sabato 12 luglio 2014

Yoga l’opportunità per la Salute

Dott. Swami Vivekananda Saraswati  
Dall’inizio dell’esistenza dell’uomo sulla terra la vita è stata una lotta, ma risalendo alle origini dello sviluppo dell’essere umano, si nota la graduale affermazione della sua capacità di dominare l’ambiente. Con la sua intelligenza superiore, l’ingegno e la straordinaria capacità di adattamento alle diverse situazioni, ha progressivamente acquisito potere sui suoi nemici esterni. I predatori, le prede, il clima, il terreno, sono tutti caduti sotto il suo dominio. Tuttavia egli è ancora vittima dei suoi nemici interiori – le malattie della mente e del corpo - e, guardando il mondo intorno a noi al giorno d’oggi, ci chiediamo se davvero possiamo fare progressi con questi problemi.

La moderna scienza medica, che ha dato alla comunità l’igiene, la nutrizione e le cure scientifiche, ha liberato un gran numero di persone dalle malattie del passato, ma queste sono state sostituite da nuovi problemi. Le malattie causate dalla malnutrizione sono state sostituite, in gran parte nel mondo, da quelle per un eccesso di nutrizione. I disturbi dell’antico cacciatore hanno ceduto il passo all’ipertensione, alle ulcere ed ai problemi di cuore dell’uomo che, nel cuore, è ancora un cacciatore ma la cui valvola di sfogo per l’aggressività è bloccata. L’incertezza della vita negli spazi aperti è stata sostituita dall’anima distrutta dalla costrizione e dall’inquinamento delle città. L’imprevedibilità della vita nella natura selvaggia ha ceduto il passo alla noiosa monotonia della vita civilizzata: le frustrazioni della vita senza sfide reali e la miriade di malattie derivano da tutte queste situazioni.

Abbiamo acquisito molti benefici dall’unirci in comunità ‘civilizzate’, ma lo stiamo pagando a caro prezzo. Abbiamo abbandonato il  nostro  habitat naturale e stiamo soffrendo di depressione, frustrazione, risentimento e generale mancanza di direzione reale nella vita, che ha portato a questo caos.

Dove stiamo andando? Cosa ci stiamo a fare qui? Siamo davvero fatti per la vita che stiamo conducendo o c’è qualcos’altro? Quando ci ammaliamo, fino a che punto possiamo curarci? Possiamo prevenire totalmente le malattie? Possiamo rimanere completamente sani, e se si, come possiamo farlo? Ed andando più in profondità: abbiamo un altro destino? Stiamo davvero utilizzando il nostro vero potenziale e muovendoci nella giusta direzione? È questo tutto quello che c’è, o c’è in noi un più grande potenziale che è stato bloccato? E se c’è, come possiamo sbloccare e liberare questo potenziale?

Da migliaia di anni lo yoga si rivolge queste domande e dà indicazioni a coloro che sono sinceramente alla ricerca di risposte. Lo yoga è interessato a liberare il potenziale che giace dormiente dentro di noi e, come effetto collaterale, ci libera anche dalle malattie, sia fisiche sia mentali, di cui siamo vittime.

Il punto di vista dello yoga sulla salute
I medici concordano sul fatto che la maggior parte delle malattie sono dovute alla tensione mentale. Anche le stesse malattie ‘fisiche’, il cancro o le infezioni, ora sembrano avere origine nella mente. Ad esempio, l’insorgenza di queste malattie dipende dall’inadeguatezza del sistema immunitario del corpo, il sistema di difesa, ed ora sappiamo che questo sistema subisce molto l’influenza della mente. Negli ultimi decenni i medici hanno riconosciuto sempre più malattie come conseguenza della tensione mentale, ma gli yogi fanno sempre un passo avanti. Dicono che, praticamente, tutte le malattie nell’individuo sono causate direttamente dalle tensione mentale. Ci sono, naturalmente, delle eccezioni, come la malnutrizione ed i veleni tossici e sappiamo che i fattori cosmici, come le fasi della luna, l’attività del sole, le stagioni, il clima, ecc. possono essere  potenti fattori stimolanti delle patologie. Tuttavia, in generale, secondo gli yogi le radici delle nostre malattie sono nella mente e queste sono, in ultima analisi, ciò che dobbiamo cercare di eliminare.

Come può la tensione mentale provocare le malattie fisiche?
La mente, che agisce attraverso il sistema nervoso centrale, colpisce il corpo attraverso tre canali:

1.    Il sistema nervoso somatico, che controlla le azioni volontarie del corpo come il camminare, il parlare e l’uso dei muscoli ogni volta che decidiamo di farlo.
2.    Il sistema nervoso autonomo, che controlla le azioni involontarie come la digestione, il battito cardiaco e la pressione sanguigna.
3.    Le ghiandole endocrine, che producono ormoni che sono sostanze chimiche che influenzano la chimica del corpo e le sue azioni in un’ampia varietà di modi.

Si può notare, così,  che ogni cellula, organo e sistema all’interno del corpo è direttamente influenzato dalla mente attraverso il sistema nervoso e le sue ramificazioni.

Come funziona la terapia yogica?
La terapia dello yoga ripristina tutti i sistemi citati al loro stato normale, agendo in quattro aree:

1.    La parte interessata viene riportata alla sua normale funzione. Ad esempio: se una persona ha un problema alla colonna vertebrale causato dalla tensione mentale, le posizioni di yoga possono rilassare gli spasmi muscolari in quella parte della colonna. In questo caso lo yoga agisce direttamente sulla parte interessata, senza creare uno squilibrio o un disturbo in nessun’altra parte del corpo.
2.    I collegamenti con il sistema nervoso centrale vengono equilibrati e normalizzati. Ad esempio: ci sono alcune pratiche, come kunjal kriya, che agiscono direttamente sui nervi autonomi e sui plessi. Nel caso dell’asma, lo squilibrio tra il sistema simpatico ed il parasimpatico viene normalizzato, i condotti bronchiali dei polmoni vengono aperti e, in questo modo, l’individuo potrà di nuovo respirare liberamente.
3.    Il sistema nervoso centrale stesso può essere influenzato direttamente. Alcune pratiche, come ad esempio brahmari pranayama, sembrano agire sul cervello stesso, ed è probabilmente attraverso questo canale che conducono un rilassamento rapido e duraturo.
4.    Molte pratiche di yoga alleviano direttamente le tensioni della  mente. La meditazione è la più nota, ma anche yoga nidra e molte delle pratiche fisiche hanno un effetto positivo in questo campo.

Il campo d’azione dello yoga è completo: va dall’organo bersaglio alla radice del problema, la mente. Questa integrazione è, naturalmente, necessaria perché tutte le parti del sistema sono intimamente legate tra loro.

Lo yoga può sostituire altri trattamenti?
Ovviamente se abbiamo un’appendicite acuta abbiamo bisogno subito di un intervento chirurgico. Questo vale anche nel caso della rottura di un’ulcera e di altre emergenze chirurgiche. Se abbiamo la meningite, la polmonite o una qualsiasi altra infezione pericolosa per la vita, dobbiamo prendere gli antibiotici o i sulfamidici. Per la maggior parte delle gravi malattie acute la medicina moderna è probabilmente il migliore trattamento da scegliere, sebbene anche in questi casi delle corrette pratiche di yoga possono aiutare. Analogamente, in molte situazioni, il problema può essere curato con lo yoga nella fase iniziale ma, quando si ha un peggioramento, abbiamo bisogno di cure esterne.

Tuttavia lo yoga sta emergendo come il trattamento di prima scelta per le malattie emozionali e mentali, e per i loro ‘cugini’: i problemi psicosomatici, come la pressione alta, l’ulcera peptica, l’asma, l’artrite e molti altri. Questo è positivo, dato che i medici ammettono che sono proprio queste le malattie che la scienza medica ritiene più difficile da trattare.

Se una persona con appendice acuta viene operata, l’appendice viene rimossa e solitamente non sorgono ulteriori problemi. Tuttavia, la maggior parte dei medici hanno pazienti con l’ulcera peptica che hanno assunto farmaci per anni e tutt’ora hanno le loro ulcere.

Se una persona ha una polmonite acuta, cioè un’infezione del polmone che in passato era fatale, il dottore gli darà degli antibiotici ed in pochi giorni starà bene. Ma, la maggior parte dei dottori ha pazienti con l’asma che sono totalmente dipendenti dalle pillole, dalle inalazioni e dalle iniezioni, che vivono una vita nella paura costante di un attacco, e che gradualmente peggiorano.

Al giorno d’oggi se un bambino ha la meningite viene trattato velocemente con sulfamidici od antibiotici e l’infezione svanisce senza lasciare traccia. Non vi è nessun caso di bambini rimasti sordi, con ritardo mentale od altre complicazioni di meningite non trattata.

Tuttavia, la maggior parte dei dottori hanno pazienti affetti d’ansia nervosa che assumono da anni crescenti quantità di farmaci tranquillanti senza alleviare il problema e che finiscono per avere complicazioni per dipendenza dalle droghe.

È abbastanza evidente che i progressi della scienza medica sono stati miracolosi nell’alleviare l’umanità dalle terribili malattie del passato. Ma ci sono interi campi di sofferenza umana in cui non si sta facendo altrettanto bene. Spesso queste tipologie di malattie sono quelle che rispondono bene alla terapia yogica. Parliamo ora di alcune di queste malattie e dei risultati che sono stati ottenuti dal trattamento con lo yoga.

L’ipertensione (la pressione alta)
È noto che questa malattia possa abbreviare la vita di una persona, anche di decenni. Infatti vi è una forma chiamata ‘ipertensione maligna’ che, spesso, è rapidamente fatale. Non sorprende, quindi, che lo yoga abbia fatto molte ricerche sull’ipertensione.

Un cardiologo, di nome dr. K.K. Datay, a Bombay in India, ha insegnato yoga nidra, un metodo di rilassamento profondo, ai suoi pazienti ipertesi ed ha avuto ottimi risultati. La maggior parte di loro non ha più avuto bisogno di farmaci o sono stati in grado di ridurne notevolmente l’assunzione.

Il dr. Chandra Patel, in un articolo su ‘Lancet’, un accreditato giornale medico della Gran Bretagna, ha riferito sull’uso del rilassamento yogico con biofeedback nel trattamento dell’ipertensione. Si è constatato che un quarto della popolazione potrebbe smettere completamente di prendere i farmaci, mentre la maggior parte degli altri potrebbe ridurli notevolmente o, almeno, avere un maggior controllo sulla pressione del sangue.

Il dr. K.N. Udupa, direttore dell’Istituto di Scienze Mediche alla Benares Hindu University, ha scoperto che i risultati son ancora migliori se la persona esegue alcune semplici pratiche fisiche di yoga prima del rilassamento o la meditazione, e noi abbiamo ottenuto gli stessi risultati. Udupa ha affermato che: “Soggettivamente tutti i pazienti riferiscono di sentirsi molto meglio, più calmi e tranquilli”. Un numero sostanziale potrebbe tranquillamente smettere di prendere i farmaci e molti altri ridurre il dosaggio, al momento della relazione. Le dottoresse Stone e De Leo (‘New England Journal of Medicine’, gennaio 1976) hanno notato che la semplice pratica di yoga d’essere consapevoli del respiro per dieci minuti al mattino ed alla sera, riduce l’ipertensione in misura significativa nel corso di un periodo di sei mesi.

I benefici dello yoga per i soggetti ipertesi sono così convincenti che a tutte le persone con questa patologia dovrebbero essere offerti corsi di pratica di yoga, parallelamente al trattamento farmacologico se le medicine sono veramente necessarie.

La malattia cardiaca
Nonostante il miglior trattamento medico, la cardiopatia coronarica è la causa più comune di morte nei paesi tecnologicamente avanzati. In questa condizione, le arterie che alimentano il muscolo cardiaco con il sangue si restringono ed al cuore viene a mancare ossigeno e nutrimento. Se accade in maniera grave (infarto), parti del cuore possono morire e, così anche il paziente!

Per secoli, gli yogi hanno raccomandato le tecniche fisiche di yoga ed il rilassamento come trattamento delle cardiopatie coronariche, ma è solo di recente che il fondamento logico di tali pratiche ha ricevuto il sostegno della scienza medica.

Fino a poco tempo fa, si riteneva che l’infarto era causato da un coagulo di sangue presente in una delle arterie coronarie. Ora, invece, ci si sta accorgendo che, con molta probabilità, la maggior parte delle persone che hanno un infarto non hanno alcun coagulo di sangue ma che l’attacco è dovuto ad una crisi funzionale causata dallo spasmo di un’arteria. Lo stesso vale per l’angina, una forma cronica in cui lo spasmo coronarico è un fattore importante. Sembra che in entrambe queste malattie comuni, la principale causa che accelera il processo sia lo spasmo dell’arteria coronarica, indipendentemente dalle variazioni strutturali. È molto probabile, inoltre, che lo spasmo sia causato dalla tensione mentale che agisce attraverso le fibre nervose autonome che alimentano le arterie.

Quest’ultima affermazione è supportata da una ricerca che è stata effettuata circa vent’anni fa. In quest’indagine un gruppo di persone che erano state ricoverate in ospedale per un attacco di cuore, sono state confrontate con un altro gruppo di persone ricoverate per altri motivi. Si è constatato che la maggior parte dei pazienti coronarici aveva subito una profonda e significativa ‘ferita’ emozionale durante il mese precedente l’infarto. Nel gruppo di controllo non c’era stata nessuna crisi emozionale.

Il dr. Chandra Patel, in un’altra ricerca ha dimostrato che il rilassamento dello yoga riduce il dolore e l’invalidità in casi di angina. I pazienti possono essere sottoposti a maggiore attività prima di fare esperienza del dolore al petto, si sentono meglio ed il rilassamento del mattino sembra durare per il resto dell’intera giornata.

E secondo l’esperienza riscontrata negli ashram dell’International Yoga Fellowship se, prima del rilassamento, vengono praticate delle semplici asana, i risultati saranno anche migliori.


L’asma
I diversi tipi di malattie ostruttive delle vie aeree, tra cui l’asma, sono  trattati con lo yoga da millenni, e recenti studi scientifici hanno sostenuto la sua esperienza maturata nel corso degli anni.

L’asma è una malattia in cui il sofferente ha ricorrenti episodi di restringimento delle vie respiratorie (i bronchi) dei polmoni. Di conseguenza sperimenta episodi di difficoltà respiratoria che possono essere molto gravi, anche fatali.

Il fulcro del trattamento dell’asma è il gruppo di pratiche degli Shatkarma, soprattutto kunjal kriya (ingerire velocemente dell’acqua tiepida salata e poi vomitarla), neti kriya (far passare dell’acqua tiepida attraverso le narici in modo alternato) e talvolta può essere utile anche vastra dhauti (inghiottire una striscia di stoffa e ritirarla fuori in modo da stimolare l’esofago). Altre pratiche, come ad esempio surya namaskara (eseguito lentamente), shashank-bhujangasana, gli esercizi di respirazione addominale, i pranayama e yoga nidra completano la serie.

Infatti, se kunjal kriya venisse eseguita nelle fasi iniziali di un grave attacco d’asma anche solo questo potrebbe fermare l’attacco. Questo è un vantaggio molto importante, perché il soggetto asmatico svilupperebbe la sicurezza di poter fermare un attacco d’asma in qualsiasi momento, semplicemente facendo ricorso alle proprie risorse. Molti asmatici hanno detto che questa padronanza è stato il fattore più importante che li ha portati alla cura definitiva dell’asma. Quelli di noi che hanno insegnato questa pratica per anni hanno visto attacchi d’asma arrestarsi in pochi minuti, anche in soggetti fortemente tossicodipendenti, semplicemente praticando kunjal. Il dr. G.B. Gupta, il professor G.C. Sepaha ed altri, del Raipur Medical College, in India, lavorando in collaborazione con il Satyananda  Ashram di Raipur, hanno dimostrato alcuni risultati interessanti in pazienti asmatici che praticavano alcune delle tecniche di yoga consigliate. Due terzi dei ventisette pazienti studiati, hanno avuto dei miglioramenti in conseguenza alla loro esperienza con lo yoga. Oltre a questo, testando le persone con uno spirometro prima, durante e dopo il corso di yoga, hanno anche dimostrato che questo non è stato solo un miglioramento soggettivo (lo spirometro è uno strumento medico che, tra le altre cose, dimostra il grado di dilatazione dei tubi bronchiali misurando la capacità respiratoria). Le prove con questo apparecchio dimostrarono che il 62,5% delle persone aveva una definitiva apertura fisica dei bronchi come conseguenza delle pratiche di yoga. Non sentivano solo di respirare più liberamente, ma in realtà era proprio così, perché i loro bronchi si erano rilassati.

Un gran numero di altre ricerche cliniche in tutto il mondo hanno mostrato risultati simili. Wilson e Hornsberg (Cli. Ris. 1973, 21, 278) hanno dimostrato che soltanto la semplice meditazione può ridurre notevolmente la frequenza degli attacchi, la quantità di farmaci necessari, ed aumentare la funzione polmonare e la resistenza della pelle (da un esame sull’ansia).

In tutte le ricerche, comunque, i risultati sono migliori per le persone che iniziano a praticare yoga precocemente, subito dopo l’insorgenza dell’asma, prima che si sia sviluppata in una grave fase cronica. Quindi, agli asmatici si consiglia d’iniziare una pratica yogica il più presto possibile, dopo il primo attacco.

La bronchite e l’enfisema
C’è un altro gruppo di patologie in cui i tubi bronchiali sono ostruiti ed il paziente non può respirare correttamente. Di queste, le due forme principali sono la bronchite cronica (infiammazione per un lungo periodo di tempo dei tubi bronchiali) e l’enfisema (eccessiva dilatazione delle sacche d’aria a causa di danni alle pareti delle stese). Queste due patologie sono dei gravi problemi in quanto i pazienti di solito continuano a peggiorare nonostante le migliori cure che la scienza medica può offrire. Nel 1978 il dr. M.K. Tandon ha pubblicato sulla rivista ‘Thorax’ un resoconto del suo lavoro con ventidue pazienti anziani con gravi forme di queste patologie. La metà di queste persone hanno avuto un trattamento di fisioterapia di routine e l’altra metà ha ricevuto un trattamento yogico. Tandon ha rilevato che: “alla fine dei nove mesi, i soggetti che praticano yoga tendono ad avere:

1.    miglioramento della resistenza all’esercizio;
2.    recupero più veloce dopo lo sforzo fisico;
3.    controllo sugli attacchi di mancanza del respiro senza necessità d’assistenza medica;
4.    netto miglioramento generale delle condizioni toraciche.

Lo schema respiratorio del gruppo che ha praticato yoga si è trasformato in un modo più efficiente. È diventato più profondo e lento, rispetto allo schema originale, prima dell’esperimento, e rispetto alla rapida e superficiale respirazione del gruppo trattato con la fisioterapia, che non ha mostrato alcun miglioramento nel modello respiratorio”.

Inoltre, dobbiamo ricordare che queste sono gravi malattie di soggetti anziani i quali, in condizioni normali, sarebbero peggiorati nel corso dei nove mesi dell’esperimento, invece di migliorare come hanno fatto grazie allo yoga.

Il diabete
Questa è una condizione in cui il corpo non è in grado di gestire il glucosio, il suo principale combustibile. Nella forma più grave il corpo diventa saturo di glucosio, a causa della carenza di secrezione d’insulina, mentre, allo stesso tempo, ai tessuti del corpo viene a mancare il glucosio perché esso non riesce ad entrare nelle cellule. Le complicazioni del diabete sono dovute a questa doppia problematica e, se il decorso della malattia non viene interrotto, la vita del paziente può accorciarsi di decenni.

Le cause del diabete sono molte; il soggetto può avere una predisposizione ereditaria, ma sembra essere innescato anche da fattori esterni come lo stress, la mancanza di esercizio fisico, una dieta scorretta e l’eccesso di cibo. Questo ritratto si avvicina a quello di un certo tipo di personalità che si dice sia molto intelligente, sensibile e rimuginativo.

Quando il diabete inizia in giovane età – insorgenza del diabete giovanile - di solito è più grave e difficile da controllare. Ma anche questi soggetti sono stati notevolmente aiutati da una pratica diligente dello yoga.

Una serie di studi hanno dimostrato che i risultati della terapia yogica sono migliori, in particolare nel diabete giovanile, se le pratiche vengono iniziate nelle prime fasi della malattia, prima che il corpo diventi dipendente dall’insulina presa dall’esterno. In aggiunta a questo, se viene trattato precocemente, il processo patologico viene invertito prima che vi siano danni causati dal diabete stesso o dall’insulina ai tessuti vitali come il rene ed il pancreas.

Il tradizionale trattamento yogico per il diabete è abbastanza ampio ed è preferibile effettuarlo vivendo in un ashram di yoga adeguatamente attrezzato per un mese o più. Il trattamento comprende una dieta particolare, shankhaprakshalana (lavaggio completo dell’intestino, bevendo da sedici a venticinque tazze d’acqua calda salata intervallate da specifici esercizi), kunjal (la pratica del vomito), posizioni particolari, pratiche di respirazione ed una forma di meditazione con il mantra conosciuta come ajapa japa. I risultati sono molto incoraggianti soprattutto nei nuovi casi, anche se alcune persone con diabete giovanile da lungo tempo hanno avuto un successo spettacolare.

Molti studi clinici sono stati condotti sugli effetti della terapia yogica per il diabete, compresi quelli di Lavgankar nello Yoga Vidya Dham a Pune, in India; quelli di Varandani, Anandananda e Dharmveer M.D. dello ‘Yoga Treatment Research Center’ di Bapunagar (Jaipur, India) e quelli del professor N.C. Panda in associazione con il Satyananda Ashram di Calcutta. Tutti hanno dimostrato che circa un terzo dei pazienti diabetici ha reagito completamente alla terapia yogica; circa un quarto non ha avuto nessuna reazione ed il resto è stato in grado di ridurre la somministrazione dei farmaci. Nelle ricerche i pazienti che non hanno reagito erano, di solito, tra quelli con grave diabete giovanile, che avevano fatto uso di iniezioni d’insulina per anni, sebbene anche molti di questi divennero stabili. Va ricordato, inoltre, che queste ricerche si sono estese solo per pochi mesi. Il classico trattamento yogico per il diabete dovrebbe essere continuato per un lungo periodo di tempo. Se questo venisse fatto, forse, anche i casi più difficili reagirebbero.

Dobbiamo considerare molto seriamente lo yoga come un efficace trattamento per il diabete. Coloro che hanno esperienza con la terapia yogica sono sicuri che non è lontano il tempo in cui le persone affette da questa malattia difficile e debilitante potranno concedersi con successo le pratiche yogiche piuttosto che dipendere da frequenti iniezioni d’insulina esterna o dall’assunzione di altri farmaci.

Lo yoga guarisce dalle malattie
Al giorno d’oggi, in tutto il mondo le persone stanno iniziando a comprendere che lo yoga ha molto da offrire nel trattamento della malattia, infatti, lo yoga guarisce dalle malattie. Quando dico che lo yoga guarisce la malattia non includo tutte le malattie, ma quelle a cui lo si può applicare. Comunque, sto usando la parola ‘cura’ nel suo senso più preciso. Se foste ‘curati’ potreste interrompere il trattamento e la malattia scomparirebbe.

Lo yoga sta sicuramente prendendo piede e sta avendo una grande influenza sulla moderna scienza medica. Lo yoga non solo è accettato come metodo d’espansione della consapevolezza, ma anche per espandere le nostre opportunità di mantenere una buona salute e per curare le malattie.