giovedì 21 dicembre 2023

Yoga nel Ventunesimo Secolo

 

Swami Niranjanananda Saraswati

Tradizionalmente, lo yoga è sempre stato un mezzo per interiorizzare la consapevolezza e scoprire il sé interiore. In passato, nel corso di migliaia di anni, i praticanti di yoga svilupparono una serie di pratiche con le quali le persone potevano ottenere salute fisica, armonia mentale ed elevazione spirituale. Nel corso del tempo, a causa dei cambiamenti nell’ambiente sociale e globale, l’antica tradizione dello yoga si è persa in molti paesi, ma ha continuato ad essere preservata in India dai sannyasin. Il Sannyasa non è una religione; è un ordine di persone che hanno rinunciato ai frutti del mondo materiale per sperimentare il mondo spirituale. Lo yoga non dovrebbe essere confuso con concetti religiosi. Bisognerebbe comprendere che lo yoga è una scienza che si occupa della gestione e dello sviluppo della personalità umana: dell’armonia del corpo e della mente e dell’esperienza dello spirito.

Swami Satyananda afferma che: “La parte importante di un albero non è la parte esterna che può essere vista, ma le radici che sono sottoterra e invisibili. Le radici sostengono l’albero e finché vengono nutrite, l’albero può affrontare ogni tipo di situazione; ma se le radici vengono trascurate e dimenticate, l’albero diventerà debole e durante una tempesta cadrà”. Anche la nostra vita è così in quanto ci identifichiamo con il corpo, i sensi e la mente, che sono le manifestazioni esterne della nostra personalità. Ignoriamo la realizzazione delle possibilità o potenzialità più grandi che esistono all’interno di noi, che sono riconosciute come spirito.

Lo spirito non è qualcosa di astratto e vago, ma fa parte dell’evoluzione della coscienza. La vita è un processo di costante evoluzione a differenti livelli. L’evoluzione è il risultato di una mente focalizzata e illuminata. Abbiamo tutti le stesse possibilità. Dio è stato molto generoso con noi. Dentro di noi abbiamo le stesse qualità di Cristo e di Buddha. L’unica differenza è che loro sperimentarono queste qualità mentre noi ignoriamo questo aspetto della nostra vita. Loro continuamente si sono perfezionati mentre noi ci stagniamo in un punto. Questa è la barriera che ognuno di noi deve affrontare come essere umano: il limite che non possiamo superare nella nostra vita.

Lo scopo dello yoga

Quindi, quando apparve lo yoga, fu per scoprire quel potenziale interiore, che è spirituale, non materiale. Allo stesso tempo, coloro che svilupparono lo yoga si resero conto che la crescita doveva avvenire in tutte le dimensioni dell’esistenza. Il corpo necessita di essere armonizzato in modo da poter gestire disturbi e malattie. Al fine di gestire gli squilibri fisici, sono state sviluppate le asana, o posizioni fisiche. L’armonia fisica altera l’attività del cervello. L’armonia cerebrale e fisica influenza il comportamento mentale. Nel processo di armonizzazione della personalità, anche la mente entra in sintonia con le sue forze interiori. Questo è l’inizio dello yoga.

La letteratura classica afferma che lo yoga inizia con la gestione della mente. Questo è lo scopo dello yoga, non l’autorea

lizzazione. Se un cieco volesse vedere il sole, questo sarebbe solo un desiderio. Il suo bisogno sarebbe avere la vista, per poter vedere non solamente il sole ma l’intera creazione in tutto il suo splendore. Se avete bisogno di ottenere una visione, allora il vostro obiettivo sarà prepararvi, trasformarvi e cambiare la vostra natura e le componenti restrittive della vostra vita. Questo è il tema principale dello yoga: come poter realizzare e gestire la mente, il corpo e le emozioni. Il resto è solo il risultato di questa armonia.

In passato, questo concetto non veniva chiarito dagli insegnanti di yoga e quindi lo yoga venne visto come qualcosa di mistico e astratto. Cinquant’anni fa lo yoga non era molto conosciuto, nemmeno in India. Negli anni sessanta iniziò ad essere propagato da coloro che si resero conto che lo yoga era una necessità per le persone in tutto il mondo, in quel momento e nel futuro. La consapevolezza dello yoga divenne maggiormente diffusa. Allo stesso tempo, vi erano molti tabù associati allo yoga perché nessuno sapeva veramente cosa fosse. Per andare sul sicuro, le persone praticavano solo l’aspetto fisico dello yoga perché il corpo si sentiva bene, era leggero, vibrante ed energico. Fu così che l’hatha yoga divenne popolare e, al giorno d’oggi la maggior parte delle persone conosce solo l’aspetto fisico dello yoga. Lo yoga venne praticato in questo modo fino alla fine del ventesimo secolo.

Lo yoga integrale

Swami Sivananda era medico e filosofo. Disse che lo yoga deve essere definito in termini scientifici e che le persone dovevano comprenderne gli aspetti pratici così come quelli filosofici. Swami Satyananda poi sviluppò e portò avanti l’idea del suo guru. È stato uno dei primi esponenti dello yoga a scoprire e insegnare gli effetti e i benefici dello yoga per la gestione degli squilibri fisici, psicologici e spirituali. Questa applicazione dello yoga è chiamata yoga integrale o Satyananda Yoga.

Il tema principale del Satyananda Yoga è il risveglio delle facoltà di testa, cuore e mani. La testa rappresenta intelligenza, saggezza, conoscenza, comprensione, consapevolezza e osservazione. Il cuore rappresenta sensazioni, emozioni e sentimenti. Le mani rappresentano la capacità di agire, fare e creare. La capacità di gestire queste tre componenti della nostra vita è la necessità del ventunesimo secolo, perché questo equilibrio renderà la persona integra e completa.

Dire che Satyananda Yoga è testa, cuore e mani non significa che non pratichiamo hatha yoga o lo yoga fisico. Questo è una parte del processo. Tutto il sistema dello yoga è diviso in quattro parti principali. La prima componente è addestrare e disciplinare il comportamento mentale, gli atteggiamenti e il coinvolgimento nel mondo materiale praticando yama (restrizioni) e niyama (discipline). Questi due aspetti sono responsabili della trasformazione del condizionamento mentale. Anche solo cambiare una piccola abitudine richiede una grande quantità di forza di volontà. Potete ridurre la sua intensità, ma non potete sradicarla o eliminarla. Per questo motivo lo yoga parla di moderazione e disciplina interiore per ridurre l’intensità e la morsa di questi condizionamenti che ostacolano l’espressione della naturale creatività. Secondo i testi classici, questo è l’inizio dello yoga.

Nella seconda parte, iniziamo a lavorare con il corpo per dare salute e benessere agli organi fisici. La ricerca ha dimostrato che molte malattie e disturbi psicosomatici possono essere gestiti dai principi e dalle pratiche yogiche. In molti Paesi lo yoga è in prima linea nelle terapie insieme ai trattamenti allopatici. Lo yoga è usato nella gestione dei problemi respiratori come bronchiti, asma ed enfisema; nei disturbi del sistema circolatorio e cardiaco, nei problemi digestivi di stomaco, pancreas, reni e fegato e per ottimizzare il funzionamento degli organi. Attualmente, il ruolo delle pratiche yogiche nella gestione del cancro e dell’AIDS è oggetto di indagine clinica.

Le posizioni e le tecniche di respirazione aiutano a rimuovere gli squilibri che causano malattie e disturbi. Ma lo yoga non è una terapia, e non dovrebbe essere considerata tale. Yoga è un processo di gestione di sé stessi, non dei sintomi di una malattia. Ad esempio, una persona con ipertensione assume medicine per abbassare la pressione sanguigna. Finché il medicinale continua ad essere efficace, la pressione rimarrà bassa, ma quando l’effetto svanisce la pressione salirà di nuovo. Se si ha il diabete, si prende l’insulina. Non si tratta di terapie che curano ma che gestiscono i sintomi che si manifestano nel corpo. Lo yoga non gestisce i sintomi. Lo yoga gestisce te. Se riuscite a condurre una vita equilibrata, questi problemi svaniranno naturalmente. Quindi lo yoga gestisce la persona, non la malattia. Perciò lo yoga non è una terapia ma uno stile di vita. Se siete disposti a cambiare e ad adottare questo stile di vita disciplinato, allora diverrete uno yogi.

Il terzo componente dello yoga è la gestione della mente, che è il tema principale dello yoga. Solo il dieci per cento del cervello è attivo; il novanta per cento è ancora inattivo. Noi viviamo seguendo i dettami di questa mente limitata. Quando non siamo in grado di soddisfare le nostre aspettative e desideri, sorgono insicurezza, tensione, stress, paura e conflitto. Entriamo in uno stato di grande ansia quando affrontiamo le richieste dell’ego. Per essere felici pensiamo di aver bisogno di qualcosa e quando non riusciamo ad ottenerlo, sorgono frustrazione e aggressività. Mentalmente siamo guidati dalla ricerca della felicità che soddisfa i nostri bisogni senza alcuna considerazione per gli altri. Questo rappresenta una mente che è totalmente centrata su sé stessa, i suoi bisogni, ambizioni e desideri. Si manifestano possessività ed egoismo. La chiarezza della mente è offuscata e confusione e conflitto si impossessano della personalità umana.

Nell’aspetto mentale dello yoga, diventiamo consapevoli delle quattro componenti della mente: le forze, le debolezze, le ambizioni e i bisogni. Abbiamo delle forze in noi ma non ne siamo consapevoli. Ci identifichiamo con le debolezze e le mancanze, e queste diventano realtà. Abbiamo delle necessità, ma ci identifichiamo con le ambizioni, inseguiamo queste e ignoriamo i bisogni. Siamo più consapevoli delle nostre ambizioni e debolezze e meno delle forze e dei bisogni.

Come uscire da questo stato? Le pratiche yogiche di rilassamento e concentrazione aumentano la consapevolezza, l’osservazione e la percezione del comportamento mentale, regolando la mente e le sue espressioni. Un trucco per gestire la mente è comprenderne la natura, che è come una scimmia ubriaca morsa da uno scorpione: agitata e sofferente per aspettative e desideri insoddisfatti.

Lo yoga mentale inizia con una pratica di rilassamento molto semplice, nota come yoga nidra. Con il rilassamento sopraggiunge anche la concentrazione, la focalizzazione delle facoltà mentali e della consapevolezza per raggiungere ciò che ci serve e a cui aspiriamo nella vita. Quando la mente è illuminata la consapevolezza si diffonde in ogni direzione. Se la luce è focalizzata in un punto, diventa un raggio laser forte al punto da tagliare l’acciaio o delicato da poter essere usato nella chirurgia oculare. Lo stesso effetto si può ottenere focalizzando le energie e la consapevolezza dissipate della mente in un punto, in una direzione, per raggiungere un obiettivo. Ciò è noto come concentrazione. Quindi, rilassamento e concentrazioni sono i mezzi per trasformare la natura e il comportamento della mente.

Il quarto aspetto dello yoga è la comprensione spirituale; che è il risultato della saggezza: la conoscenza applicata. La conoscenza è lì, ma non viene mai applicata. Sapete cos’è giusto e sbagliato per voi, ma fate la cosa giusta? Il fumare è un esempio. Ci sono migliaia di altri esempi in cui sappiamo cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma non possiamo risolvere il problema ed essere soddisfatti. Perciò, l’evoluzione spirituale inizia con la comprensione e l’applicazione della conoscenza, che è un processo meditativo che porta ad uno stato alterato di coscienza.

La meditazione dà una prospettiva più ampia. Più in alto andate, più grande sarà la vostra visione e percezione. Questa è la realizzazione spirituale, non la stretta di mano e l’incontro con Dio. Ciò che è necessario è elevarsi da questo livello di percezione e sperimentare una dimensione superiore dove diventate testimoni di voi stessi. Potete continuare a salire fin dove volete. Dio è infinito. Attraverso il processo della meditazione continuate a crescere in una dimensione infinita.

Date una possibilità all’evoluzione

Qual è l’importanza dello yoga al giorno d’oggi? Nel momento in cui riusciamo a gestire l’intelletto, le emozioni e le azioni, diamo una possibilità all’evoluzione nella nostra vita. Se volete un albero da frutto, piantate un seme nella terra, lo lasciate lì e non lo dissotterrate ogni giorno per vedere se germoglia oppure no. Affinché il seme germogli, dovete dare una possibilità alla crescita. Allo stesso modo, anziché scavare cinquanta buche profonde un piede per cercare l’acqua, scavatene una sola profonda cinquanta piedi. La chiave è seguire una catena di pensiero, esperienza e comprensione e permetterle di evolversi, affinché possa prendere il controllo e guidare le vostre azioni. Se volete eccellere nella vita professionale, scegliete un argomento e lo padroneggiate. La stessa regola dovete applicarla interiormente. Perseguire una direzione dà all’evoluzione la possibilità di guidare la vita.

Pertanto, l’integrazione di testa, cuore e mani è il tema dello yoga nel ventunesimo secolo, insieme alla consapevolezza della propria natura spirituale, che deve essere nutrita come le radici di un albero. Se volete sperimentare le profondità dello yoga, immergetevi in questa idea: vivete, amate e ridete.

Abbiate un pensiero in mente: “Non importa quante volte cadrò, mi rialzerò sempre sorridendo e continuerò a camminare”. Quindi, sorridete e camminate.

Bogotà, Colombia, Maggio 2005

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/2000s/2006/0611/061121st.html