domenica 22 marzo 2015

Insonnia

Swami Shankardevananda Saraswati

‘Insonnia’ significa incapacità di dormire. Oggi milioni di persone soffrono di un disturbo del sonno persistente che disturba le loro vite per mesi e forse anche per anni. Da una stima recente si evince che l’80% delle persone che si recano da un dottore ha problemi con il sonno. L’arte del rilassamento e del sonno è andata perduta.  Le persone non sanno più come riposare il corpo e la mente. Così, attualmente, ogni anno sono prodotti milioni di tonnellate di tranquillanti per alleviare le tensioni.

Il circolo vizioso della tensione produce l'incapacità di riposare e di nutrire correttamente i tessuti del corpo, e ciò provoca accumulo di tossine ed ormoni, portando ad ulteriori tensioni. Quando siamo tesi non possiamo rilassarci e, quindi, facciamo fatica ad addormentarci. Il sonno che facciamo non ci ristora e quando ci svegliamo ci sentiamo stanchi. Più la tensione s’accumula... più aumenta l’incapacità di dormire...paura d’andare a dormire a causa di brutte esperienze passate... maggiore tensione. Esiste un legame preciso tra l'incapacità di eliminare gli effetti della tensione e la malattia psicosomatica.

Pochissime persone sanno come dormire. Molti si addormentano mentre pensano o leggono, le loro menti sono così piene di ansia e agitazione che nemmeno si accorgono quando arriva il sonno. Questo modo non scientifico di dormire non riposa totalmente il corpo: provoca incubi, cattiva digestione e mancanza d’energia nel giorno seguente.

Ci sono tre tipi principali di disturbi del sonno:

1.    Insonnia o troppo poco sonno.
2.    Narcolessia, 'colpo di sonno' o troppo sonno.
3.    Dissonnia, come parlare, urlare, bagnare il letto, camminare nel sonno e digrignare i denti, che avvengono nella fase non-Rem (rapido movimento degli occhi), associata alle onde cerebrali lente.

La maggioranza dei disturbi del sonno sono psicosomatici, tuttavia c'è un numero crescente di cause note, organiche e neurologiche. Queste sono manifestazioni tardive di disturbi psicologici che, nel corso degli anni, hanno modificato i modelli neuronali del cervello con conseguenti squilibri organici. Questi casi, però, sono una minoranza.

La pseudo-insonnia è, probabilmente, il problema più comune legato al sonno. Accade a quelli che sono ossessionati dalla necessità d’avere un ‘buon sonno’ e che pensano di dormire meno di quello che dovrebbero. Questo crea una reazione di paura ossessiva nei circuiti cerebrali. Una volta che questo modello si è instaurato, sarà molto difficile addormentarsi e, quando il sonno arriverà, sarà disturbato. Ad esempio, in ‘Psicologia Oggi’ (dicembre 1975) M. Milter riporta il caso di un uomo che credeva di restare sveglio per un'ora prima di addormentarsi e di avere una media di meno di cinque ore di sonno per notte. Siccome si sentiva stanco tutto il giorno decise di ritirarsi dal lavoro prematuramente. Quando venne osservato con delle attrezzature di laboratorio si scoprì che era una persona che dormiva normalmente e che si addormentava in meno di dieci minuti. Rimaneva sveglio solo per venti minuti delle sette ore e quindici minuti che era disteso nel letto. Questa rassicurazione curò il suo disturbo e rimosse le sue ansie e tensioni.

Troppe persone sono eccessivamente preoccupate per il fatto che non riescono a dormire o che non dormono abbastanza e ciò rende il dormire ancora più difficile per loro. Così fanno ricorso ai tranquillanti e ai sonniferi. Tuttavia, il grave problema dei farmaci è che se vengono presi nel momento in cui si sta facendo fatica a prendere sonno, l'effetto arriverà troppo tardi e vi lascerà intontiti per tutto il giorno seguente. Inoltre molte persone li assumono in previsione di una notte di sonno cattivo, trasformando un problema minore, temporaneo e psicologico, in un durevole problema medico e una dipendenza chimica.

Le persone sviluppano assuefazione ai sonniferi e ai tranquillanti, e ne aumentano così il dosaggio per ottenere gli effetti originari. Alla fine i farmaci non sono più di alcuna utilità e, quando vengono sospesi, lasciano l’effetto indesiderato di non far dormire la prima notte e di sonno disturbato nelle notti successive. Anche se questa situazione è temporanea, l'individuo potrebbe spaventarsi e pensare che fosse meglio con i farmaci, ricadendo così di nuovo nella vecchia routine. Ricordate che l’assunzione occasionale di una pillola non fa male, ma l’eccesso in ogni cosa sì. In caso di dipendenza chimica bisogna abbandonare i farmaci gradualmente e sotto controllo medico. Milter cita anche il caso di una ragazza che è stata dipendente dalle medicine per dieci anni a causa dell’insonnia. Ha avuto bisogno di diciotto mesi di monitoraggio intensivo prima di liberarsene e tornare a un normale ritmo di sonno.

Le persone provano molti modi per superare l’insonnia come, ad esempio, contare le pecore o fare un piccolo spuntino. L'antica ricetta del latte caldo ha trovato la sua valenza scientifica riguardo la sua efficacia. Il latte contiene triptofano, un tipo di aminoacido (proteina) che in dosi abbondanti può avere un effetto sedativo.

Nessuno dei metodi sopra citati ha l'efficacia delle tecniche yogiche, come Yoga Nidra. Lo yoga è scientificamente concepito per rilassare le tensioni fisiche e mentali in modo che il sonno arrivi velocemente e facilmente. Molti metodi, invece, aumentano lo stress, come l’esercizio fisico pesante fatto con la speranza di stancare il corpo. Di tutte queste tecniche, il contare le pecore è quella che più si avvicina alla pratica di yoga nidra.

Quanto dormire
Anche se molte persone credono d’aver bisogno di otto ore di sonno per notte, in realtà la quantità varia per ogni individuo. Alcune persone riescono a dormire anche solo tre ore a notte, mentre per altre dieci ore non sono sufficienti. Il sonno è una questione molto individuale.

L’ attività giornaliera influenza il numero delle ore necessarie. Se si fa un duro lavoro fisico o mentale la quantità di sonno necessario per recuperare le energie aumenta. Se si conduce una vita meditativa, diminuiscono. Un altro aspetto è la qualità del sonno. Se si dorme profondamente, si avrà bisogno di meno tempo per raggiungere la stessa qualità di sonno rispetto all’insonne che passa molto tempo a girarsi e rigirarsi, incapace di scendere nei profondi livelli del suo essere e sperimentare il sonno. Dovete scoprire da soli qual è per voi la quantità giusta di ore di sonno.

Gli schemi normali del sonno
Il sonno influenza la nostra intera personalità. Se dormiamo bene, quando ci sveglieremo, ci sentiremo freschi e in grado di svolgere i nostri compiti allegramente e con competenza. Se ci svegliamo stanchi e continuiamo ad appisolarci, incapaci di alzarci dal letto, ci sentiremo pigri, stanchi e incapaci d’affrontare la giornata. Uno dei modi migliori per coltivare una personalità dinamica è d’alzarsi presto ogni mattina. Gli yogi si alzano alle tre o alle quattro del mattino dopo sei ore di sonno (al massimo) e si sentono freschi e vitali per tutto il giorno.

“Andare a letto presto e alzarsi presto rendono un uomo in salute, ricco e saggio”. Quest’antica ricetta proposta dallo yoga da milioni di anni contiene molta saggezza. Gli scienziati hanno scoperto che il sonno più rinfrancante si ha prima di mezzanotte quindi, andando a dormire presto, beneficiamo di più di ogni ora di sonno. È anche stato dimostrato che alzandosi presto si trae vantaggio dei ritmi naturali, energizzando e prolungando le ore di veglia.

Se ci si alza alle quattro di mattina è possibile utilizzare quest’energia per rafforzarsi mentalmente e spiritualmente nella pratica dello yoga. In questo modo si potrà trasformare l’energia sessuale in una forza vitale chiamata ojas. Dormendo troppo quest’energia si perde e quando ci si sveglierà ci si sentirà non riposati e stanchi per tutto il giorno. Di notte, quando si vorrà andare a dormire, ci si sentirà o troppo stanchi, perché non si è stati in grado di sfruttare al meglio l’energia dei cicli corporali interni, o non abbastanza stanchi per dormire. In entrambi i casi ci si addormenterà tardi. Se si va a dormire tardi, ci si sveglierà tardi, così si formerà un ciclo innaturale che causerà disarmonia e malattia. 

Quando si sviluppa uno schema abitudinario, il cervello e l'intero corpo ne sono influenzati. Lo squilibrio tra le azioni e i bisogni interni sopprime i ritmi naturali, causando agitazione e caos. Da questo momento in poi diventa sempre più difficile riconquistare la naturale capacità di dormire di quando si era bambini. La gioia di svegliarsi riposati e pieni d’energia, pronti ad affrontare un nuovo giorno, è solo un vago ricordo. Per riequilibrare lo stile di vita e le energie del corpo, è necessario un sistema integrale, come lo yoga. Quando il sistema neuroendocrino è equilibrato, insieme all’aspetto mentale della vita, le naturali energie del corpo si ricostituiscono. Questo induce una sensazione di benessere, un sentirsi ''su di giri''.

Il sonno ha quattro fasi fondamentali che sfumano progressivamente alla profonda incoscienza. È ciclico, con quattro o cinque periodi di emersione, dalle fasi più profonde alla fase “uno” (appena prima di cadere nelle fasi profonde) e viceversa. C'è un punto in cui le onde cerebrali registrate dall’elettroencefalogramma sono simili a quelle registrate nella veglia. Questo è accompagnato da disturbi della respirazione e agitazione, mentre i muscoli del corpo sono completamente rilassati. In questo stadio, chiamato REM (rapido movimento degli occhi), il corpo, infatti, è paralizzato e non può muoversi se non all'interno del sogno che avviene in questa fase. Al risveglio ci si rende conto che si stava sognando.

Durante il giorno il sogno è inibito dalla serotonina, un ormone secreto dalla ghiandola pineale, che raggiunge la massima concentrazione nel corpo attorno alla sei del mattino. Questo indica che il corpo è pronto ad attivare la consapevolezza dello svegliarsi da quel momento in poi. La melatonina, un altro ormone legato alla serotonina e secreto dalla ghiandola pineale, ha lo scopo d’inibire l'attività sessuale e controllare l'energia sessuale che si secerne durante la notte. Essa arresta la sua secrezione alla quattro del mattino rilasciando l'energia vitale che alimenta la pulsione sessuale e tutte le altre attività umane.

Connessa con i cicli notturni della ghiandola pineale è la produzione di ACTH (ormone adrenocorticotropo) della ghiandola pituitaria. L’ACTH è l'ormone “messaggero” che stimola le surrenali a produrre altri ormoni (i corticosteroidi) che liberano energia nel corpo e aiutano a contrastare gli effetti dello stress. Anche l’attivazione massima di questo ciclo si verifica intorno alle quattro di mattina. Quindi il corpo, a quell’ora, è predisposto in modo ottimale all’attività. Alzandosi alle quattro del mattino possiamo iniziare la giornata sulla cresta dell'onda energetica, facendo il miglior uso delle risorse del corpo mentre sono al picco massimo.

Il periodo di tempo che va dalla quattro alle sei del mattino è conosciuto come Brahmamhurtha, il tempo di Brahma (il creatore). Gli yogi considerano questo il momento più importante per le pratiche spirituali, perchè l’energia spirituale e mentale del cosmo, e nel cosmo in miniatura del corpo, è al picco massimo. Il corpo e la mente sono preparati a iniziare la giornata alle quattro del mattino, e più tempo si rimane a dormire da questo momento in poi, più difficile sarà alzarsi dal letto. Sprofondiamo nel tamas (l’inerzia) che inevitabilmente segue la cresta dell'onda energetica, com’è vero che la notte segue il giorno. L'energia che non è usata produttivamente è dissipata in vari modi. Non è una mera coincidenza che le emissioni notturne di seme avvengano comunemente dopo le quattro del mattino.

Yoga Nidra
Nello yoga l'arte del dormire è chiamata yoga nidra, il sonno psichico. Questa tecnica dovrebbe essere praticata in shavasana (distesi con la schiena sul pavimento) durante il giorno. Tutte le volte che vi sentite stanchi o incapaci di concentrarvi sul lavoro, prendetevi cinque minuti, o più tempo se potete, e praticate yoga nidra. Questo vi ristorerà per il resto della giornata. Mezz'ora di yoga nigra equivale a due ore di sonno.

Quando yoga nidra è praticato per l'insonnia dovrebbe essere fatto a stomaco pieno dopo pranzo o dopo cena. Invece, vale il contrario se praticato per l'ipertensione. Per l'insonnia yoga nidra dovrebbe essere praticato dopo shitali o shitkari pranayama. Per ridurre permanentemente l'insonnia praticate karma yoga, fate del lavoro sia fisico sia mentale; alzatevi alle quattro e fate asana, pranayama e meditazione; non dormite durante il giorno e la sera praticate yoga nidra prima d’andare a letto.

Effetti fisici
Yoga nidra ha inizio con la rotazione della consapevolezza attraverso il corpo fisico, andando da zona a zona.  Focalizzando la consapevolezza sulle differenti parti del corpo s'influenza quell'area della corteccia cerebrale dove sono mappate l’attività sensitiva e l’attività motoria. Ad esempio, le dita dei piedi sono rappresentate alla fine di una lunga linea di cellule e la testa dalla parte opposta. Passando sistematicamente attraverso tutte le parti del corpo stimoliamo, a turno, ogni parte della corteccia sensoriale e motoria, rilassando l’attività cerebrale e riportando ordine nei circuiti disturbati. Questi effetti s’estendono per tutta la giornata aiutandoci a coordinare e rilassare i movimenti fisici. Quando la tensione fisica scompare, il corpo resterà disteso sul letto in maniera più confortevole. Il rilassamento del tono muscolare rilassa la mente e il sonno arriverà più in fretta.

K.K. Datey, un rinomato cardiologo di Bombay, riporta l'efficacia delle tecniche di rilassamento (effettuate in shavasana) per l'ipertensione: “La maggioranza dei pazienti mostra un miglioramento dei sintomi.  Mal di testa, vertigini, irritabilità e insonnia, scompaiono in quasi tutti. Anche gli altri sintomi diventano meno marcati e, in generale, i pazienti fanno esperienza di una sensazione di benessere dopo quest’esercizio.”

Consapevolezza
Yoga nidra è una meditazione pratica ideata per indurre pratyahara (ritiro dei sensi): la mente rimane sveglia mentre il corpo dorme. L'attività cerebrale si acquieta, le onde alpha aumentano, il corpo si rilassa, ma la mente è totalmente all'erta. Volgendosi all'interno e mantenendo la consapevolezza al punto limite tra lo stato di veglia e di sonno (stato “uno” del ciclo del sonno) si permette il contatto con il subconscio e con l'inconscio.

Questa consapevolezza aiuta ad ottenere la profonda comprensione delle parti della nostra mente che provocano le tensioni fisiche e mentali e causano l’insonnia. Questo permette un buon sonno.

Risoluzione
Una parte importante di yoga nidra è il sankalpa, o la risoluzione, una dinamica e breve frase caricata con l'energia vitale della volontà. A un certo momento della pratica, quando le aree subconscie della mente sono aperte, è possibile seminare fermamente e profondamente la risoluzione nella mente, in modo che fiorirà e porterà frutti. Una risoluzione positiva come “Io dormo meglio” può aiutare a rimuovere l'insonnia.

Conclusione
Quando eravamo bambini, senza nessuna preoccupazione per il mondo, potevamo dormire profondamente e pacificamente e ci svegliavamo al sorgere del sole con una sensazione interiore di rilassamento e di calore. Attraverso yoga nidra, asana, pranayama, meditazione e uno stile di vita regolare, è possibile rivivere quell’esperienza dell’infanzia in età adulta. Quando s’impara come utilizzare yoga nidra per rimuovere i problemi del sonno si è sulla strada giusta per una maggiore comprensione di sé stessi. Yoga nidra diventa ciò che originariamente era destinato ad essere: un metodo per immergersi nelle profondità del sé. Da quest’esperienza scopriamo che, in realtà, siamo rimasti addormentati tutto il tempo, anche quando abbiamo pensato d’essere svegli: addormentati alla realtà superiore della vita.