domenica 22 marzo 2015

Lo scopo della disciplina

Swami Niranjanananda Saraswati

‘Disciplina’ è la parola meno compresa al mondo. Lo scopo della disciplina è semplicemente quello di creare i presupposti per essere in grado di guidare le espressioni della mente. Sappiamo come funziona la mente. Sappiamo che facilmente diventa distratta, che è soggetta a simpatie e antipatie, che ha idee, emozioni, convinzioni e credenze molto radicate. Sappiamo che è soggetta ai guna - sattwa, rajas e tamas - e che quando è influenzata solo dal proprio comportamento, funziona in modo molto irregolare, senza chiarezza.

Il compito della disciplina è d’influenzare la mente in modo che possa connettersi con la positività e la creatività. Normalmente si potrebbe desiderare d’essere positivi e creativi, ma il condizionamento mentale non lo consente. Ci sono troppe distrazioni: c’è una lotta continua con sé stessi. Disciplinare noi stessi significa scegliere d’incoraggiare e supportare la nostra pacifica natura interiore, piuttosto che l’avida natura acquisita e accumulatrice che abitualmente usiamo nelle interazioni.

La disciplina può essere definita come l’abilità d’osservare la mente e renderla ferma. Ma all’inizio, al fine di diventare più sensibili in modo da poter percepire il nostro comportamento mentale e realizzare la natura della mente, dobbiamo seguire delle discipline che ci sono imposte dall’esterno. Perché? Perché, alla fine, queste discipline creano un ambiente favorevole nella nostra personalità.

Mouna è una disciplina regolare nella vita di ashram. Mouna ha un significato molto semplice – silenzio – ma all’inizio è molto difficile da praticare. Finché la mente non pratica mouna, fintanto che continua con il suo chiacchierio, saremo costretti a chiacchierare anche tra di noi. Ma, quando la mente diventa rilassata e tranquilla, mouna diventa naturale, spontaneo e facile, e noi inizieremo a osservare la natura agitata della mente dal nostro pacifico centro. Questo è un esempio di come una condizione esterna, imposta, può aiutare a migliorare la qualità della nostra auto-percezione e comprensione, così da poter gestire la mente.

Come iniziamo una disciplina, se essa ci aiuterà o ostacolerà e quanto progrediremo in questo sentiero, sta a noi. Ma lo scopo di tutte le discipline è di farci realizzare la natura, le attitudini e il comportamento della mente. Essere soggetto alle influenze della mente è lo stato normale del comportamento ma, quando siamo in grado di dirigere la mente in accordo ai nostri desideri e scelte, questo è noto come disciplina, e conduce alle discipline sottili dello yoga.

Durante tutta la vita dobbiamo fare quello che la mente richiede, in accordo alle simpatie e antipatie, alla saggezza o all’ignoranza, alla maturità o all’immaturità. Ma seguendo la natura della mente si avrà distrazione e dissipazione. Invece, quelli che sono capaci di controllare e di guidare la mente dicono che la disciplina è importante per recuperare la pace interiore e la contentezza e per esprimere la creatività e la saggezza.

Da questa prospettiva, la disciplina rappresenta semplicemente la gestione della mente. Negli Yoga Sutra di Patanjali, il primo sutra è: “Atha yogah anushasanam” che significa “Ora, le sottili discipline dello yoga”. Questo sutra dà la direzione in cui lo yoga si muove per fornire le capacità per osservare e dirigere la mente con saggezza, conoscenza e comprensione. In definitiva, la disciplina è un’espressione di emozioni e attitudini armonizzate in una personalità equilibrata.

Al fine di creare questa condizione dobbiamo iniziare regolando lo stile di vita e l’atteggiamento mentale. Abbiamo bisogno di comprendere ciò che è appropriato e ciò che non lo è, per il nostro sviluppo e crescita e per l’ambiente in cui viviamo. Poi potremmo migliorare le espressioni della nostra personalità, le nostre interazioni e il comportamento.

Quanto è importante la disciplina per avere successo nella vita?
Se volete avere successo nella vita, dovrete correggere la personalità per eccellere nelle situazioni e nell’ambiente. Se volete creare della buona musica da uno strumento a corde è necessario per prima cosa sintonizzare le corde. Se volete fare della buona musica da un tamburo, dovrete metterlo in tensione. Se volete eccellere nella vita, dovrete focalizzarvi per raggiungere il vostro scopo. Questo sforzo è la disciplina.

La disciplina sottile non è qualcosa che viene imposta da fuori. L’imposizione esterna dà una routine, non una disciplina. La routine giornaliera e la disciplina sono due cose differenti. La disciplina si esprime nel modo in cui pensate – come pensate, cosa pensate; osservate se avete pensieri positivi o negativi, giusti o sbagliati, dannosi o costruttivi. Si esprime in ciò che dite e nel modo in cui lo dite. Si esprime nelle azioni, nel comportamento: in tutte le dimensioni della vita.

Lo scopo della disciplina è di portarvi al sanyam, dove disciplina e autocontrollo diventano equilibrate e spontanee. Disciplina e sanyam sono l’inizio e il completamento dello stesso principio. Sanyam inizia con la disciplina, soprattutto con lo sforzo per guidare i vostri stati d’animo e le espressioni in modo che siano positivi, creativi e costruttivi.

Un semplice esempio è quando si deve vivere e lavorare con altre persone. Si può avere lo stesso scopo e focalizzazione ma rimangono ancora conflitti, differenze d’interessi e disaccordi. In questo caso qual è la priorità? La visione che abbiamo in comune o le relazioni personali che possono divampare e placarsi in un momento? Spesso le interazioni personali hanno la priorità, e quel momentaneo divampare può renderci antipatica o farci odiare l’altra persona, non per un breve periodo, ma per lungo tempo. Hanno la precedenza sui nostri obiettivi e visioni comuni e influenzano il nostro comportamento.

Se ognuno di noi battesse il proprio tamburo e soffiasse nella propria tromba senza nessun pensiero rivolto al ritmo e all’armonia, che tipo di putiferio potremmo creare? Ma, se suoniamo in sintonia con gli altri, possiamo creare una sinfonia bellissima e molto potente. La creazione di questa sinfonia è lo scopo della disciplina – nel pensiero, nell’attitudine, nel comportamento, nel credo, nell’azione, nella partecipazione, nell’essere felici, ottimisti e dinamici. Questa è la sinfonia della vita.

Ad esempio, se rompete le regole mentre vi trovate in ashram, questo non farà alcuna differenza nell’ambiente dell’ashram, perché nessuna persona crea l’ambiente dell’ashram. Sebbene l’ambiente possa fare la differenza per voi. Se non rispettate le regole significa che non state utilizzando il vostro tempo come allenamento. Questo mostra, in realtà, non il disprezzo delle regole, ma il disprezzo verso voi stessi, una mancanza di convinzione e fede in voi stessi. Ciò è causato dalla mancanza della percezione di realizzare la natura del processo. Perciò, chi è il perdente?  

Se questa mancanza di auto-percezione rimane, non avrete successo, non importa dove sarete e cosa farete, perché vi mancherà la fede nella vostra forza mentale. Ma voi avete questa forza, quindi perché vi manca la fede? Nel momento in cui inizierete ad avere fede in voi stessi, vedrete una grande trasformazione nella vostra vita. Abbiate fede in voi stessi, abbiate fede in ciò che fate, credete in ciò che rappresentate se volete essere felici e avere successo nella vita.

In altre parole: ogni espressione della personalità e del comportamento, quando sono disciplinate, diventano più semplici, costruttive e belle. Trascurare il concetto di sanyam o, autocontrollo, rappresenta una forza di volontà debole, una mente non chiara e una mancanza di forza interiore. Quando si ottiene sanyam si è liberi, si fa esperienza di gioia, felicità ed espansività e le altre persone ne saranno ispirate.

Quali sono le differenze tra i desideri normali e i desideri spirituali?
I desideri sono desideri. Entrambi nascono da un bisogno di soddisfazione. Se non ci fosse nessuna necessità di soddisfazione, non ci sarebbero desideri. I desideri indicano solamente una necessità di soddisfazione nella vita di una persona. Che la nostra attenzione sia rivolta al guadagno materiale o al guadagno spirituale è un’altra questione, ma i desideri forniscono una motivazione per le proprie azioni, per i propri karma. Un desiderio appropriato, combinato con l’azione, porta all’appagamento. La questione è come guidare e direzionare i desideri: questo è il vero allenamento.

In yoga i desideri non vanno seguiti ciecamente, ma piuttosto vengono usati per elevare la personalità. Nella vita normale le persone cercano, alla cieca, di fare esperienza dell’appagamento, soddisfacendo ogni desiderio, non importa quanto insignificante possa essere. Man mano che progrediamo nella vita spirituale, impariamo a contenere quell’aspetto della nostra natura avido di soddisfazione attraverso ogni mezzo possibile.

I maestri hanno detto che un modo per misurare il progresso nel sentiero spirituale è la diminuzione dei desideri. I desideri non finiscono, ma la loro influenza sulla personalità, che spinge a cercare la soddisfazione emozione, sensuale ed intellettuale, si riduce. Il coinvolgimento con i desideri fa nascere le sensazioni di attrazione e di repulsione, di possessività e di rifiuto. Il tira e molla della dualità, che sorge a seguito di un desiderio, è il fattore che crea confusione e conflitto nelle nostre priorità. Quindi, il divenire stabili nella vita spirituale non è una questione di trascendere il desiderio, ma è importante saper canalizzare la direzione del desiderio, perché questo porta alla crescita. In realtà, non è nemmeno necessario preoccuparsi dei desideri personali e delle aspirazioni. È sufficiente avere una meta, una focalizzazione e iniziare a percorrere il sentiero. Rimanete fedeli alla meta.

È come essere in viaggio da una città a un’altra. Lungo la strada possiamo fermarci diverse volte, per mangiare qualcosa, a causa di un incidente, per ammirare il paesaggio. Possiamo fermarci tutte le volte che vogliamo, ma lo scopo è sempre quello di arrivare a destinazione. Allo stesso modo, una volta che avete scelto le aspirazioni e gli obiettivi della vita, mantenete questi scopi nella mente. Continuate a camminare verso il raggiungimento di questi obiettivi e, allo stesso tempo, gestite tutti i desideri se e quando si manifestano, determinando la loro utilità per la vostra realizzazione e crescita nella vita.

Come si può rimanere calmi ed equilibrati nelle situazioni dolorose e negative?
L’unico modo per rimanere calmi e tranquilli nella maggior parte delle situazioni negative è attraverso la saggezza. La saggezza è conoscenza applicata, comprensione applicata. Quando applicate la conoscenza, essa si manifesta come saggezza. Attraverso la saggezza potrete osservare le aree della vostra mente, le emozioni e i sentimenti che vi danno l’esperienza di dolore o piacere. Occorre molto tempo per sviluppare questo tipo di saggezza, ma poi, quando sarete capaci di comprendere una situazione applicando la saggezza, potrete superare il dolore e la sofferenza e mantenere la vostra equanimità, la vostra tranquillità e il vostro equilibrio. Questo è uno dei maggiori sadhana che una persona può fare nella vita.