sabato 21 dicembre 2019

Ogni azione è un passo nello Yoga

Shri Swami Sivananda

Molte persone, anche dopo aver studiato i testi classici di religione e di filosofia, non sanno cosa dovrebbero fare praticamente per raggiungere lo scopo della vita, cioè la realizzazione di Dio, e ricercano un’illuminazione sulla questione. Sono legate alle speranze, alle aspettative, al lavoro e alle ansie. Non sanno che la loro vita fugge via. Tutti i capelli diventeranno grigi. Molti denti potrebbero cadere. Potrebbero rimanere solo pochi anni di vita. Ma non importa. Si può raggiungere l’autorealizzazione anche solo in un muhurta, attraverso la devozione, la dedizione, la discriminazione, il distacco, l’aspirazione e la rinuncia.

La mente brama sempre la beatitudine eterna, la pace eterna e la gioia perenne perché nasce dal Brahman, la cui natura è Satchidananda: Esistenza, Conoscenza, Beatitudine. Ma noi cerchiamo di ottenere quella beatitudine suprema da tutti gli oggetti del mondo, che sono condizionati dal tempo, dallo spazio e dalla causalità. Falliamo e ne siamo delusi. Siamo attaccati agli oggetti dei sensi. Per questo non siamo capaci di ottenere l’eterna beatitudine e la gioia perenne. Ma c’è un principio supremo, Brahman, che è senza nascita, senza morte, senza tempo e senza spazio. Possiamo ottenere questa beatitudine suprema solo nel Brahman.

Brahman è nascosto in tutti i nomi e le forme. Non brilla. Non rientra nel nostro campo intellettuale. Ma chi ha un intelletto sottile, un’intelligenza acuta, un intelletto puro, chi è libero da gelosia, egoismo e avidità può scorgere il Brahman nel proprio cuore purificato. Si può avere un intelletto brillante e qualifiche come master, dottorati, ecc, ma essere ancora grossolani e non riuscire a comprendere il Brahman. Dobbiamo coltivare ‘subha manas’ (mente pura). Molte persone hanno ‘asubha manas’ (mente impura), con vari tipi di meschinità. Pensiamo di essere persone molto grandi. Ma analizziamoci con introspezione. Se una stanza è tenuta chiusa per un anno, l’aprite e cercate di pulirla, quanta polvere troverete? Così è la mente: piena d’impurità. Le persone non sanno cosa sia l’introspezione, l’auto-analisi. Appena si svegliano, si vestono e salgono in auto pensando di essere le più grandi persone esistenti al mondo, dopo Ishvara (il Signore). Quando il loro equilibrio bancario crolla, diventano dei miserabili.

Molti dipendono dagli oggetti esterni per la loro felicità e falliscono. Mentre gode della pace chi è dotato di ‘samata’ (equanimità), è libero da attrazioni e repulsioni (raga-dvesha), da euforia e depressione (harsha-sokaj). Samata è la ricchezza suprema. Vairagya è la ricchezza suprema. L’uomo cerca di accumulare ricchezze, ma vairagya è la ricchezza suprema che spazza via ogni altra ricchezza. Tutta l’altra ricchezza è paglia per un uomo di vairagya. La causa principale delle malattie è l’egoismo. La causa principale è la rabbia. La causa principale è la malvagità. Quando siete arrabbiati, il sangue si riempie di impurità. Bacilli di odio, di malvagità, di gelosia entrano nel vostro sistema e producono le malattie. Il corpo è deperibile, la mente è imperfetta ed è un conglomerato di desideri e voglie; gli scopi dei sensi sono limitati e tutti gli oggetti che si vedono sono transitori, mentre solo l’Atman o Sé è reale, eterno e libero da tutte le dualità; conoscendo questo, non si dovrebbe avere più attaccamento al corpo, alla mente, ai sensi e agli oggetti del mondo e si dovrebbe coltivare la vera comprensione della natura delle cose. Ma l’egoismo e il desiderio si affermano ad ogni passo. Questi sono ostacoli per farvi desistere. L’ignoranza è la causa principale delle sofferenze umane. Voi vi identificate con il corpo. Sapete che l’egoismo non è una cosa buona, ma siete egoisti. Sapete che dire le falsità non è una cosa buona, ma dite le falsità. Molti hanno il cuore indurito dal peccato a causa dell’egoismo, a causa del denaro e dell’avidità. È necessario un cuore purificato e tenero per lo sviluppo spirituale, per il conseguimento spirituale e per il progresso spirituale.

La vita è un processo di adorazione divina. La vita è interdipendente. Poiché l’unico Signore dimora in tutto, non si dovrebbe odiare o ferire l’altro, o innalzare una barriera di vanità e orgoglio, o assumere atteggiamenti egoistici che separano l’uno dall’altro. Quando la coscienza dell’imminenza dello Spirito sorge nella mente, non si può avere egoismo, avidità o ipocrisia. Altrimenti non si può essere amorevoli, amichevoli, gentili, disponibili e utili agli altri. Questa comprensione deve essere coltivata.

“L’uomo non ottiene la libertà dall’azione astenendosi dall’attività, né da una mera rinuncia può raggiungere la perfezione. Nessuno può, nemmeno per un istante, rimanere veramente senza agire; tutti sono spinti all’azione senza volerlo dalle qualità innate della natura.” L’azione è quindi inevitabile, e dovrebbe essere rispondente all’ideale della Gita, distaccata e non egoistica. Si potrà fare il proprio dovere, non come colui che fa, ma come uno strumento del Divino, senza aspettarsi alcun risultato, perché quello è il punto di vista di Dio e perché tutte le aspettative che derivano da un mondo imperfetto sono destinate a causare delusione e dolore.

Colui che controlla i sensi con la mente, con gli organi di azione, senza attaccamento, eseguendo lo Yoga dell’Azione, è meritevole. Eseguite l’azione giusta, perché l’azione è superiore all’inazione e, con l’inattività nemmeno il mantenimento del corpo sarebbe possibile. Quindi, essendo l’azione inevitabile, dovrebbe essere del tipo giusto, fatta con atteggiamento e comprensione corretti dei valori della vita e per il bene degli altri. Lo Yoga dell’Azione non consiste solamente nel servizio disinteressato agli altri. Essendo la natura umana egoista e ristretta, l’accento è posto sul servizio di chi soffre ed è bisognoso. Certo, questo è importante. Ma più di questo, la caratteristica della propria vita quotidiana, i propri pensieri, le intenzioni, le ambizioni, le modalità di azione, l’atteggiamento stesso sono di primaria importanza. Solamente quando queste relazioni sono trasmutate nello Yoga con la giusta conoscenza, autocontrollo, distacco e altruismo, si può essere chiamati Karma Yogi. È auspicabile che ogni uomo diventi un Karma Yogi nella vita, in qualunque condizione venga posto, poiché questa è l’unica via; ma tutti sono immersi miseramente nelle angosce, nelle paure e nei conflitti. Se ogni uomo realizzasse che è un agente di Dio, non nel senso di dominatore sugli altri da un piedistallo superiore, ma come un individuo umile, rispettoso, distaccato, con un sentimento radicato di comunione e fratellanza, non potrebbe mai essere causa di disarmonia, dissenso e sentimenti amari. Se una persona è disordinatamente egoista, orgogliosa ed egocentrica, desiderosa, avida e ostinata, una tale immagine si riflette automaticamente negli altri attraverso una risposta ostile. Altrimenti non ci sarebbe alcuna ragione per cui dovrebbe esserci odio reciproco, rabbia bollente, gelosia e tensione.

“Lo spirito è forte ma la carne è debole.”  Tutti sanno che è sbagliato odiare gli altri, ferire gli altri, essere violenti, distruttivi ed egoisti, ma il potere della natura inferiore è così forte che si è trasportati nonostante tutte le buone intenzioni e gli alti idealismi. Lo Spirito deve essere rafforzato, la mente e i sensi trattenuti, la volontà e la determinazione rafforzate, il cuore purificato, la natura inferiore sublimata, attraverso il procedimento del Sadhana. Soltanto dopo lo Spirito può ottenere la vittoria sulla carne.

Fissate la mente sui piedi di loto del Signore. Date le mani per il lavoro. Anche mentre lavorate, come dattilografo o suonatore di un armonium che scrive o suona mentre vi parla, o la signora che mentre lavora a maglia vi parla allo stesso tempo; lasciate che la mente sia sempre fissa ai piedi di loto del Signore, mentre le vostre mani sono al lavoro. La mente della ragazza che porta in testa un recipiente con dell’acqua è sul recipiente, anche se parla e scherza con le compagne mentre cammina lungo la strada. Con la pratica sarete capaci di fare due cose contemporaneamente. Il lavoro ordinario diventa automatico, meccanico o istintivo. Avrete due menti. Una porzione della mente sarà al lavoro, tre quarti sarà nel Signore, in meditazione, in japa. Ripetete il nome del Signore anche mentre siete al lavoro. Potrete così allenare la mente a funzionare lavorando con le mani e pensando a Dio allo stesso tempo. Questo è Karma Yoga e Bhakti Yoga combinati.

Dice il Signore Krishna: "Taamat Sarvethu Kaleshu mamanusmara yudhya cha; mayyar-pitamanobuddhih mamevaish-yasi aiamiayam": “Quindi, per tutto il tempo ricordati di Me e combatti. Con la mente e la ragione fissate su di Me, senza dubbio, verrai a Me.”* Sebbene la mucca sia sui pascoli, separata dal vitello, la sua mente è sempre fissa solo sul vitello. Allo stesso modo dovreste fissare la mente su Dio mentre fate Japa, come la mucca, e lavorate con le mani: questo è adorazione del Signore. Allenate e disciplinate la mente cautamente. Questa è la chiave di volta per aprire i regni della beatitudine. Questo è il segreto del Karma Yoga. L’obiettivo non è lontano, se mantenete l’ideale ogni giorno e lavorate duramente per raggiungerlo e se siete sinceri e seri nel vostro scopo. Lo Yoga dell’Azione, perciò, inizia con il coltivare la natura umana. In questo processo di coltivazione tutte le pratiche spirituali sono implicate. Equilibrare la mente è Yoga. Il distacco è Yoga. Portare l’unico Dio in tutto è Yoga. Servire l’unico Dio in tutti è Yoga. Praticare la verità, non ferire gli altri e la continenza è Yoga. Compiere i propri doveri senza pretendere di raggiungere o desiderare degli ottimi risultati è Yoga. Essere senza desideri è Yoga. Seguire il sentiero della rettitudine è Yoga. Ogni azione, se fatta con la giusta comprensione, è un passo nello Yoga.

Possiate tutti assimilare questo spirito della Bhagavad Gita e fruirne nel miglior modo possibile nella vostra vita quotidiana. Possano le benedizioni del Signore Krishna scendere su tutti voi.



*Qui Sri Swami Sivananda fa riferimento a Krishna nella Bhagavad Gita, ma l’esortazione “a Me” può essere rivolta a qualsiasi aspetto del Sé, dell’assoluto, in qualsiasi forma. Chi è ateo può pensare all’immensità degli universi; chi è Cristiano a Gesù, alla Madonna; ad Allah, ecc. L’importante è che questa consapevolezza, questo sentire, non sia un fatto “idealistico” ma un reale “feeling”, sentimento. (ndr)