierei a sperimentare in maniera prevalente nella mia
vita. Se il flusso del prana
provenisse da un altro canale, sperimenterei qualcosa di completamente
differente se fosse un’area che controlla l’espressione di armonia, amore,
universalità, compassione e via di seguito.
Mentre io
ho tutte queste differenti esperienze in muladhara
chakra, sono anche consapevole, grazie alla sensibilità della mia consapevolezza,
di certi suoni e visioni. Mi potrebbe accadere naturalmente durante il sonno
d’avere una visione nella forma di un sogno, o potrei avere una visione mentre
sono in meditazione. Mentre sono semplicemente seduto, potrei sentire un certo
odore, ma mentre lo seguo non riuscirei a trovarne l’origine. Accade a molte
persone durante la meditazione di sentire un profumo e di non sapere da dove
viene.
Alle volte
sentiamo della musica, certe volte una musica orchestrata, ma non ne
comprendiamo l’origine. Posso dire con enfasi che questo deve accadere, perché
cose simili sono successe anche a me mentre praticavo sadhana. Ho udito della musica nel bel mezzo di un deserto, mentre
non c’era nessuno intorno per miglia e miglia. L’autoradio era spenta, tutto
era spento ma io ho udito della musica che fluttuava nell’aria.
Ho visto
differenti tipi di luci quando intorno c’era un’oscurità totale. Ho visto delle
luci reali, visivamente; non era la mia immaginazione. Ero solito chiedere a
Paramahamsaji: “Cos’è tutto questo? Perché succede? Perché qualche volta accade
e qualche volta no?” Da queste esperienze e da quello che lui mi diceva sono
arrivato a capire che tali esperienze sono manifestazione del risveglio del prana.
A mio
parere, sono tutte esperienze di prana
e possono subire cambiamenti ma, se avviene l’esperienza finale del prana nella regione di sahasrara, non si tornerà più indietro.
Non importa chi siete, il primo ministro o il presidente di qualche Stato con
tutti gli obblighi a cui domani dovrete assolvere, non ci sarà ritorno. La
consapevolezza si fonderà totalmente con quell’esperienza. Andrete oltre la
mente, le emozioni, l’intelletto e l’ego: non ci sarà nulla che potrà spingere
questa consapevolezza a tornare indietro, al livello grossolano.
Se udite
quel suono divino o se vedete quella luce e poi tornate al vostro normale stato
di consapevolezza, è stato semplicemente un’espressione dell’energia pranica a
un livello di evoluzione corrispondente a un particolare chakra. Il vostro livello di consapevolezza può essere muladhara, manipura o anahata.
Ognuno ha un differente chakra
risvegliato o che funziona in modo predominante. Quando la mente diventa
introversa, si manifestano varie esperienze provenienti da quel livello, ma
quando poi la mente tornerà estroversa quelle esperienze rimarranno
semplicemente nello sfondo.
Se udite
il suono interiore e poi uscite da questo stato e qualche volta lo sentite e
qualche volta no, allora l’unico modo per stabilizzare quello stato è
attraverso il sadhana. Gradualmente,
questo aumenterà la sensibilità della vostra consapevolezza. Nel corso del
tempo, l’esplosione atomica avverrà. Allora farete esperienza dell’esplosione
completa di suoni, luci e colori e da lì non tornerete indietro.