mercoledì 30 marzo 2016

Esperienze sul prana

Swami Niranjanananda Saraswati

La personalità umana completa è formata da energia, prana shakti. Quest’energia, nelle sue diverse manifestazioni, fornisce differenti tipi di comprensione in varie dimensioni della consapevolezza. La risultante consapevolezza delle nuove aree della personalità e l’utilizzo delle facoltà diventano l’obiettivo dello Yoga per l’espressione creativa.

Ogni tipo di esperienza pranica porta con sè un suono udibile, un’esperienza visiva e, anche, esperienze di tatto, odorato e gusto (i cinque sensi). Così come possiamo parlare di suono divino o di luce divina, vi è anche l’esperienza del profumo divino, del tocco divino, del gusto divino e non sono cose rare. Infatti, spesso, questo è ciò che accade durante shaktipat, la trasmissione diretta di energia da una persona a un’altra, che sia attraverso il tocco, il suono, l’odorato o la vista.

Comunque, una cosa è certa. Se quest’esperienza interiore accade spontaneamente, è perché il progresso nel vostro sadhana è arrivato fino a un certo punto. Ad esempio: dovete percorrere una strada attraversata da molti corsi d’acqua. Quando iniziate a camminare, ne attraversate uno, un altro e poi un terzo. Se rimanete fermi in un unico punto non potete attraversare tutti i torrenti. Così, il progresso che si fa nel sadhana assicura che ci sia una purificazione mentale e fisica, e un atteggiamento mentale positivo e creativo.

È molto raro che ci sia una regressione da questo stadio. Quindi, se si ha la visione della luce divina, o l’esperienza del suono divino, del tocco, del profumo o del gusto, significa che la consapevolezza si è evoluta fino al punto in cui s’iniziano a sperimentare differenti cose a livello psichico.

Ci sono due vie per procedere nello sviluppo dell’esperienza interiore. Se una persona conduce la vita del rinunciante, del sadhu o del sannyasin, che non ha nessun tipo di attaccamento o coinvolgimento mondano o sociale, può continuare a rimanere nello stesso stato di consapevolezza. In seguito, questo stato evolverà in un’esperienza di samadhi. Ma, in quelle persone che hanno obblighi, responsabilità e impegni nella vita, che sono automaticamente spinte dalla natura estroversa dell’ego, dell’auto-identità o dalla mente stessa, il collegamento con questo stato di consapevolezza si perde.

Nella terminologia yogica, il suono divino è noto come anahad nada (suono non percosso) e la luce divina darshan, un’impressione visiva o un contatto che viene dall’interno. Secondo lo yoga, come la consapevolezza si evolve da uno stadio all’altro, si fa esperienza di diversi tipi di suoni, visioni, ecc. e questo è stato ben descritto dalla scienza del kundalini yoga. Se osservate la fisiologia e la descrizione dei chakra, noterete che ogni chakra ha un colore corrispondente che rappresenta lo spettro della luce, un suono corrispondente, un profumo e molte altre cose, come divinità, elementi e animali.

Tutte le esperienze associate ai chakra iniziano a manifestarsi con il risveglio del prana. Prendiamo in considerazione un chakra come fosse una stanza, i cui petali siano delle finestre. Ogni petalo, o finestra, rappresenta un punto d’entrata e d’uscita dell’energia pranica. Perciò, se il prana fluisce attraverso un canale d’entrata, o nadi, verso il chakra, l’area intorno a questo flusso ne sarà molto influenzata, rispetto alle aree che sono distanti da questo punto, come quando aprite una finestra e sentite la corrente d’aria diretta che fluisce all’interno della stanza. Sebbene la circolazione dell’aria può essere sentita in tutta la stanza, ne farete esperienza più direttamente se vi trovate vicino alla finestra.

Questi vari punti d’entrata e d’uscita in un chakra corrispondono ai differenti stati mentali ed emozionali, agli schemi di comportamento e alle impressioni profonde in forma di samskara e karma. Se, ad esempio, il mio muladhara chakra fosse attivato dal flusso di prana proveniente da una nadi, e quella nadi controllasse i centri della paura inconscia, delle inibizioni, dei complessi e delle ambizioni profonde, quella sarebbe l’area che inizierei a sperimentare in maniera prevalente nella mia vita. Se il flusso del prana provenisse da un altro canale, sperimenterei qualcosa di completamente differente se fosse un’area che controlla l’espressione di armonia, amore, universalità, compassione e via di seguito.

Mentre io ho tutte queste differenti esperienze in muladhara chakra, sono anche consapevole, grazie alla sensibilità della mia consapevolezza, di certi suoni e visioni. Mi potrebbe accadere naturalmente durante il sonno d’avere una visione nella forma di un sogno, o potrei avere una visione mentre sono in meditazione. Mentre sono semplicemente seduto, potrei sentire un certo odore, ma mentre lo seguo non riuscirei a trovarne l’origine. Accade a molte persone durante la meditazione di sentire un profumo e di non sapere da dove viene.

Alle volte sentiamo della musica, certe volte una musica orchestrata, ma non ne comprendiamo l’origine. Posso dire con enfasi che questo deve accadere, perché cose simili sono successe anche a me mentre praticavo sadhana. Ho udito della musica nel bel mezzo di un deserto, mentre non c’era nessuno intorno per miglia e miglia. L’autoradio era spenta, tutto era spento ma io ho udito della musica che fluttuava nell’aria.

Ho visto differenti tipi di luci quando intorno c’era un’oscurità totale. Ho visto delle luci reali, visivamente; non era la mia immaginazione. Ero solito chiedere a Paramahamsaji: “Cos’è tutto questo? Perché succede? Perché qualche volta accade e qualche volta no?” Da queste esperienze e da quello che lui mi diceva sono arrivato a capire che tali esperienze sono manifestazione del risveglio del prana.

A mio parere, sono tutte esperienze di prana e possono subire cambiamenti ma, se avviene l’esperienza finale del prana nella regione di sahasrara, non si tornerà più indietro. Non importa chi siete, il primo ministro o il presidente di qualche Stato con tutti gli obblighi a cui domani dovrete assolvere, non ci sarà ritorno. La consapevolezza si fonderà totalmente con quell’esperienza. Andrete oltre la mente, le emozioni, l’intelletto e l’ego: non ci sarà nulla che potrà spingere questa consapevolezza a tornare indietro, al livello grossolano.

Se udite quel suono divino o se vedete quella luce e poi tornate al vostro normale stato di consapevolezza, è stato semplicemente un’espressione dell’energia pranica a un livello di evoluzione corrispondente a un particolare chakra. Il vostro livello di consapevolezza può essere muladhara, manipura o anahata. Ognuno ha un differente chakra risvegliato o che funziona in modo predominante. Quando la mente diventa introversa, si manifestano varie esperienze provenienti da quel livello, ma quando poi la mente tornerà estroversa quelle esperienze rimarranno semplicemente nello sfondo.

Se udite il suono interiore e poi uscite da questo stato e qualche volta lo sentite e qualche volta no, allora l’unico modo per stabilizzare quello stato è attraverso il sadhana. Gradualmente, questo aumenterà la sensibilità della vostra consapevolezza. Nel corso del tempo, l’esplosione atomica avverrà. Allora farete esperienza dell’esplosione completa di suoni, luci e colori e da lì non tornerete indietro.